I drammi in costume sono da sempre particolarmente amati dal pubblico seriale: dalle intriganti storie romantiche di Bridgerton al dark fantasy vittoriano di Carnival Row. L’ambientazione britannica fra il XVIII e il XIX secolo fa da traino a queste produzioni tra pirati e corti delle monarchie europee, ma negli ultimi tempi si assiste anche a piacevoli reinterpretazioni di questo periodo storico come il recentissimo The Completely Made-Up Adventures of Dick Turpin su Apple+ o la nuova fatica di Sally Wainwright (la mente dietro Gentleman Jack) di cui si parla in questo articolo: Renegade Nell.
Il nuovo show fantasy della piattaforma Disney+ coinvolge un cast variegato, da Frank Dillane (Fear the Walking Dead, Sense8) a Joely Richardson (Nip/Tuck, The Sandman), capitanato dall’ottima performance di Louisa Harland (Derry Girls).
La storia di Renegade Nell mette in scena la lotta senza quartiere di Nelly Jackson, una vedova di umili origini in cerca di giustizia per l’assassinio del padre da parte di un gruppo di nobili rampolli annoiati e dall’orgoglio ferito. La protagonista, le sorelle e i loro insospettabili alleati fronteggiano un sistema ingiusto e corrotto: non hanno nulla per far fronte al soverchiante potere che le élite esercitano sulla gente del regno, se non ha il coraggio da scavezzacollo di Nell, il desiderio di trovare giustizia e l’aiuto del folletto Billy Blind (Nick Mohammed, il Nathan Shelley di Ted Lasso). Quando la magica creatura entra nel corpo dell’umana, infatti, infonde in lei una forza incredibile rendendola capace di imprese oltre l’umano; purtroppo, le sue peculiari capacità non passano inosservate ad altre forze arcane, ancora più oscure che vedono Nell come un ostacolo nel percorso per dominare e riordinare il mondo secondo il loro volere.
Le sorelle Trotter e il giovane stalliere Rasselas vorrebbero solo giustizia per un omicidio lasciato impunito, ma saranno malgrado coinvolti in una trama molto più grande della semplice ricerca di un magistrato onesto, ricerca già di per sé ardua. Il pubblico potrà immergersi in una Inghilterra riprodotta con solerzia, dai costumi d’epoca alla parlata che ricalca le grandi produzioni letterarie del tempo. L’atmosfera è dunque molto coinvolgente, in particolare nel seguire le peripezie di quella che è gente umile che porta in alto un concetto di giustizia semplice e schietto, lontano dai sinistri intrighi di palazzo della corte reale, che purtroppo hanno ben poco spazio in questa prima stagione.
Purtroppo però l’aspetto storico perde mordente laddove i giochi di potere e i complotti contro la regina dovrebbero essere al centro della scena, soprattutto dati i nomi e le vicende storiche scomodate. La trama dei giacobiti, per esempio, è solo un pretesto per far andare avanti la storia globale in maniera spiccia, tralasciando un’occasione per dare profondità agli antagonisti.
Il difetto di non approfondire molti spunti interessanti pervade l’intera prima stagione e non fa godere appieno lo show a tutto tondo; certe tematiche sono trattate sì con la giusta attenzione, ma mai spingendosi abbastanza oltre fino ad avere qualcosa di significativo da dire. Per esempio, la fama di highway-woman e demonio di Nell è stata costruita ad arte dalla stampa, che nello show non lavora per la verità, ma intesse narrazioni che accendono l’interesse più morboso della neonata opinione pubblica del ‘700, un opportunismo di cui sono vittima la protagonista e la sua famiglia in prima persona. È emblematico che nell’episodio “Stop Printing this Muck” sia proprio una canzone popolare cantata da Georgie a salvare la vita di Nelly, che rischia di essere schiacciata a morte da una stampatrice. Per quanto questa scena sia riuscita, rimane sempre l’amaro in bocca per la mancanza di uno sviluppo migliore e più approfondito: poche scene ben fatte, infatti, non bastano ad esplorare nel migliore dei modi gli aspetti tematici più importanti della storia della rinnegata.
Renegade Nell non è una serie perfetta, ma sa lasciare il segno soprattutto grazie ai suoi personaggi sempre in perfetto equilibrio fra commedia e dramma, il picaresco e il dark fantasy, merito anche delle ottime interpretazioni degli attori. I ruoli di genere vengono spesso invertiti, rivoltati in un racconto fluido che coinvolge protagonisti come figure di sfondo, ed è un punto di forza che contribuisce a renderle figure capaci di intrattenere e coinvolgere il pubblico anche nella più semplice delle scene.
Nell Jackson è la star dello show sin dalla sua prima scazzottata in “Don’t Call me Nelly” e sebbene sia un personaggio arduo da digerire in principio, è facile farsi conquistare dall’interpretazione di Louisa Harland. La protagonista è perfettamente a suo agio nel contesto storico della trama, e suscita continua curiosità il come si districherà dall’ennesimo guaio; le trovate per non farsi scoprire mentre attraversa l’Inghilterra come latitante in “A Private Joke with the Queen” e “Excuse me, I am a Doctor” possono sembrare ripetitive, ma il fascino del personaggio le rende uniche, complice l’alchimia di cui gode con il personaggio di Charles Devereux, il suo dolente compagno di disavventure e di siparietti comici più che convincenti. Purtroppo, ci sono anche dei lati negativi; benché anche le sorelle Georgie e Roxy abbiano delle proprie sottotrame, così come lo stalliere Rasselas, le loro vicende finiscono sullo sfondo a causa dell’ingombrante figura della protagonista. Anche un personaggio accattivante come Euralia Moggerhangar viene lasciata in secondo piano, benché di grande rilievo per le tematiche della storia sopra citate.
Gli antagonisti sono rappresentati con alti e bassi simili, anche se c’è più equilibrio nelle loro scene. Thomas è lasciato sullo sfondo dopo il pilot, forse un po’ troppo vista l’importanza data al deterioramento della sua psiche, ma l’earl di Poynton e Sofia Blancheford sanno catturare l’interesse del pubblico almeno individualmente, tormentati e ambiziosi in egual misura. Purtroppo, nonostante le somiglianze fra i due personaggi il rapporto maestro-apprendista tra i due non ha avuto modo di svilupparsi a dovere oltre le poche scene dove la magia l’ha fatta da padrone.
Purtroppo, un altro tasto dolente dello show è proprio il lato fantasy dell’ambientazione, che non è mai stato approfondito a dovere. Ci sono vaghi riferimenti al destino, alla natura di Nell Jackson nel dialogo con Billy Blind in “Devil’s Dung” e l’occultismo del conte di Poynton e di Sofia è introdotto in maniera spettacolare fra il secondo e il terzo episodio con l’evocazione di Herne the Hunter, ma in sostanza c’è poco che vada a fondo negli aspetti più fantastici dello show. In una serialità dove gli elementi più fantasy sono nascosti sotto il tappeto per l’infondato timore che il proprio prodotto non sia abbastanza per adulti, una maggiore attenzione alla magia e alla sua natura avrebbe decisamente dato a Renegade Nell una marcia in più, un modo per distinguersi nell’attuale panorama seriale.
In definitiva, Renegade Nell è una buona entrata per la piattaforma Disney+, nonostante non sia una serie eccellente e non esprima appieno ogni sua potenzialità. L’avventura della vedova Jackson e delle sue sorelle però merita il suo pubblico, grazie a una atmosfera accattivante e personaggi coinvolgenti con cui è facile entrare in sintonia.
Voto: 7