The Mob Doctor – 1×01 Pilot


The Mob Doctor - 1x01 PilotPer avere successo nel 2012 proponendo una medical drama, bisogna avere un’idea incredibilmente buona: non è un mistero, infatti, che del genere ci siano state proposte decine di serie tv e che si sia arrivati ad un punto in cui o il soggetto è veramente originale oppure si ritrova ad essere una copia di tutte le serie già esistenti. Come si colloca questo The Mob Doctor

Il titolo, di una banalità imbarazzante, ci dice sin da subito di cosa stiamo parlando: abbiamo un medico, in particolare una dottoressa (Grace Devlin interpretata da Jordana Spiro), che lavora con/per la mafia. L’originalità forse non è la prima carta che si gioca questa serie, ma di certo l’interesse suscitato sì: quante cose si possono inventare, quanti dilemmi morali, quante situazioni che navigano nelle zone più grigie e a volte anche nere dell’etica personale?

Nessuna.
Ecco, questo è il difetto più grande che emerge dal pilot: nessuna di queste zone viene davvero esplorata, tutto si muove sul limite della debolezza sia di sceneggiatura che di costruzione dei personaggi, che risultano – soprattutto la protagonista – quanto di più improbabile la televisione possa offrire. Tutto questo, come se non bastasse, viene inserito in una puntata in cui accade di tutto e alla velocità della luce, come se mettere la protagonista in mezzo a mille vicende fosse un modo per rendercela interessante; il risultato è invece quello di un personaggio che agisce senza delle solide motivazioni alle spalle e che stabilisce di volta in volta dove stia la moralità, ma non certo nel modo che ci potremmo aspettare.

Mi chiamo Grace Devlin e faccio il medico.

The Mob Doctor - 1x01 PilotNon è infatti il suo lavoro con la mafia a mettere in discussione la sua bussola morale: è nella vita quotidiana che Grace stabilisce dove stia la ragione e dove il torto, e di conseguenza quando gli altri patiranno delle conseguenze o no.
Nella sua movimentatissima vita ospedaliera, la dottoressa compie due scelte di grandissima rilevanza basandosi su due concetti praticamente opposti. In un caso denuncia un suo superiore per una negligenza che ha portato alla morte di un bambino; a differenza della sua collega, che pur consapevole di ciò che è successo non se la sente di esporsi attaccando uno dei suoi capi, Grace non ha alcun dubbio e riporta l’accaduto al capo di chirurgia (Željko Ivanek). Azione moralmente giusta? Difficile dire di no, anche se il modo di presentarci questa sua scelta come quella di un’eroina senza macchia e senza paura (che pur di denunciare il medico mette a repentaglio un altro suo intervento di fondamentale importanza) la rende più fastidiosa che altro.

Contemporaneamente, la scoperta di una ragazzina di sua conoscenza incinta pur senza aver avuto rapporti completi, a causa di una malformazione, la porta a mentire al padre e a fargli firmare il consenso per una rimozione di ciste ovarica invece che per un aborto.
Condivisibile? Molto meno: ma alla fine la spunta lei, e così la sua personalissima concezione di ciò che è giusto e sbagliato diventa scelta per tutti. Per il fidanzato, medico anch’egli e costretto a mentire (Zach Gilford, Friday Night Lights), per la ragazzina (ben contenta ora, ma come starà quando non potrà parlare con nessuno del suo aborto?), per il padre e per chiunque abbia un minimo di deontologia professionale.
Con il primo paziente, quindi, etica del lavoro sopra ogni cosa; con la seconda, who cares?: in ogni caso, sembrano volerci dire gli autori, lei è nel giusto.

Mi chiamo Grace Devlin e lavoro con la mafia.

The Mob Doctor - 1x01 PilotLa parte più importante della  serie dovrebbe essere, appunto, il legame con la mafia, quindi ci si dovrebbe aspettare una motivazione complessa, intricata, devastante per cui Grace viene ricattata.
E invece no, ha solo avuto la sfortuna di avere un fratello cretino, che si è messo nei guai e che l’ha spinta a chiedere al boss Moretti “Vi prego, no, tutto ma non il mio adorato fratellino”: è un motivo drammaturgicamente debolissimo, ma ciò che è peggio è che viene portato avanti in modo ancora più debole quando a fine puntata il nuovo boss Costantine (uno che finge di passare da ex cattivo solo per far fuori il capo e tornare in sella) le offre la possibilità di chiamarsene fuori trasferendosi in un’altra città e lei non accetta perché la sua vita e il suo lavoro sono lì.
Abbiamo capito bene: una donna costretta a curare mafiosi e arrivata persino ad essere quasi obbligata ad uccidere un testimone (e lì Grace traccia una linea retta, tutto ma non l’omicidio! Eh, almeno quello) decide di rimanere the mob doctor, quasi a voler giustificare il titolo della serie.

The Mob Doctor - 1x01 PilotCi provano, gli autori, a farcela passare per una badass (una che scappa da un inseguimento che neanche Jack Bauer), per una dall’emotività complessa (il cadavere del padre nel flashback e la sensazione di sollievo all’idea che qualcuno abbia ucciso quel genitore alcolista e violento), per una che avrà un dramma personale da risolvere (la macchina presente sulla scena del crimine nel flashback è la stessa presente nel parcheggio del nuovo boss). La realtà è che questi tentativi cadono a vuoto, e intorno a loro tutti i personaggi, presentati o come estremamente stupidi (il fratello, ma anche il boss Moretti, e non parlerò della scena del sequestro per decenza) o tagliati con l’accetta.
Da un pilot si può sempre risalire, e fin qui siamo d’accordo: tuttavia le motivazioni che sottostanno non solo ad un personaggio, ma al titolo stesso della serie – quel titolo che non lascia via di scampo all’argomento – sono delle fondamenta deboli, sulle quali sarà difficile costruire qualcosa di davvero duraturo.

Voto: 5 –

 

Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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