Person of Interest – 1×11 Super


Person of Interest - 1x11 SuperDevo ammettere che Person of Interest sta colpendo positivamente la mia immaginazione. Dopo la buonissima 1×10 “Number Crunch”, lo show ideato da Abrams e Nolan ha decisamente preso un’altra piega rispetto alle prime puntate, che avevano fatto un po’ storcere il naso ai fan dei due illustri autori.


Con “Super”, quindi, lo show si risolleva decisamente verso uno standard di qualità medio-alto, ossia quello che tutti noi ci aspettavamo mentre eravamo in attesa della premiere di settembre. Ovvio che molto si regge sulle doti interpretative dei due attori protagonisti: ma se già sapevamo qual era lo spessore di Micheal Emerson, di certo non mi sarei aspettato una performance così convincente da parte di Jim Caviezel. L’attore che ha interpretato Gesù ne La passione di Cristo di Gibson l’avevo già seguito nella miniserie The Prisoner, dove già aveva dato sfoggio delle sue qualità. Interpretando Mr. Reese dà sempre l’impressione di una poco celata malinconia per qualcosa che non ci è ancora stato mostrato interamente, che però si può intuire essere qualcosa di abbastanza grave.

Person of Interest - 1x11 SuperEcco, oltre ai due attori, finalmente la serie comincia a svelarci piano piano anche le origini della Macchina, vero e proprio dio meccanico che tutto sa. I flashback di questa puntata ci portano infatti indietro di sette anni, dove Ingram e Finch stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli. Interessante notare come i due facciano tutto questo lavoro solo per il bene del paese, ricevendo in cambio solo un dollaro, cifra del tutto simbolica.
Qui c’è sicuramente una critica degli autori nei confronti del sistema di sicurezza statunitense: è infatti molto inquietante sapere che la tecnologia possa arrivare ad assumere un potere così vasto da controllarci anche quando andiamo al bagno. L’idealismo dei due inventori si scontra con il pragmatismo dei Servizi Segreti, che infatti, attraverso un loro agente, chiede subito quanto voglia Ingram per far sì che quel progetto passi di mano immediatamente.
Però è anche vero che è difficile credere che al mondo esistano persone come Finch, che usano un potere così immenso solo per fare del bene, e senza ricevere assolutamente nulla in cambio. Certo, non sappiamo ancora praticamente nulla di questo personaggio – soprattutto come abbia fatto a diventare zoppo – ed è sicuramente successo qualcosa nel suo passato per cui abbia dei così alti ideali. E’ bello comunque pensare che anime così esistano ancora, anche se, come detto, purtroppo il mio pessimismo cosmico mi porta a pensare al contrario.

Altro punto di spicco dell’episodio sono i momenti dedicati al Detective Carter, diventata a tutti gli effetti la terza componente del trio di benefattori. Ormai coinvolta fin sopra i capelli, Carter ha però una legittima curiosità, e cioè vuole scoprire cosa fanno di preciso i due vigilantes che sembrano essere piombati in città. E qui Finch non può fare altro che mostrare al detective quello che lui e Reese sanno, e cioè le potenzialità della Macchina. Mossa decisamente furba, che dovrebbe convincere in maniera definitiva Carter a proteggerli dalle mire della CIA.

Person of Interest - 1x11 SuperMa la parte sicuramente più movimentata e tesa dell’episodio è quella che riguarda il caso della settimana, e cioè la storia degli inquilini del palazzo in cui va a vivere Reese, che ha una gamba ingessata, ricordo che si porta dietro dal finale della scorsa puntata. Ma Finch ovviamente non ha scelto quella palazzina a caso: infatti la Macchina ha estratto il numero del tuttofare del palazzo, il signor Trask, interpretato magistralmente – insomma, ha proprio il phisique-du-role – da David Zayas, il Sergente Batista di dexteriana memoria.
Al confronto dei casi delle scorse puntate, questo si è sicuramente distinto per originalità e intreccio, condito anche dal fatto di aver fatto scendere sul campo quel topo di biblioteca di Finch, che non si era mai schiodato dal computer. Il twist finale mi ha decisamente sorpreso, perché mi avevano davvero convinto che Trask fosse lo stalker della bella cuoca. E finalmente Reese ha fatto molto meno il Rambo del solito, anche se come al solito si è dovuto calcare la mano sull’unica scena di lotta: anche se sei uno come Reese, con una gamba rotta non credo che si possa tenere testa a un avversario che ha praticamente le tue stesse caratteristiche fisiche. Ecco, forse questa è l’unica nota stonata della puntata, che come già detto si distingue dalle altre (finalmente!) per originalità e invettiva.

Person of Interest
quindi si avvia con decisione verso una seconda metà di stagione che promette molto, sicuramente di più rispetto a quanto ci avevano fatto vedere fino alla 1×10. Questo show scivolava via come niente fosse durante la visione, ma sinceramente quest’ultima puntata mi ha appassionato quasi quanto la decima, ed è sicuramente un bene. Spero quindi che si continui così, perché sembra si sia presa la strada giusta.


VOTO: 7/8


Curiosità
:

  • Il caso di questa settimana è un chiaro omaggio ad uno dei più famosi film di Hitchcock, La finestra sul cortile (su cui tra l’altro sto scrivendo la tesi). Infatti Reese non solo è su una sedia a rotelle, guarda da una finestra affacciata sul cortile di un palazzo e usa una macchina fotografica identica a quella del film, ma come pseudonimo usa il nome di John Hayes, storico sceneggiatore di Hitchcock. Tra i suoi film, oltre a La finestra sul cortile, anche Caccia al ladro e L’uomo che sapeva troppo.
  • Il fatto che Finch regali a Reese un cuscino a ciambella potrebbe indicare che anche lo stesso Finch abbia passato del tempo su una sedia a rotelle.

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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