Grazie al mese di pausa che Glee s’è nuovamente permesso, la recensione degli ultimi due episodi invernali arriva in ritardo, carica di delusione estenuata.
A San Valentino le comedy mostrano sempre più miele del dovuto. Glee si è macchiata di vari passi falsi nelle ultime due stagioni e questo episodio ne raccoglie un po’ tutte le sfumature.
Innanzitutto la questione arraffata del matrimonio di Rachel e Finn rende più interessanti persino Tina e Mike. L’overdose di cuoricini, materiali e metaforici, di questo episodio è qualcosa di insostenibile e nemmeno i saltuari momenti divertenti riescono ad offuscarne l’abuso.
Le esibizioni sono ancora una volta puramente commerciali, la meccanicità della scelta delle cover è ormai un gioco scoperto, in cui solo ogni tanto alle novità radiofoniche si sostituisce un pezzo d’annata che porti peso alla scena in questione. Non è il caso di questo episodio, dove “I will always love you” è stata utilizzata come pubblicità grazie alla coincidenza della dipartita di Whitney Houston. Nessun omaggio alla cantante, come annunciato, ma una botta di fortuna per i cinici addetti al marketing della Fox, che avrebbero mostrato più rispetto tacendo (sarebbe stato impossibile per i tempi di produzione preparare un omaggio in soli due giorni).
Gli abomini non sono finiti: il triangolo improvvisato tra Sugar, Artie e Irlanda porta ben poco al flusso narrativo della serie o alla compattezza dell’episodio, mentre quella su Brittany e Santana – che non possono baciarsi nei corridoi – sembra una morale facile facile, ottenuta peraltro grazie alla benedizione del nuovo arrivato bigotto (Samuel del Glee Project). Dunque entra nuovamente in gioco il cattolicesimo, testardo e isolato, che si affaccia per la prima volta al mondo reale. Per ora l’accenno è mediocre e poco fantasioso come tutto il resto, a differenza del tenero Dave che torna da Kurt vestito da gorilla, ancora in lotta con l’accettazione della sua omosessualità.
La novità più interessante riguarda la scoperta, finalmente, dei padri di Rachel. La lunga attesa non è stata per nulla soddisfatta, dato che uno dei padri in questione è Jeff Goldblum, che quando si tratta di comedy diventa iper-istrionico e fastidioso con una gestualità forzata e indirettamente ridicola. Le allusioni dei due (durante la canzoncina al piano dicono addirittura “If you’re a bottom I’m a top”) e i piani per rovinare il matrimonio risultano semplicemente volgari e poco riflettuti.
VOTO: 5
Per quanto riguarda le Regionals le aspettative spettatoriali si fanno giustamente più alte, ma ciò che ci viene restituito sullo schermo è un tripudio di storyline e pacchianerie.
La sfida regionale arriva come una sequenza qualsiasi, nonostante la competizione sia ormai l’unico barlume di luce nella tempesta ormonale che caratterizza la serie da due anni. Canzoni mediocri e vittoria facilona non esaltano come in competizioni passate: basti pensare al finale della prima stagione e la freddezza di questa competizione ci arriva in tutta la sua fiacchezza.
Il matrimonio di Rachel e Finn e la normalizzazione del personaggio di Sue e Sebastian sono tra le cose peggiori mai avvenute nel corso della stagione. Non c’è tensione, gli antagonisti durano quanto il ritornello di una canzonetta, mentre l’ilarità viene soffocata dalla mancanza di idee generalizzata.
La sottotrama più coinvolgente è ancora quella del bullismo e dell’accettazione di sé: la sequenza iniziale colpisce in tutta la sua ingiustizia quando Dave tenta il suicidio dopo il suo outing involontario. L’ignoranza dei coetanei fa ancora una vittima (quasi) e il contrasto fra la frivolezza della canzone di “Cough syrup”, montata in alternanza, e il tentativo di impiccagione, è forse la scena più riuscita dell’episodio.
Arriviamo a Quinn: il ritorno della passeggiata in divisa da Cheerios, la completa redenzione dei suoi comportamenti meschini, la riappacificazione con tutti, la morte scampata di Dave e la nascente carriera cinematografica dell’attrice Dianna Agron fanno pensare ad un’effettiva morte del personaggio. Questo estremo tentativo di smuovere le acque e le emozioni crea un impatto certamente forte, ma ha anche il sapore di disperazione. Staremo a vedere se la morale del “non usare il cellulare quando guidi” avrà risvolti interessanti o sarà annegata nell’ennesimo mare stucchevole.
Glee è ormai l’ombra di se stessa, che gira sulle stesse cose da secoli e conta più milioni su itunes che risvolti emotivi o musical interessanti.
VOTO: 6
non posso che quotare… Pensa che io la puntata di San Valentino non l’ho manco vista,tanto era la convinzione che sarebbe stata una cosa inguardabile (soprattutto per i fan del VERO Glee). Inoltre mi chiedo se l’attrice che interpreta Sue Sylvester abbia fatto qualche dispetto o cattiveria agli sceneggiatori. Dispiace dirlo ma il suo personaggio non ha più un senso, qualcuno dica ai sceneggiatori che farle fare prima la cattivissima e poi la buonissima non la renderà un personaggio profondo e versatile… la farà solo passare da schizofrenica (e dispiace perchè il personaggio di Sue è stato,dopo Nathan di Misfits, il personaggio più rivoluzionario degli ultimi anni).
Detto questo però voglio passare anche alla nota positiva dell’episodio: la storyline di Dave. A me è piaciuta molto e la scena con Cough Syrup in sottofondo mi ha fatto venire i brividi; questo è quello che dovrebbe essere Glee, un telefilm che parla di temi importante per un pubblico adolescenziale (quindi non certo il matrimonio), senza retorica ed utilizzando il linguaggio preferito dalle nuove generazioni, la MUSICA (quella fatta bene e non quella presa dalla prima pagina di Itunes -.-‘).
In realtà da quello che leggo in giro credo sia stata proprio Dianna Agron ad aver fatto qualcosa a Ryan Murphy. Poraccia. Sue è decaduta molto lentamente, invece.
Quoto tutto, e aggiungo:
Lesbiche: si baciano solo nella settimana di S. Valentino
Il cliffhanger più telefonato della storia del cliffhanger telefonati.
Certo che è facile sparare in modo negativo su questa serie. Mi meraviglio però del voto negativo dato a una puntata come On my way.
Sono perfettamente d’accordo sul personaggio di Sue, ormai l’ombra di sé stessa, e in generale la serie non è più la comedy di un tempo. Ma questo non significa che ci troviamo davanti episodi pessimi. Passa su Hearts(anche se anche qui non sono totalmente d’accordo. Ci sono momenti assolutamente riusciti come quello del God Squad, e anche la storyline Brittana, una chicca per i fan. E poi per quanto il Finchel sia la cosa più noiosa e stucchevole del mondo, amo i Gym Class Heroes, e Stereohearts è bellissima. E io adoro i padri di Rachel. Me li aspettavo proprio così. Molto sopra le righe. )
Ritornando a On My Way, la puntata è stata costruita benissimo. I Regionali sono passati in secondo piano(andiamo quanto ci possiamo credere che i Gleeks non vincano o quantomeno non passino? E’ una serie che parla di sogni che si realizzano per piacere. ) ma tutta la puntata aveva un filo conduttore, che era realizzare qualcosa e viverla.
Il tentato suicidio di Dave, una scena bellissima che mi ha fatto quasi commuovere, ha dato il via a tutta una serie di eventi nella puntata. Ci sta che la redenzione di Sebastian sia ridicola, ma pensandoci parliamo di un tentato suicidio e di qualcuno che ha aiutato ad abbattere Dave in un certo senso. Il senso di colpa ci può stare e in Glee tutto va alla velocità della luce. Solo perché è Glee si giustifica? Si e no, ma in questo caso non mi è dispiaciuto.
Per non parlare di Finn e Rachel, che già partendo da un matrimonio con le peggiori premesse, vogliono sposarsi perché la vita è breve e vogliono iniziare già da subito ad ammorbarci con i loro problemi coniugali.
In tutto questo, mi ha fatto un po’ storcere il naso i ragazzi e Shue seduti in cerchio intorno, più che altro per il tentato suicidio di Shue, bella la scena che mi ha ricordato non so perché il video Mad World, ma non mi è piaciuto il modo random di inserirla.
I Regionali erano tutti all’insegna di vivere, fregandosene della competizione, come accade da un anno a questa parte, e solo godendosi lo spettacolo che la vita ci offre. Non è un caso che le canzoni siano tutte una specie di inno alla vita.
E Quinn non è morta. Ma non ci credo manco se lo vedo. RIB non hanno le palle di ammazzare un fandom vasto come quello Faberry.
Infatti tutto il finale della puntata, è stato un modo non so quanto subtext, di porre una scelta. Chi sceglierà Rachel? Di sposare Finn o di aspettare Quinn, che sarà molto probabilmente in coma?
Il vero cliffhanger non è se Quinn sopravvive, ma se Rachel ha scelto o meno di sposarsi per via dell’assenza di Quinn.
Ed è questo il geniale finale. Perché potrebbe dare il via a qualcosa di nuovo e di genuinamente più interessante. Ma anche se non accadesse quello che molti fan Faberry sperano, qualcosa è davvero cambiato.
In più ci sono scene interessanti, come il confronto sul suicidio, fatto non a caso tra Quinn e Kurt, i due personaggi più drammatici della serie. L’argomento è stato accennato, ma nella puntata è stato inserito benissimo.
E poi ho riso per quanto ridicolo sia il piano di Hiram. Sarà stato pacchiano, ma ho riso davvero tanto.
La puntata per me è un 6 capovolto 🙂