Mad Men – 5×13 The Phantom 7


Mad Men - 5x13 The Phantom“Si vive solo due volte, o così sembra
Una vita per te stesso e una per i tuoi sogni
Passi attraverso gli anni e la vita sembra banale
Fino a che compare un sogno ed il suo nome è amore.”

You Only Live Twice – Nancy Sinatra 


Abbiamo osservato per un’intera stagione Don Draper che cercava di rifarsi una vita, tentando con tutte le sue forze di convincersi (e convincerci) che sì, questa volta poteva funzionare: che avere avuto una doppia vita fino a quel momento, “una vita per se stesso”, non poteva precludergli quella del sogno, dell’amore incredibile, sognato e aspettato (e in questo senso ora capiamo ancora di più il legame tra la rapidità della proposta di matrimonio a Megan e la morte di Anna Draper). L’abbiamo guardato in questo suo tentativo e abbiamo osservato, con l’occhio clinico di chi quell’uomo lo conosce fin troppo bene, il suo distaccamento dal lavoro, il suo disinteresse, il suo modo di nascondere sotto il tappeto le incomprensioni con una moglie lontana anni luce da lui. “Quando lo capirà?” ci siamo chiesti, ed ecco che sono arrivati, uno dopo l’altro, i lutti della sua vita: la perdita di Peggy – e proprio per questo l’incontro al cinema assumerà un’importanza fondamentale – e il suicidio di Lane, che riporta in superficie la perdita del fratello Adam, impiccatosi anch’egli dopo un rifiuto da parte di Don.

Mad Men - 5x13 The PhantomE’ stata una stagione terribile, questa quinta di Mad Men, segnata dal dolore, dalla perdita e dalla morte, ma anche dalla rinascita, impersonata in modo profondo da Peggy che non a caso è l’unica ad allontanarsi in modo cosciente e maturo dal mondo che gravita attorno alla SCDP. E’ un periodo che tutti noi siamo abituati a vedere come quello ideale e della creatività, quello che vorremmo aver vissuto, per una rivoluzione culturale, artistica e sociale che non ha precedenti storici; eppure Mad Men ci spinge – come sempre – a guardare al di là del nostro naso: perché noi negli anni ’60 ci siamo entrati con gente degli anni ’20 e questo periodo per loro non è affatto positivo. Assistiamo qui alla morte dei padri e alla rinascita in parte loro e in parte dei loro “figli”: del resto quale modo migliore per sottolinearlo se non l’arrivo della Pasqua?

It’s going to be different now. It always is.

Mad Men - 5x13 The PhantomQuesti figli, così diversi e così lontani persino tra di loro, giungono a conclusioni introspettive impossibili da prevedere anche solo ad inizio di questa stagione. Peggy sta finalmente ottenendo quello che desidera, anche se a fatica se ne riconosce i meriti: la si vede dare ordini ai suoi sottoposti, ma ancora poco abituata a sentirsi chiedere “What do you want?”, ad essere parte davvero decisionale all’interno di una campagna pubblicitaria; però poi la vediamo in Virginia, e anche se non è Parigi e fuori dalla finestra vede due cani in accoppiamento invece della Tour Eiffel, appare soddisfatta e soprattutto grata a Don, che le ha insegnato come “scrollarsi di dosso le ragnatele” per schiarirsi le idee ed essere sempre un passo avanti nel lavoro.

Mad Men - 5x13 The PhantomPete è invece un personaggio che in questa stagione non ha affatto brillato e che anzi, probabilmente ha toccato proprio il fondo, preso a pugni (metaforicamente e anche no) da chiunque, e soprattutto preso in giro da una vita che ironicamente gli fa ottenere l’appartamento tanto desiderato solo quando non ha più una Beth con cui condividerlo. E’ solo davanti ad una donna che gli ha regalato gli unici momenti di gioia degli ultimi tempi, e che tuttavia ora non lo ricorda più (e quanti, quanti discorsi si potrebbero fare su questi “elettroshock curativi”), che Pete capisce il suo percorso: il suo non è volere sempre altro, non è solo voglia di avventura e di sentirsi ancora attraente, ma necessità di cambiamento legata all’insoddisfazione per la vita che ha ottenuto. E’ una nuvola di pessimismo quella che ha circondato Pete; è autodistruzione, propria e degli altri – come il discorso iniziale a Joan in The Other Woman faceva già capire; è il trasformare una splendida piscina nel cortile in un presagio di morte per la propria figlia. Ma l’autocoscienza del proprio disagio arriva insieme alla consapevolezza che la vita in famiglia (“la vita in campagna”, avrebbe detto Coe) è solo un rimedio temporaneo per un dolore intrattabile; forse proprio questa autoanalisi potrà salvarlo, a differenza del nostro Don.

Mad Men - 5x13 The PhantomE poi c’è Megan, ancor più nel ruolo di figlia in questa puntata che vede il ritorno di una madre crudelmente realista (“The world cannot support that many ballerinas”) ma forse l’unica ad intravedere quello che la figlia sta cercando di fare: correre dietro ad un fantasma, che riuscirà a raggiungere solo approfittando del marito e rubando l’idea all’amica. Il discorso che Marie fa a Don è però un’arma a doppio taglio: quel riferimento a “chi ha temperamento artistico ma non è un artista” (così vicino al disprezzo che Megan ha per la pubblicità, secondo Don) e soprattutto quella previsione per il futuro (“supportala in questa sconfitta e avrai la vita che desideri”) cominciano a scavare una lunga strada nella mente e nel cuore di Don, che lo porterà invece a sostenere il successo della moglie a scapito suo.

Don’t go. Don’t leave me.

Questo “The Phantom” è un season finale anomalo, che colpisce per il suo essere profondamente simbolico e riflessivo, a fronte degli ultimi due episodi che hanno squarciato il velo ipocrita del benessere (nel senso etimologico di “stare bene”) mostrandoci il lato oscuro dell’essere umano.
Mad Men - 5x13 The PhantomL’onnipresenza di Lane (paradossalmente mai nominato davvero) pervade l’intera puntata, non solo come riferimento diretto – la sedia vuota, il dialogo di Don con una moglie che è stata incapace di vedere davvero il marito e che per difesa attacca proprio chi è arrivato a darle un aiuto – ma anche come reazione dei personaggi alla sua morte. Se Joan si chiede cosa avrebbe potuto fare (e significativa è la risposta fulminea di Don, “Nothing”, come se lo dicesse a se stesso per far tacere il senso di colpa) e Roger ricerca nell’alienazione lisergica dalla realtà una soluzione al vuoto del presente, il nostro protagonista si trova ad affrontare le visioni del fratello che lo costringono a fare i conti con i suoi demoni interiori.

Quel dente – che nel suo essere marcio non è da solo – è la dimostrazione di quanto mostrato sin dall’inizio della stagione: il dolore, quello vero, può essere rimandato fino ad un certo punto; quel “it’ll go away, it always does” si può dire di qualunque cosa, fino a che la sofferenza non diventa insopportabile. E il rapporto con Megan, seppur voluto, ricercato e combattuto, non rappresenta la salvezza sperata, non è il sogno il cui nome è amore.
Mad Men - 5x13 The PhantomCerto, Don ci tiene a lei ed è sinceramente colpito quando osserva il suo provino, ma quel dualismo libertà/possesso, quella lentezza che lo porta ad essere sempre fuori tempo lo conducono all’inevitabile decisione: non è più possibile rimandare, non può più tenere la moglie e le sue aspirazioni a casa come vorrebbe – e come Megan astutamente gli suggerisce quando gli chiede la parte (“so I’d be home for dinner”, alla faccia della captatio benevolentiae). La supporta, lascia che i riflettori si accendano su di lei, ma lascia anche che il buio torni dentro di lui, come ci mostra la splendida carrellata a precedere sul finire dell’episodio – alla faccia di tutte le Marie del mondo che credono che le serie tv abbiano temperamento artistico, ma non siano arte.

E’ arduo comprendere cosa si nasconda dentro quest’uomo, che è senza alcun dubbio uno dei personaggi meglio dipinti della storia delle serie tv; ed è difficile capirlo se non si presta attenzione ad uno dei suoi rari momenti di sincerità assoluta, che non a caso avviene alla presenza dell’amica Peggy:
That’s what happens when you help someone. They succeed and move on.”
Don’t you want them to?
I’m proud of you. I just didn’t know it would be without me.”
Mad Men - 5x13 The PhantomL’intera vita di Don è basata su una fragilità per certi versi inattesa: abituati a vederne la forza, la mascolinità e il suo essere così dannatamente attraente, dimentichiamo che è figlio di una prostituta e di un uomo che lo picchiava ripetutamente e che è morto davanti ai suoi occhi. Don può solo avere, possedere interamente, e non solo perché figlio di una cultura che vede l’uomo come sesso forte, ma anche e soprattutto per una solitudine che si porta dentro e che gli fa vedere l’allontanamento come una perdita, come un lutto da cui non si torna più indietro. E’ solo quando si trova sotto anestesia che ha modo di dire ad Adam “non lasciarmi”; è solo con la mancanza della razionalità che riesce ad ammettere la presenza del vuoto, dell’assenza, del buio.

Mad Men - 5x13 The PhantomCosa ci attenderà nella prossima stagione è davvero un enigma, anche se quel finale pare mostrarci un ritorno di Don alle origini – e del resto, cosa puoi fare quando sei convinto di perdere qualcuno per sempre se non allontanartene per primo? Le previsioni per la SCDP sono più che rosee, con l’arrivo di nuovi uffici e nuove finestre da cui osservare il futuro; ma gli uomini (e la donna) al suo interno? Che fine faranno? Ognuno di loro (a parte Bert, ma non fa ormai molto testo) quest’anno ha subito una sconfitta: Joan è andata a letto con Rennet, Pete si è perso nella sua stessa vita, Lane si è ucciso, Roger non è più il lavoratore di un tempo e sembra trarre soddisfazione solo dall’LSD e da nudi integrali davanti alla finestra (so proud of you, John!), e Don è il nostro Don, il nostro uomo in caduta libera dall’ultimo piano di un grattacielo.

Una puntata in controtendenza rispetto ad altre serie tv (quanti avrebbero chiuso con il suicidio di Lane?) e che proprio per questo conferma il trend eccezionale di questa quinta stagione. Abbiamo atteso tanto per queste (brevissime, accidenti) 13 puntate, ma alzi la mano chi pensa che non ne sia valsa la pena; sì, sicuramente qualcuno ci sarà, perché piacere a tutti è impossibile, e senza dubbio ci sarà chi dirà che questo indulgere nei simbolismi sia prova di eccessivo autocompiacimento. Eppure non posso fare a meno di eleggere la quinta stagione di Mad Men a prodotto migliore dell’ultimo anno di televisione, e che Bryan Cranston mi perdoni.

Voto puntata: 9

Voto stagione: 10 (che non è una media, ovviamente, ma un tributo alla qualità sconcertante di queste incredibili  13 puntate)

Note:

– La Topaz non è soddisfatta del lavoro della SCDP e afferma che “c’è bisogno di una donna”, e non certo di quella “black coffee out there”. In una sola frase si relega una donna a “faccende femminili” e se ne insulta un’altra per il colore della sua pelle. Credo sia un nuovo record.
– La moglie di Lane scopre la famosa foto che Lane trovò nel portafogli abbandonato nel taxi nella season premiere e pensa che sia l’amante del marito. Un modo ironicamente amaro per sottolineare quando la donna non avesse davvero capito nulla di suo marito.
– La Pasqua nel 1967 è stata a fine marzo, ma la canzone di Nancy Sinatra fu registrata ad aprile e comparve nel film di James Bond a giugno. Tra le tante ipotesi in rete, prende corpo non tanto quella dell’errore quanto quella dello spostamento temporale: nessuno ci vieta di pensare, infatti, che l’ultima scena sia stata ambientata in mesi successivi rispetto ai fatti del resto della puntata.

[rps]

 

Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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7 commenti su “Mad Men – 5×13 The Phantom

  • Penny Lane

    Complimenti Federica, grazie per le belle recensioni che ci hai regalato (anche agli altri recensori ovviamente), non ultima questa: un season finale che si apprezza compiutamente solo una volta effettuate le non sempre intuitive (ma necessarie, volenti o nolenti) riflessioni. Per quanto mi piaccia BB però, non credo ci sia bisogno di scusarsi con Cranston, (imho) non c’è proprio storia 😀 con questa stagione Mad Men è ufficialmente la migliore serie che abbia mai visto: “alla faccia di tutte le Marie del mondo che credono che le serie tv abbiano temperamento artistico, ma non siano arte.” 😉

    Ps sapete quanto dovremo aspettare per la sesta??

     
    • xfaith84 L'autore dell'articolo

      grazie Penny! =) dirò ufficialmente che (almeno per quanto riguarda me) queste recensioni sono state in assoluto le più difficili da scrivere, ma quelle che mi hanno dato più soddisfazione; aspettavo Mad Men (come tutti) da troppo tempo e non potevo neanche lontanamente immaginare tutta questa bellezza.

      sulla sesta non si sa nulla, che io sappia! sicuramente attenderemo “solo” un anno, visto che il lungo e travagliato rinnovo era arrivato sia per la quinta che, appunto, per la sesta. Quindi non dovrebbero esserci ritardi di sorta. che poi vada in onda a marzo o a luglio non lo so proprio… di sicuro manca TROPPO tempo. =)

       
  • Gabri

    Ottima recensione concordo su tutto, voto compreso 😉
    Ora però viene da chiedersi: come faranno a fare una sesta stagione che sia all’altezza di questa? =) Perchè sono state 13 puntate straordinarie e almeno io, non riesco proprio ad immaginare niente di più bello..

     
  • Joy Black

    REcensione da 10 e lode come sempre.

    Nessun aggettivo è adeguato per descrivere la bellezza e la magnificenza di questa quinta stagione. Un opera d’arte degna di essere proiettata in un museo.
    L’immagine di Don che si allontana dal set nell’oscurità, è delle sequenze più belle che mi sia mai capitato di vedere.

    @Gabri ci chiedevamo la stessa cosa alla fine della quarta stagione e guarda cosa hanno tirato fuori. Ogni stagione Mad Men riesce ad alzare sempre di più l’asticella della qualità… è incredibile.

     
  • Attilio Palmieri

    Federica: COMPLIMENTI. Recensione immensa.

    D’accordo con Joy: anche io sono tra quelli che consideravano la quarta stagione la migliore di Mad Men, non solo per la presenza di perle come “The Suitecase o The Summer man”, ma anche per la stratificazione raggiunta dai personaggi e dal complessivo tracollo esistenziale. C’era una parte di me che per questa quinta temeva che la facessero fuori dal vaso, ma hanno tirato fuori il coniglio dal cilindro.
    Non so cos’aspettarmi dalla sesta, di sicuro qualcosa di nuovamente sorprendente.

    Ribadisco che il carrello dalla luce del set (sinonimo di finzione, pars pro toto di un mondo artefatto) alle tenebre della vita, con Nancy Sinatra che inizia a cantare, è tra i movimenti più belli della storia degli audiovisivi. A quel punto Don esegue il trucco più bello, ha il colpo di coda, e urge un Old Fashioned per tornare Old Stile.
    Ma non avrebbe potuto farlo senza le parole di Mrs. Calvet, attratta non a caso alchemicamente da Roger, con il quale condivide il disincanto per la vita e una lucidità di rara acutezza.

    Momento più bello della stagione: finto montaggio alternato presentazione account jaguar/Joan all’appuntamento col cliente

    Personaggio scritto meglio: Roger Sterling

    Grazie Mattew Weiner!
    a.

     
  • sasà

    ottima recensione e stagione PERFETTA. io non ho mai temuto che questa potesse essere meno bella delle altre, soprattutto perchè hanno avuto circa un anno e mezzo per renderla il capolavoro che è stato. un Grazie a Weiner anche da parte mia 🙂 e grazie a voi per le recensioni

     
  • xfaith84 L'autore dell'articolo

    grazie ragazzi =)

    io onestamente non so bene cosa mi aspettassi da questa stagione. a parte che è passato troppo tempo (e soprattutto troppe serie tv nel mezzo) per ricordarmelo, quello che so è che mai lontanamente avrei immaginato una cosa del genere. Dovrei rivedere la quarta per fare un paragone più azzeccato, ma onestamente non ricordo ci sia stata una perfezione così costante come si è riscontrata in questa quinta.
    Andiamo tutti da Marie a dirle “Questa è arte, signora mia!” XD