Con uno dei migliori episodi della stagione, Justified arriva al giro di boa di questa terza tornata e festeggia sia l’incremento degli ascolti che l’ufficiale rinnovo per una quarta stagione. A Harlan, intanto, le cose non fanno però che peggiorare per Raylan Givens e soci.
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3×07- The Man Behind The Curtain
La frustrazione sembra farla da padrona in questa terza stagione di Justified, a quanto pare volutamente incentrata sulle ambizioni disilluse dei personaggi protagonisti, che vorrebbero essere chi non riescono a diventare: Raylan proprio non riesce ad essere il “family-man” che vorrebbe per Winona, Dickie Bennett e Dewie ci hanno accompagnato nei precedenti episodi nei loro falliti tentativi di ribalta, così come Devil, che tra tutti ha fatto la fine peggiore. Ora tocca anche a Quarles, cattivo di stagione e personaggio su cui è incentrato questo The Man Behind The Curtain. Sì, perché lungi dall’essere l’uomo potente e senza pietà che quel faccione dall’inquietante sorriso ci aveva fatto credere, il nostro biondo ossigenato è a quanto pare un altro dei tanti falliti dell'”universo Justified”, un uomo dalle grandi ambizioni, ma che, per un errore commesso (a quanto pare enorme), è stato esiliato a spacciare oxycodone nel Kentucky (missione che tra l’altro lo mette in diretta concorrenza con Boyd). Non che questo lo renda meno pericoloso: l’ambizione sfrenata per il potere, unita alla frustrazione di vedere i propri obiettivi scivolargli costantemente dalle mani, potrebbero rendere Quarles una mina vagante capace davvero di tutto, complice la preoccupante follia senza freni che sul suo volto è già emersa più di una volta. Paradossalmente, rimpicciolendo il personaggio, gli autori lo hanno reso ancora molto più esplosivo.
L’episodio non aggiunge molto alla trama, ma costruisce le basi definitive per lo scontro tra Quarles e Raylan, veri e unici protagonisti di questi 45 minuti. Grazie anche all’introduzione nella trama del fratello di Robert, tale Sammy Tonin, un uomo che seppure senza alcuna ambizione si trova, ironia della sorte, su un piano superiore rispetto a Quarles, scopriamo di più del nostro villain e iniziamo ad avere una panoramica più chiara delle sue intenzioni. The Man Behind The Curtain è dunque un episodio di passaggio tra le due metà di questa stagione, che fa il bilancio di ciò che finora gli autori ci hanno narrato e rilancia la posta per il prossimo giro: le elezioni del nuovo sceriffo, la malattia di Arlo che avrà sicuro le sue ripercussioni, il ritorno sulle scene di Gary (altro personaggio ripescato dal cilindro delle passate stagioni in modo geniale) e i tentativi di corruzione nei confronti di Raylan, che ci lasciano intuire come la posizione del nostro marshall potrebbe anche diventare facilmente ricattabile. A emergere più di tutti è però soprattutto Limehouse, villain che ancora non ha mosso un dito (a questo punto della storia, Mags aveva già preso a martellate le mani di uno dei figli), ma che tra una chiacchiera e l’altra si sta lentamente costruendo un ruolo sempre più centrale, in attesa del momento più opportuno per agire. Insomma, di carne al fuoco ce n’è davvero tanta per una seconda parte della stagione che promette scintille.
Voto: 7 ½
3×08 – Watching The Detectives
Raylan Givens che beve solo in un bar ascoltando tristi canzoni country, tra una birra e uno sguardo malinconico. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno avremmo visto il nostro marshall in queste condizioni? Solo, abbandonato, ma soprattutto con quell’espressione da duro che non riesce più a nascondere le sue fragilità. Emblematico che dunque tutto l’episodio sia una continua “tortura” per il nostro protagonista, accusato dalla polizia locale, dall’FBI, dai colleghi, dalla ex-moglie, con le azioni del passato (e delle passate stagioni) ritornate a galla per chiedere il conto. Dietro a tutto ci sono ovviamente Quarles e rispettivi scagnozzi, impegnati a tessere una trama perfetta per incastrare Raylan e sbatterlo in prigione, così da toglierlo di mezzo dai loro affari. Aldilà del punto di vista narrativo, l’episodio ne approfitta però anche per fare un giro di introspezione nell’animo di Raylan, negli errori che ha commesso e nelle conseguenze del suo grilletto facile. In questo un plauso va fatto a Timothy Olyphant, che pur conservando la sua carica ironica da simpatico spaccone, mostra tuttavia sul proprio volto tutta la stanchezza e la frustrazione del personaggio, mai come prima stufo di combattere, ma soprattutto deluso da se stesso per non riuscire ad essere l’uomo che Winona vorrebbe. Brutta faccenda l’amore, ma la storia ci insegna che dal fondo non si può che risalire, dunque aspettiamoci un finale di stagione con un Raylan Givens più in spolvero che mai, meno passivo di come è stato in questi episodi (sebbene sia stata gestita benissimo la sua inattività) e pronto a farsi valere di nuovo come una volta.
L’episodio è gestito benissimo. Sempre ottimi i dialoghi, ma soprattutto serrati l’azione, la tensione e il ritmo, che forse erano un po’ mancati nella puntata precedente. Tutto è perfettamente bilanciato in un crescendo che ha forse l’unico difetto in una risoluzione un po’ sbrigativa, con la quale si chiude la trama di puntata (sebbene non definitivamente) per concentrarsi su nuovi orizzonti. Se infatti l’intera storia è concentrata su Raylan e sul tentativo di farlo arrestare attraverso l’indagine sul suo passato (oltre a Gary, secondo storico personaggio a lasciarci le penne dopo Devil, ritorna anche Vasquez), non mancano anche altri importanti tasselli per ciò che riguarda la vicenda Boyd/Limehouse. Il primo finisce in prigione e subisce così lo stesso raggiro di Raylan e questo è emblematico: di nuovo ci viene sottolineato il parallelismo tra i due, così nemici ma così uguali, entrambi protettori di Harlan che il nemico sta tentando di togliere di mezzo. Non promette bene per loro la parte che ha iniziato a recitare Limehouse: dopo infatti aver scoperto le debolezze e la piccolezza di un personaggio frustrato come quello di Quarles, appare facile pensare che uno furbo e sornione come lui possa avere intuito come sfruttarne i punti deboli per beneficiare lui stesso della situazione, così da eliminare in un colpo solo tutti e tre gli avversari.
Il richiamo finale, seppure breve, alla famiglia di Quarles (che abbiamo scoperto essere figlio adottivo) pone la terza stagione di Justified su nuovi binari: visto anche le nuove situazioni sentimentali di Raylan e Boyd, è possibile che su questo piano si possa muovere la vendetta di Quarles e che il tema della “famiglia” diventi centrale. Si prevedono dunque guai per Ava, ma soprattutto per Winona, che lontana da Raylan potrebbe diventare un facile bersaglio su cui far leva per distruggere definitivamente il nostro protagonista. Tra cospirazioni, nuove alleanze, tradimenti e omicidi, Justified lancia con questo ottavo episodio la corsa verso il finale, mettendo il nostro protagonista nella situazione più difficile da tre anni a questa parte, con però gli spettatori sicuri che, proprio per questo, la reazione sarà esplosiva come mai lo è stata.
Voto: 8 ½