Homeland – 2×02 Beirut Is Back 2


Homeland – 2x02 Beirut Is BackCi sono pochi telefilm che davvero meritano il successo di premi vinti, Emmy nella fattispecie. Homeland è certamente uno di questi e lo conferma magistralmente con il secondo episodio, uno dei migliori costruiti finora e che, pur non esente da alcuni difetti, può entrare di buon diritto negli esempi da cui gli altri sceneggiatori dovrebbero prendere spunto.

Uno degli elementi che caratterizzano questa puntata è l’improvvisazione. Non nel senso, beninteso, di qualcosa di raffazzonato, raccolto alla buona per poter portare a casa il prodotto (elemento che caratterizza purtroppo molte serie nostrane); parlo di quella che coinvolge i protagonisti, Carrie e Brody, entrambi vittime di situazioni più grandi di loro. E l’unico modo per uscirne è, ovviamente, improvvisando.

Homeland – 2x02 Beirut Is Back

Prendiamo Carrie: è un personaggio smarrito, in cerca della propria sanità mentale che certamente non riesce a recuperare in quella bolla di sapone dove suo padre e sua sorella hanno cercato di tenerla. Nonostante sia per un po’ tornata in azione, il suo disturbo è ben lontano dall’essere guarito: magistrale è a tal proposito la recitazione di Claire Danes, soprattutto in occasione dell’attacco di panico di cui Carrie cade vittima. La Danes è un’attrice che ha davvero reso un personaggio ben scritto anche molto ben recitato.

Carrie è persa ed il suo sfogo con Saul mostra allo spettatore tutta la sua drammaticità: la donna, infatti, non ha la forza di combattere contro il male che l’attanaglia da quando il suo istinto ha commesso il fatale errore di convincersi della colpevolezza di Brody, cosa poi rivelatasi falsa. Per chi guarda la serie, tuttavia, è evidente come il destino stia giocando un terribile scherzo alla donna, dato che sappiamo molto bene che la sua intuizione è perfettamente ragionevole, causandole quindi una enorme sofferenza a vuoto. È in quest’ottica che si comprende il motivo per cui sia intimamente convinta della collaborazione di Fatima: quando l’ha reclutata, quando l’ha salvata, era ancora più o meno sana, poteva ancora fare affidamento sul suo istinto. La violenza di questo stato d’animo è espressa in ogni sguardo, in ogni parola. La donna vorrebbe solamente tornare a fare quel lavoro per la quale è naturalmente portata e che è l’unica cosa che la renda davvero viva. È per questo calderone di emozioni che si lancia all’interno della casa di Fatima a cercare indizi su Abu Nazir, dovendo improvvisare una rocambolesca fuga dai cittadini che vogliono chiaramente farla fuori (e dando vita ad uno dei momenti più elettrizzanti dell’episodio).

Homeland – 2x02 Beirut Is BackContraltare di Carrie è invece Brody il quale, nonostante sia dalla parte del torto – ossia collaboratore del “terrorista” Abu Nazir –, è colui che ufficialmente è uscito vittorioso dallo scontro con Carrie e che ha trovato il suo spazio nella vita quotidiana, ottenendo anche tutta una serie di onori. Scelto come partner dal Vice Presidente degli Stati Uniti d’America in una prossima candidatura, è adulato e ricercato su più fronti. Eppure, oltre questa patina di perfezione, si staglia una complessità emozionale così ben scritta da fare invidia alla maggior parte degli sceneggiatori di televisione e cinema. Brody, infatti, è combattuto tra la moglie, che lo vorrebbe inserito più a fondo nella vita politica americana, Abu Nazir, che non ha alcuna intenzione di perdere il suo appoggio, ed i fratelli Marines, che cercano di sapere la verità su Walker.

Piano piano, nonostante tutti gli sforzi dell’uomo, ogni tassello inizia a cedere, senza svelarsi palesemente. Jessica preme per una vita politica che non sembra davvero interessare a suo marito, il quale si ritrova nella scomoda situazione di dover accettare l’offerta del VicePresidente solamente per la reale missione a cui si è dedicato, ossia aiutare Abu Nazir nel suo piano di vendetta su larga scala. Il tentativo di uccisione dell’arabo sfuma per un soffio, per quel provvidenziale “May 1” che Brody riesce ad inviare un attimo prima che i cecchini possano compiere la loro missione. Vuole tirarsi fuori, ma le insistenze della giornalista ed un deleterio senso di connessione con Abu Nazir glielo impediscono. Per non parlare, poi, degli altri marines che ancora si domandano da un lato chi sia stato ad uccidere Walker e, dall’altro, come sia possibile che l’eccellente cecchino abbia sbagliato obiettivo non una, ma ben tre volte.

Interrogativi a cui Brody ovviamente non può rispondere, essendo parte attiva della cospirazione che è sfumata al termine della prima stagione. Eppure, è la chiosa finale del discorso al bar a rendere tutta la situazione più drammatica per Brody stesso: un traditore non è più un marine. Ed è ovviamente diretta la citazione a se stesso, un uomo che non ha più una vera identità: non può sentirsi un marine dato che sta tradendo il suo Paese, non è davvero interessato all’impegno politico se non per soddisfare l’accordo con Abu Nazir, ma non basta l’essere musulmano per sentirsi di un altro Paese. Anche qui, ne vedremo sicuramente delle belle.

Homeland – 2x02 Beirut Is Back

Il finale, poi, è qualcosa che spiazza, un rischio che gli sceneggiatori hanno deciso di prendersi e che dimostra come sia l’imprevedibilità della serie a dare a questo episodio un valore aggiunto. Sul serio, chi si sarebbe aspettato al secondo episodio che Saul scoprisse il video di Brody? Certo, non c’è una diretta ammissione di colpa, ma le accuse sono chiare. Il sospetto, infatti, non può non nascere. Cosa immaginare da adesso in poi? Un po’ di preoccupazione circa le sorti di Saul non possono non esserci, ovviamente, dato che allo stato attuale è l’unico a sapere del video. A chi altri lo dirà? C’è chi ha ipotizzato che fosse lui la talpa tanto decantata, ma sembra piuttosto improbabile.

Ovviamente l’episodio non è esente da difetti, afferenti principalmente ad alcune scelte di sceneggiatura, soprattutto circa la casualità di Brody alla sala comandi di uccisione di Abu Nazir ed il ritrovamento da parte di Saul della scheda SD su cui era presente il video dell’uomo. Entrambe le situazioni, infatti, sembrano forzate ad entrare nella linea narrativa: e se sulla seconda ci si può passare sopra abbastanza facilmente, la prima stona troppo con la gran cura narrativa mostrata finora dagli sceneggiatori. Difficile credere infatti, che Brody possa entrare al Pentagono con il cellulare ed usarlo senza che nessuno sospetti nulla, soprattutto dopo che è il vicepresidente in persona a far notare che Abu Nazir sia stato avvisato da qualcuno. Forzature, certo, ma forse indispensabili. Al netto dell’episodio, però, sicuramente possiamo perdonarglielo.

In definitiva, gli sceneggiatori hanno voluto seriamente rischiare con questa puntata e già questa scelta varrebbe di per sé un giudizio più che positivo. Se poi ci aggiungiamo tutti gli altri piatti forti – colonna sonora, fotografia, recitazione e sceneggiatura – ne esce fuori un episodio degno dei più alti onori.

Voto: 9 

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 commenti su “Homeland – 2×02 Beirut Is Back

  • MarkMay

    L’unica pecca che trovo in questo inizio di stagione sul fronte della scrittura è la distanza che Brody tiene da Abu Nazir… Stona un pò vedere le sue lamentele con la giornalista (riguardo al fatto di entrare in politica non per uccidere gente ma per far approvare leggi distensive) se si pensa a ciò che Brody ha fatto ed ha rischiato nella prima stagione… Detto questo io non ho veramente parole per descrivere questo secondo episodio. Ogni scena,ogni singolo frame di questa puntata è semplicemente perfetto. Devono raccontare in ogni puntata 5/6 storie diverse e la semplicità con la quale entrano (registicamente parlando) in confidenza con ogni singolo personaggio e la facilità con la quale riescono a creare attorno a loro l’ambiente perfetto per ogni singola scena è un qualcosa che a me ha lasciato stupefatto. Si può parlare,bene o male, di tanti telefilm, ma quando vedi delle cose del genere (e,visto che l’ho appena visto, ci aggiungo anche il finale di stagione di Louie) le chiacchere stanno a zero e capisci la differenza tra un buon prodotto ed uno che alza l’asticella a livelli raramente riscontrati prima… Capolavoro (puntata più bella di Homeland dopo la doppia season finale della scorsa stagione,e siamo solo alla seconda puntata xD)
    Ps:Sarà interessante vedere come reagirà Saul dopo la visione del video visto che solo lui (come noi spettatori) ORA sa cosa sta provando Carrie in questo momento (e non oso immaginare quanto si sentirà in colpa dopo aver visto il video).

     
  • alessala

    Bravi attori (Claire Danes in primis, io l’adoro!), grande sceneggiatura, regia impeccabile. Momenti di phatos e suspance bellissimi, un grande episodio. Voglio bene a tutti quelli che lavorano a questa serie 😉