House M.D. – 8×08 Perils of Paranoia 2


House M.D.  - 8x08 Perils of Paranoia

Si chiude così la prima metà dell’ottava stagione di House M.D., con un’analisi dettagliata e approfondita (forse anche leggermente ridondante) dei concetti di paranoia e di difesa, a partire ovviamente dal caso della settimana e proseguendo verso ben altre direzioni. 

Come da bizzarra abitudine di quest’anno, anche in questa puntata arriva al Princeton Plainsboro un paziente i cui sintomi non vengono inizialmente visti da tutti come tali, ma anche come parti del carattere della persona: in modo piuttosto prevedibile, queste ambigue caratteristiche (l’eccesso di generosità già visto in un altro episodio, o appunto la paranoia) vengono analizzate, sbriciolate e utilizzate come metro di giudizio per qualunque personaggio che graviti nell’orbita del malato stesso. Ora, che un paziente susciti tutto questo confronto e i relativi dubbi morali è lodevole, ma trovo che una serie tv venga sempre penalizzata quando adotta il medesimo schema in modo così meccanico ed evidente.

Ad ogni modo, la questione della paranoia viene – in modo significativo ma anche piuttosto ruffiano – applicata al mondo di oggi, alle sue incertezze e a ciò che una persona debole può arrivare a fare se posta sotto pressione dalla crisi, dall’economia e da tutto questo sistema che ci sta crollando addosso. La riflessione che emerge grazie alla risoluzione del caso è di quelle che viaggiano tra la metafora e la morale: un uomo, così ossessionato dal crollo delle banche da arrivare a pensare che è meglio comprarsi un arsenale “perché non si sa mai cosa può succedere”, ha rischiato la vita perché non si è preoccupato delle cose più semplici, come il richiamo del vaccino contro la difterite.
Un interessante esempio dell’uomo contemporaneo, ma c’è qualcosa di troppo didascalico, di troppo scontato e prevedibile per essere un bell’episodio di House M.D.: è davvero questo l’unico modo per gestire una puntata? Usare un caso di scarsa originalità per lanciare una tematica in pasto al team e vedere come la gestiranno? Non sono convinta che questa sia la strada giusta.

Sul fronte interno, la puntata si può dividere in tre blocchi.
House M.D.  - 8x08 Perils of ParanoiaTroviamo la parte più divertente nell’accoppiata House/Wilson, che ci regala sempre momenti di incredibile comicità (e al limite dell’impossibile, ma dove le hanno trovate quelle reti!) e anche spunti di riflessione sul loro rapporto: per quanto Wilson cerchi spesso di smarcarsi dalla figura di House – ingestibile, sadica, obiettivamente insopportabile – si conferma come persona assolutamente conscia di quel gioco delle parti già citato in altra sede, che lo vede sì come amico preoccupato, ma anche come compagno di merende che non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo ruolo. Il finale di questa sottotrama ci riserva un momento che, se ben utilizzato, potrà farci uscire da un’impasse che non sta facendo del bene a questa stagione: quel riferimento al patrigno di Greg sulla spada sguainata durante il finale dell’episodio potrebbe permettere alla seconda metà di questa ottava annata di approfondire un po’ di più l’animo e la mente del nostro dottore preferito.
Del resto, che sia piaciuta o meno, la settima stagione ha avuto dalla sua un enorme aspetto analitico che ha fatto progredire e non di poco il protagonista, mentre questa ottava si sta mostrando fino ad ora molto più ingenerosa sotto questo aspetto.

Una seconda parte è quella dedicata a Eric-workaholic-Foreman e al suo scudiero amico fidato Taub, che cerca di procurargli donne in ogni modo possibile per tirarlo fuori dal castello arroccato in cui si è nascosto. Il suo nuovo ruolo di direttore sanitario chiaramente gli impone questa modifica di comportamento, anche se c’è da dire che nel team di House lui è sempre stato quello, per dirla in modo raffinato, con la scopa nel sedere: eppure aveva Greg, capo totalmente folle, ma geniale e creativo. Di fatto, aveva un lavoro che, per quanto spesso lo ponesse in situazioni difficili, gli dava quel brivido che ora non c’è – significativo in questo senso lo scambio finale con Taub: “Difterite? Cacchio, figata! Io invece ho appena fatto la riunione più noiosa della storia!” e giustamente Taub non può che rispondere con un irriverente “Cool” che spezza le gambe. In ogni caso, questa risulta essere una parte con una prospettiva di sviluppo piuttosto interessante: vedremo dove lo porterà la storia con la palestrata sposata.

House M.D.  - 8x08 Perils of ParanoiaInfine, il trio Park-Chase-Adams. E’ stato divertente e spiazzante osservare la Park provarci con Chase “così, per vedere l’effetto che fa” e soprattutto vedere quest’ultimo che accetta – chissà se per vera curiosità nei confronti di una collega che davvero non conosce o se perché è stato messo alle strette dalla logica ferrea della ragazza, che giustamente ha tirato in ballo il suo matrimonio con Cameron. Spero solo che non mettano insieme Chase e la Adams, come l’imbarazzo finale sembra suggerire, giusto perché “lui è carino e lei è carina”: davvero non potrei sopportarlo, quasi quasi preferirei la Park in versione stalker che pur di uscire con lui lo prende a pugni (e non sarebbe del tutto irrealistico!).
Trio a parte, anche il legame “odio-amore” tra le due dottoresse lascia un po’ il tempo che trova, soprattutto perché la giovane belloccia sarà pure giovane e belloccia, ma per ora non mi ha detto niente di più, mentre la Park – benché un po’ macchietta – risulta perlomeno più apprezzabile.

Auguriamoci una seconda metà di stagione con “qualcosa” di più e soprattutto con dei casi il cui interesse vada al di là della mera funzione narrativa: House è sempre House, ma sedersi sugli allori di questa riflessione non è consentito, cari autori.

Voto: 6/7

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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