Once Upon a Time – 1×12 Skin Deep 5

Happy Valentine’s day! La serie romantica del momento non poteva farsi sfuggire l’occasione di celebrare la festa degli innamorati (market rules) e lo fa scegliendo la migliore tra le storie d’amore Disney: la Bella e la Bestia. Credo di parlare a nome di tutti i nati negli anni ’80 (specialmente le allora bimbe) se affermo che il nome di Belle ci ha fatto sobbalzare e sorridere non appena lo abbiamo sentito pronunciare.

Si tratta di sentimenti che ci ricordano l’infanzia, i sogni, un attaccamento a quello che per tutti noi rimarrà per sempre più di un semplice cartone animato. L’episodio Skin deep tocca più di altri corde speciali, ma per recensirlo dovrò fare lo sforzo di lasciare da parte la bambina che una semplice parola è riuscita a risvegliare. In realtà si tratta di più di una parola: i riferimenti alla storia originale Disney sono tantissimi, seminati qua e là, e mi piacerebbe dedicare qualche parola ad ognuno di questi. Ma procediamo con ordine.

Il Regno innevato di Anvolea (nel cartone di neve se ne vede parecchia) è minacciato dagli orchi: il Re è costretto a fare un accordo con Rumpelstiltskin per evitare la disfatta. Attraverso uno stupefacente Robert Carlyle, bravissimo nell’alternanza Gold/Rumpel, scaviamo ancora una volta nelle mille sfaccettature che questo personaggio incarna, dando vita ad un uomo per cui l’amore è sempre stato il tallone d’Achille. Il prezzo da pagare per il Regno è la rinuncia alla Principessa Belle, interpretata da una piacevole Emilie de Ravin (Claire di Lost, molto bella anche mora), la quale decide volontariamente di consegnarsi per l’eternità a quella bestia; lo spirito di sacrificio e la voglia di dimostrare coraggio da parte della principessa ricalcano perfettamente le caratteristiche del personaggio del film d’animazione. I parallelismi sono plurimi, a cominciare dal fatto che la Belle “originale” effettivamente si consegna alla Bestia per salvare il padre. L’evoluzione del rapporto tra i due è repentina: Belle riesce quasi subito a leggere l’aspetto buono e il lato umano di Rumplestiltskin, grazie soprattutto a quella brillante ironia che lo ha sempre fatto apparire “simpatico” anche quando commetteva gli atti più malvagi.

L’amore sincero di Belle arriva a compimento quando le viene offerta la libertà dal suo carceriere, prova decisiva del vero amore, che può essere tale solo se fondato sulla libera scelta di stare insieme. Rumpel non si aspetta che la sua amata torni da lui, e forse non sarebbe stato nelle intenzioni di Belle se la Evil Queen non si fosse posta sul suo cammino. La Regina torna ad essere il comune denominatore del nostro mondo fiabesco, cardine e svolta di ogni storia. Nella reinterpretazione è proprio Grimilde a far tornare Belle al castello (non più la minaccia di Gaston come nel cartone, personaggio piatto e privo di significato in questa versione). Il gioco di potere tra Rumpelstiltskin e la Regina è parallelo a quello che si svolge nel mondo reale. La bestia rinuncia al suo amore, in parte perché è incapace di credere che una così nobile creatura possa davvero amarlo, in parte per non perdere i propri poteri magici tornando ad essere “an ordinary man”. La seconda ragione è ovviamente il motivo che ha spinto la nostra cattiva a riportare indietro Belle.

La narrazione fiabesca come sempre sostiene gli eventi di Storybrooke, svelandoci il senso più profondo delle azioni dei nostri protagonisti. Questa volta l’alternanza è un po’ sbilanciata in favore della parte fiabesca, anche da un punto di vista contenutistico.

Il padre di Belle, nella realtà il fioraio Moe French, disattende un accordo con Mr Gold e per vendetta (anche questa manipolata da Regina) ruba qualcosa di molto prezioso: la tazzina da tè fatta cadere e scheggiata da Belle, l’unico ricordo del perduto amore custodito come un cimelio. Attraverso questo oggetto gli sceneggiatori ci regalano un omaggio al film d’animazione, nel quale la tazzina scheggiata è uno degli abitanti del castello trasformati in oggetti per opera della maledizione: il bambino Chicco, colui che libera Belle imprigionata da Gaston e che quindi le permetterà di salvare la Bestia, il castello e tutti i suoi abitanti.

Il conflitto tra Gold e Regina si risolve con un interessantissimo dialogo: perché il sindaco vuole a tutti i costi sapere il vero nome di Mr Gold (“what about the moment spent elsewhere?”)? Soltanto per essere certa che ricordi il suo passato? Ora abbiamo la certezza non solo che Regina sa benissimo da dove viene, ma anche che non è l’unica. Questa informazione si rivela decisiva per sciogliere la barriera tra i due mondi ripiombata dopo la morte del Cacciatore.

 La brillante costruzione della vicenda di Mr Gold e Regina è nettamente in contrasto con il contorno piuttosto melenso che vede come protagoniste Mary Margaret e Ashley. Brividi di fastidio mi correvano lungo la schiena quando la biondina si lamentava di non poter stare col proprio uomo perché troppo impegnato a lavorare… Un fiacco tributo al giorno di San Valentino che si conclude con il lieto fine per Cinderella mentre la nostra Snow White riceve in dono il biglietto sbagliato (un principe azzurro davvero poco smart!). La faccenda, a mio parere, non merita particolari commenti. Qualche parolina su Emma conviene invece spenderla: la nostra eroina continua a non costruirsi un suo particolare “perché”, la vediamo sì partecipare in veste di sceriffo alla questione del furto a Gold, ma in pratica è fuori da tutte le questioni importanti, non aiutata dal fatto di essere l’unica a non poter avere un passato nel mondo delle fiabe. Questa sua mancanza di una forte collocazione si avverte sempre di più e rischia di allontanarci troppo da quello che sarà il personaggio chiave per la risoluzione finale. Spero che la sua svolta sia vicina.

L’episodio si conclude in grande stile su entrambi i fronti. Nel mondo delle fiabe la visita di Grimilde alla nostra bestia affranta dal dolore ci rivela il raggiro della Regina su Rumpel, facendogli credere che Belle si sia uccisa. Quando vediamo a Storybrooke la ragazza rinchiusa in quello che sembra un ospedale psichiatrico, capiamo che il sindaco Mills ha una potente arma da utilizzare contro Mr Gold, e forse ci fornisce anche la spiegazione per la domanda fatta nell’ufficio dello sceriffo (“Tell me your real name”): avendo Gold coscienza della sua vita passata si deve per forza anche ricordare di Belle, dunque cosa sarà disposto a fare Rumpelstiltskin per salvare la sua amata?

Finisco con una nota sull’ultima parolina che ha fatto sobbalzare e sorridere la bambina che è in me: la Regina si reca da Rumpelstiltskin per concludere un accordo su una certa mermaid. La Sirenetta sarà probabilmente una delle prossime fiabe rivisitate dalla serie. Viste le belle reinterpretazioni fatte fin’ora, nutro aspettative piuttosto alte.

Voto: 8+