House M.D. – 7×10 Carrot or Stick 2


House M.D. - 7x10 Carrot or StickDopo un ritorno come quello di settimana scorsa era legittimo chiedersi come sarebbe andata avanti questa seconda mid-season. La puntata offre sicuramente molti spunti interpretativi e qualche curiosità in più sul nuovo stile di vita di House, ma su altri fronti ci troviamo davanti ad un episodio di passaggio – e non è poi così grave, se si considera che una stagione televisiva non può certo vivere costantemente su vette altissime. Cerchiamo di vedere quindi cosa succede in questo Carrot or Stick.

“Bastone o carota”, diremmo noi, riferendoci a un tipo di “modello” educativo che si basa sul premio o sul rimprovero a seconda dell’atteggiamento mantenuto dal soggetto; “teoria del rinforzo” se si parla di quella branca della psicologia comportamentale che afferma come l’apprendimento di nuovi atteggiamenti possa essere vincolato ad un sistema di ricompensa o punizione che, per l’appunto, rafforza o indebolisce un certo comportamento.
Questo modello si applica in questo episodio, con molteplici sfumature, a diversi casi.

HOUSE & RACHEL
La Cuddy decide di iscrivere sua figlia ad una scuola materna di un certo livello e, per conseguire questo obiettivo, è necessario passare un piccolo test in cui tutti i bambini in lista devono passare un pomeriggio a giocare sotto gli occhi attenti delle insegnanti. Questa parte della puntata è sicuramente quella più interessante e meglio gestita non solo perché estremamente comica, ma soprattutto perché evidenzia quanto House, pur non ammettendolo, sia affezionato alla figlia della sua compagna; Greg, infatti, è convinto che Rachel sia troppo stupida per passare questo test e così passa l’intero episodio a cercare di insegnarle come si usano i giocattoli della scuola utilizzando proprio la teoria del rinforzo. E’ esilarante lo sguardo di Wilson che vede House premiare la bambina con del cibo tutte le volte che esegue correttamente le istruzioni, mentre è vagamente inquietante che lo stesso House metta della salsa piccante sulla coda di un bruco giocattolo per far sì che Rachel non si metta in bocca qualunque oggetto trovi in giro. E’ però altamente significativo che la vicinanza al nostro Doc porti la bambina a mentire per la prima volta – quando sa a malapena parlare! – portando House ad affermare:
She seemed so dumb, but when the pressure was on, she knew what had to be done, and she did it.
[…] She didn’t hesitate. She didn’t oversell.
Took me years to learn how to lie like that.
And Rachel has it on instinct.”
Insomma, ormai è quasi amore paterno. Inquietante e bizzarro, certo, ma mi piace come stanno gestendo questo rapporto, proprio perché House cerca in tutti i modi di non affezionarsi alla bambina, dicendo persino che quello che sta facendo non lo fa per Rachel, ma per evitare che la Cuddy ci rimanga male e che, di conseguenza, cerchi la sua spalla per piangere. Non so quanto Greg stia mentendo consciamente – perché non vuole ammettere quello che prova – o se addirittura non se ne renda ancora conto: mi piace pensare alla seconda ipotesi, forse per quello sguardo così intenso e carico di significato che ci regala nel finale.

IL CASO
Pazienti della settimana a mio avviso scarsamente interessanti, se non per il collegamento con la questione educativa sopra esposta. Il punto è: per rieducare dei ragazzi che hanno perso la strada, bisogna cercare di capirli – con il rischio di farsi manipolare – o trattarli duramente – con il pericolo di creare danni anche maggiori? Potremmo parlarne per mesi e mesi, soprattutto in relazione all’educazione al giorno d’oggi, divisa tra permissivismo e restrizioni, ma non è questo il punto messo a fuoco durante il caso: si scopre infatti che l’ex marineè in realtà il padre del ragazzino che ha attentato alla sua vita e questo è alla base di una malattia genetica condivisa – la porfiria variegata – scatenata in entrambi da cause diverse. Tutti i discorsi sull’educazione dei campi di lavoro va dunque a perdersi davanti ad un padre che ha cercato, in silenzio, di togliere suo figlio dalla strada.
Niente da segnalare, quindi, se non l’ennesima coincidenza del caso che coinvolge un legame genitore-figlio: come spiegavo in altra sede, questa è una caratteristica che si sta presentando con molta frequenza, vedremo in futuro se con un obiettivo ben definito oppure no.

CHASE
La vicenda si muove per tutto il tempo tra il divertente e il grottesco e onestamente, proprio per questo, non ho ancora capito se se ne sentiva il bisogno oppure no. Voglio dire, che il bel biondino australiano venga perseguitato online da una che ha preso la sua identità su facebook e che mette come immagine del profilo una foto a cui è stato photoshoppato un minuscolo walter – come direbbe Lucianina nostra – mi fa legittimamente dire “chissenefrega”. Solo che poi Chase capisce che probabilmente la colpevole del misfatto è una delle tre donne che si era fatto al matrimonio durante il mid-season finale – “You’re a whore!” gli dice la petulante Masters, che si riguadagna parte della mia stima – e che altrettanto probabilmente questa è riuscita ad entrare nel suo profilo perché la sua password è password – “You’re a dumb whore!” aggiunge sempre la new entry, che per questo diventa praticamente la mia migliore amica per le prossime due settimane.
Fino a qui, tutto bene. Poi però la sua ricerca della “criminale” diventa una cosa di cui si percepisce l’inutilità e la scoperta finale non fa altro che aumentare questa sensazione: l’idea che la responsabile sia una quarta persona – rifiutata dopo aver dichiarato che lei non la dà via esattamente al primo australiano che le passa davanti – che lo punisce così a lungo da fargli passare la voglia di rifarlo, mi è sembrato un modo ridondante per ribadire un concetto già ampiamente espresso dalle altre storie – quello, appunto, del carrot or stick.

Un episodio, quindi, leggermente sottotono, in cui Wilson è praticamente assente, la Cuddy c’è solo in funzione della figlia e gli altri tre hanno davvero poco margine di movimento: si evidenziano in questo solo la Masters e Taub, che prendono in giro Chase in modo più intelligente di Foreman – colpire un uomo nella sua virilità, in un caso del genere, manifesta seriamente scarsa creatività.

Voto: sarebbe 6 e ½, ma la parte di House e Rachel è davvero troppo divertente per non arrivare almeno a 7.

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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2 commenti su “House M.D. – 7×10 Carrot or Stick

  • xfaith84

    assolutamente d’accordo. la scorsa puntata è stata geniale! però ripeto, ci sta che in una stagione non tutto sia sempre ai massimi livelli…potevano sforzarsi di più, ma una leggera caduta gliela concedo. con la prossima si dovrebbe tornare a grandissimi livelli!