Intervista a Iwan Rheon (Simon) di Misfits


Intervista a Iwan Rheon (Simon) di MisfitsL’attore Iwan Rheon, che interpreta Simon nella serie inglese Misfits, era presente oggi al Roma Fiction Fest e non potevamo certo perdercelo.

Di seguito trovate il dibattito pubblico, un’intervista privata concessa a noi di Seriangolo, il trailer della terza stagione proiettato in esclusiva mondiale ed alcune foto.

Dibattito pubblico

Il dibattito era moderato da un critico televisivo e dalla presentatrice. Erano presenti il produttore e sceneggiatore Matt Jarvis e l’attore Iwan Rheon (Simon).

Intervista a Iwan Rheon (Simon) di MisfitsIl ruolo del supereroe negli anni è cambiato molto. Chi è il supereroe oggi? E’ solo un emarginato o sempre qualcuno che deve ancora salvare il mondo?

Jarvis: Penso che quando abbiamo sviluppato lo show non avevamo in mente dei supereroi. Non volevamo raccontare una storia di Supereroi, ma una storia di adolescenti. La nostra intenzione era di cercare di capire quale fosse il cuore della storia dei teenagers su cui focalizzare l’episodio. Per esempio la storia con Kelly e Bruno era incentrata su una storia di violenza nell’ambito familiare.

Se non è una storia di superoi, allora che mezzo è il supereroe?

Jarvis: L’abbiamo usato per esplorare la storia di questi adolescenti in un modo originale, fresco, nuovo.

Iwan, il tuo ruolo è piuttosto complesso. Sei Bellamy, Berry, Future Simon. È difficile per un attore lavorare su piani così diversi. Le tue espressioni si modificano a seconda del personaggio che interpreti. Come è stato per te?

Iwan: Per me è stata una sfida interpretare ruoli diversi. Simon del presente è come un 2, l’altro è come un 10. La sfida per me è stata quella di riuscire a collegare queste due posizioni cercando però di rendere il personaggio credibile, considerando il fatto che comunque si tratta della stessa persona. È stata una sfida ma mi sento fortunato per aver potuto questa possibilità.

Oggi inventare un nuova serie è difficile. Dove ha trovato l’ispirazione? Perché Misfits?

Jarvis: 4 anni e mezzo fa, quando abbiamo iniziato a pensare alla serie, doveva essere una serie sui fantasmi. Ma ci siamo resi conti, andando ad esplorare l’argomento, che se invece dei fantasmi avessimo usato persone con superpoteri avremmo avuto più modo di spaziare. Le ispirazione sono state molteplici, come Buffy, o anche altri riferimenti di carattere cinematografico. Abbiamo rubato da parecchie fonti, dobbiamo dire.

Le attese per la terza stagione sono molte. Sappiamo che i ragazzi alla fine della seconda vendono i propri poteri. Nella terza stagione ne avranno di nuovi: in base a cosa hanno scelto di avere questi poteri? Rifletteranno il loro modo di essere? Seth (il personaggio “commerciante” di poteri, ndr) avrà un ruolo ancora importante?

Iwan: Seth sarà parte della serie, sarà importante. Non so in che modo abbiate deciso voi autori di assegnarci i poteri.

Jarvis: Il potere originale rifletteva la loro personalità. Ora che hanno un nuovo potere sarà comunque qualcosa riferito al personaggio.

Non so se sapete che Misfits ha ispirato una web serie italiana “Freaks.”. Cosa ne pensate delle web series ?

Jarvis: Non ho mai sentito parlare di Freaks. Ma penso che in questi tre anni ci siamo evoluti molto soprattutto nella piattaforma social e online. Il 40% delle persone che guardano Misfits lo vedono sul servizio online di E4. La fiction sul web sarà sicuramente un qualcosa che prenderà molto piede nel futuro.

A questo punto viene mostrato in anteprima internazionale il trailer della terza stagione di Misfits.

Concorda sul fatto che fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile fare una cosa del genere per linguaggio e contenuti?

Jarvis: Sì, probabilmente 10 anni fa sarebbe stato davvero difficile vedersi commissionare una serie di questo genere. Con l’avvento dei canali digitali è stato possibile sviluppare show di questo tipo, che non siano per forza mainstream. La società che ci ha commissionato la serie punta ad un pubblico tra i 16 e i 30 anni e quindi la nostra concentrazione è su questo pubblico e non abbiamo bisogno di puntare a 10 milioni di spettatori. Dunque oggi è più facile rispetto al passato perché possiamo concentrarci su un pubblico di nicchia. La storia comunque rispecchia il pubblico, visto che narra le vicende di teenagers.

Iwan: Penso che Misfits non sia fatto con un sacco di soldi come molti show americani. Possiamo spingerci oltre i limiti e credo che lo show abbia cosi successo perché nonostante sia una fiction riesce a simulare molto bene la realtà e il pubblico si può immedesimare nei protagonisti.

Intervista a Iwan Rheon (Simon) di MisfitsTi senti un disadattato anche tu, Iwan?

Iwan: Durante le riprese, molto. Ma penso che ognuno sia un Misfit.

Quali caratteristiche comuni hai col tuo personaggio?

Iwan: Con Simon sento in comune il fatto di affrontare entrambi l’adolescenza, quindi di essere timido in nuovo ambiente sociale. Ho in comune con lui l’essere attento ai dettagli… e saltare tra gli edifici.

Jarvis: Il piano originale era di costruire un personaggio dark che doveva diventare il super cattivo. Una specie di Hannibal Lecter a cui tutti si rivolgevano. Poi però abbiamo cambiato il ruolo e lo abbiamo trasformato in un supereroe.

Signor Jarvis, quale era la sua serie cult da giovane? 

Jarvis: Conoscete la serie Cracker? Dovreste guardarla. Anche ER, A-team… poi da adolescente mi interessava più il cinema che la televisione. Come “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Taxi driver”

Iwan, come vivi questo successo?

Iwan: E’ un po’ strano perché quando avevamo iniziato non avevamo idea di quanto sarebbe diventato di successo lo show. Ma poi è stato fantastico. Vai fuori per strada e le persone ti riconoscono. E questo successo di permette di venire in posti come questo, quindi sono contento.

Misfits è girato con la Red camera che è molto avanzata. I primi 5 minuti del primo episodio sono impressionanti. Le serie tv di oggi sembrano essere il metodo migliore per raccontare storie non avendo più i limiti del passato. Il gap con il cinema è ormai colmato? 

Jarvis: Sì, penso che il gap ormai sia quasi nullo. La fiction americana presenta lavori di altissima qualità, ma penso comunque che il cinema continuerà ad esserci e svilupparsi. Per quanto mi riguarda preferisco vedere una bella serie (che ti dà più tempo per ogni personaggio) che un bel film.

Le hanno chiesto di fare un remake americano?

Jarvis: Non mi è stato ancora chiesto di adattare la serie per gli americani. Ma comunque Misfits è stato esportato in 25 paesi. Magari un giorno ci sarà una versione per ogni paese.

Intervista a Iwan Rheon (Simon) di MisfitsCome è stato lavorare con un nuovo membro? Il carattere di Rudy è simile a Nathan o completamente diverso?

Iwan: è un pazzo! Ecco, se dovessi fare un paragone direi che rispetto a un Mick Jagger è uno come Keith Moon. E’ uno stupido inglese del nord che cerca in tutti i modi di farmi ridere mentre cerco di essere serio, lo odio per questo! Detto questo, il suo ruolo è abbastanza simile a quello di Nathan.

Quando è iniziata la serie, gli attori erano più o meno sconosciuti. Come mai avete scelto un volto già famoso (da This is England) ?

Jarvis: E’ famoso, ma non famoso famoso. E comunque abbiamo cercato di scegliere gli attori che fossero giusti per il personaggio, e lui è perfetto per Rudy.

C’è un errore di storyline in un episodio. Il simon del futuro mostra ad Alisha il suo nascondiglio. Curtis, poi, porta indietro il tempo di due settimane. E Alisha, magicamente, si ricorda del suo nascondiglio. Come è possibile?

Jarvis:  Mmm…abbiamo fatto un po’ di casino.

Iwan: (non capendo) Prossima domanda!

Ho sempre pensato che Simon fosse un personaggio inquietante e disturbante. Ho continuato ad avere questa impressione fino alla fine della seconda stagione. Tanto più perché Future Simon è molto diverso e potrebbe essere successo di tutto. Simon mi sembra un personaggio che potrebbe impazzire all’improvviso ed uccidere tutti. Vorrei sapere come vedete questo persoaggio, e se ci potrebbe essere un passaggio al lato oscuro.

Iwan: Capisco che è piuttosto dark e misterioso. Ma non è cattivo. Secondo me è cosi, ma non si può sapere cosa succede nella terza stagione.

Quanta percentuale di improvvisazione c’è? E in che modo ti sei preparato per il personaggio di Simon, anche nel rapporto con gli altri componenti del gruppo?

Iwan: Non c’è improvvisazione, ci atteniamo agli scripts perchè il linguaggio è specifico per ogni personaggio e non c’è il bisogno di improvvisare. Per prepararmi ad interpretare Simon ho ascoltato molta musica, in particolare i Joy Division. Ma non volevano renderlo lo stereotipo del classico timido sfigato con gli occhiali e hanno cercato di dargli qualcosa di “cool” comunque. Con gli altri componenti del gruppo, Simon è per lo più un ascoltatore, parla poco. Sta dietro e osserva. Ed è diventato quello che risolve i problemi.

In Italia non abbiamo niente del genere. La tv fa pena. Non c’è attenzione per quella fetta di pubblico a cui piace un prodotto come questo. Cosa ne pensate di un paese che non ha attenzione per un pubblico che si rispecchia in questo tipo di prodotto? Quale pensate sia la funzione del vostro prodotto per il vostro pubblico?

Jarvis: Cambiatela, cambiatela voi. Ormai realizzare prodotti non è costoso. Fate qualcosa e cambietela voi.

In Misfits avete scelto come luogo il centro sociale, invece della classica scuola, con dei persoanggi comunque già oltre l’adolescenza e che hanno già affrontato la realtà (finendo ai servizi sociali, appunto). Come mai, insomma, avete scelto questo luogo?

Jarvis: Innanzitutto Misfits è stato solo un titolo di lavoro, un titolo provvisorio che poi è rimasto. Fondamentalmente quello che ci interessava raccontare era il divario tra l’adolescenza e l’essere adulti, il periodo che affrontano quelle persone che ancora non hanno trovato un posto nella vita. Questa location è un luogo dove loro vanno, posso tornare, dove si sviluppano le loro storie. Stanno cercando un posto nella vita e ancora non l’hanno trovato. E quindi tornano lì.

Da un punto di vista linguistico non sarebbe forse meglio, per tenere la spontaneità del linguaggio, esportarlo in lingua originale?

Jarvis: Non possiamo fare nulla perché è una scelta dell’emittente italiana. Anche io penso che sarebbe meglio ma non possiamo farci nulla.

Si conclude qui il dibattito pubblico, con la presentatrice che dà appuntamento a Febbraio 2012 per la terza stagione di Misfits su Fox.

A questo punto abbiamo atteso il nostro turno per potere intervistare l’attore in privato, facendo due chiacchere anche con Caterina Guzzanti di Boris – scoprendo che anche lei è una fan di Misfits.

INTERVISTA PRIVATA

Le domande precedute da una “S” sono le nostre.

Quale potere ti piacerebbe avere, se potessi scegliere?
Beh sicuramente il teletrasporto. O anche il poter creare cose.

S: Ti senti più simile a Simon o Future Simon?
Mi sento a metà strada tra i due. Sono timido ma non quanto Simon.

Nella seconda stagione future Simon muore per salvare Alisha. Vedremo quindi, nella terza stagione, Simon morire di nuovo e, di conseguenza, una nuova sofferenza per Alisha?
No non penso di morire nella terza stagione. Ma non voglio raccontarti nulla per non rovinarti la sorpresa.

S: Ma nella terza stagione dovremmo vederti tornare indietro nel tempo, perché diventerai Future Simon e quindi devi tornare indietro nel tempo per salvare i tuoi amici del passato, no?
Non posso dirlo, mi dispiace.

Cosa ne pensi dell’abbandono di Robert? Pensi che lo show possa funzionare senza di lui ?
Già sentono la mancanza? Beh Robert ha interpretato un ruolo molto importante, ed è stato molto divertente. Però era un personaggio estremo, e per continuare a mantenerlo interessante bisogna spingersi sempre più in là e questo rischia di farlo allontanare troppo dalla realtà e da quello che era all’inizio, ossia sì divertente ma realistico. Quindi il fatto di avere un nuovo personaggio, fresco, dà una prospettiva nuova al programma.
Comunque va considerato il fatto che gli autori sono sempre gli stessi: Robert era sì molto bravo a recitare, ma non le ha scritte lui. Quindi la qualità dello show rimane.

Intervista a Iwan Rheon (Simon) di MisfitsS: Parliamo di musica ora. Il cognome di Simon è Bellamy. Il motivo è perché ti piacciono i Muse?
(ride) No beh non ho scelto io quel nome.

S: Che ne pensi della somiglianza tra il tuo personaggio e Ian Curtis dei Joy Division? Gli autori si sono ispirati a lui?
Questa somiglianza con Curtis viene dal fatto che Ian stesso è un po’ dark, come Simon, ed è una cosa che è venuta fuori con un autore che ha pensato a Curtis per il fatto che anch’egli era un po’ un emarginato, che viveva in un mondo tutto suo.

Hai spaziato dal teatro al cinema e alla tv. E’ difficile passare da uno all’altro?
Non so, per me è uguale. Anche se parliamo di modi diversi di proiettare le tue idee: a teatro lo fai per mille persone, che ti stanno davanti, al cinema lo fai davanti ad un obiettivo piazzato lì. A teatro reciti l’opera per intero, ogni sera. Mentre al cinema ripeti più volte la stessa scena.

Hai da poco inciso un EP, chiamato “Tounge Tied”. Quali sono i tuoi progetti futuri come cantante?
Di recente ho realizzato un nuovo album, si chiama “These changing times”, che uscirà nelle prossime settimane su Itunes. Alcune cose sono simili a quello precedente, altre diverse.

S: Quali sono le tue serie preferite?
Mi piacciono Mad Men, Deadwood, The Wire, The Sopranos.

S: Capolavori. Lost?
Mai iniziato.

Ringraziamo molto Iwan che, gentilissimo, si presta anche ad una foto.

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