A Natale siamo tutti più buoni, passiamo il tempo a sfornare biscotti allo zenzero, comprare regali e donare sorrisi ai passanti. O forse no? Ecco, ciò di cui non se ne può proprio più è il quintale di buonismo che sembra fuoriuscire con la forza da ogni speciale natalizio che, non volendo fare la voce fuori dal coro (stonare a Natale? Giammai!), si accoda al volemose bene a tutti i costi.
D’accordo, stiamo parlando di Glee e non certo di Community, non ci si aspettava uno stravolgimento dei canoni del festeggiamento, e infatti il problema non sono state le canzoni o l’idea di fondo della puntata – che tutto sommato aveva dalla sua degli spunti degni di nota. Ciò che è mancato è stata la sensazione di avere davanti una puntata intera, che integrasse non solo la parte centrale dello speciale natalizio con quella di contorno, ma che mettesse questa in correlazione con il resto della stagione. E invece no, perché a Natale si è sempre tutti buoni e pronti a baciarsi sotto il vischio come se non ci fosse un domani, quindi sospendiamo tutti i problemi (tranne quelli mentali di Rachel, ma ne parlerò più avanti) e buttiamoci sugli stereotipi! C’è quello a cui manca la famiglia, l’amico che lo supporta, la quasi-bad-girl che si ravvede e capisce perfettamente proprio ora ciò che ha fatto e ciò che ha sbagliato, la coach malefica che – invece di fare il Grinch come le si addice – ricompare giusto in tempo per ricordarci che anche lei ha un cuore, e così via. Meno male che c’è Artie a catalizzare tutto il nostro fastidio.
Speciale Natalizio
In modo piuttosto bizzarro – ma è Glee, glielo si concede – i ragazzi vengono chiamati a mettere in scena uno spettacolo tv per una stazione locale di Lima e il capo della rete, innamoratosi dell’allestimento di West Side Story, decide che non può proprio fare a meno di avere Artie come director. Sì, lui. Quello che in altre giornate è mediamente normale, ma che in quei giorni lì da regista diventa il guru dell’interpretazione (ricordo, perché non andrebbe mai dimenticato, che secondo questo genio devi aver vissuto sempre ciò che devi recitare, se no non sei abbastanza credibile: ogni volta mi vengono in mente esempi sempre più esilaranti, tipo, se lavori in American Horror Story come fai? Ma andiamo oltre). Dunque, dopo aver asserito che “ci deve pensare perché non vuole vendersi alla tv”, gli parte quel momento lì e decide senza alcun dubbio che il suo spettacolo deve rifarsi necessariamente a due grandi esempi della storia degli speciali natalizi: The Judy Garland Christmas Show e The Star Wars Holiday Special. Che notoriamente hanno un sacco di punti in comune. Ma lasciamo stare anche questo, alla fine ci è valsa la visione di Chewbacca e di Finn e Puck vestiti (ma ogni riferimento è puramente casuale) da Luke Skywalker e Han Solo.
Passiamo allo speciale. L’idea, dicevo, non è poi così male, basti pensare alla fedele riproduzione della casa del Judy Garland Christmas Show; in molti punti, però, si accusa una certa stanchezza e poco ritmo – a onor del vero, solo nella sceneggiatura: la regia, che vede per la prima volta Matthew Morrison dietro la macchina da presa, è più che buona. Le battutine sono discrete e sul genere che ci si appresta a riproporre e l’interpretazione non è male, anche se ovviamente su tutti la spuntano Colfer e la Michele (quest’ultima sempre incredibilmente a suo agio, tanto da farci pensare che, se le sue faccette risultano adorabili, ci sarà un motivo per cui non lo sono quelle di Blaine: semplicemente non le sa fare). Il tutto viaggia tra il delizioso e il “c’è qualcosa che non va ma non so dire cosa”: manca l’elemento aggregante, manca il ritmo tra uno spezzone e l’altro, c’è insomma qualcosa che sfugge.
Ciò che invece è particolarmente riuscito in questa parte è l’aspetto musicale: “My Favourite Things” da “Tutti insieme appassionatamente” è forse la performance migliore della puntata, con una perfetta esibizione dei quattro ragazzi e con le voci ben amalgamate sui duetti – ma quando cantano tutti insieme c’è poco da fare, Lea Michele è una spanna sopra tutti. Anche il duetto tra Blaine e Kurt su “Let it snow” è ben riuscito, mentre un gradino sotto troviamo “Santa Claus is Coming to Town” e “Chistmas Wrapping” – dell’ultima non credo se ne sentisse nemmeno il bisogno.
Il resto della puntata
Come dicevo, lo speciale sembra incastrato all’interno di una parte iniziale e una finale messe lì senza molto criterio, attaccate un po’ con la colla e senza particolare attenzione nei raccordi. L’inizio sulle note di “All I want for Christmas is You” è ottimo, poi tutto il resto comincia a crollare su se stesso per i motivi già citati, ma anche per il fintissimo contrasto con Sue che, come da copione, si sistema sul finale, giusto in tempo per cantare tutti insieme “Do they know it’s Christmas?”: la canzone è davvero senza tempo e incredibilmente attuale, la scena commuove e si presta a chiudere – quasi – la puntata con lo stesso criterio con cui è stata costruita (che non sarà il massimo, ma almeno c’è della coerenza e il messaggio benefico arriva forte e chiaro).
Ciò che invece non trova una giustificazione è il personaggio di Rachel, incastrato in un meccanismo che praticamente ad ogni puntata la vede comportarsi da bambina/star/arrogante all’inizio, puntare i piedi sulle sue scelte verso la metà, ravvedersi e chiedere scusa alla fine. Non ne vedo l’utilità, soprattutto perché se c’è una cosa che Glee ha saputo fare è stato costruire delle discrete evoluzioni dei personaggi (vd. Quinn e Kurt), mentre con Rachel c’è una sorta di accanimento nel farla passare come odiosa e francamente anche come idiota: possibile che tutte le occasioni in cui impara qualcosa si rivelino sempre inutili, tanto da farla comportare di nuovo come un’egoista ad ogni inizio puntata, salvo poi ripigliarsi negli ultimi cinque minuti? Si sta rivelando un andamento discutibile e dannoso non solo per il personaggio di Rachel, ma anche per lo show stesso: non basta darle lo spazio per cantare “I wish I had a river” per recuperare, ci vuole più impegno, più costanza e meno sbandamenti, soprattutto per un personaggio che, alla fine dei conti, è da considerarsi tra i più importanti.
Voto puntata: 6 –
Voto esibizioni: 8
Note:
– Il titolo della puntata prende il nome dalla canzone “Extraordinary Merry Christmas”, eseguita da Rachel e Blaine. Vi dico solo questo e questo. Non ce la faccio, quando fa così perde ogni credibilità.
– Il buonismo del personaggio di Rory, che va da “Blue Christmas” di Elvis alla raccolta scampanellante di fine puntata passando per la variazione del racconto dello speciale che fa ravvedere tutti, è così zuccherosa che mi chiedo: ma era davvero lui quello che si era finto leprecauno per approfittare dell’ingenua Brittany?!
Dopo aver letto questa recensione sono sempre più convinto di aver fatto bene a smettere di vedere Glee. Comunque quello che dici di Rachel alla fine dell’articolo lo condivido a pieno. Ma se ci badiamo a volte capita anche con altri personaggi. Per questo mi arrabbiavo, perché sembra sempre che alla fine della puntata imparino e la puntata dopo ricomincia tutto da capo…
sì, capita anche con altri, ma a mio avviso molto meno; in un modo che, bene o male, si può anche assimilare alle contraddizioni adolescenziali che da adulti si guardano sempre con un po’ di sano WTF?! ma che abbiamo vissuto anche noi.
quello su Rachel invece sembra un piano per distruggerla. ho letto in giro che stava capeggiando una mezza rivolta contro ryan murphy, magari questa è l’atroce vendetta XD