Game of Thrones – 2×03 What Is Dead May Never Die 1


Game of Thrones - 2x03 What Is Dead May Never DieGame of Thrones scopre sempre di più le carte in tavola, infittendo ancora di più il gioco di alleanze e contrasti che sta pervadendo i sette regni, in quello che sembra il preambolo ad una guerra senza precedenti.

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Jon Snow
L’inizio dell’episodio ci offre solo uno sbirciata di pochi minuti al di là della barriera, dove Jon Snow scopre l’acqua calda che Cranster uccide i neonati maschi, e si becca la cazziata dal Lord Commander: Abbiamo altre guerre da combattere, e ci servono anche uomini come Cranster. Qui, oltre al delineamento ormai noto dei tratti onorevoli e nobili di Jon, che fa proprie cause altrui mosso solo dallo spirito di giustizia, troviamo un accenno – finalmente – alle creature oltre la barriera: “Qualunque cosa fosse, suppongo la rivedrai ancora”. Nonostante, quindi, il breve minutaggio della scena, le sequenze nel “vero nord” risultano sempre interessanti e sono convinto occuperanno grosso spazio – ed importanza – nella seconda parte della stagione.

Renly Baratheon
Game of Thrones - 2x03 What Is Dead May Never DieIl fratello più piccolo del fu Re Robert si sta preparando a scendere in guerra, e di certo non rifiuterà l’alleanza con Robb Stark, data l’amicizia tra le famiglie e il nemico comune.
Ma Renly, prima di parlare di tattiche con Lady Stark, deve risolvere alcune questioni interne: come gli ricorda il suo stesso amante/cognato, sua moglie è ancora “vergine” dopo due settimane di matrimonio, e la gente inizia a sparlare.
Ma la pragmaticità di Margaery Tyrell sorprende lui quanto lo spettatore: è consapevole della sua omosessualità, ed è disposta anche a scendere a “compromessi” pur di donargli un erede.

Theon Greyjoy
Game of Thrones - 2x03 What Is Dead May Never DieL’ex-protetto degli Stark sta trovando sempre più difficile far collimare gli intenti della sua famiglia con quelli della casa di Winterfell: non solo il padre non ne vuole sentire di giurare fedeltà, ma vuole marciare contro di loro (“Gli uomini di Ferro saccheggeranno e deprederanno come ai vecchi tempi su tutta la costa settentrionale”) e conquistare il nord mentre Robb è impegnato a combattere i Lannister.
Theon sembra ormai impotente di fronte alla decisione del padre (che fa più affidamento sulla sorella che su di lui) e questo tassello – così come tutti gli altri – dà l’impressione che giocherà un ruolo importante nei futuri assetti bellici. Theon rimarrà fedele alla propria famiglia e li aiuterà ad attaccare gli Stark? Difficile a dirsi: nonostante incenerisca la lettera di avvertimento a Robb, e compia una sorta di battesimo/giuramento di fronte al padre e alla sorella, il suo schieramento è ancora tutt’altro che certo. Rimane da valutare, tuttavia, un eventuale ritrovato attaccamento a quella famiglia da cui tempo fa era stato allontanato e che ora vuole riconquistare, sebbene questo possa significare tradire l’amico Robb.
Anche questo filone, dunque, ci tiene col fiato sospeso e sollecita il nostro interesse per i suoi sviluppi.

King’s Landing
Game of Thrones - 2x03 What Is Dead May Never DieThe queen mustn’t know
. Protagonista indiscusso delle vicende nella capitale è Tyrion, che in veste di nuovo Hand of the King sta mettendo alla prova la lealtà dei propri consiglieri, per non fare la fine dei suoi due predecessori. Dopo aver mandato alla barriera Slynt, l’ex capo della guarda cittadina reo di aver tradito Eddard Stark, stavolta è il turno di Pycelle, l’anziano consigliere, che con il raggiro ideato da Tyrion viene scoperto quale spia della regina e non fedele, quindi, all’Hand of the King.
Attraverso le bellissime sequenze in cui the dwarf si prende gioco, uno dopo l’altro, dei tre consiglieri, abbiamo nuovamente conferma di quanto in questo personaggio l’intelligenza e la furbizia controbilancino ampiamente le difficoltà fisiche: riesce a scovare un traditore, trovare un mezzo per ottenere la liberazione del fratello (mandare Ditocorto da Catelyn) e sistemare Shae (grazie a Varys, che saggiamente gli consiglia “Power resides only where men believe it resides“) mettendola al servizio di un’estremamente malinconica Sansa. Una malinconia colta da Cersei che, durante la cena, le manda sguardi che dicono tutto: la Regina capisce che la ragazza si trova in una situazione non molto diversa da quella che ha passato lei quando ha sposato Robert. Che possa provare pietà per la giovane Stark? Secondo me no, in quanto Cersei si sta configurando come la principale villain di questa stagione.

L’episodio si chiude sulla via per la barriera, in cui la crudeltà degli uomini inviati da Joffrey non ha nulla da invidiare a quella dei bruti visti ad inizio puntata: uccidono il buon Yoren e non si fermano neanche davanti ai bambini. Gendry e Arya si salvano, e quest’ultima riesce a convincere gli emissari di aver già ottenuto ciò per cui erano venuti (la morte di Gendry).

Ricapitolando abbiamo:

–  Joffrey che passa il tempo a far uccidere i figli bastardi di Robert, mentre il nonno è in guerra con gli Stark

–  Stannis, vero erede al trono, che si affida più a stregonerie che ad una valida alleanza quale poteva essere quella col fratello

–  Renly, che sembra essere molto accorto nello scegliersi le alleanze (vedasi matrimonio con Margaery e amicizia con gli Stark)

–  Robb – King in the North come ricorda la madre davanti a Renly – che in questo episodio ci è mancato ma che è il più agguerrito, nonché ben schierato, avversario dei Lannister

–  Greyjoy, che sta pianificando l’attacco al nord mentre Robb è impegnato a Sud

–  Daenerys, altra grande assente dell’episodio, la cui sidestory è ancora arida come il deserto che sta attraversando, e necessita al più presto di una ripresa

Game of Thrones ci regala quindi un altro episodio splendido, che getta le basi per un conflitto di ampio respiro che avrà luogo su più fronti in tutti i setti regni, e in cui alleanze e strategie saranno gli elementi portanti. Tutto questo mentre l’inverno è sempre più vicino, e le minacce oltre la barriera sempre più concrete.

Voto: 9

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