Dopo un’ottima quarta stagione, Rectify giunge al capolinea con un episodio dall’alto tasso emozionale e insolitamente ottimista, regalando così ai suoi protagonisti, e al pubblico, un finale aperto ma al tempo stesso soddisfacente.
Siamo al penultimo atto, alla falcata che precede immediatamente il fotofinish: la settimana prossima Rectify lascerà per sempre i palinsesti televisivi, congedandosi con una notevole stagione finale che è stata capace di mettere in fila tante piccole gemme.
Rectify ha sempre confermato la capacità di essere allo stesso tempo una serie pacata ed efficace nel raccontare una storia così intima e complessa come quella di Daniel Holden. E pur consci che ogni episodio sarà molto bello, non si può che rimanere lo stesso rapiti ed affascinati dai piccoli capolavori che la quarta […]
Rectify è una serie che ha sempre fatto della lentezza la sua cifra stilistica più riuscita; in questa stagione finale tale stilema si amplifica, costruendo un racconto in cui il tempo sembra quasi sospeso. Tutti i protagonisti sono come bloccati in un’inerzia emotiva che li rende incapaci di compiere quel […]
Con solo quattro anni di vita e quattro episodi rimanenti, Rectify sta percorrendo gli ultimi passi verso la sua conclusione, che SundanceTV ci ricorda impietosamente con un funereo hashtag – #FarewellRectify – impresso ad intermittenza durante tutto lo svolgimento della puntata.
Con il terzo episodio di quest’ultima quarta stagione, Rectify decide di esplorare e descrivere gli strani sistemi della connessione umana e della comunicazione, mettendo per un attimo da parte l’intreccio investigativo e firmando una puntata che conferma ancora una volta lo stile dalle tinte sottili e appena sussurrate che contraddistingue la serie.
“Yolk” è la seconda premiere di questa stagione conclusiva di Rectify: una volta arrivati a Nashville, nel nuovo mondo di Daniel, è necessario voltarsi indietro e guardare quello che è rimasto, nella Paulie che ha sempre accompagnato le vicende della serie.
Negli ultimi anni poche serie sono state più sottovalutate di Rectify, che per tre stagioni ha attraversato in sordina il panorama televisivo americano spinta da riscontri critici sempre eccellenti e che comincia questa quarta e ultima annata sullo stesso livello con cui ha terminato la precedente.
Fin dall’esordio, Rectify ha fatto dello scavo psicologico dei personaggi e, parallelamente, della rarefazione degli eventi narrati la sua cifra stilistica; questa stagione ha confermato e se possibile rafforzato quest’impressione, a fronte però di un finale all’insegna del cambiamento, in cui molti nodi giungono finalmente al pettine.
Con “The Future”, Rectify firma il suo episodio più bello, intenso e completo: lo è sicuramente per quanto riguarda questa (bellissima) annata, ma si potrebbe azzardare che sia anche il migliore delle tre stagioni andate in onda e quasi ormai concluse. E ad un passo dalla fine, fa anche da antipasto per una […]
A meno due episodi dal finale di stagione, Rectify continua a indagare le derive di un microcosmo familiare disgregato da un intimo confronto con il dolore: tra sensi di colpa e desideri di salvezza, come anime imprigionate in un limbo incolore, ogni personaggio si confronta con il suo punto di […]
Sono tre estati che Rectify zitta zitta ci accompagna in un’indagine personale, intima e sommessa sul dolore, sullo spaesamento, sull’alienazione e sulle ipocrisie nei rapporti familiari. In questa terza stagione non sembra esserci per ora nessun cedimento rispetto al passato, almeno fino al primo terzetto di episodi.
Dopo due stagioni in cui il racconto della sofferenza è stato alla base della narrazione, ora Rectify cerca di elaborare questo concetto, allargando il raggio d’azione e mostrando le conseguenze che la scarcerazione di Daniel ha avuto sulla sua famiglia.
Le disastrose conseguenze di “Unhinged” si riflettono su questa cupa premiere di Rectify, un episodio in cui l’influenza di Daniel Holden – ancor più che in “Running With the Bull” – si fa sentire sulle vite degli altri personaggi, tutti inevitabilmente condizionati dagli eventi dello scorso season finale.
Nel popolatissimo mondo seriale è difficile decidere quale posto occupi Rectify. La serie nasce da un movente semplice: raccontare la storia di un uomo che deve trovare, ormai in età adulta, il suo posto nel mondo.
Nel palinsesto televisivo estivo, meno ricco e più improntato alla leggerezza rispetto a quello che caratterizza i mesi freddi dell’anno, è strano trovare una serie come Rectify, che di leggero non ha proprio nulla.
Con “Weird As You” Rectify decide di mettere momentaneamente da parte le dinamiche familiari che hanno costituito l’ossatura di questa stagione per concentrarsi sugli avvenimenti relativi all’omicidio di Hanna.
La seconda parte di stagione inizia sul doppio binario sul quale sono stati impostati gli episodi precedenti, ovvero in perfetto equilibrio tra lo sguardo su un certo tipo di famiglia americana e l’indagine sulle vicende passate di Daniel.
C’è una famosissima canzone, ormai vecchia di qualche anno, che ad un certo punto dice: You are young and life is long and there is time to kill today. And then one day you find ten years have got behind you. No one told you when to run, you missed […]
Daniel Holden è sempre stato il vero e proprio motore di Rectify: non si parla solo del ruolo di protagonista indiscusso della vicenda, ma anche della sua centralità nei temi trattati in ogni episodio, le cui sottotrame sono inevitabilmente condizionate dall’eco della sua influenza su tutti e tutto.
Dopo due episodi di apertura in cui il personaggio di Daniel è stato coraggiosamente relegato a flashback e visioni oniriche, Rectify torna a concentrarsi sul suo protagonista, regalandoci un’ottima puntata.
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