The Killing – 3×09 Reckoning 4


The Killing – 3x09 Reckoning“Reckoning” è il conto alla rovescia, la misura della bellezza di questa serie, la conta dei vivi e quella dei morti, la cernita delle profonde ferite che quest’episodio si lascia alle spalle. “Reckoning” è anche la registrazione delle emozioni dei protagonisti, la riprova di quanto anche la persona più solida caratterialmente possa cadere nell’abisso e quella più fragile farle da stampella.

«I must admit that last week’s episode took me by surprise. […] I wholeheartedly believed that last Sunday the show had reached its peak, and the few remaining episodes would be merely decent.

WRONG. I was WRONG. I was so WRONG. Man, was I WRONG. When I started watching tonight’s episode, I clearly failed to foresee its greatness. I was surprised when I found out Oscar-winning director Jonathan Demme had directed it, but had no idea I was about to witness a miracle in the form of a 42-minute spectacle. I’m speechless»

Con queste parole il critico Paul Lazo esprime tutto il suo entusiasmo per un episodio che senza alcun dubbio segnerà la storia di The Killing e non per una sola ragione. Lo stesso sentimento è confermato anche dalla recensione di Alan Spinwall, spesso perplesso circa l’effettiva qualità dello show della AMC, a riprova del fatto che questa settimana The Killing ha tirato fuori il miglior episodio di sempre, il gioiello assoluto all’interno di una stagione che fino ad ora, a parere di chi scrive, si è dimostrata decisamente più matura, più raffinata e più “pulita” delle due che l’hanno preceduta.

The Killing – 3x09 ReckoningBando alle ciance, il segreto di quest’episodio è nascosto dietro la quarta parete e fa capolino temporaneamente subito dopo la sigla, in quella scena nella scuola di Adrian dove in un dialogo tra Holder e Linden sullo schermo compare quel nome sotto la scritta “directed by”. Il nome è quello di Jonathan Demme, guest apparentemente invisibile dell’episodio, che a al termine del medesimo risulta il più visibile di tutti. Il marchio del regista è fin da subito evidente, soprattutto grazie a una serie di peculiarità stilistiche che si impongono sul registro visivo e narrativo dell’episodio. La parola chiave è contemporaneità: sin dai primi minuti vi è una sorta di countdown collettivo in cui spazi diversi diventano comunicanti grazie a una temporalità sovrascritta per cui in carcere Seward spera nel soccorso di Linden che intanto è impegnata con Holder nella ricerca di Joel Mills, ma al contempo è in attesa di una risposta per poter interrogare il piccolo Adrian. La soluzione linguistica cinematografica che meglio rappresenta la contemporaneità è sicuramente il montaggio alternato, del quale Demme è un vero maestro. Proprio come accade più volte ne Il silenzio degli innocenti, Linden e Holder si fanno protagonisti di una straordinaria sequenza di montaggio alternato durante la caccia a Mills, il quale in un primo momento blocca e colpisce Linden, ma subito dopo viene raggiunto da un arrembante Holder. Un scena-capolavoro che si impreziosisce qualche attimo più tardi quando il montaggio alternato diventa doppio, ma a ruoli invertiti: questa volte è Linden a dover correre per salvare Holder dalla vista del cadavere di Bullet. Chapeau.

The Killing – 3x09 ReckoningLa storyline di Ray Seward è sicuramente quella più scollata dalla vicenda principale, quantunque abbia un legame esplicito e per certi versi strumentale con Linden e la sua personale caccia al killer. Ciononostante la sua storia sarebbe troppo debole oltre che scontata se fosse solo questa la ragion d’essere del personaggio. Molto più profondamente, e quindi anche in maniera meno smaccata, il suo ruolo acquista senso se inserito in un discorso che vede l’intero carcere come contesto per certi versi autosufficiente che gli autori della serie decidono di mostrare nella sua interezza. Arrivati alla puntata numero nove conosciamo ormai abbastanza approfonditamente la personalità del condannato a morte, così come apprezziamo in maniera più completa ogni sua reazione e emozione, specie nei momenti di massimo dolore a causa dell’imminente esecuzione. In più a questi è collegata la vicenda del secondino in una sorta di breve saggio sull’ecosistema carcere: anche solo i piccoli anfratti narrativi a lui dedicati danno un’iniezione di realismo alla serie; così come di forte impatto è la sua condizione familiare che dalla discutibile educazione del figlio arriva alla consequenziale tragedia domestica. Centro narrativo della storyline è questa volta l’introduzione di un personaggio fino ad ora in secondo piano: il carcerato che gli fa da anti-coscienza è una sorta di doppia condanna che si aggiunge a quella capitale, una presenza quasi fantasmatica, per certi versi immaginaria, come una seconda personalità che si manifesta proprio quando il passaggio all’aldilà è imminente.

The Killing – 3x09 ReckoningSe il cuore pulsante di questa stagione di The Killing è rappresentato dal sottobosco para-criminale di Seattle con la sua povertà e i suoi giovani protagonisti, ci sono due spazi, due microcosmi che con questo dialogano e a questo si affiancano. Uno è il carcere. L’altro è e diventa sempre più la polizia. Non sono più Linden e Holder, non è più la legge incarnata per sineddoche dai protagonisti, ma un paesaggio reticolare composto da individui di ogni specie e soprattutto da due personaggi che non fanno da semplice contorno. Innanzitutto Reddick, nuovo partner di Holder, nonché uomo dalle innumerevoli fragilità nascoste più o meno bene. Più lo conosciamo, più siamo curiosi di saperne maggiormente, e il litigio con Holder è sicuramente il punto in cui i nodi sembrano venire al pettine: Reddick dopo aver ricevuto la chiamata d’aiuto di Bullet, non ha risposto affermativamente, bensì dice di aver contattato Holder. Si spiega così anche la disponibilità ostentata a concedere a Holder un’illecita vendetta su Joel Mills, un lavaggio di coscienza bello e buono.

L’altro elemento del dipartimento è Skinner. La sua centralità nell’indagine lo mette sotto la lente d’ingrandimento critica e più si va in profondità più emergono peculiarità caratteriali da un lato e incongruenza dall’altro che fanno di lui un personaggio tutt’altro che banale. Il suo passato amoroso con Linden ha un’incidenza che viaggia sottotraccia, quasi invisibile, ma non per questo irrilevante. Anzi, il suo essere così sfacciatamente integerrimo, il concedere sempre occasioni a Linden ribadendole però che il caso Seward è scollato da quello stagionale, la loro relazione di tre anni prima e la relativa crisi nervosa della donna, fanno di Skinner uno dei principali sospettati, se non come killer quantomeno come persona a conoscenza dei fatti.

The Killing – 3x09 ReckoningIl centro calamitante della serie però è e rimane il rapporto tra i due detective, protagonisti che col passare delle stagioni si fanno sempre più complessi. L’intesa altissima tra i due riesce ormai a far emergere uno scavo profondo nei personaggi anche attraverso chiacchiere apparentemente disimpegnate, come quando scherzando sulle sigarette comprate e immediatamente finite arrivano a parlare di Bullet, tirando in ballo tutta la sua eccezionalità per Holder. La morte della ragazzina è uno dei momenti più forti emotivamente dell’intera serie, specie perché coinvolge indirettamente e in modo assai drammatico un personaggio, Holder, a cui il pubblico si è affezionato ormai tantissimo e vederlo star così male è una stretta al cuore. Una delle ragioni di questo dolore è rappresentata dall’identificazione con la ragazzina: Holder come Bullet è cresciuto nella strada, arrangiandosi e in un regime di parziale e quasi obbligata illegalità; come lei ha vissuto un’adolescenza segnata dalla povertà e soprattutto dall’utilizzo delle droghe. Holder è riuscito a uscirne e sognava di portar fuori dal tunnel anche Bullet. Non ce l’ha fatta e l’abisso per lui non era così vicino da tanto tempo. Il bacio disperato che tenta di dare a Linden è sintomatico di un atteggiamento di totale confusione, ma è anche una geniale trovata degli autori che concretizzano per la prima volta un sentimento già da tempo latente, trovando la detonazione più indolore possibile e al contempo dando sfogo a quell’affetto incubato e sempre meno amicale di un tempo.

The Killing – 3x09 ReckoningNon è un segreto che Sarah Linden, nonostante abbia avuto un primo impatto col pubblico agrodolce, come capita a tanti personaggi femminili mentalmente instabili (Carrie di Homeland è solo uno dei tanti possibili esempi), ha poi trovato un successo enorme tra i fan, diventando sicuramente uno dei personaggi più amati della televisione. Il merito è non solo, naturalmente, degli autori e di come questi hanno sviluppato tutte le sue eccedenze caratteriali, ma anche di una Mireille Enos straordinaria. Il dialogo col piccolo Adrian fa emergere tutta la sua maestria interpretativa, fatta di piccole espressioni del volto scelte col cesello, impercettibili sfumature che esprimono di volta in volta il dolore, il sollievo o il malcontento. Il campo e controcampo con cui viene mostrata la chiacchierata è straziante e teso. Allo stesso modo la Enos è perfetta nei momenti più eccentrici, più sopra le righe, come quando dopo aver preso un sacco di botte da Mills gli scaraventa addosso tutta la rabbia. Tuttavia è nei momenti di maggiore ambiguità etica che personaggio e attore raggiungono l’alchimia migliore, come quando si interroga su cosa fare della testimonianza di Danette: meglio nascondere delle prove per salvare Seward e la sua memoria su ciò che è accaduto in passato, oppure seguire il protocollo e lasciarlo morire portandosi con sé tutto ciò che sa?

A un episodio nettamente sopra la media non può non corrispondere un finale magnifico: Seward e Holder naufragano nei loro dolori e nella loro disperazione, mentre paradossalmente è Linden quella messa meglio di tutti. La puntata si chiude con la donna che incerta sul futuro guarda le prove ancora avvolte dal mistero e poi lancia uno sguardo in macchina interrogativo che conclude questo capolavoro di Jonathan Demme.

Voto: 9,5

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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4 commenti su “The Killing – 3×09 Reckoning

  • dezzie86

    Capolavoro. Sono d’accordo, il miglior episodio di sempre: questa terza stagione può davvero lasciare un segno, ancora più del finale della seconda.

     
  • Ambrosia

    Non me lo aspettavo. Giuro, non mi aspettavo la morte di Bullet, non così presto (magari a fine stagione, dopo una ricerca come per Kallie) e comunque non così fredda. In questa puntata viene trattata come una delle altre ragazze di strada, cui dedicano a malapena mezza scena…Incredibile, da elemento “di spicco” passa a una tra le tante….effetto bellissimo, certamente studiato e voluto, ma – almeno per me -assolutamente scioccante.
    Epico.

     
    • xfaith84

      secondo me hai proprio centrato il punto. La morte di Bullet era prevedibile dalla scorsa puntata, ma non così in fretta e non così uguale alle altre. E’ questo che pesa di più, è un pugno in faccia e l’hanno tirato benissimo, maledetti XD

       
  • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

    è una questione sempre molto dibattuta quella della morte dei personaggi a cui ci si affeziona. Secondo me è uno dei più grandi meriti quello di saper scegliere quando e come sacrificare un proprio amato personaggio per il bene della serie e/o della stagione. Lo hanno fatto in tanti ultimamente, anche tra le serie più importanti, di cui però non faccio il nome per evitare spoiler. In tutti i casi ha funzionato, proprio come in quest’episodio di The Killing.