Consiglio “How I met your mother”.


Consiglio “How I met your mother”. A quanti di voi vostro padre ha mai raccontato la storia di come ha conosciuto vostra madre? Di come si è innamorato di lei? Di come era la sua vita prima che quell’incontro avvenisse? Quando si vedeva con gli amici, ogni giorno al solito pub e cominciava a succedere di tutto? Di come, però, nonostante le avventure più disparate ed incredibili, quell’arco della sua esistenza lo viveva nell’attesa, nella ricerca di quell’incontro, di quella persona che avrebbe cambiato per sempre le cose?
No? Non vi è mai successo? Chiaramente non siete i figli di Ted Mosby. Peccato! Perché se lo foste stati, ascoltando quella storia, vi sareste fatti sicuramente un sacco di risate.
Ma potete rimediare. Come? Iniziando a vedere “How I met your mother”!

E’ il 2030 quando Ted Mosby decide che è arrivato il momento di raccontare ai suoi figli la storia di come ha conosciuto la loro madre. E’ una storia molto lunga, che parte dal “lontano” 2005 e che ancora oggi deve trovare una conclusione.

I Personaggi
La serie presenta uno schema alla “Friends”, classico ma sempre vincente. Ovvero un gruppo di amici (questa volta cinque anziché sei) prossimi ai trenta, che vivono e coabitano a New York, con un loro punto di ritrovo sotto casa, il pub “Maclaren’s”. Il cast è perfettamente amalgamato ed ogni personaggio riesce a ritagliarsi il suo spazio all’interno della serie.
La storia vede accanto al giovane Ted Mosby (interpretato da Josh Radnor), un simpatico ma professionale architetto alla continua ricerca, come un autentico sognatore, della sua anima gemella, avvicendarsi il suo miglior amico Marshall Eriksen (Jason Segel) e la sua ragazza storica Lily Aldrin (Alyson Hannigan). Marshall è un ambientalista e vuole diventare un avvocato per conseguire i suoi nobili scopi, Lily invece è un insegnante d’asilo che coltiva l’hobby dell’arte: i due personaggi all’inizio del racconto stanno insieme da ben 9 anni. Il loro legame è talmente forte che non si può immaginare l’uno senza l’altra; per questo presentano una caratterizzazione non solo singola ma anche, e soprattutto, come coppia. Del resto il loro rapporto rappresenta nella serie l’amore ideale che Ted cerca: non a caso il suo alterego del futuro pone come punto di inizio della sua storia proprio il giorno in cui la coppia decide di sposarsi. Perché sarà a partire da quel giorno che Ted comincerà a cercare la futura madre dei suoi figli.
Jason Segel e Alyson Hannigan riescono perfettamente ad interegire fra loro interpretando ottimamente i due rispettivi personaggi. In particolar modo Segel riesce ad essere particolarmente divertente anche grazie ad una mimica facciale che strappa una risata alla semplice vista di una sua qualsiasi espressione.
Oltre a questi tre personaggi abbiamo Robin Scherbatsky e, quello che sicuramente è il personaggio più popolare della serie, Barney Stinson.
Robin, interpretata da Cobie Smulders, è una ragazza canadese emigrata a New York per sfondare come reporter. Per questo la sua attenzione è rivolta prevalentemente sulla carriera lasciando in secondo piano i rapporti personali e amorosi (specie i più seri). Nonostante questa sua dedizione a lavoro, l’incarico che ricopre per il network regionale “Metro News 1” non è sicuramente dei più stimolanti.
Barney Stinson, interpretato brillantemente da Neil Patrick Harris, è un egocentrico, spietato e cinico donnaiolo, che veste sempre e rigorosamente in Completo. Il suo scopo nella vita è portarsi a letto ogni pupa che si ritrova davanti, per poi mollarla immancabilmente poco dopo. Per conquistare le sue prede arriva anche ad ideare una serie di stratagemmi e di trucchi molti sofisticati (alcuni dei quali rasentano l’assurdo) che risultano al pubblico particolarmente spassosi ed esilaranti. Non a caso le scene più famose e divertenti della serie sono associate al suo personaggio.
Barney utilizza diverse frasi caratteristiche come, ad esempio “Legen…wait for it…dary”, “Suit up”, “Awesome”, “Challenge Accepted”, “True Story”, “High Five”, che sono ormai parte integrante del patrimonio della serie e che sono ben stampate nel cuore e nella mente dei fans. Ma non voglio anticipare altro su di lui. Lascio a voi gustarvelo in tutta la sua “Awesomeness”.

La narrazione e la tecnica narrativa.
La trama della serie, come ho detto su, si articola grosso modo in due linee temporali: quella del narratore (costituita fondamentalmente della voce di Future Ted che parla ai suoi figli nel soggiorno di casa sua) e quella del racconto vero e proprio ambientato nella New York del presente.
Il tempo, e l’utilizzo che di esso viene fatto, ha un’importanza fondamentale. La narrazione, infatti, non è sempre lineare, ma, come un vero e proprio racconto orale, subisce delle regressioni o degli avanzamenti nel tempo repentini, con deliziosi giochi fatti di flashback e flashforward. Salti temporali che possono limitarsi ad un semplice ricordo, o anticipazione di eventi futuri, o essere più complessi e allo stesso tempo esilaranti. Un esempio è l’articolazione di un episodio su diversi livelli temporali uno dentro l’altro (sotto forma di storielle, racconti o ricordi) che può avere diverse funzioni come la spiegazione del comportamento ambiguo di un personaggio o anche enfatizzare certi sentimenti o reazione dei personaggi, (come nel pilot avviene ad esempio con lo stupore).
Tuttavia la serie non presenta il suo unico escamotage narrativo solamente nell’utilizzo non lineare del tempo, ma riesce a far leva brillantemente, in questo senso, anche sul “fraintendimento”. Mi spiego. Essendo la storia appunto un racconto orale, in prima persona, esso è condizionato fortemente dal narratore, dalla sua memoria e soprattutto da ciò che non può, o meglio non vuole, dire ai suoi figli. Il nostro simpatico “Future Ted” a volte abusa della sua “licenza poetica” per applicare delle vere e proprie censure al suo racconto, omettendo particolari e cambiando oggetti e/o pratiche sconvenienti con altre che lo sono meno. Questa tecnica riesce a creare delle situazioni e degli sketch che risultano particolarmente buffi e spassosi (chi è fan della serie sicuramente avrà pensato alla storia dei Sandwich).

Questo modo di raccontare le vicende costituisce una peculiarità della serie che, unito ad una trama orizzontale a lungo termine con una meta prefissata, la rendono diversa in positivo rispetto ad altre sit-com. Inoltre degno di nota è l’uso che viene fatto dallo staff di internet, attraverso, ad esempio, la creazione di veri e propri siti legati alla serie e ai personaggi (come il Blog di Barney o altre campagne virali) che dimostrano un’estrema cura dei particolari.
How I Met Your Mother, però, presenta anche dei difetti che per lo più sono caratteristici delle sit-com in generale. Nonostante la freschezza e l’innovazione iniziale apportata dalla serie al genere, essa comunque non è sfuggita, intorno alla quarta e quinta stagione, ad un declino ed una stasi narrativa, e anche in parte creativa, che sopraggiunge nelle sit-com dopo qualche anno. C’è però da aggiungere che la serie è riuscita nonostante ciò, grazie alle peculiarità sopra elencate, a conservarsi decisamente meglio di altre, mantenendo sempre degli standard elevati e non scendendo mai, anche nelle puntate meno belle, sotto un certo livello.
Per questi motivi (e per molti altri ancora) How I met your mother, con il suo stile particolare e scanzonato, sicuramente costituisce una delle migliori sit-com (e serie comedy) degli ultimi anni.

La visione la consiglio rigorosamente in lingua originale. Purtroppo, come in molte altre serie, si perde tantissimo nel doppiaggio e nella traduzione dei dialoghi. Basta guardare l’orribile titolo scelto per la versione italiana: “E alla fine arriva mamma”. Purtroppo questa serie nella televisione italiana non ha sfondato come in America, ma in rete è presente un discreto seguito di fans italiani in crescita.

“How i met your mother” riprende, dopo la pausa natalizia, lunedì sera sulla CBS, con l’episodio 6×13. Noi di Seriangolo la seguiremo naturalmente con le recensioni degli episodi; voi se siete in pari potrete seguirla con noi. Se invece non lo siete, affrettatevi a recuperare. Ne vale la pena. La divorerete con piacere, ve lo garantisco.

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Informazioni su Joy Black

Conosciuto anche in altre sfere del reale come Antonio Gardini Gallotti, secondo del suo nome, giudice losco del Fanta-GOT. Lost-dipendente in fase di riabilitazione, è poi finito per diventare Whovians irrecuperabile. Proprio seguendo le vicende dei sopravvissuti del volo Oceanic 815, è nata in lui la passione per le serie TV. Altri interessi: wrestling, cinema e fumetti.

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