The Killing – 2×12 Donnie or Marie 4


The Killing - 2x12 Donnie or MarieDonnie e Marie Osmond, fratello e sorella molto popolari nell’America degli anni Settanta, sono due cantanti e attori divenuti famosi individualmente per ragioni diverse, ma alla ribalta insieme con il Donnie & Marie, talk show americano di cui sono stati presentatori. A loro si ispira quest’episodio di The Killing per fare riferimento a due dei personaggi più controversi della serie.

Donnie e Marie sono Jamie e Gwen, accostati diverse volte da Sarah e Stephen ai due fratelli per il loro coinvolgimento nella vicenda di Rosie Larsen e, soprattutto, per via del sospetto che possano aver agito insieme, probabilmente non da soli. “Donnie or Marie” è un episodio diviso in due tronconi, non tanto per la struttura, quanto per le relazioni tra le storyline: la trama politica e quella investigativa sono ormai intrecciatissime, mentre la vicenda riguardante la famiglia Larsen vede un cammino più indipendente – per poi (crediamo) ricomparire nel season finale grazie al coinvolgimento di uno dei personaggi.

– Stan: “I was the one who stayed.”

– Mitch: “Because you could. I’m her mother!”

– Stan: “I’m her dad! What are you talking about! Let me tell you something: you can take as much time as you want to try to figure it all out, but you cannot come back here and say that you loved Rosie more than I did.”

The Killing - 2x12 Donnie or MarieLa settimana scorsa abbiamo lasciato Stan Larsen felice, ravvivato da un ritrovato equilibrio, galvanizzato dall’aver fatto la scelta giusta non uccidendo l’uomo che doveva far fuori – salvo poi assistere al colpo di scena, il ritorno a casa di Mitch.

Com’era prevedibile ciò crea diversi scompensi agli equilibri della famiglia, provocando ambigue reazioni dei figli, scintille tra le due sorelle e frizioni ancora più profonde tra i coniugi. Al ritorno a casa dalla festa di Halloween, i bambini accompagnati da Terry trovano la madre a casa con Stan. Il più grande dei due, quello che ha subito il contraccolpo peggiore dalla partenza di Mitch, non la saluta e va in camera sua, spingendo Terry (che in prima istanza si mostra felice del ritorno della sorella) a seguirlo. Successivamente si assiste ad un litigio abbastanza acceso tra le due donne che, nel periodo di assenza di Mitch, si sono scambiate i ruoli. L’ex angelo del focolare di casa Larsen non è a conoscenza dell’intenzione di Stan di cambiare casa per ricominciare da capo e prende male la notizia. Lo scontro più intenso avviene però tra marito e moglie, con quest’ultima che legittima la sua fuga sostenendo di aver subito maggiormente il lutto in quanto madre. Ciò fa perdere le staffe a Stan che, dopo un paio di episodi di redenzione e serenità, deve affrontare ulteriori tensioni familiari.

Questa linea narrativa è, per questa volta, la più debole, sia perché leggermente dissociata dal cuore dell’episodio, sia perché il ritorno di Mitch porta a conflitti estremamente prevedibili, come la gelosia tra le due sorelle, la differente reazione dei figli e soprattutto lo scontro che fa perdere la pazienza al capofamiglia, visto innumerevoli volte in televisione. Non bisogna però perdersi d’animo perché, come s’intuisce dalla detection, la famiglia Larsen è destinata a dire ancora la sua rispetto alla risoluzione delle indagini, specie per quanto concerne il coinvolgimento di Terry, amante di Michael Ames.

Think of me as your sensei… in the bloodsport of life”

The Killing - 2x12 Donnie or MarieLa vera novità della seconda stagione, quella che marca in positivo la differenza con la prima, è l’approfondimento dei due personaggi principali, Sarah Linden e Stephen Holder, e la crescita del loro rapporto sia come colleghi sia come amici. Il rinnovo è ancora in bilico, ma il lavoro fatto su di loro giustifica da solo una terza stagione, che a questo punto è dagli autori meritata e dagli spettatori desiderata.

Uno dei filtri per leggere questa stagione potrebbe essere incentrato sul rapporto tra i due colleghi. All’inizio erano separati, successivamente si sono incrociati di nuovo, lui era in difficoltà per motivi personali e lei gli è corsa in aiuto, poi ricambiatole dal collega con l’ospitalità a lei e al figlio. A metà stagione c’è stata la vicenda del rapimento di lui, con Sarah disposta finanche a perdere il distintivo pur di salvarlo; poi è toccato a lui salvare lei da un ospedale psichiatrico in cui avevano tentato di rinchiuderla. Ora, in questo episodio più che mai, la loro intesa è ai massimi livelli, figlia di un’alchimia tra due solitudini molto simili, le uniche capaci di capirsi e comprendersi davvero a vicenda. La loro unione si esemplifica al meglio, paradossalmente, proprio in un episodio come questo, molto parco di momenti intimi, ma che non impedisce ai due di trovare intimità e feeling nell’investigazione e in generale nel lavoro, per entrambi assolutamente taumaturgico.

America wants elections

The Killing - 2x12 Donnie or MarieSarà un caso che, nel panorama della cable television americana, le due serie in cui è maggiormente presente la politica quest’anno finiscano entrambe con un election day? Sia Boss (trasmessa dalla piccola emittente premium cable Starz) sia The Killing impostano la stagione su una struttura orientata verso un climax finale analogo, il momento catalizzatore per eccellenza, quello delle elezioni. Dopo il successo di tante serie incentrate sulla politica (The West Wing in primis, ma anche la terza stagione di The Wire, per limitarci solo a due capolavori), è chiaro che l’America desidera questo tema, vuole vederlo sul piccolo schermo, ama le critiche al vetriolo sul marcio nella classe dirigente, ma ha anche bisogno di trovare nella finzione la speranza da proiettare sulla realtà e personaggi come Darren Richmond o Tommy Carcetti ne sono l’esempio.

Arrivati ormai alla conclusione (l’Amc ha fatto sapere sin dall’inizio che in questa stagione sarebbe stata rivelata l’identità del killer) la trama politica è sempre più intrecciata con quella investigativa tanto che non esiste più l’una senza l’altra.

Sarah e Stephen, dopo aver fatto un patto col sindaco che permette loro di continuare a lavorare al caso in cambio dell’insabbiamento della foto falsa di Richmond, tentano di scoprire qualcosa in più sui movimenti di Gwen e Jamie nella notte dell’omicidio. E’ proprio sulla questione dell’alibi che emergono le fragilità della difesa di Gwen. La donna sostiene che la cena con la Yitanes fu annullata dal consigliere, mentre quest’ultima, alla controprova, afferma che fu Gwen a rinunciare senza fornire alcuna spiegazione. I sospetti su di lei si fanno ancora più concreti quando viene fuori che l’auto in cui è stato trovato il corpo di Rosie era in suo possesso la notte dell’omicidio. Anche su questo, messa sotto torchio, prima mente e poi ritratta.

The Killing - 2x12 Donnie or MariePer quanto riguarda Jamie il suo coinvolgimento è ancora più complesso: nella notte in questione dice di essere rimasto a casa con il nonno anziano, ma dai dati risulta che si recò alla palestra del comune alle 4.37 della notte entrando con una tessera non sua. In più Jamie nasconde loschi collegamenti con gli affari di Michael Ames: Linden e Holder scoprono che delle cinque sue società ce n’è una, la NCP, in cui non figura il nome della moglie e, appreso dalla Yitanes che è Sally Ames a curare gli affari di famiglia, i due detective ipotizzano che Michael volesse far fallire il progetto del fronte del porto per fregare il sindaco, la moglie e tornare con Terry (da qui il probabile coinvolgimento della famiglia Larsen). Qual è il ruolo di Jamie in tutto questo? Perché ha avallato con una mail l’idoneità della NCP in modo forzato solo una settimana dopo la sua creazione?

L’altro fondamentale (e probabilmente risolutivo) tassello mancante dell’indagine sono i video delle telecamere di sorveglianza: dopo aver riscontrato che tra questi filmati manca qualcosa, ovvero i video del garage e dell’ascensore della notte dell’omicidio, Linden e Holder riescono ad ottenerli grazie ad un forte pressing su Roberta, braccio destro di Nicole, convincendola che, se tutto dovesse andare storto, è su di lei che ricadrebbero le conseguenze. I filmati mostrano che quella sera al casinò è entrata l’auto elettorale in cui è stato trovato il corpo e che al decimo piano verso l’una di notte sono saliti in successione prima Rosie, poi Nicole Jackson, poi Michael Ames e infine Jamie.

Come se non bastasse anche Richmond, fino a quel momento ignaro di tutto, viene messo al corrente del presunto complotto: il candidato viene raggiunto da una telefonata di un uomo che lo invita caldamente ad un incontro a cui non può rinunciare. Il padrone di casa è il nonno di Jamie che, dopo Richmond, attira con l’inganno anche il nipote con l’intento di smascherare il suo tradimento. Cosa c’entra il nonno? Perché ha tradito Jamie? Quanto questi è coinvolto nella vicenda? Tutto ciò verrà svelato nell’ultima puntata.

Donnie or Marie” è un episodio a tratti straordinario, che riesce a srotolare una trama fittissima fatta di numerose persone coinvolte, tutte diverse tra loro e con interessi a volte opposti, altre convergenti. Sarebbe impeccabile se non avesse nelle scene riguardanti la famiglia Larsen la sua unica macchia.

Voto: 8,5

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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4 commenti su “The Killing – 2×12 Donnie or Marie

  • dezzie86

    Io continuo a pensare che non sia stato Jamie. A questo punto al 99% è lui il colpevole, ma non riesco ancora a capire perchè. Che sia davvero solo perchè Rosie ha sentito o visto l’incontro? Ma allora, per quanto l’ha inseguita nei boschi?
    Bho, non lo so, c’è qualcosa che ancora non mi torna. Sono davvero curioso di vedere come srotolano la matassa in 40 minuti. Grande serie, comunque.

     
    • Penny Lane

      Dipende da come se la vorranno giocare: se prediligeranno il colpo di scena da paura allora l’assassino potrebbe davvero essere chiunque (Richmond, Jamie e Gwen fino a una puntata fa, Terry, l’ex fidanzato di Sarah, Holder XD ), ma questo forse a scapito di un po’ di credibilità e realismo rispetto anche alla prima stagione e alle azioni e reazioni del killer X viste finora; oppure andranno su qualcuno di un pochino più scontato (Ames, Jamie, chief Jackson, il sindaco ecc.) riuscendo però a srotolare la matassa senza buchi.
      Se riuscissero a unire colpo di scena e realismo sarebbe il massimo.

      Concordo con la recensione comunque, davvero un’ottima stagione.

       
  • Aragorn86

    Io invece spero nel colpo di scena, e i motivi che mi portano a pensarlo sono due: 1) la struttura della serie, che ogni volta che ci fa sospettare di qualcuno, cambia le carte in tavola nella puntata successiva; 2) perché hanno sottolineato troppo il fatto che nei filmati del casinò non si vede chi c’è alla guida della macchina perché ci sono i vetri oscurati. Ecco, secondo me in macchina non c’è Jamie, ma il vero assassino di Rosie.

    Gwen ha sicuro qualcosa da nascondere, ma credo che il suo coinvolgimento si fermi al club dove parcheggia la macchina (se fosse coinvolta nei fatti al casinò, non avrebbe più di tanto spinto il padre per far avere il mandato a Linden). Al club lei lascia la macchina a qualcuno (o gliela rubano, boh) e questo qualcuno va al casinò, dove intanto si sono riuniti Jamie, Ames e Jackson per complottare sul fallimento del progetto del porto. Rosie ascolta i loro discorsi, loro se ne accorgono e magari la ragazza viene minacciata e picchiata (forse dalla Jackson, visto i suoi modi carini e gentili), poi o scappa o viene lasciata andare. Chi la insegue nel bosco è secondo me la persona che è sulla macchina nera e che poi l’ha uccisa.
    Il fatto che Linden ci abbia detto che un omicidio del genere è frutto di un odio molto forte e che le sue modalità lasciano pensare ad una donna, mi fa pensare ancora a Terry, che di risentimento, soprattutto verso la sorella, ne cova molto, tanto da aver provato a sostituirsi a lei sia come madre che a un certo punto come moglie (il bacio a Stan). Poi la sfuriata di questa puntata contro Mitch e il modo anonimo di accoglierla al suo ritorno (un freddissimo “sono contenta che sei tornata”… sì, come no!) mi fa pensare a lei, ma non so in che modo la si può collegare a Gwen e alla macchina.

    O forse sono tutte pippe mentali ed è stato Jamie. 😀 Alla fine non so se mi piacerebbe come soluzione, perché così la parte dei Larsen rimarrebbe scollegata totalmente dalla risoluzione dell’omicidio e la sua utilità si ridurrebbe all’averci mostrato il lutto di una famiglia. Comunque, confermo anche io, ottima stagione, incrociamo le dita per il rinnovo.