“Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora.
Questa è la relatività.”
– Albert Einstein –
Se escludiamo gli effetti di sandwich vari ed eventuali, che portano il tempo a dilatarsi benché ci si possa al contempo divertire moltissimo, possiamo dire che questa frase racchiude il senso di quanto abbiamo visto in questo decimo episodio di How I Met Your Mother, non a caso intitolato Tick Tick Tick. Il concetto di tempo, infatti, è alla base di entrambe le storyline di questa puntata, seppur con diverse variazioni.
Ted & Marshall
Quello che dovrebbe essere il protagonista della serie continua a non avere un suo spazio di azione indipendente da tutto il resto; non stupisce, quindi, che sia costantemente incastrato nelle vicende di Marshall e Lily, che da quando sono in dolce attesa sembrano non avere altra funzione nella loro vita. Apro una piccola parentesi a riguardo: in questo episodio Lily non c’è. Cioè, sì, compare sporadicamente per sottolineare, nel caso in cui non fosse sufficientemente chiaro, che è incinta, ma per il resto non ha alcuna parte nella storia. Ora, che l’attesa del primo figlio sia un evento che cambia la vita è fuori discussione, ma non è possibile ridurre un personaggio di una serie televisiva solo a quello, non quando si ha l’evidente intenzione di far durare questa gravidanza un’intera stagione.
Ma andiamo oltre e occupiamoci della nostra coppia di comici: la gag dei due che patiscono l’effetto “tempo dilatato” dei loro panini strappa qualche sorriso soprattutto grazie alle uscite di Marshall (“Why am I not feeling paranoid?!” pochi secondi prima di farsi prendere dal panico con “She knows!”) e al video finale che riassume ciò che è davvero successo nel lasso di tempo passato alla ricerca dei nachos (due minuti!). L’idea di base – non originalissima – aveva però la possibilità di far ridere molto più di così; e nonostante qualche battuta (“It’s a sign, bro” e “I recognize the clichéd nature of what I’m about to say, but… whoa!”) si ha la sensazione che, in altri tempi e in altre stagioni, l’intera scena sarebbe stata girata diversamente e con una migliore vis comica.
Ciò che conta, comunque, è la riflessione sul tempo: la sensazione – specialmente quando si arriva intorno ai 30 – è che gli anni passino troppo in fretta; che ci si sia ritrovati adulti e pieni di responsabilità senza essere davvero pronti; che ci siano ancora tante cose da fare e che invece si perdono nella vita di tutti i giorni; che la vita, insomma, stia andando decisamente troppo in fretta. Ecco che il tempo dilatato assume il significato di “perdersi in giro perdendosi tutto il resto”: dunque la riflessione finale di Ted (“Life isn’t moving too fast! We still have time for everything!”) diventa una rivendicazione del proprio diritto di fare esattamente quello che ci si sente di fare indipendentemente dalla propria età, anche a costo di viverla e decidere che non ne valeva la pena (come accade infatti per il concerto). Insomma, la riflessione che sottostà a tutta questa storyline è sicuramente più potente della gag che è stata costruita intorno.
Robin & Barney
Arriviamo alla parte più devastante dell’episodio. Qui non credo importi essere o meno fan della coppia: ciò che conta è che, tra tutte le soluzioni che gli autori potevano adottare, questa è la meno scontata e la più dolorosa. Dico così perché fino ad ora la vittima della situazione era sempre sembrata Robin; era lei ad avere ancora dei sentimenti per Barney, mentre quest’ultimo faceva di tutto per stare con un’altra. E’ stato lui a lottare per avere una storia seria con Nora, mentre Robin si è trovata nella relazione con Kevin quasi per caso e ha deciso di rimanere con lui più o meno con lo stesso criterio.
Qui si invertono le parti: se per tutta la durata dell’episodio vediamo Robin che, incerta sui sentimenti di Barney, continua a chiedergli “Is this what you want?” per avere la conferma che lui voglia davvero lei, alla fine scopriamo che quella domanda Robin la stava rivolgendo solo a se stessa. E’ lei, e non Barney, a segnare il destino (momentaneo) della coppia, a differenza di quanto ci saremmo potuti aspettare. E’ lei che, davanti alla possibilità di ripensarci offertale dal suo ragazzo, coglie la palla al balzo e accetta; Barney, invece, davanti ad una Nora incredibilmente disponibile a perdonargli un tradimento a patto che non abbia avuto alcun significato, non può mentire, non può rimangiarsi tutto pur di salvare il salvabile.
La scelta di Robin, benché durissima da accettare, ha un suo significato e lo si ritrova nella domanda che pone sia a Barney che a Kevin: “sono una persona incasinata, perché vuoi stare con me?”. Le risposte che le arrivano sono diametralmente opposte: Barney trova nel suo sentirsi “un casino totale” un punto in comune, di fatto confermando le sue insicurezze e il suo sentirsi sbilanciata; Kevin, invece, le dà la risposta che una persona in crisi vuole sentirsi dire: “I hope that one day you see yourself as I see you”. Non voglio tirare in ballo i suoi daddy issues e le sue necessità di rassicurazioni, ma ciò che conta è che probabilmente Robin e Barney sono davvero “soul mates” (nell’accezione più sentita del termine, come spiega il padre di Nora): sono davvero le persone giuste, ma lo sono nel momento sbagliato. E benché ora il ruolo di “vittima della situazione” sembri essere passato a Barney, non è così: la persona più debole rimane Robin ed è per questo che – nonostante la scena finale sia straziante – non la vedo come carnefice. Piuttosto, credo che a partire da questo momento, e dal fatto che Ted abbia visto e forse capito cosa sia successo, inizierà quel distacco necessario a tutti e tre che venne preannunciato dalla puntata “The Ducky Tie” e che sarà l’unico modo per salvare davvero i loro rapporti d’amicizia.
Questa parte della puntata funziona decisamente meglio dell’altra: oltre alla questione appena discussa, c’è anche spazio per l’aspetto comico. Alexis Denisof nel ruolo di Sandy Rivers – significativamente più presente nella puntata rispetto alla moglie Alyson Hannigan – è sempre esilarante (“I did not say Thank You” “Oh, You’re too kind. Too kind”) e la canzone “dedicata” interamente a Robin e Barney rende tutt’altro che metaforica l’espressione “questa canzone parla di noi”. A differenza della parte dedicata a Marshall e Ted, qui il lato drammatico e quello comico si fondono perfettamente, con il duplice risultato di alleggerire ciò che succede nel mezzo e di far diventare, di conseguenza, pesante come un macigno il finale.
Voto: 7 1/2
Bellissima recensione. Sono d’accordo su tutto, ma proprio tutto!!!! 🙂
Vista stasera. Una delle puntate più belle di questa serie, a mio parere: è vero, qualche stagione fa le gag erano molto più belle e si rideva con più gusto, ma alla fine avevo la pelle d’oca.
Sarà che sono portato ai finali “tristi”, ma il momento in cui Robin fa “no” con la testa è davvero uno di quei momenti che un uomo non dimenticherà mai: purtroppo lo so bene. 🙂
quel “nono” con la testa ha fatto male anche ad un cuore di fanciulla, te lo assicuro 🙁