Ciascuno di noi almeno una volta nella vita ha consigliato una serie tv ad un amico o ad un parente, e molti, moltissimi tra di noi si trovano spesso a farlo quasi per mestiere, con tanto di “più che validi motivi” per cui “questa serie non può non essere vista”. Cosa succede quando si tratta di Lost?
Dopo aver a lungo parlato della serie attraverso i nostri articoli scritti per coloro che, come noi, hanno già vissuto l’esperienza Lost, abbiamo quindi deciso di rivolgerci a quella parte di lettori che di questo prodotto ha solo sentito parlare e che, per qualche motivo, non ha ancora recuperato le sei stagioni che lo compongono.
Ecco che quindi, dopo misteri, momenti, ricordi e personaggi, abbiamo deciso di parlare dei 10 motivi per cui proprio voi dovete assolutamente vedere Lost.
La trama
Il fatto che la serie di Lindelof abbia attirato un tale numero di spettatori da costituire un enorme fenomeno mediatico ha diverse cause: ottimi personaggi, certo, e una resa impeccabile, ma soprattutto la costruzione di una trama avvincente e ben curata. Pur coi suoi difetti e i suoi punti morti, infatti, la storia di Lost è capace di tenere il suo pubblico completamente incollato allo schermo, grazie ad un mix spesso perfetto di mistero, emozioni, accelerazioni e pause: che si parli di viaggi nel tempo, crisi personali o del rapporto tra scienza e fede, la storia dei sopravvissuti dell’Oceanic riesce sempre a mantenere (oltre ad un livello qualitativo più o meno costante) una coerenza di fondo, fino ad arrivare al suo controverso – eppure straordinariamente fedele alle premesse – finale. Quella che rimane nello spettatore dopo aver concluso la visione della serie è, infatti, la sensazione di aver appena concluso un viaggio: non importa che la strada abbia cambiato direzione diverse volte, e neanche che ci siano stati degli incidenti di percorso, perché tutto ha contribuito a creare una delle esperienze più indimenticabili mai viste sul piccolo schermo.
I misteri
Fin dal primissimo episodio della serie è subito chiaro che il volo Oceanic 815 non sia precipitato su un isola qualsiasi, ma su qualcosa di molto di più. Al di là di quella linea di alberi che domina la spiaggia, dentro la fitta giungla si nasconde in realtà un mondo, anzi un universo narrativo tanto enorme quanto oscuro e misterioso. Episodio dopo episodio, stagione dopo stagione, i sopravvissuti, insieme agli spettatori, si addentrano nei meandri dell’isola cercando di decifrarne i misteri: Che cos’è l’isola? Cosa nasconde? Dove sono finiti questi sopravvissuti? Una serie di domande su cui si sono fatte ipotesi e si sono formulate teorie per cercare di arrivare a delle risposte, che, però, una volta trovate, portano ancora ad altre domande: una ricerca continua del sapere che non si placa mai, che alimenta la curiosità e la voglia di scoprire, indagare e conoscere. Alla fine della storia alcune di queste domande troveranno finalmente risposta, altre no; per altre ancora, invece, gli autori si sono limitati a seminare molti indizi, lasciando agli spettatori il compito di arrivare alla verità. Perché del resto, come dice lo stesso J.J. Abrams in un video – che consigliamo –, “il mistero è il catalizzatore dell’immaginazione”, ed in quanto tale “è più importante della conoscenza stessa”.
I personaggi
La vera forza di Lost risiede non solo nei misteri e nella mitologia, che fanno da splendida cornice, ma soprattutto nei suoi personaggi: infatti, la serie è in primis l’incredibile storia di un gruppo di persone comuni che affrontano, insieme, vicende straordinarie. Uomini e donne che, durante le sei stagioni, impariamo a conoscere nel profondo grazie ad una narrazione – mai prolissa e sempre interessante – che offre episodio dopo episodio accurati ritratti dei tanti personaggi, anche quelli secondari, principalmente per mezzo di flashback sulla loro vita prima dell’isola. Sono ritratti che mostrano straordinarie evoluzioni, storie di redenzione e vicende drammatiche, d’amore, d’avventura, di perdita, di ritrovamenti, di fede e di scienza: in Lost c’è davvero di tutto, come un crocevia di generi e archetipi diversi che si incastrano alla perfezione.
La sensazione, prima di ogni episodio, è quella di non vedere l’ora di scoprire un nuovo tassello della vita di un personaggio, per cercare di capire cosa si celi dietro i suoi comportamenti e approfondire la sua conoscenza: certo, ci sono dei personaggi meno interessanti (i coreani non sono i più entusiasmanti, ma sanno farsi apprezzare lo stesso) e altri più avvincenti (da non farvi dormire la notte), ma nel complesso le storie narrate sono straordinarie e, oltre a rappresentare il cuore di Lost, non possono che creare un legame speciale tra lo spettatore e i personaggi.
Il cast
Uno dei primi passi nella realizzazione di un grande prodotto televisivo riguarda sicuramente la scelta del cast: una serie, infatti, può anche essere scritta nel miglior modo possibile, ma se poi l’aderenza dei personaggi con i loro interpreti non sussiste, la qualità non può che risentirne. Nel caso di Lost, l’effetto ottenuto è addirittura opposto: gli attori scelti, infatti, non solo risultano perfetti per la loro parte, ma riescono ad accrescere il livello qualitativo del personaggio da loro impersonato. Certe storie, inoltre, sono state create solo in seguito alle audizioni di alcuni attori, che sono stati così convincenti da meritarsi storyline esclusive, più adatte alle loro doti recitative. Si parla, insomma, non solo di ottime interpretazioni e eccellenti personaggi, ma anche della capacità degli autori di scegliere il volto giusto per il ruolo giusto, aumentando, così, il valore e la qualità delle storie narrate. Uno dei tanti fattori che rendono i personaggi di Lost così indimenticabili, quindi, consiste nel fatto che ogni attore sia perfetto nella sua parte, che si tratti di un ruolo da protagonista o di una semplice comparsa, senza permettere allo spettatore di pensare ad un candidato più valido.
L’ambientazione
Pochi attimi dopo l’inizio del pilot, il nostro sguardo viene immediatamente catturato dal luogo in cui i superstiti del volo aereo sono finiti: una bianca spiaggia davanti ad un lussureggiante bosco, un luogo apparentemente incontaminato e lontano da ogni civiltà. Qualche scena dopo, quello stesso bosco verrà smosso innaturalmente da qualcosa il cui terrificante verso animalesco sconvolgerà i sopravvissuti al disastro aereo. Bastano questi pochi minuti iniziali per capire che non ci troviamo su una semplice isola, che quel posto è tutto fuorché normale e che dietro la sua apparenza di luogo idilliaco e paradisiaco c’è molto, molto di più. L’Isola diverrà sempre di più la protagonista assoluta della serie, celando misteri antichi e segreti più recenti; sarà il luogo a cui i personaggi si troveranno sempre più legati ed uniti. E tale ambientazione diventa uno degli aspetti più interessanti della visione di Lost perché nel corso delle stagioni sarà sempre capace di mostrare qualcosa di nuovo, qualcosa di impossibile da prevedere e che riuscirà, inevitabilmente, a sorprendere.
La filosofia
Un gruppo di sopravvissuti costretto alla convivenza su un’isola; un luogo ricco di insidie da esplorare, in cui andare in profondità a mano a mano che si va a fondo di se stessi; la ricerca della verità, che non è mai completa come non lo sarà mai né quella dell’isola, né quella della serie stessa. Lost è un prodotto che sfida apertamente le domande che il genere umano si pone da sempre, e lo fa mettendo i suoi personaggi in una condizione estrema che alimenta e acuisce ciascuna di queste tematiche. La riflessione filosofica si fa dichiarazione d’intenti sin da subito con personaggi che portano il nome di grandi filosofi (Locke, Hume, Rousseau e altri), ma non è tutto qui: sono soprattutto tematiche universali e alla portata di tutti, come la dicotomia tra bene e male, tra scienza e fede, tra destino e libero arbitrio, a pervadere ogni dialogo, ogni scena rappresentata nelle puntate. Le domande di carattere ancestrale che ci riuniscono tutti da sempre (chi siamo, da dove arriviamo, dove andremo) acquisiscono caratteristiche particolari all’inizio della serie, per tornare ad una loro universalità quando si giunge alla fine di questo percorso: ed è così che un microcosmo all’apparenza lontanissimo da noi, fatto di persone sopravvissute ad un disastro aereo e bloccate su un’isola, diventa una lente per analizzare molte delle questioni relative all’umanità intera.
I livelli interpretativi
Ci sono serie tv leggere, che dicono esplicitamente tutto quello che c’è da capire e che non hanno bisogno di troppe elucubrazioni; e poi ci sono prodotti che si prestano a più livelli di lettura, a seconda di quale tipo di approccio si vuole avere con la serie stessa. Lost, oltre che show televisivo, è un’esperienza di fruizione, perché è stata costruita in modo tale da permettere allo spettatore di scegliere a che livello di profondità si vuole arrivare. La cosa non è affatto scontata: creare dettagli, esperienze parallele (Lost Experience) e ulteriori livelli di indagine senza che questi diventino essenziali e obbligatori per la comprensione di tutto non è certo semplice. Eppure è esattamente quello che accade: ecco che quindi si può vedere Lost come la storia di un gruppo di naufraghi oppure si può decidere di leggere nei comportamenti dei sopravvissuti quelle che sono tematiche universali ed esistenziali; si può scegliere di sorvolare sul libro che un personaggio sta leggendo o si può decidere di andare a cercarne trama e autore, scoprendo così che qualche dettaglio di quel romanzo risulta perfettamente inserito nelle vicende dei losties. Si può quindi scegliere di rendere Lost un’esperienza di visione personale, in cui stabilire di volta in volta quanto in profondità si vuole andare con la comprensione di quel mondo e di quei personaggi.
Le musiche
In molti, moltissimi casi c’è una componente della resa tecnica che viene data per scontata, una parte della messa in scena che viene spesso gestita frettolosamente, con la pretesa di far funzionare le scene attraverso soluzioni banali e poco efficaci: si tratta, ovviamente, della soundtrack, e parlare di Lost significa prendere le distanze da questi casi. Fin dal pilot della serie, infatti, le musiche di Michael Giacchino hanno il pregio di saper accompagnare la storia con una cura ed un impatto che non sfigurerebbero in una grande produzione cinematografica: si tratta di una colonna sonora “classica” nella resa, certo, ma ciò non significa che non sia capace di amplificare la potenza emotiva di molte scene fino a diventarne una parte integrante, fondamentale. Per uno spettatore che decida di vedere Lost, diventerà quasi impossibile pensare agli eventi più tragici senza ricordarsi delle tante variazioni di Life and Death, come sarà difficile scrollarsi di dosso il tema distorto e stridente che accompagna i twist e le rivelazioni più sconvolgenti della serie. Le splendide musiche di Giacchino, insomma, hanno alzato l’asticella qualitativa delle colonne sonore in televisione, riuscendo ad assicurarsi un (meritatissimo) posto nell’immaginario collettivo degli spettatori.
Nessuno è al sicuro
È un fatto risaputo che nella prima bozza del pilot di Lost, presentata da J.J. Abrams e Damon Lindelof, il protagonista Jack Shephard (che in un primo momento doveva essere interpretato da Michael Keaton) sarebbe dovuto morire alla fine della prima parte. Abrams raccontò che con quella morte voleva dare al pubblico, in maniera forte e inequivocabile, la sensazione che in Lost tutto potesse accadere e che niente dovesse essere dato per certo: se il protagonista, l’eroe (o quello che dovrebbe esserlo) muore dopo soli 40 minuti, è chiaro che nessuno degli altri sopravvissuti possa dirsi in salvo. In seguito, come è noto, gli autori cambiarono idea sulla sorte di Jack, ma quell’assioma sul destino precario dei personaggi resta ben saldo nel corso di tutta la serie: in Lost nessuno è al sicuro. A morire sono in tanti nel corso delle stagioni, lasciando volta dopo volta lo spettatore incredulo, tra tanto stupore e molte lacrime.
L’importanza storica
Lost, oltre ed essere (a nostro parere) una serie meravigliosa, rappresenta anche e soprattutto una pietra miliare della storia della televisione e un punto di svolta epocale per tutta la narrativa seriale. La serie, infatti, ha sancito definitivamente (20 anni dopo Twin Peaks) che la qualità artistica poteva risiedere non solo sugli schermi cinematografici, ma anche su quelli televisivi (per di più su una rete generalista come la ABC). L’opera creata da Abrams e Lindelof è anche la prima serie che ha saputo trascendere il medium televisivo ed è riuscita ad interpretare perfettamente le nuove esigenze dell’allora nascente web 2.0, adattandosi ai nuovi tipi di fruizione che stavano sorgendo parallelamente alla sua messa in onda, e diventando così un’esperienza che continuava anche oltre la trasmissione degli episodi. In questo senso Lost è stata la serie giusta al momento giusto ed in quanto tale ha tracciato la rotta contribuendo a forgiare una nuova era della serialità. Quindi, se vi ritenete davvero degli appassionati delle serie tv, Lost rappresenta qualcosa di imprescindibile, che non solo non potete perdere, ma che dovete assolutamente recuperare.
Vi abbiamo raccontato quelli che secondo noi sono i 10 migliori motivi per cui una persona che non ha visto Lost dovrebbe recuperarlo, ma sicuramente ce ne sono tanti altri che potrebbero essere elencati.
E qui vogliamo rivolgerci a voi, o nello specifico, a coloro che invece Lost lo hanno visto e che come noi lo hanno apprezzato: fateci sapere quali sono per voi i motivi – non spoiler ovviamente – per cui Lost dovrebbe essere assolutamente visto! Scrivete sotto questo articolo, commentate su Facebook e cinguettate su Twitter usando #LostMotivi.
I motivi migliori e i post più originali saranno pubblicati nell’articolo in cui proclameremo l’episodio vincitore del nostro MondiaLost.
L’appuntamento con la nostra ultima top 10 è al prossimo lunedì, il 22 settembre, giorno in cui Lost compirà ufficialmente 10 anni.
Sui personaggi, a me gli asiatici e relativi flashback *edit* sono sempre piaciuti parecchio.
*SPOILER PER CHI NON HA VISTO LOST*
Ovvio che una storia d’Amore non è come quella tra Ulisse/Desmond e Penelope/Penny e che abbraccia più piani temporali ed interpretativi risulti, per i più, assai più entusiasmante, ma… senza fare troppi spoiler, quando scopriamo che Sun non è poi così nord-coreana o che Jin riconosca da solo quali sono stati i suoi errori nel loro rapporto, per non parlare della scena dell’elicottero, quelli sono serial moment altrettanto impagabili. Fateci caso, ma Jin & Sun sono stati in verità i due personaggi che sull’isola, hanno più imparato a fare ammenda circa gli errori commessi nella la loro vita precedente, l’isola li ha fatti davvero cambiare, meglio di una terapia matrimoniale 🙂
Sui consigli da dare all’eventuale neofita, mi è capitato più una volta di consigliare “Lost” come serie imprescindibile, prima di beccare l’amico che “ma quindi erano tutti morti?”… ed anche leggendo i vari commenti in rete, mi sembra che quell’idea, per molti, sia rimasta,..
*FINE SPOILER*
… quindi, va bene consigliare “Lost” ma solo ai nostri figli e nipoti tra 20 e 50 anni, perché se vedi “Lost” solo adesso o domani e ciononostante non sei riuscito comunque a “capirlo” o a coglierne i vari livelli interpretativi, tanto vale allora andare di repliche di “Happy Days” e buonanotte. “Lost” va innanzitutto “vissuto”, e se non hai fatto parte di quell’esperienza “allora”, compreso tutto quello che riguarda la seconda visIone i giorno dopo su internet (ed in questo senso, il discorso sulla “serie giusta al momento giusto” è da incorniciare), non sarà purtroppo mai la stessa cosa. Il mio consiglio è quindi quello opposto rispetto ai motivi del post: lasciate perdere, se non l’avete visto fino adesso, non fa per voi!
Più seriamente, “Lost” andava visto e andrebbe visto solo perché siamo tutti “lost”. Più motivo di così. 🙂
*EDIT
Essendo l’articolo diretto a chi non ha visto Lost, cerchiamo di evitare gli spoiler seppur minimi sulla serie. Abbiamo quindi aggiunto un avviso “spoiler” al tuo commento
La Redazione.
Concordo in parte. E’ vero, sebbene “l’oggetto artistico” rimanga lo stesso, seguirla in diretta è tutta un’altra cosa rispetto al recuperone postumo. E’ stata un’esperienza prima ancora di una visione.
Tuttavia, la straordinarietà della storia raccontata può essere apprezzata anche con un sano recuperone, anche perchè è una serie che non può assolutamente mancare ad un seriofilo.
Credo che per me consigliare la visione di Lost sia una delle cose più difficili a questo mondo. Forse sprofonderò nel banale ma Lost non è solo una serie, o semplicemente non è una serie come le altre. Lost è prima di tutto un’esperienza, che personalmente ha cambiato la mia vita, o almeno il modo di vederla o interpretarla(Il messaggio che tramsette il Finale è una delle cose più vere che io abbia mai visto/vissuto)..So che chi non ha mai visto la serie può ritenere queste affermazioni delle complete esagerazioni, o ancor peggio chi non ha gradito il finale (e con esso tutto il senso della serie, a mio parere..), ma per me è stato così. E credo per molte altre persone (in primis gli autori e i partecipanti del MondiaLost 🙂 ). Lost è una serie che ti entra dentro, che non può non coinvolgere,travolgere e sconvolgere. Ha tutto ciò che serve (Trama,Personaggi,Musiche ecc..magistralmente presentate nell’articolo!) per appassionare lo spettatore.
Credo che il consiglio migliore sia quello più semplice: Guardarla per cercare di provare ciò che abbiamo provato tutti noi; certo, le emozioni della diretta sono una cosa ineguagliabile ed unica(ricordo ancora ciò che facevo,con chi ero e dov’ero mentre tutto “accadeva”) ma credo che con le giuste “dosi”, cioè cercando di far passare almeno qualche settimana tra un finale di stagione e l’inizio di un’altra, o semplicemente sul finire di una puntata che vi ha lasciato dubbiosi, siano le strategie migliori per cercare di replicare in qualche modo le emozioni della diretta. Perchè una full immersion è totalmente sconsigliata, perchè guardare un finale di stagione come quello della Terza, e iniziare dieci minuti dopo la Quarta stagione, sia una cosa che non solo confonda molto di più le idee, ma soprattutto che non permetta di ragionare, ipotizzare, fantasticare e sostanzialmente vivere, come solo Lost ci ha permesso di fare per 6 fantastici anni.
Io sono riuscito a far vedere le 6 stagioni a 10 miei amici in un totale di un anno, non è stata la stessa cosa, ma sono rimasti tutti soddisfatti e ancora oggi mi chiedono “Quando guardiamo un’altra serie tutti insieme come Lost?”
La mia risposta è sempre la stessa: “Come Lost non c’è altro, è unico come la vita, con il vantaggio che si può rivivere sempre, come un lungo flashback indescrivibile”
Lost per me rappresenta una sorta di svolta, se prima (vista anche la giovane eta’) guardavo i vari The OC ecc.. adesso la mia asticella qualitativa si è alzata notevolemte dopo la sua visione. Ricorda ancora i pomerggi interi a parlarne con i miei amici, che ricordi fantastici…
Sono stato un fan. Un grande fan. Un grande e deluso fan. La questione non è aver omesso di risolvere alcuni misteri. La questione è il non aver risolto la metà dei misteri.
Non fraintendetemi, molte cose che scrivete sono corrette (grande produzione, storicamente ha grande rilevanza, grande confezione, alcune puntate clamorose, buoni ma non eccezionali interpreti), ma indipendentemente da motivazioni come “esperienza”, “livelli interpretativi ecc.” rimane una serie “mistery” nella quale gran parte dei quesiti che gli sceneggiatori aprono non vengono risolti (o si chiudono con motivazioni patetiche) semplicemente perchè aggiunte al fine di aumentare il pathos senza sapere dove andare a parare.
Fino al termine della quinta Stagione adoravo Lost, alla conclusione della sesta, io (come tantissimi altri) l’abbiamo declassata a serie fuffa.
A meno che, come suggerisce un mio amico non la si declini come “serie fantasy” ambientata negli anni 2000.
Detto questo, nessuna polemica e molto contento che per alcune persone la serie sia stata soddisfacente.
Beh concordo con te in quanto spettatore più che deluso per le tue stesse motivazioni.
Mi sembra chiaro come il sole che gli autori di Lost non sapevano dove andare a parare vista la quantità di carne al fuoco presente e continuamente aggiunta nello show .
Per il resto non nego il discorso dell’esperienza (anche se in giro c’è di meglio eh ) ma non credo che la consiglierei.
Dovreste elencare i 10 motivi per non vedere LOST ma non so se siete troppo fanboys per farlo 😉
elencare 10 motivi per non vedere Lost non avrebbe alcun senso da parte di persone che hanno apprezzato Lost, ma questo, caro Jymmy, non vuol dire essere fanboy. Termine che personalmente tra l’altro detesto, perché davanti a qualunque prodotto sembra che per certe persone il mondo si divida tra fanboy e hater, e mi piace pensare che il pubblico sia decisamente oltre queste divisioni da adolescenti.
Lost ha avuto parecchi difetti e nessuno di noi ha mai guardato al prodotto con gli occhi adoranti di chi non distingue il bene dal male; è tuttavia chiaro che se si scrivono dieci motivi per CONSIGLIARE una serie non si danno motivi per non vederla, ti pare? Qui l’unica cosa “chiara come il sole” è che stiamo celebrando l’anniversario di una serie che, piaccia o no, ha fatto la storia della serialità televisiva e che, in seconda istanza, è per noi importante perché senza quella serie non esisterebbe Seriangolo, visto che noi fondatori ci siamo conosciuti grazie a Lost.
Ma i fanboy, credimi, li trovi fuori di qui.
a presto! 😉
Tesori, vi ha uniti Lost?
Che teneri!
Do il mio contributo: guardate Lost perché è Lost.
Torno seria.
Pensa che c hi guarderà Lost adesso correrà meno il rischio di rimanere deluso dal finale (decisamente controverso, non nascondiamoci dietro a un dito).
Sa già (perché lo sa, non può non saperlo, dovrebbe essere vissuto su un’isola deserta negli gli ultimi 10 anni. ahahahahaha!…. ) che certe risposte non le avrà (perché NON le avrà) e così potrà lasciarsi andare alla magia della storia senza false aspettative.
Perché di magia ce n’è A VAGONI!
Lost è Lost, è unico, non sai può spiegare, c’è un prima e un dopo, come per Twin Peaks, devi solo far partire il video sugli occhi di Jack che si aprono e vedono una spiaggia e un cane, il resto è in discesa.
Nel senso che ti cattura e ti fa suo, fino alla fine, anche se per me le ultime stagioni sono state una pena, ma una pena che sono felice di avere patito e a cui non rinuncerei per niente al mondo.
Mi spiego meglio (spero).
SPOLIER!!! SPOILER!!!
Io l’ultima stagione di Dexter l’ho piantata a metà e so già che non la vedrò MAI!
Stessa cosa per True Blood, vista più della metà con l’avanti veloce tanto per sapere chi resta vivo alla fine, anche se non me ne fregava una cippa, edit: SPOILER TRUE BLOOD (La Redazione) potevano morire tutti, Sookie in testa.
Non così Lost.
Sse avessi un po’ di vita da buttare e meno serie da vedere (ma non ce l’ho, avendo io i miei annetti e taaaante serie da vedere) la rivedrei di nuovo dall’inizio alla fine e forse mi piacerebbe ancora di più.
Sapendo già “come va a finire” avrei meno attese, meno ansie, meno frustrazioni e mi godrei di più la magia di un racconto sontuoso, unico, bellissimo.
Sono una che non ha amato il finale di Lost ma che ama Lost in toto e senza riserve.
Come è possibile?
Magia di Lost, è chiaro.
Cosa aspettate a farvi ammaliare anche voi?
(sono stata brava? avrò convinto qualcuno?)
annamaria, occhio agli spoiler. a me TB fa cagare, però alcuni potrebbero maledirti per il tuo spoiler! 😉
Il messaggio è stato editato dalla Redazione sia nell’originale che qui in ripetuta. Ricordiamo che dire “spoiler” è sempre utile, ma in questo caso risultava comunque visibile un twist molto importante per la serie True Blood, quindi si prega di fare attenzione!!!
Grazie!
Scusa scusa scusa.
Giuro che farò più attenzione.
Sul momento non c’ho pensato e poi non potevo più rimediare.
Ripeto: per favore, mettete il tasto “modifica” .
Lost va visto perchè…. secondo me, va visto per le prime 2 stagioni. realizzate in una maniera davvero impeccabile. personaggi, storia e misteri si mescolano e formano una miscela esplosiva mica da ridere. ti tengono incollati allo schermo una puntata dopo l’altra. e più passano le puntate e più ti rendi conto che “quello che ha fatto Lost, non l’ha fatto nessuno”. poi dalla terza in poi, secondo me, la miscela piano piano si spegne. qualcosa si rompe e il telefilm rimane “solo” godibile fino alla sua (contestata) conclusione. alla fine è stata una cmq grandissima esperienza. Lost va visto, punto.
Il problema di “Lost” è proprio questo !
Ovvero le prime 2 stagioni fantastiche e poi comincia a “perdersi” di stagione in stagione…
Ora parliamoci chiaro ….ad una prima visione di Lost è impossibile non essere incuriositi dai misteri,storia e personaggi e sono proprio quelli che ti tengono incollato allo schermo. Ho messo i “personaggi” per ultimi non a caso poichè il fattore “Cliffhanger” è stato spesso e volentieri incentrato sui Misteri Misteriosi .
E’ chiaro che se va avanti a forza di “Cliffhanger” alla fine non puoi non rimanere deluso….e non credo alla storiella di chi (alla prima visione) dice : ” No …ma io lo guardavo solo per i personaggi “.
In definitiva non so se lo consiglierei ? Io mi sono parecchio innervosito già verso la 5 stagione e chiaramente alla 6 mi sono cadute le palle .
Forse “va visto” poichè impari a non farti prendere per il culo in futuro 🙂
Ecco io prima sono stato più edulcorato ma l’idea era quella.
Perfettamente daccordo. Ripensandoci a mente fredda Lost è un buon prodotto ma fortemente osannato e sopravvalutato, complice la concomitanza con il periodo del boom dei torrent e sub vari che ormai ci allietano da anni 🙂 Io personalmente non lo consiglierei perchè nel suo complesso è troppo lungo, scende progressivamente di qualità e il finale non merita.
A un amico direi guardati Breaking Bad.
Ragazzi, dovreste mettere il tasto “modifica” (c’è dappertutto) per correggere gli errori di ortografia (e non).
Rileggersi è frustrante, a volte.
Si fuma una sigaretta… Non ti basta, vai oltre… Si fuma uno spinello… Non ti basta, vai oltre… Si fumano 2,3,12 spinelli al giorno… Non ti bastano, vai oltre……… Ci si droga.
Conosciamo tutti il classico percorso che rende una persona tossicodipendente, ma ho voluto scriverlo perché desidero definire Lost una “droga buona”, non per usare una banale metafora che esprima quanto si possa essere dipendenti da questo telefilm, ma per dire a tutti voi che non avete visto Lost e che state guardando altre serie tv: “Ragazzi, state solo fumando!”
Se non ti basta, se vuoi davvero andare oltre, oltre le serie che stai guardando oggi, oltre questi semplici spinelli, devi fumare Lost! Quando fumi una sigaretta è un bellissimo momento, ma quando la sigaretta si spegne, rimani te stesso e tutto rimane come prima. Nel momento in cui passi, invece, a qualcosa di grosso come Lost, la droga, che ti entra dentro, ti prende e ti porta dentro di sé, sei completamente rapito. Non fumi una serie tv, ma SEI IN LOST. L’unica differenza è che le droghe fanno male, Lost invece potrà farti solo del bene, per questo appunto: “droga buona”.
A volte “serie tv” sembra il modo peggiore per definirlo, a mio avviso il modo migliore è “OPERA”.
Perché come ogni grande opera, segna l’inizio di un’epoca. Perché rivederlo è sempre una scoperta. Perché ha lasciato qualcosa dentro anche a chi non è piaciuto. Perché ha nascosto un ricordo di sé, in un piccolo scaffale della memoria, anche a chi lo ha solo intravisto per sbaglio. Perché come le più grandi opere, riceve sempre un insulto irrispettoso da qualche studente che non ha voglia di studiare e fare la parafrasi. Perché è interamente avvolto da un velo di critiche e di discussioni, ma questo velo è sopraffatto e attraversato, come se non esistesse, dalla sua luce.
Chi lo ha finito di vedere è entrato in lutto e non ha acceso più la tv per settimane (a proposito, grazie Mel Gibson che mi hai spinto a riaccenderla per rivedere Brave Heart). Chi lo ha finito di vedere ha cercato per anni, e cerca tutt’ora, un’altra serie che possa soddisfarlo come ha fatto Lost, beh ecco la notizia: un’altra serie come Lost non esiste! Tra molti anni un’altra epoca si aprirà, ma ora, rassegnatevi, questa è l’epoca di Lost!
Lost è un’opera perché oggi, dopo dieci anni, resta originale che non potrà essere scalfita dal tempo. Non puoi perderti quest’opera perché gran parte di tutto ciò che vedi ora, deriva e fa parte di un’era avviata da essa.
Quando eri piccolo ti sarà sicuramente capitato di comprare i pacchi di patatine contenenti la sorpresa, alcuni di noi preferivano mangiare le patatine e gustarsi il lento momento in cui la sorpresa, mangiando, arrivava! Altri invece, più impazienti, preferivano scavare nelle patatine e recuperare subito la sorpresa. Spesso questa era deludente, e ti accorgevi che le patatine erano la cosa migliore di quel pacco. Beh Lost è come un enorme, gigantesco, pacco di patatine (le patatine sono i suoi personaggi), che nasconde al suo interno tante piccole e grandi sorprese (le sorprese sono la sua trama misteriosa). All’inizio mangi aspettando le sorprese, esse possono non bastarti o deluderti, ma sono tutti pezzi collegabili tra loro al fine di creare un grande disegno, che ha molto di tuo e di personale. Non ci sono le istruzioni per montare i pezzi, ma solo linee guida per non farti sbagliare. Man mano che mangi ti rendi conto, però, che le patatine hanno sempre più sapore, e che sono loro quello che più conta per te, quello che ti fa passare dalla curiosità che ha un bambino dinanzi ad un pacco di patatine, alla fragilità emotiva di un adulto.
La cosa bella del pacco Lost, è che non ha scadenza, non morirà mai. Quindi puoi mangiarlo anche tu, ti conviene cominciare, buon appetito!
PS: sapete qual è il mio film preferito? L’ultima puntata di Lost!
Beh…con tutto il rispetto sentire parlare di Lost come la serie numero 1 al mondo , elevata come OPERA , etc ,etc …..lo trovo un filino esagerato 😉
Spero vivamente che tu abbia provato altre droghe prima di Lost ….perchè c’è di meglio eh 🙂
Sarei curioso di sapere che altre OPERE hai visto ma giusto per capire i tuoi parametri di confronto.
Basti pensare che nello stesso periodo è andato in onda BSG ma chiaramente la serie è stata molto meno POMPATA di Lost.
Un commento del genere conferma quello che pensavo….ovvero che a Lost va riconosciuto che il lavoro di marketing è stato eccellente 🙂
BEh ci sono tanti film migliori di Star Wars (la vecchia trilogia), ma tanti di quei film migliori di Star Wars non hanno segnato un’epoca entrando di forza nell’immaginario collettivo come fatto appunto dalla saga di Lucas.
Lost è stato l’equivalente di Star Wars nelle serie tv, così come Breaking Bad ne è stato in un certo senso “il Padrino”, o meglio ancora “Scarface”. In questo senso, piaccia o no, Lost ha segnato un’epoca e questo è impossibile negarlo.
condivido in pieno quello che hanno scritto dodi2097 e domenicomastrillo, non avrei potuto esprimere meglio i sentimenti riguardo quella che può essere considerata la SERIE in assoluto e che per molti anni ancora non sarà eguagliata per quello che ha rappresentato, pur se ci sono state e ci saranno altre serie meravigliose (BSG, SOA, Justified, HOW, Utopia, Leftovers, ecc.. ecc..). i detrattori a prescindere fanno un po’ tenerezza, consueti bastian contrari anche nella vita probabilmente e che nella loro triste acrimonia non sanno cosa hanno perso nel non essere entrati in sintonia con il mondo di LOST. Perdonateli perché non sanno quello che fanno….
La ringrazio per la comprensione , Padre !
Vorrei confessare i miei peccati in termini di serie tv ? Ci organizziamo su Skype?
Noi poveri detrattori siamo così stupidi da considerare la sceneggiatura una cosa ancora importante.
Ci perdoni ancora per questo peccato mortale.
Amen
figliolo, nella mia infinità bontà te absolvo e come penitenza guarderai contemporaneamente su più schermi e più volte “the end”, “the costant”, “trough the looking glass”
we have to go back!!!!!!
amen
@Federica Barbera
Ecco la definizione esatta di fanboy 🙂
Mi viene però da dire che se una persona commenta dicendo “Noi poveri detrattori siamo così stupidi da considerare la sceneggiatura una cosa ancora importante” si dà per scontato che chi non sia detrattore non la consideri tale (gente, che so, che ha apprezzato Lost al punto da decidere di mettersi a scrivere di serie tv. Ogni riferimento è puramente casuale, credimi!)
Non vedo quindi molta diversità tra un commento e l’altro, caro Lukas… 🙂
Ad ogni modo, ricordiamo sempre a tutti gli utenti che esprimersi nel rispetto delle opinioni altrui va incredibilmente ancora di moda e che non si è per niente out a seguire questa tendenza.
Grazie!
Oddio si tratta di essere un minimo obiettivi.
Lost ha dei meriti e altrettanti demeriti.
Quando parliamo di sceneggiatura non possiamo certo dire che sia il punto forte di Lost.
Poi per carità sicuramente ci ha regalato parecchie emozioni ma da qui a giudicarla la serie n1 al mondo ce ne passa e sicuramente non si è obiettivi.
Certo che bisogna provare ad essere obiettivi, e infatti lungi da noi dire che Lost non abbia difetti, ma come già detto in altre occasioni approfittare di questo per dire che è tutto un gran fallimento è un’esagerazione dalla parte opposta.
Poi, ognuno ha il suo parere, ma sarebbe sempre bene ricordarsi che la verità in mano non ce l’ha nessuno e che, alla fine dei conti, sempre di pareri stiamo parlando, che poi siano argomentati o meno è chiaramente un altro discorso 🙂
Beh con tutto il rispetto Federica ma la vostra non è un’opinione molto obiettiva 🙂
Visto quello che ha rappresentato Lost per te (per voi) non credo che possiate formulare un giudizio tanto imparziale.
Al di là di tutte le considerazioni già fatte , vorrei agigungere che è quantomeno singolare trovarsi di fronte ad un prodotto che divide così tanto chi lo ha seguito.
Parliamoci chiaro Lost è stato tutto quello scritto nella recensione ma l’importanza storica ed il suo successo è dovuto al grande lavoro fatto dalla produzione a livello di hype , marketing , web e via dicendo.
Questo lavoro è parte integrante del successo di Lost e non lo si può negare . Capisco chi alla fine lo considera una serie “fuffa” poichè è stato stracarico di misteri , cliffhanger ,etc ,etc proprio a supporto della strategia di vendita 😉
Quindi in definitiva è un prodotto che ha segnato un’epoca ? Si ma non certo per la qualità del prodotto poichè il successo di Lost è ben altro.
E’ la serie numero 1 al mondo ? Ovviamente no se si considerano i molteplici aspetti legati a quello che è una serie tv e sopratutto come è “scritta”.
E’ chiaro che ognuno ha la sua opinione ma bisognerebbe sforzarsi di vedere le cose da un punto i vista neutro…..la recensione è molto di parte 🙂
L’articolo sarebbe di parte se avessimo detto che Lost è la serie migliore della storia del mondo, che è scritta in maniera perfetta che neanche Mad MEn. Poi è chiaro che c’è sempre una componente soggettiva quando si danno dei giudizi su un’opera, ma questo non vuol dire che tali giudizi non siano obbiettivi. Obbiettività non è imparzialità, è esprimere un giudizio ponderato e ragionato su qualcosa, argomentando quando ce ne è bisogno.
p.s. Quando si giudica un film o una serie, non si può assolutamente ignorare l’aspetto produttivo. Siamo di fronte ad un’opera che è realizzata collettivamente, che deve incontrare diverse esigenze, di pubblico, di costi, di programmazione e di obiettivi, con attori sociali o gruppi in causa (produttori, sceneggiatori, attori, registi, network e altri investitori) che mirano a diversi interessi (creativi, produttivi e monetari) che devono convivere. Il processo creativo della serie è determinato anche da tutto questo, ed in quanto tale questo va valutato (ex. Mad Men o Breaking Bad non sarebbero le stesse serie se fossero andate in onda su CBS anzichè sulla AMC), specie in opera transmediale come Lost. Non farlo rende il giudizio incompleto e parziale.
E’ come dire che Star Wars è fuffa perché la sceneggiatura non è chissà che.
No, guarda, credo che tu abbia proprio frainteso il senso della nostra operazione, e questo è chiaro proprio dalla tua ultima frase: “la recensione è molto di parte”. Ma ti sembra una recensione questa? Abbi pazienza, ma se qui si viene criticati perché siamo “di parte” in un articolo che si chiama “10 motivi per VEDERE Lost” allora forse c’è proprio un problema a capire quale sia il punto della nostra iniziativa, quindi faccio un passo indietro e lo spiego.
Quest’anno (tra l’altro proprio oggi) Lost compie 10 anni dalla sua prima trasmissione, e quest’anno c’erano i Mondiali, così abbiamo deciso di unire le due cose e creare un’iniziativa come il MondiaLost (per eleggere secondo gli utenti la puntata migliore di Lost) e intervallare le votazioni con articoli della redazione che parlassero di Lost celebrandone il fenomeno. Essendo questa una CELEBRAZIONE dei dieci anni di Lost, è piuttosto evidente come l’impostazione degli articoli dovesse essere positiva, ed essendo questo un articolo sui 10 motivi per VEDERE Lost (NON è una recensione, le recensioni sono un’altra cosa) non avrebbe avuto alcun senso scrivere delle critiche alla serie (tu quando vuoi convincere un amico a vedere una serie gli dici cosa ti ha fatto schifo? non credo).
Quindi, è chiaro che se tu vedi in questo articolo una recensione della serie può sembrare un giudizio di parte perché parliamo solo degli aspetti che per noi sono stati positivi, ma in questo caso sei tu che sbagli approccio, non noi. Le celebrazioni sono generalmente positive, ma questo non vuol dire che non abbiamo gli occhi per vedere dove sono stati fatti errori, dove certe spiegazioni non sono piaciute, dove certe storyline sono arrivate.
Personalmente (e rimarrò molto generica perché sotto questo articolo non vanno fatti spoiler) ho avuto molte riserve sulla sesta stagione, alcune spiegazioni mi hanno fatto urlare vendetta, un paio di scelte mi hanno fatto venire un nervoso che se ci ripenso mi sale ancora la carogna, ma qui che senso avrebbe avuto parlarne? Nessuno.
Nessun prodotto è perfetto, e c’è sempre una componente soggettiva che influenza la propria opinione, ma non confondiamo soggettività con impostazione dell’articolo e dell’iniziativa, sono due cose profondamente diverse.
per un appassionato di serie, ma piu in generale un essere pensante criticare ardentemente lost è come criticare la gioconda per un appassionato d’arte o maradona per un appassionato di calcio.
Poi ci possono essere discussioni, visioni diverse, c’è chi puo giudicarla la migliore di sempre chi fra le prime 10, chi fra le prime 20 ma dire che lost è brutta, o è oggettivamente una serie poco interessante o originale equivale ad eresia o malafede e questo non è fandom ma oggettività. Se poi si vanno a criticare i recensori di seriangolo che oltre ad omaggiare e esaltare lost hanno argomentato in ogni modo possibile le ragioni della bellezza della serie con decine di articoli allora mi sa tanto di polemica pretestuosa, sinceramente evitabile.
Aldila dei media, il marketing ecc (assurda teoria a mio avviso) secondo me basterebbe chiedersi cosa si provava durante, prima e dopo la visione di una puntata di lost per capirne la grandezza.
@ Borislav, Lukas, Maiook ed altri detrattori : come ha già spiegato Federica e gli altri mod, ogni opinione, soprattutto se ben argomentata, ha il diritto di essere scritta ed ascoltata, ma qui si è semplicemente mancato luogo e bersaglio delle vostre critiche.
Anch’io, che di “Lost” sono un fan devoto (vedi nick), ma all’occorrenza anche un potenziale e più obiettivo detrattore, potrei avere qualcosa da dire, nell’uno o nell’altro senso. Semplicemente non lo faccio perché se un articolo, e questo in particolare (lo si capisce sin dal titolo) non ha tra i suoi obiettivi quello di arrivare ad una comprensione più analitica del problema di cui si discute, non è a quel punto di nessuna utilità venire a qui a parlare di giudizi meglio ponderati (beh, anche questo è da vedere…), che gli altri non sarebbero in grado di offrire, quando in verità l’unica funzione dell’articolo voleva avere, ancora una volta, era soprattutto quella (auto)celebrativa.
Per farvela un po’ più semplice, se voi vi presentaste ad un anniversario della morte di Michael Jackson a dire che bella la musica era bella ma i suoi testi facevano schifo, poi non prendetevela con loro se quelli ve le suonano… Ma giustamente, eh? 🙂
Se invece è stato solo un equivoco, ed è semplicemente capitato che non abbiate purtroppo letto l”insegna capitando fortuitamente alla festa sbagliata (può capitare!), per la prossima volta suggerirei d’imbucarvi a quella in cui “10 motivi per non vedere Lost”, dove vi trovereste senz’altro più a vostro agio.
Comunque, per i giudizi “più ponderati” sull’annosa questione, io consiglio sempre due link:
– http://www.bestmovie.it/news/lost-perche-e-un-capolavoro/35465/
– http://www.bestmovie.it/speciali/lost-perche-non-e-un-capolavoro/37270/
A dimostrazione che, su “Lost”, ce n’è davvero per tutti i gusti.
LOST e’ :….La paura e l’amore.
LOST e’ :….E’ la vita e la morte.
LOST e’:…..La fede e la speranza.
LOST e’:…..Il Bene ed il Male.
………………LOST E’ IL LUOGO DOVE TUTTI NOI UN GIORNO CI RITROVEREMO…By Ivan Batz.
La cosa che più mi intristisce è vedere come il “grande pubblico” osanni un prodotto di scarsissima qualità narrativa. Cominciamo col dire che poteva e doveva finire alla terza stagione, ce n’era abbastanza e di troppo. Ho continuato a guardare un po’ nello spirito di Toto’ nello sketch “Pasquale”: “vediamo questo stupido dove vuole arrivare…” nella speranza di un guizzo. Ma la sceneggiatura è vuota più del vuoto sotto vuoto. Alla 4a stagione è chiaro che i cosiddetti autori hanno cominciato ad inventare (nuove e peggiori) idiozie per tirarla per le lunghe, bisognava fare altre tre stagioni a tutti i costi, che sono poi i costi dell’intelligenza degli spettatori. Si poteva chiudere in bellezza profittando di qualche spunto, tipo terapia di gruppo comune, sperimentale, una specie di PLN collettiva: forse cosi’ avrebbe avuto un senso o una suggestione.
Poi lo stampino dell’amerikana stupidità: armi, armi e armi, ovunque, sempre, fino ai denti. In ogni scena, anche in interni, sempre qualche mazzo di omini armati. Ma perché? Ovviamente per usare le armi c’è bisogno di un nemico, ed ecco fatto che oltre agli Altri ci sono anche gli Altri-degli-Altri (scusate ma ho visto la serie in lingua originale quindi non so come si chiamano in italiano). Poi c’è il fumo nero. Cos’è, perchè, quale utilità? Poi ci sono una serie di personaggi introdotti, sempre per la questione di tirarla per le lunghe, che non hanno nessun senso, buttati li’. Ho letto da qualche parte che qualcuno elogiava “l’approfondimento dei personaggi”. Purtroppo non c’è neanche questo. In realtà ci si affeziona alle facce (alcune molto belle!) e il trucco è proprio tenerti li’ ad aspettare di capire chi sono, perché sono come sono e fanno quello che fanno, ma no, accade tutto per caso, per esigenze di puntata, neanche di copione, e poi torni di nuovo nel nulla indistinto. E la Dharma Initiative? E il salto nel tempo? E i flash back? L’insipienza assoluta degli sceneggiatori è tutta qui. Darsi quattro idee e non avere la minima capacità di svilupparle, interconnetterle, dare loro un senso.
Il finale poi è patetico, ridicolo, squallido. Nessuna storia di personaggio viene cucita, inanellata, contestualizzata, men che meno messa in relazione a quella degli altri. Un trip idiota che manco sotto droga pesante riusciresti a fare cosi’ male.
È chiaro che questo tipo di spettacolo è dedicato ad un pubblico che “guarda” senza vedere, mentre tra un secchio di pop corn e i messaggi sul cellulare cerca di far passare una serata alla meglio. Un pubblico che non ha mai letto un libro, al quale si chiede coerenza narrativa come minimo. Se Lost fosse un libro, sarebbe finito nel cestino a pagina 50. Ma, potenza dell’immagine, ci fanno 173 episodi in 6 anni.