Mad Men – 5×03 “Tea Leaves”


Mad Men - 5x03 "Tea Leaves"Dopo una doppia premiere corale Mad Men si avvia su percorsi più malinconici, focalizzando l’attenzione sul ritorno on screen di Betty Francis, moglie, madre e covo di frustrazioni, e il leit-motiv, caratterizzante per la serie, del rinnovamento, con la regia dello stesso Jon Hamm.

Già dalla stagione precedente la serie ha virato stilisticamente verso colori più accesi, entrando nel pieno degli anni ’60 tramite costumi sgargianti e fotografia brillante. Questi cambiamenti sono stati lo specchio tecnico atto a riflettere il progresso di un’era e l’incalzare del nuovo. L’ansia della novità, infatti, è da sempre al centro del discorso di Mad Men e, in questo episodio, il dualismo vecchio/nuovo si fa ancora più palese.

Vecchio è Roger Sterling, che dopo aver esortato la sua segretaria (condivisa con Pete) ad avvicinarsi per dargli più tono, si ritrova fuori luogo e fuori dal tempo. Superato e obsoleto, non ha alcuna intenzione di lasciare spazio alla generazione successiva: Pete in primis, che prende le distanze dal socio umiliandolo in merito al ritorno del cliente Mohawk. A completare questo quadro di triste sorpasso, le battute di Roger sulla ricerca di un nuovo copywriter “with a penis” e sulla nuova segretaria di colore, appellata “It’s always darkest before the dawn”, apprezzabile su più livelli di disperata ironia: la consonanza (Dawn=Don), l’ingenuo razzismo e il gioco di parole su vetusti modi di dire. “Quand’è che tornerà tutto alla normalità?” si chiede ancora, confermandosi il personaggio meno al passo coi tempi e più propenso a gettarsi da una finestra, data la sua inguaribile ostilità verso il cambiamento.

Quella che invece accetta la sfida del nuovo è Peggy. Il personaggio parte già dalla personificazione del rinnovamento, essendo stata la prima donna della serie ad evolversi dal ruolo di segretaria, e ora si trova in una posizione gerarchica tale da permetterle di decidere sulle assunzioni. La sua sfida consiste nell’accettare la potenziale usurpazione da parte di Michael Ginsberg, giovane e brillante pubblicitario con arroganza da vendere. Puntare sulla mediocrità dei candidati, come le viene suggerito per evitare di essere surclassata, non è nel suo carattere, perciò Peggy abbraccia l’idea di un possibile rivale, con il quale, invece, esplode di già una chimica quasi tenera. Se i colleghi veterani si professano “stanchi”, Peggy è sempre scattante e al passo coi tempi, guidata, senza timori, dalla fiducia in se stessa: la stessa forza interiore che ha permesso la sua ascesa nell’agenzia. Peggy affronta il progredire della civiltà a testa alta.

Mad Men - 5x03 "Tea Leaves"Michael Ginsberg si pone invece come assoluta novità, e con le sue radici ebree aggiunge ulteriore impressione di modernità alla SCDP, definitivamente aperta alle minoranze in questa stagione più che mai incentrata sul progresso e l’esplosione dei movimenti d’indipendenza (1966). Ma il contrasto e la tensione tra tempi diversi riguarda anche lui, che seguiamo in un’umile casa, dove il padre ortodosso lo accoglie con una preghiera in hebrew.

D’altra parte Betty, la cui intimità è vera protagonista, soffre di un’ansia totalmente differente; ella non lotta con l’accettazione del nuovo, ma del cavalcare del tempo stesso, ancora in balia del suo egocentrismo. Il subplot, che la fa da padrone, riguarda il suo stato di salute quanto la sua debolezza e la mancanza di un appiglio forte. Dopo lo shock iniziale nel vederla ingrassata, la storyline ingrana subito sui binari dell’inadeguatezza maschilista, prima di approdare al pericolo del tumore: è la suocera a farle notare che la donna è concepita esclusivamente per compiacere l’uomo, perciò le consiglia di rimettersi in carreggiata e dimagrire, magari assumendo pillole (l’abuso di barbiturici è un’altra delle semi-gioie autolesioniste dell’epoca). Il consiglio superficiale, limitato ai canoni di bellezza, la porta a scoprire un nodulo sulla tiroide, timore che porta incubi di morte, tanto per alleggerire le sua epitetica frustrazione. Si aggrappa ancora a Don, risvegliando la gelosia del marito Henry, e confermando il desiderio di un appiglio solido a cui potersi abbandonare, ora che si sente ancora più disperata e sola. Perché Betty non è una roccia, come la veggente di passaggio crede di leggere nelle sue foglie di tè, ma è arresa al passare del tempo. Mad Men - 5x03 "Tea Leaves"Neanche le notizie positive del medico le restituiscono gioia di vivere: tornerà immediatamente ad ingozzarsi di gelato, mentre la figlia se ne allontana, forse per paura di seguire i (pesanti) passi della madre. Il lavoro sul personaggio è intuitivo e riflettuto come ci si aspetterebbe da Matthew Weiner, che riesce ad incorporare nell’intreccio la gravidanza dell’attrice January Jones. Inoltre, il contrasto tra vecchio e nuovo ricade sulla differenziazione tra Betty e Megan, quando la seconda non ha alcuna difficoltà con le zip dei vestiti.

Ancora contrasti evidenti nella sottotrama che vede Don e Harry tentare di accaparrarsi nientemeno che i Rolling stones per la pubblicità dei fagioli Heinz. Il cliente vorrebbe che riadattassero la loro hit “Time is on my side”, una scelta non casuale che calca ancora più la mano sul tema di chi si sente vecchio. Se Harry conferma la sua inettitudine confondendo i Trade Winds (diventati poi Styx) per i Rolling Stones, quello che sorprende di più in questo senso è Don. Circondato da groupie, l’ex playboy si mostra più “genitore preoccupato” che eccitato o motivato dalla situazione, assistendo con distacco perplesso all’ascesa di una generazione che vuole godersi il divertimento non vissuto da quella precedente. Per Don non si tratta solo di un annebbiamento temporaneo dovuto allo stato di salute dell’ex moglie, ma un’evoluzione (o involuzione?), uno stato delle cose ormai consolidato, che incuriosisce persino i suoi colleghi. Per questo stesso motivo bistratta la giovane moglie Megan, che secondo lui non può capire cosa significhi la morte, dato che andrebbe in giro con le sue amiche come nulla fosse. Il peso del tempo, per questo anti-eroe, è vissuto con tragica consapevolezza.

Nonostante la chiarezza esplicativa delle conseguenze del tempo che passa e dei contrasti tra età e adattamenti, l’episodio è perfettamente a suo agio nell’alto tenore della serie.

L’icona che Draper e Sterling rappresentavano all’inizio va pian piano sbiadendosi, mentre vengono a galla nuove tensioni, necessità, idoli, costumi e comportamenti. L’adattamento è ciò che attutisce l’inesorabile fluire del tempo e a comprenderlo sembrano essere in pochi, mentre ancora meno sono quelli che riescono effettivamente ad adeguarsi, creando un deciso gap generazionale.

VOTO: 8

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.