Gregory House non è più lo stesso, almeno sotto certi punti di vista. E questo episodio ne è la conferma. Dopo il siparietto della prigione del precedente episodio, finalmente House torna al Princeton Plainsboro, anche se in libertà condizionata. L’intero episodio è contraddistinto da una panoramica sul cambiamento psicologico dei personaggi avvenuto nel periodo in cui Greg è rimasto al fresco a causa dello “spiacevole incidente” dell’auto in casa.
Innanzitutto viene introdotto un nuovo personaggio, la dottoressa Chi Park (Charlyne Yi), “uno scarto di neurologia” come viene definita da House, ma che in realtà è un brillante medico che ha “solo” tirato un pugno al suo capo. A mio avviso House rivede un po’ di se stesso in questa ragazza, che manifesta evidenti problemi nel rispettare le gerarchie, e per questo non la tratta completamente da ignorante come era stato con Taub & co. al momento della loro assunzione. E questo è il primo cambiamento evidente rispetto alle serie passate.
Si può inizialmente ritenere in dirittura d’arrivo il percorso fatto da House nell’amicizia con Wilson: le parole dell’oncologo “non siamo più amici” pronunciate al primo incontro fra i due in ospedale, lasciano sicuramente scosso House, il quale cerca per tutto l’episodio, in ogni modo, di riallacciare i rapporti con l’amico (una scena quasi tragicomica quella nell’ufficio di Wilson sulle note di “My heart will go on”), essendo evidentemente l’unica persona del suo passato da cui House può aspettarsi ancora qualcosa di buono. E nonostante ogni volta Wilson neghi di voler ritrovare la vecchia amicizia, ogni particella del rancore da lui provato riesce ad essere rinchiusa in pugno tirato in pieno volto ad House nell’ultima scena, seguito subito da un invito a cena, segno di un’amicizia ritrovata.
Per quanto riguarda Foreman (che in coppia con Wilson è l’unico personaggio rimasto delle serie precedenti), il rapporto con House è cambiato da subordinato-capo a capo-subordinato: ora è Foreman a dirigere il reparto e mette subito in chiaro con House, fin dal primo incontro, i rispettivi ruoli. In questa nuova “relazione” si nota un significativo cambiamento in entrambi i personaggi: proprio Foreman, ambizioso medico che cercava sempre di essere un passo avanti a tutti, richiede la scarcerazione di House per dare una mano al caso (appoggiato anche da Wilson, dopo che questi ha assistito ai numerosi tentativi e fallimenti del dr Simpson nell’azzardare una diagnosi sensata) sebbene, come poi riferisce, tale decisione non sia stata ben accolta dal consiglio di amministrazione. E anche House, nonostante ancora abbia alcuni problemi a sottostare al volere dei superiori, fa intuire una sorta di rassegnazione riguardo a questo: forse per il timore di essere rispedito in prigione, forse per un cambiamento intrinseco vero, sta di fatto che l’arroganza e il menefreghismo delle regole, caratteristici della sua persona, sono decisamente ridimensionati, sebbene non scomparsi come si nota in alcuni punti dell’episodio.
Non si può non parlare anche del neonato rapporto tra House e la sua nuova assistente, la dottoressa Park. Anche lei ha difficoltà nel rispettare le gerarchie, come già detto, ma essendo un medico brillante le è stata data la possibilità di scegliere tra rimanere e affrontare un’udienza per l’offesa al suo superiore, oppure trasferirsi (spostamento già organizzato verso l’ospedale di Chicago). All’inizio la decisione era scontata e prevedeva il trasferimento, ma l’avvento di House ha cambiato le cose: ha fatto prendere coscienza di sé alla ragazza, anche nell’affrontare i suoi problemi familiari, e così lei ha deciso di rimanere, probabilmente anche perchè, come successo ai suoi predecessori, affascinata dal “talento” e dal modo di agire fuori dagli schemi di House.
Per finire, una citazione al caso del giorno è d’obbligo, data la stranezza dello stesso: lo scopo finale è effettuare un trapianto di polmoni, ma la lunga, solita diagnosi non è fatta sulla paziente, bensì sui polmoni stessi; tuttavia questi, asportati ad un donatore morto in un incidente, non funzionano a dovere e quindi non sono utilizzabili ai fini del trapianto. House sbaglia più volte, prima di riuscire finalmente a risolvere il caso grazie al suo solito “rituale di meditazione” con il lancio della pallina contro il muro (ecco una cosa che non cambia mai!). L’episodio ha quindi un finale tranquillo, decisamente positivo per House: è uscito finalmente dalla prigione e riottiene il suo vecchio ufficio (sebbene non comprensivo della sala riunioni), adibito a distaccamento del reparto di ortopedia durante la sua assenza.
Puntata sicuramente migliore della precedente a mio parere, che ci riporta nell’ambiente al quale eravamo abituati, presentandoci brevemente, e relativamente ad una parte (si spera solo per ora) dei personaggi, gli avvenimenti e i cambiamenti verificatisi durante la permanenza in prigione di House. Tuttavia ancora non siamo assolutamente ai livelli delle migliori puntate delle stagioni passate e l’ottava stagione si rivela ancora incapace di spiccare il volo.
Voto: 7
[rps]