Dopo la pausa natalizia torna Once Upon a Time, con un episodio che, sebbene non sia esente da difetti anche vistosi, si presenta nel complesso convincente ed interessante, confermando il trend positivo delle prime 7 puntate (che l’avevano resa una delle serie più sorprendenti del 2011).
Dopo lo scioccante finale di midseason, dove abbiamo assistito alla prima morte illustre della serie, gli autori decidono di iniziare il 2012 con una puntata incentrata su Rumpelstilskin/Mr. Gold, finora il personaggio più ambiguo e affascinante del lotto.
Come sempre l’episodio conserva la tipica struttura simil-Lost, divisa in due dimensioni temporali, una ambientata nella nostra realtà nel presente, e l’altra, invece nel mondo fiabesco narrato tramite i flashback dei vari protagonisti.
Un metodo narrativo molto efficace che permette di favorire la costruzione dei personaggi attraverso delle fondamenta solide sul lungo periodo, e di poter sviluppare, nel singolo episodio, dei parallelismi interessanti nelle due storie che sono narrate: in questo caso il confronto riguarda i ruoli di “benefattore-manipolatore” e di “desperate soul” ricoperti da Tremotino rispettivamente nel presente e nella fiaba.
Foresta Incantata.
In questa parte della storia ci viene mostrata quella che è l’origine del personaggio di Rumpelstilskin: la sua ascesa (o caduta, se vogliamo) da povero tessitore di lana, suddito e disertore noto solo per la sua codardia, fino all’acquisizione di quel potere che lo farà diventare in futuro la figura enigmatica, tanto oscura quanto intrigante, che abbiamo conosciuto nei flashback delle precedenti puntate.
Gran parte del racconto è incentrata sulla vita da umano di Tremotino, piuttosto che su quella più “sovrannaturale”. In questo frangente la sua personalità sembra avere poco in comune con l’essere subdolo che abbiamo visto negli altri episodi. Solo dopo la sua trasformazione nell’Oscuro si iniziano ad intravedere alcuni elementi che caratterizzeranno le azioni future del personaggio, in particolar modo la visione della magia nella duplice valenza di potere ed inganno.
E’ grazie ad un inganno perpetuato ai propri danni dal suo benefattore che Rumpelstilskin si impadronisce del potere. Tali abilità, però, non sono considerate come un beneficio, bensì come una maledizione.
“La Magia ha sempre un prezzo” sono le ultime parole che Zoso pronuncia prima di morire: una frase che Tremotino farà presto propria, trasformandola nel suo motto caratteristico. Il prezzo che Rumpelstilskin dovrà pagare non ci viene detto esplicitamente in quest’episodio, ma si può facilmente immaginare che coinvolgerà proprio la persona che egli vuole proteggere, il figlio.
Questo spiegherebbe l’ossessione che Tremotino maturerà per la prole altrui, spesso al centro degli accordi “magici” che stipula con i personaggi del mondo delle fiabe, siano essi Re, o povere domestiche che aspirano a diventare principesse.
Storybrooke
Come ho accennato sopra, in questo filone narrativo troviamo parecchie similitudini con quanto accaduto nel mondo delle fiabe: innanzitutto ritornano i due ruoli, quello di benefattore-manipolatore e di “desperate soul”, interpretati questa volta rispettivamente da Mr. Gold e da Emma. Anche qui “l’anima disperata” agisce in nome del figlio, a cui vuole dimostrare che si può ottenere una vittoria senza ricorrere ad imbrogli o a subdole macchinazioni; pure qui il “benefattore” riesce alla fine ad averla vinta e ad ingannare la povera “anima disperata”. Il risultato coglie del tutto impreparata Emma che, convinta di essersi ribellata al suo benefattore, alla fine fa esattamente ciò che vuole il padrone di Storybrooke.
Un epilogo – anche qui molto Lostiano – che forse poteva essere facilmente intuibile, ma che ha il pregio di fare accrescere l’aura di mistero attorno alla figura di Gold. Gli interrogativi che lo circondano si moltiplicano e non fanno altro che aumentare l’interesse verso di lui. In particolar modo ci domandiamo: ha ricordi del suo passato? Cosa ha da guadagnare ad andare contro Regina? Quali sono i suoi scopi in realtà? Ed infine, quale sarà il favore che chiederà ad Emma?
Un personaggio che già all’inizio è apparso come il più affascinante e che con il passare degli episodi non ha fatto altro che diventare sempre più intrigante. Merito soprattutto di un’interpretazione brillante di Robert Carlyle, che attraverso la sua recitazione raffinata ed elegante riesce a trasmettere in maniera magistrale tutte le sottigliezze e le sfaccettature del suo personaggio, catturando l’attenzione dello spettatore ad ogni inquadratura. Forse il migliore esponente di un cast già pieno di nome di spicco, come la bravissima Ginnifer Goodwin e il magnifico Giancarlo Esposito, che è sempre un piacere rivedere.
L’episodio non è purtroppo privo di difetti: in particolar modo una sequenza spicca per la sua goffaggine, quella del castello. Una scena che oltre ad essere realizzata male (gli effetti visivi sono quelli che sono in questa serie, non dall’altissimo budget) è assolutamente assurda e irreale nel suo svolgimento, con Tremotino e il figlio che riescono a dar fuoco al castello del duca (fortezza progettata per resistere a degli assedi immagino) solamente grazie a due torce e ad un po’ di paglia messa alla meglio ai piedi delle mura. Per non parlare del fatto che il tessitore entra, esce e ruba il pugnale senza che incontri anima viva. Questa brutta scena, degna di Terra Nova, è l’unico grave difetto di una puntata altrimenti ottima.
Voto: 7
Eh, non si poteva non citare in qualche modo la Ginnifer….:)
ahahahah! “degno di terranova”
Ormai basta semplicemente nominarlo per farci sganasciare dalle risate. XD