Il 2012 è agli sgoccioli ed è tempo di classifiche. Iniziamo questo breve excursus dalle 10 migliori serie comedy che, a parere della nostra redazione, hanno segnato quest’anno telefilmico.
NB: contrariamente alla categoria Best Comedy dei Seriangolo Awards, qui si tiene conto di tutti gli episodi andati in onda nel 2012.
Ecco quindi le nostre dieci migliori comedy dell’anno, iniziando dal fondo:
10. The Office
L’addio di Steve Carell poteva essere letale visto il peso specifico elevato dell’attore all’interno delle dinamiche della serie, ma The Office ha saputo assorbire il colpo con un’ottava stagione non brillante ma guardabile ed una nona che è riuscita nell’insperata impresa di far dimenticare l’assenza di Michael Scott e rilanciare finalmente la serie verso la qualità che l’aveva contraddistinta nei primi 7 anni di vita. Lo show, dunque, complice una coralità di personaggi ben costruita e collaudata, sembra reggere ancora bene (al contrario degli ascolti, scesi in due anni da 9 a 4 milioni) e le premesse per assistere ad un buon finale di serie (la nona stagione è l’ultima) ci sono tutte.
9. Parks and Recreation
La serie di Michael Schur non perde un colpo: è questo il vero erede di The Office, con una quarta stagione che ha portato alla maturità Leslie Knope, interpretata dalla mitica Amy Poheler, impegnata alla corsa a consigliere comunale di Pawnee. Gag imperdibili, personaggi memorabil, e soprattutto un grande arco narrativo, quello che spesso si vede mancare in altre comedy (qualcuno ha detto The Big Bang Theory?). Un must per tutti quelli che amano i mockumentary e hanno voglia di qualcosa di nuovo. Episodio migliore: “The Debate”.
8. Episodes
Dopo una sorprendente prima stagione, la serie creata da David Crane e Jeffrey Klarik si conferma una delle comedy più brillanti in circolazione. La maggior parte dei meriti di Episodes risiede nell’originalità della sua produzione: si tratta infatti di un prodotto nato dalla collaborazione tra BBC e Showtime, le quali tematizzano al meglio il confronto anglo-americano da cui la serie prende le mosse. Anche nella seconda stagione la carta vincente è proprio l’asimmetria culturale tra i due coniugi totally british e il contesto californiano in cui lavorano, oltre ovviamente alla presenza di Matt LeBlanc nei panni di se stesso (soluzione poi ripresa da Don’t Trust the B— in Apartament 23). Nel mettere in scena l’atavico scontro tra le due sponde dell’Atlantico, gli autori si affidano ad una scrittura che si mette in scena attraverso i due protagonisti, raffinati sceneggiatori londinesi alle prese con i grossolani desideri della macchina hollywoodiana.
7. Veep
Nella TV del 2012, più satura che mai di ogni tipo di prodotto, l’unico modo di creare qualcosa di nuovo ed interessante è sfruttare nuovi punti di vista. Questo è proprio quello che fa Veep, comedy basata sulla satira politica, incentrata su una delle figure più presenti ed allo stesso tempo più inutilizzate della televisione americana: il Vicepresidente. È questo il ruolo di una Julia Louis-Dreyfus totalmente calata nella parte che, perennemente sotto l’ombra del Presidente, cerca in ogni modo di farsi valere. Girata con uno stile documentaristico, la serie sfrutta una comicità molto naturale, facendoci ridere a denti stretti: la cosa che diverte di più e l’inadeguatezza della protagonista, che si divide tra il dire la cosa sbagliata al momento sbagliato e il chiedere ossessivamente alla sua segretaria se il Presidente l’abbia cercata. Il network HBO, si sa, non delude ed anche questa volta è riuscito nell’ardua impresa di proporre una nuova comedy convincente, lontana dal resto del panorama seriale.
6. 30 Rock
Dopo una stagione che ha fatto tornare 30 Rock ai soliti vertici di ilarità e qualità, questa settima annata conferma il trend positivo e consacra la serie come una delle migliore comedy degli ultimi anni.
Le situazioni sempre al limite del surreale, contornate da una comicità brillante e personaggi esilaranti, stanno conducendo lo show verso un finale che, nonostante la longevità della serie, è caratterizzato ancora da una buona freschezza ed originalità.
5. Girls
Per molti la migliore novità del 2012, sicuramente un prodotto interessante e innovativo. L’HBO, grazie alla partnership tra la talentuosa autrice Lena Dunham (anche protagonista) e il produttore Judd Apatow (uno dei principali esponenti della commedia americana contemporanea), porta sugli schermi quattro ragazze di New York, le loro abitudini e le loro paure, presentandosi sin da subito come la nemesi di Sex and the City. Pur non tralasciando la componente comedy e rispettandone il formato, Girls porta con sé tante delle componenti del drama contemporaneo, sia per la stratificazione dei personaggi, sia per le tematiche affrontate, facendosi cassa di risonanza seriale del cinema indipendente americano.
4. Don’t Trust the B**** in Apartment 23
Da quando Chloe è comparsa sullo schermo, nessuno si è più azzardato a definire “difficile” il rapporto con i propri coinquilini. Una serie comedy leggera e fresca come non se ne vedevano da parecchio tempo: Don’t Trust the B**** in Apartment 23 vince questo quarto posto per il modo con cui non si prende mai sul serio neanche quando potrebbe – la sola bravura di Krysten Ritter permetterebbe a tutta la serie di menarsela fino all’infinito e oltre. Invece la serie si bilancia costantemente tra i suoi elementi più comici senza mai strafare ed esagerare: June è un’ottima co-protagonista e il rapporto tra le due ragazze continua ad evolversi senza per questo snaturarsi o perdere smalto.
E poi c’è James Van Der Beek, che ha finalmente trovato il ruolo della sua vita: quello di se stesso.
3. Cougar Town
Terzo posto per Cougar Town, l’unica serie al mondo che odia così tanto il suo nome da dover aggiungere frasi che lo puntualizzano ad ogni puntata. Jules non è mai stata “cougar” e mai come in questa stagione lo possiamo verificare: l’analisi (anche nel senso medico del termine) delle fasi del fidanzamento tra lei e Grayson è la tematica portante di un’annata che vede tutti i personaggi avanzare a piccoli passi verso un’evoluzione naturale, anche se l’impressione è che in ogni puntata non facciano altro che bere vino.
Cougar Town sale sul podio per Ellie che cerca sempre nuovi modi per liberarsi di Laurie, per i piccolissimi occhi di Grayson e per il casco sulla testa di Travis per 6 lunghissime puntate; per la parlata incomprensibile di Bobby, per la reunion di Scrubs e per le intramontabili e irrinunciabili partite a Penny Caaaan!
*e sì, anche perché è la serie preferita di Abed.
2. Louie
Al secondo posto troviamo Louie, la serie vincitrice della top 10 dello scorso anno, una comedy unica nel suo genere, scritta, diretta e intrepretata da Louis CK. Questa terza stagione è stata piuttosto atipica, slegandosi dai filoni percorsi nelle prime due, e concentrandosi maggiormente sulla vita sentimentale e lavorativa del protagonista, riuscendo come sempre ad alternare alla perfezione momenti riflessivi alle situazioni più surreali e spassose affrontate da Louie. I passaggi migliori della stagione hanno visto coprotagonisti due guest star d’eccezione: Robin Williams (“Never”) e David Lynch (“Late show”) che ben si sono integrati nel tessuto narrativo della serie. Il finale, dai toni più drama che comedy, è stato la ciliegina sulla torta di una stagione ancora una volta impeccabile e perfetta.
1. Community
Community vince il primo premio per questo 2012 sotto minaccia di Evil Abed, che ha definito “darkest timeline” qualunque altra linea temporale in cui questo non fosse accaduto – e vi invitiamo a non contraddirlo.
Inutile dire che Community vince per numerosi altri motivi: perché ora sappiamo che, se la nostra vita ha preso una direzione incerta, possiamo sempre fare richiesta alla Scuola di Riparazione Condizionatori e perché, se questo non bastasse, possiamo chiuderci in un Dreamatorium e fregarcene di tutto il resto; perché solo Community poteva farci rimpiangere un’infanzia di videogame a 8 bit e perché come prendono in giro loro Glee, nessuno mai; ma soprattutto perché è stata l’ultima stagione di Dan Harmon e alla genialità bisogna sempre rendere onore.
sono proprio d’accordo community mi piace da morire!!!
Come può The Office essere arrivato 10°?!?!?!
L’anno scorso, quando c’era ancora un certo Steve Carell, era arrivato terzo…dopo un anno e mezzo senza Michael Scott è difficile fare meglio di decimo, che è già un risultato positivissimo per una serie così longeva e priva della sua colonna portante 😉