La terza stagione di Glee volge al termine e soprattutto si conclude la serie per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi: gran parte del gruppo prende il tanto desiderato diploma e, dunque, si arriva alla puntata dedicata agli addii. Saranno riusciti a mantenere uno straccio di realismo almeno qui? Ovviamente no.
Questa annata era iniziata discretamente bene, con episodi che sembravano voler mettere una pietra sopra allo scempio della seconda stagione e andare dritti verso puntate che non girassero attorno alle canzoni, ma le inglobassero e le rendessero utili a spiegare la storia di questi ragazzi e del loro ultimo anno tutti insieme. Purtroppo negli ultimi episodi si è assistito a scene abbastanza discutibili, non ultima una polarizzazione della trama verso la coppia Finn-Rachel e il loro “matrimonio sì matrimonio no” che ha messo da parte molti altri personaggi (non ultimo Kurt).
L’ultima puntata, che già dal titolo “Goodbye” fa presagire la volontà di strapparci lacrime dagli occhi fino a lasciarci prosciugati, finisce in realtà col far risultare il tutto abbastanza stucchevole. Innanzitutto parliamo delle improbabili botte di culo fortune cadute dal cielo su diversi personaggi, giusto per giustificare il fatto che l’anno prossimo li vedremo molto meno perché presi a vivere le loro fantastiche vite: Mercedes e il suo contratto discografico improvviso e solo perché Sam ha messo su youtube il filmato di Disco Inferno; Mike Chang e la borsa di studio che gli arriva direttamente in braccio più o meno nello stesso momento; Santana che scopre di avere un sacco di soldi (messi da parte direttamente da Gloria Estefan per l’occasione) per poter andare a New York a fare non si è capito bene cosa, però di sicuro non la cheerleader; Rachel e la sua ammissione al NYADA, di cui però parlerò più avanti.
A fianco di questi personaggi e delle loro tanto meravigliose quanto improbabili vite, ci sono gli emarginati. Parliamo un attimo di Brittany, per cortesia? Com’è che mezza scuola ha passato notti insonni a far studiare Puck e nessuno (nemmeno Santana) si è sbattuto 30 secondi per aiutare lei? Va bene, questo ci permetterà di rivederla sempre l’anno prossimo – e poi credo che Ryan Murphy si sia divertito a separare tutte le coppie dell’anno! – ma com’è possibile questa disparità di trattamento? E già che ci siamo, com’è possibile che abbiano messo una scena tanto WTF come quella tra Quinn e Puck? Il bacio che risveglia? Ma dove siamo, in Once Upon a Time?
Un altro clamoroso emarginato è Kurt. L’unica scena che gli ha reso giustizia è stata quella di Burt (che ricordiamolo, è il padre che tutti noi vorremmo avere) che gli dedica il balletto di Single Ladies, con uno splendido montaggio alternato che mostra il balletto originale della prima stagione affiancato alle mosse improbabili ma divertentissime di suo padre: credo che sia l’unico momento bello non solo del minutaggio di Kurt, ma di tutta la puntata. Dopodiché succede l’impensabile: il suo discorso con Blaine viene fatto scivolare via rapidamente (vorremo mica togliere del tempo a Rachel che sceglie le sedie di un matrimonio che non si farà, vero?), gli viene dato giusto il tempo di cantare una buona “I’ll remember” e poi il disastro. La sua meravigliosa esibizione per i provini del NYADA viene surclassata da quella (inesistente e recuperata solo alle Nationals) di Rachel e invece che mostrarci la sua reazione – non mi sembra che il sogno di Broadway sia proprietà esclusiva di Rachel in questa vicenda – ci viene fatto vedere insieme a tutti gli altri in stazione a salutare la “vera star” che segue il suo destino. Era davvero così impensabile mostrare qualcosa di più?
Probabilmente sì, perché l’unico ragazzo del gruppo attorno al quale gira l’intera puntata è l’eroe dall’armatura scintillante Finn Hudson. Personalmente non ho mai visto in lui queste capacità da leader che tanto vengono decantate, ma va bene, mi son sempre detta, sarà un problema mio. Ma qui si esagera: Finn che conduce la canzone dedicata ai junior (You get what you give, tra l’altro un’ottima scelta); Finn a cui viene dedicato (?) da Artie (?!?) la canzone dei junior (In My Life dei Beatles, incredibilmente ben fatta) perché lui “è stato loro amico, anzi, suo amico e li ha difesi ed è stato accanto a loro, losers, nonostante lui all’inizio fosse un sacco cool e quindi grazie, nostro salvatore, che ti sei sacrificato per noi); Finn che non viene preso all’Actors Studio, ma ha già in mente di ristabilire la memoria di suo padre; infine, Finn che lascia Rachel “perché la ama troppo” (davvero davvero) e vuole che insegua il suo sogno, quindi “la libera” da ogni incombenza, nonostante abbia simpaticamente sottolineato che lui la ama più di quanto lei ami lui (“No-one is 100% sure of anything.” “I am”. Ecccerto, lui è Finn Hudson, ha 18 anni ma ha già capito tutto dalla vita); infine, Finn che si arruola nell’Esercito non solo per ristabilire l’onore di suo padre, ma anche perché “è uno di quei posti in cui lei non l’avrebbe mai potuto seguire”.
Che facciamo, santo subito?
Un’ultima parola sui professori. Che Will si lanciasse sul momento strappalacrime era già preso in nota da mesi (anche perché ricordiamo che dei ragazzini 18enni sono i suoi migliori amici e che lui è il prof più emotivo della storia), ma ho almeno apprezzato il momento (ovviamente con Finn protagonista, e ci mancherebbe!) in cui confessa il modo in cui è riuscito a far entrare il ragazzo nel Glee Club. Una confessione che lo rende un po’ meno Mister Perfettino e un po’ più umano.
Sue, d’altro canto, è protagonista di due scene diametralmente opposte: vederla commossa con Quinn ovviamente le fa guadagnare punti sulla scala dell’umanità, ma glieli fa perdere sulla scala Grinch che più le si addice; tuttavia (e questo è forse il lancio migliore per la prossima stagione) individuare un nuovo nemico da abbattere insieme a Black Sue (povero preside!) non potrà che fare del bene al suo personaggio, attualmente lontano anni luce da ciò che era nella prima stagione.
Un finale piuttosto deludente, quindi, che se si fa apprezzare per alcune scelte (Rachel che canta Roots Before Branches fino a New York) dall’altra ha fatto sentire la mancanza dell’aspetto corale che ha da sempre caratterizzato Glee. Certo, che alcuni personaggi fossero più importanti di altri si è sempre saputo, ma questa puntata ha evidenziato la questione in modo piuttosto fastidioso, e sono convinta che si potesse fare molto, ma molto meglio di così.
Voto puntata: 5
Voto stagione: 5/6
Sono incavolato nero… Mi aspettavo che dopo la (giusta) ricompensa di far vincere al gruppo del glee club le nazionali, gli autori,nel pieno stile del telefilm, ci offrissero un sad ending; non so se sono io che considero la storyline fra Finn e Rachel stucchevole e frivola (aiutato da un Finn che fin dalla prima stagione mi è sembrato un personaggio non all’altezza del telefilm,e non si può dire che compensasse con le qualità canore) e che quindi mi trovo deluso dal finale dell’episodio però mi aspettavo sicuramente di più.
Anche io avrei preferito un maggior spazio ai personaggi secondari (o quantomeno pari minutaggio anche agli attori che escono di scena) ma soprattutto un maggior passaggio di testimone verso coloro che saranno protagonisti l’anno prossimo. Va bene che non sarà un ricambio TOTALE,ma sapranno i soli Artie,Brittany,Blaine & C. sostituire personaggi che sono stati utilizzati come mostri sacri negli ultimi episodi??? e soprattutto con quale stimolo o spunto narrativo per la quarta stagione??? non c’è stato uno che sia un riferimento a ciò che potrebbe succedere l’anno prossimo e se si deve riconoscere che la bravura negli autori è sempre stata quella di creare e raccontare bene i personaggi nuovi allo stesso modo con l’addio di metà del cast originale non avrebbe fatto male lasciare qualche ragione in più per farci dire “non vedo l’ora che arrivi la quarta stagione”.
Detto questo nonostante la stagnazione nel bimbominkiesco che sta avendo la serie bisogna riconoscere in quest’ultimo episodio come la scelta dei brani sia stata azzeccata ed impeccabile a sostegno della tesi che più le canzoni sono ricercate ed inserite bene nel contesto e migliore viene la puntata (oltre ad offrire uno spunto di cultura musicale da non sottovalutare,le prime 2 stagioni le ho seguite anche per questo)…
la cosa peggiore è che tutti i personaggi più di spessore si sono diplomati e ci sono rimasti quelli un po’ defilati. non ho la minima idea di come struttureranno la prossima annata, ma se questi sono i presupposti mi sa che non partiamo bene proprio per niente…