Touch – 1×03 Safety In Numbers


Touch - 1x03 Safety In Numbers

Per tenersi a galla e non affogare in un mare di solitudine, bisogna aiutarsi e sostenersi a vicenda. Questo il tema della nuova puntata di Touch, che inizia a mostrare anche i primi timidi segnali della presenza di un disegno più grande, sebbene gli indizi forniti appaiano buttati lì un po’ a caso piuttosto che effettivamente ragionati.

Giunto al terzo episodio, Touch continua a sfornare poche cose buone, ma comincia almeno a provare a darsi un perché. Probabilmente l’originalità dell’idea di base ha spinto gli autori a voler procedere lentamente per permettere ai telespettatori di abituarsi al “modus operandi” della serie. Il problema però è proprio questo: la totale assenza invece di una reale complessità nel plot e la piattezza cui finora è stata condannata una buona intuizione iniziale.

Touch - 1x03 Safety In NumbersLe relazioni matematiche che legano i casi di puntata si sono ridotte alla mera ricorrenza di uno stesso numero (a questo punto ridateci Numbers), ma in generale ad abbassare tutto di livello è una scrittura ridondante e didascalica. Due piccoli esempi, nel dettaglio, ci sono già all’inizio di questo episodio, sia nel dialogo Martin/Arthur sul “dolore dei numeri”, pressoché identico a quello avuto nella precedente puntata (peccato che non fosse un recap), sia quando il protagonista riesce a ripetere per tre volte in tre minuti la frase “He’s communicating with me“. Questo è il genere di errore di scrittura che non solo appesantisce la narrazione, ma appiattisce i personaggi, li rende ottusi nei loro scopi e quindi poco tridimensionali. La “fede” che Martin ha subito abbracciato in modo così categorico non riesce neanche a scontrarsi con lo scetticismo dell’assistente sociale (che già tra l’altro ha visto troppo per continuare a dubitare), il che rende il rapporto tra i due poco in contrasto e dai possibili (probabili?) futuri risvolti solo in chiave sentimentale.

Touch - 1x03 Safety In NumbersL’atavico problema della serie, però, continua a rimanere la presenza di eccessive forzature narrative, che se si fossero limitate a un solo episodio, le avremmo anche potute lasciar correre, ma ormai stanno diventando una caratteristica fissa (e quindi non perdonabile) della serie stessa. Anche in questo caso: possibile che il testimone chiave della frode non voglia parlare con nessuno, ma accetta di aprirsi a un perfetto sconosciuto solo perché gli nomina una favoletta cara al padre defunto? E’ possibile che Martin, per quanto bravo giornalista, riesca in neanche tre ore a trovare la carte giuste e ad interpretarle, così da risolvere un caso che andava avanti da tre anni? E’ possibile che la ragazza che trova il cellulare delle due giapponesi se ne freghi totalmente e, invece di cercarle (se ne erano andate tipo un secondo prima, neanche a dire fossero poco appariscenti), si mette a ficcanasare nei loro video? Ad irritare però ancora di più è, nonostante tutto, il modo semplicistico con cui vengono trattati argomenti che meriterebbero approfondimenti ben più complessi: in questo episodio sono gli abusi domestici e il maltrattamento delle donne (il cattivo davvero dovrebbe impaurirsi di qualche signora che protesta con una padella in mano?), ma già in precedenza la guerra in Iraq, la mafia e la criminalità, hanno avuto tutte la loro dose di stucchevole superficialità.

Si potrà dire che del resto la serie vuole leggere la vita come una favola, ma allora il tutto diventa troppo facile: persino un bambino di cinque anni riuscirebbe a tessere legami e a intrecciare storie se gli fosse consentito di utilizzare tutte le forzature e le semplificazioni che vuole. Non c’è sfida, non c’è interesse, non c’è il gusto della sorpresa: tutto ruota nella banalità e nella sicurezza che prima della fine dei 45 minuti si troverà comunque un modo astruso per far quadrare il cerchio e far andare tutto per il meglio.

Touch - 1x03 Safety In NumbersL’episodio ha però indubbiamente anche il merito di riscattare la lentezza del precedente con un buon ritmo nel montaggio e l’efficacia di alcune scene come quella del ballo. Soprattutto, però, a incuriosire sono i misteri che incominciano a essere introdotti, sebbene siano anche questi buttati lì un po’ a caso: il passato dell’assistente sociale nonché quello da giornalista di Martin, le strane reazioni di Jake e il mistero che circonda la stanza numero 6 (perché l’assistente sociale si chiede cosa ha di speciale, ma non si prende la briga di entrare un secondo e dare una controllata?). Colpisce l’efficace modo di inquadrare la porta, in stile un po’ stanza 237 di Shining, ma anche qui è forte il dubbio che si possa virare verso qualcosa di realmente cupo e disturbante. C’è poi un grande punto interrogativo sulle storyline del concerto e dell’Africa, che a conti fatti stavolta non hanno il minimo legame con il plot principale di puntata (a parte la presenza dei numeri); l’unica motivazione alla loro esistenza è che siano riprese in futuro, altrimenti non si capisce che senso abbiano avuto all’interno della storia.

Touch - 1x03 Safety In NumbersIl finale dell’episodio serve comunque a dare più solidità alla struttura della serie: Martin Bohm è e sarà, metaforicamente, il “principe invisibile” che con la sua spada magica correrà in aiuto dei più bisognosi. Ecco, anche questa ulteriore riduzione a favoletta della buonanotte della tematica del superuomo un po’ eroe un po’ condannato dalla sua condizione (in stile Person of Interest) è la conferma che il buonismo di Touch va ormai letto nell’ottica di una fiaba edulcorata sul potere salvifico delle relazioni e della solidarietà tra gli uomini. Sarebbe allora più giusto un cambiamento di stile (Heroes, nella sua confezione fumettistica, era almeno più credibile), perché è inutile cercare di farci percepire la storia come “realisticamente drammatica” se a conti fatti poi non lo è (l’unica in tre puntate a fare le spese in senso negativo del compiersi del destino è la barbona investita da un auto, come a dire, vabbè, quella è una poveraccia, la possiamo anche sacrificare). Il più grande difetto di Touch è che i suoi episodi sono più prevedibili di un’indagine per omicidio risolta in un procedurale. E quel che è peggio, è che è pure tutto oltre l’inverosimile.

Voto: 5 ½

 

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