Heart of Darkness, sottotitolo Bad isn’t born, is made. Il titolo, omaggio al romanzo di J. Conrad Cuore di Tenebra, descrive alla perfezione l’episodio, in cui si indagano le origini del male e, in particolare, la presenza in ciascuno di noi di una doppia natura. Gli autori premono il piede sull’acceleratore, riprendendo la trama orizzontale in entrambi i mondi: la storia di Mary Margaret/Snow White, origine e senz’altro epilogo della maledizione.
Vanno dunque sciogliendosi alcuni punti oscuri precedenti. Tutto quello che abbiamo visto finora era in preparazione di questo episodio (e ovviamente dei futuri). Alcuni personaggi tornano dopo essere stati abbandonati per qualche puntata, altri invece escono da uno stato di torpore, avviando la trama verso l’attesissima conclusione. Su tutti brilla Rumpelstiltskin/Gold, infatti gli episodi in cui c’è lui hanno sempre una marcia in più; c’è anche Regina, che ha un’importanza inversamente proporzionale al minutaggio, con un paio di chicche davvero notevoli; abbiamo poi il Grillo Parlante, Cappuccetto Rosso, i nani, Henry, lo scrittore misterioso che finalmente si sbottona, David/Charming (in tutta la sua tonnaggine, mi fa quasi pensare che nel mondo delle fiabe sia sopravvissuto il gemello sbagliato), e, volesse il cielo, Emma.
Un episodio per certi versi corale, molto ben congegnato e ben girato; l’alternanza fiaba/reale corre su binari paralleli e rende fluida la narrazione.
Cominciamo dal principio.
James continua la ricerca della sua amata, aiutato da una Red badass ormai abile nel controllare il suo “potere”, e contribuiscono entrambi ad bellissima apertura. Snow White, invece, è introdotta con un tributo alla fiaba classica: l’intonazione del pezzo With a Smile and a Song che canta nella casetta dei nani mentre si dà alle pulizie di primavera insieme agli animaletti del bosco. Avevamo lasciato Snow (nella linea temporale corretta) che si risveglia dopo aver bevuto la pozione di Rumpel, senza sapere quali ne fossero stati i reali effetti: Snow non solo si è dimenticata del suo grande amore, ma ha perso se stessa. Capiamo dai nani che la principessa è ormai irriconoscibile da qualche tempo, è letteralmente svuotata dentro. Senza l’amore è impossibile superare il dolore della perdita del padre, e il dolore si trasforma in sete di vendetta nei confronti della donna che ne ha causato la morte e che ha tentato di ucciderla. La Goodwin rende molto credibile la nuova versione del personaggio, sebbene la sua spavalderia possa facilmente essere scambiata per ingenuità, credendo di poter far fuori la super cazzutissima cattiva senza alcun aiuto. E’ così che Snow, grazie al consiglio dei nani, torna da Rumpelstinskin. Ho trovato davvero fantastico lo stacco tra Gold e Rumpel, montato uno di seguito all’altro, che rende ancor più evidente la bravura di Robert Carlyle in entrambe le versioni. La rivelazione è che l’effetto della pozione può essere invertito soltanto da un bacio di vero amore, la magia più potente di tutte: ecco spiegato perché Regina, nel mondo reale, è così determinata a voler separare David e Mary Margaret, ma soprattutto è evidente l’importanza di Emma, frutto diretto di quell’amore, capace di spezzare qualsiasi maledizione. Quel sentimento è così forte che riesce a infrangere la pozione di Rumpel e a far tornare in sé Snow White.
Amore e odio, perdono e vendetta: le origini del bene e del male. La serie stessa si fonda su questo dualismo, affrontandolo in maniera molto meno superficiale di quanto ci si possa aspettare. La struttura duale della serie, inoltre, contribuisce a rafforzare il tema arricchendo i personaggi di ulteriori, affascinanti declinazioni. La linea che divide il bene e il male è molto sottile, tanto da rendere facile il passaggio dall’uno all’altro. Spicca in questo senso il personaggio di Rumpelstiltskin: diventato tale a causa dell’amore per il figlio, è capace ancora di amare. La sua ambiguità lo rende paradossalmente il più umano di tutti: non sono gli eroi come James, le principesse brave heart come Snow, le evil queen o le fatine a racchiudere il seme profondo dell’umano, ma la convivenza all’interno dello stesso spirito di paura, vigliaccheria, sete di potere e amore. E così acquista un senso profondo la pozione true love nelle sue mani, un senso che avrebbe perso se fosse stata in possesso di Grimilde. Cosa ne farà è tutto da vedere, ma piano piano si sta delineando sotto i nostri occhi un quadro ricco di sfumature, pronto a prendere forma.
Quello che succede a Storybrooke è speculare: Mary Margaret è accusata dell’omicidio di Kathryn e l’unica a credere nella sua innocenza è Emma. La convergenza con la fiaba si trova in particolar modo in Mr. Gold, che si offre di aiutarla. A questo punto sembrerebbe evidente che Gold voglia spezzare la maledizione, e che si renda perfettamente conto che l’unico modo è far trionfare questo benedettissimo vero amore; la cosa che ancora non ha capito però è che il vero problema non è il sindaco, ma quel tonno di David. Ok, avrà sicuramente tutte le scusanti del mondo nel non aver notato che in quelle visioni Mary aveva i capelli lunghi, era vestita in modo decisamente particolare e c’era neve ovunque, ma addirittura andare da lei dietro le sbarre con quella faccia ad accusarla di aver strappato il cuore della moglie… beh, David caro, ti devi essere perso proprio qualcosa nel passaggio fiaba/reale, alla faccia di I will always find you. Regina non ci mette quindi molto a convincerlo, ma nel farlo ci regala un brivido lungo la schiena come solo lei sa fare: evil doesn’t always look evil. Sometimes it’s staring right at us and we don’t even realize it.
Anyway, le vere svolte di Storybrooke sono ben altre.
Quel pezzo d’uomo di Augustus, lo scrittore, riappare quanto basta per essere eletto personaggio della puntata. La chiacchierata con Henry, per quanto accenni solo alcune cose, riporta il racconto sul giusto binario. Augustus si definisce un believer, come Henry, e suggerisce al piccolo la strategia per aprire gli occhi ad Emma, che invece ha bisogno di prove. Ci dice anche il motivo per cui si trova a Storybrooke: I want to help others to see the light. Questo punto è più interessante di quanto possa sembrare: se il libro è davvero stato scritto da Augustus nel mondo reale, come può essere vero? E’ qualcosa alla Neverending Story? Oppure Augustus ha scritto il libro dopo aver fatto una visita al mondo delle fiabe? O forse il libro non l’ha scritto lui, chissà. Probabilmente, solo ponendomi certe domande, risulto troppo poco una believer e molto un’Emma, e ammetto che è proprio così. Esattamente come Emma sono una persona razionale, che ha bisogno di prove. Non mi accontenterei di un finale senza una spiegazione logica, per quanto possibile ovviamente. Questo punto è senza dubbio molto soggettivo, voi siete più believer o più Emma?
La seconda svolta è la conseguenza di quanto appena scritto, ossia la prova che Henry fornisce ad Emma. Significativo che sia stata scelta proprio una chiave per l’occasione, simbolo di un’apertura a cose nuove, di porte che si aprono a prospettive inaspettate. Emma ha compiuto il grande passo, ora ha la possibilità di guardare nel verso giusto. Certo, da persona razionale come lei so bene che per affrontare un tale cambiamento è necessaria un’apertura mentale, altrimenti qualsiasi cosa, anche la più inspiegabile, può essere riportata ai canoni della ragione solo perché l’ignoto spaventa. Considerazioni a parte, però, Emma ha aspettato sin troppo questo momento: la sua svolta è così cruciale e così tardiva che mi auguro questa sia la volta buona.
In conclusione, con questo scatto alla Usain Bolt, la trama si mette in pari. Sempre più soddisfatti del risultato.
Voto: 8
Totalmente daccordo, eccetto che per il voto…per me ci sta anche un 8 e mezzo / 9 😉
Hai ragione dalla recensione la cosa non sembra coerente 😀
Non ho dato quel mezzo punto in più per due motivi: il primo è la mancanza di una delle caratteristiche principali di questa serie, ossia una qualche nuova rielaborazione; mi rendo conto che fosse necessario in quanto si riprende una fiaba già rielaborata a sufficienza, ma in ogni caso manca un nuovo elemento. Per quanto ben fatta, non ho trovato Evil Snow così credibile, non perché la Goodwin non sia brava, ma è rimasta “cattiva” per pochissimo tempo e nessuno di noi ha realmente creduto che fosse cambiata. Più che il seme della malvagità in lei c’era un’assenza di amore. L’ho trovato un espediente per arrivare da A a B piuttosto che qualcosa che arricchisce il personaggio.
Il secondo è faccia da tonno David (per me una specie di epiteto, tipo Achille piè veloce, si possono anche usare termini da un vocabolario ortofrutticolo: David il broccolo, il peperone ecc). Non mi capacito del fatto che il principe azzurro sia diventato un tale fesso, spero davvero che ci sia una spiegazione sul finale, ma non ne sarei così convinta.
No no mi hai frainteso, non ti ho assolutamente accusata di incoerenza, alla fine un 8 è un ottimo voto, e ci sta benissimo con la recensione entusiasta dell’episodio 🙂
Comunque il mio mezzo/intero voto in più è dato dal fatto che non mi aspetto una rielaborazione di una favola per ogni puntata (anche se, quando lo fanno, da ora in poi le voglio tutte a livello di Cappuccetto Rosso), anche perché le favole sono limitate, quindi col passare del tempo finirebbero con parlare solo della vita a Storybrooke, e ciò non mi va bene, visto com’è impostata la serie dall’inizio. Inoltre la bravura della Goodwin nell’interpretare Evil-Snow non mi ha fatto pesare il poco tempo per cui è rimasta tale.
Faccia da tonno nemmeno lo considero, ormai mi sono rassegnato, ma sotto sotto sono convinto che tutto ciò sia fatto apposta e che Josh Dallas sia un attore con i controcoglioni che fa l’imbecille apposta in modo da creare un contrasto tra il personaggio di David e l’immagine perfetta di Prince Charming di tutte le donne del mondo 😀 sarebbe pura perfidia e allo stesso tempo genialità da parte sua.
Comunque la tua resta un’ottima analisi, complimenti davvero 🙂 alla settimana prossima
A dire la verità ho colto l’occasione che mi hai dato per spiegare meglio quelli che credo essere i difetti della puntata.
Non credo debba esserci una rielaborazione ogni volta, sarebbe una forzatura poco costruttiva, credo però che quando si riprendono anche fiabe già rielaborate gli elementi di novità debbano essere di approfondimento al personaggio e non fini a se stessi. Il personaggio di Biancaneve non ha guadagnato molto con questa storia dell’essere diventata cattiva, a differenza di MM che invece sta facendo dei gran passi avanti.
Su Josh Dallas sono d’accordo con te, anche se la figura del Prince Charming rielaborata da Shrek a questo punto mi sembra decisamente migliore…almeno faceva ridere!
Sono inezie in ogni caso rispetto all’episodio in generale 😉
E grazie per gli apprezzamenti 🙂