Justified – 3×13 Slaughterhouse


Justified - 3x13 SlaughterhouseTitoli di coda per la terza stagione di Justified, che in questo season finale decreta vincitori e vinti della faida che ha infiammato la contea di Harlan. E intanto si prepara il terreno per una futura (ri)nascita.

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Ci si aspettava una carneficina, un epico confronto, un regolamento di conti degno della tensione che gli autori hanno saputo costruire per dodici episodi. Justified preferisce invece alla fine una strada sicuramente originale ma poco d’impatto, scegliendo una narrazione che spara tutte le sue cartucce all’inizio per poi lentamente spegnersi in un’atmosfera di crisi esistenziale.

Justified - 3x13 SlaughterhouseNon ci sono colpi di scena che lasciano a bocca aperta, ma lo svolgersi del’intreccio finisce per insinuare nello spettatore un sentimento di ansia e angoscia che il taglio netto sul finale (quasi a mozzare la conclusione) non consente di assorbire. Non c’è dunque l’epica del finale della prima stagione, né la potenza emotiva di quello della seconda, bensì si decide di lavorare in sottrazione, lasciando un senso di tragica cupezza, paradossale se pensiamo al fatto che la terza stagione è stata forse quella più improntata all’ironia dark e al sarcasmo. Delude forse l’assenza di un confronto unico tra le parti (diluito invece nei 45 minuti), ma il pathos non manca, grazie anche all’uso di una musica che accompagna e sottolinea in maniera eccelsa i vari momenti e ad una fotografia che vira sempre più verso il cupo e il chiaroscuro, lasciando presente anche sul finale una sensazione di oppressione e negatività.

Justified - 3x13 SlaughterhouseJustified porta così a compimento la parabola dei suoi personaggi, incentrata quest’anno (ma lo era anche nelle passate stagioni, sebbene più velatamente) sul concetto di famiglia e di solitudine. A uscire sconfitto da questa girandola di eventi, inganni e sotterfugi, è a sorpresa proprio il nostro Raylan, che dopo Ava, Helen e Winona, deve ora portare sulle spalle anche il peso della perdita di un collega/amico e il tradimento di un padre che ha provato ad ucciderlo per proteggere il suo peggior nemico. Un plauso va qui fatto a Timothy Olyphant, in grado di saper dipingere con le sue infinite espressioni del viso un uomo combattivo ma spaventato e amareggiato, un protagonista sicuro di sé, ma anche incredibilmente fragile. Questa volta è Boyd a vincere lo scontro “stagionale” tra i due, un Boyd ancora una volta a piede libero, che non solo ha sconfitto ogni tentativo dei suoi avversari di farlo fuori, ma ha compiuto persino l’enorme smacco di diventare il “figlio” che Arlo ha scelto al posto del ripudiato Raylan.

Tra tutti, è alla fine proprio Boyd l’unico ad avere al suo fianco una famiglia disposta a proteggerlo, ed è paradossale che l’unico di questo nucleo pronto a tradirlo, il cugino Johnny, sia anche il solo con cui abbia un legame di sangue. Della serie, il lignaggio non fa una famiglia. Anzi, spesso è meglio evitare i propri consaguinei. I Bennett insegnano.

Justified - 3x13 SlaughterhouseA conti fatti, i morti di questo season finale sono solo due, il secondario Erroll e soprattutto il villain di stagione Robert Quarles (un Neal McDonough che secondo previsioni potrebbe già essere un papabile nominato agli Emmy), la cui dipartita arriva in una scena visivamente potente, in cui il personaggio muore quando privato di quella che fin dall’inizio era stata la sua caratteristica più peculiare: il braccio armato, reciso da un Limehouse che, per la prima (e forse unica) volta, utilizza quegli arnesi da mattatoio che fin qui gli avevamo visto solo agitare minacciosamente in aria. Il nemico che veniva da Detroit abbandona così Harlan. Giustizia è fatta e nuovamente non per mano di Raylan (come se Harlan volesse in realtà proteggersi per mano non degli uomini che la disprezzano, ma di chi ha invece le radici ben piantate nella sua terra).

Justified - 3x13 SlaughterhouseQuarles esce sconfitto dalla guerra di questa terza stagione, punito per la sua follia nata dagli abusi familiari subiti e da un padre adottivo che lo ha ripudiato. Con lui ci saluta anche Erroll, altro “figlio” esiliato dal padre surrogato Limehouse, eppure così solo da decidere comunque di sacrificarsi per lui. Questo avvicina parecchio le due figure criminali a quella di Raylan, sopravvissuto fisicamente ma forse morto dentro. Harlan ha del resto espresso la sua sentenza e ha scelto Boyd Crowder come suo paladino, l’unico della nuova generazione a saper incarnare quel misto di amore e crudeltà, senso dell’unione e bassa moralità, sensibilità ed efferatezza, che caratterizza questo universo.

Justified - 3x13 SlaughterhouseNel monologo finale di Raylan, in parte in voice over, che sommessamente chiude la stagione, si respira tutta la delusione e la mestizia di un equilibrio che si è rotto, ricomponendosi in qualcosa che non si voleva. Slaughterhouse è dunque stato una lenta discesa che inizia e finisce nella notte, in cui Raylan sprofonda, cercando come ultima speranza un appiglio in Winona. Nel momento in cui il marshall sembrava stare per risalire la china dopo le batoste di inizio stagione, gli autori gli hanno inferto il colpo di grazia, lasciandolo senza più una famiglia, aggrappato solo alla ex-moglie incinta che per due volte lo ha lasciato. Da qui si ripartirà la prossima stagione, con un protagonista spogliato di tutto, che è rimasto solo un “Man in a Hat”. Restiamo dunque in attesa che nasca un piccolo Givens, e chissà, in attesa anche che rinasca il grande Givens che fu.

Voto: 8

Voto Stagione: 8

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