We’re being watched. La sempre trainante opening di Person of Interest ci ribadisce con un dettaglio in apparenza trascurabile quale sia il vero fulcro narrativo di questa quarta stagione: il traumatico passaggio da condizione di osservanti a quella di possibili osservati.
Nel mondo di Samaritan persino un innocente e ordinario hacking di Mr. Finch può mandare a monte mesi di studiata e attenta copertura. In questo inizio di stagione lo show si conferma con un trend più che positivo, mantenendo un perfetto equilibrio fra tutti gli elementi che da sempre l’hanno fatto funzionare: dal ritmo sfrenato ai piccoli attimi di comicità alle inquietanti riflessioni sul tema dell’intelligenza artificiale; Person of Interest riesce sempre ad aggiungere qualcosa, ad ampliare il suo universo narrativo trattando temi scottanti e attuali e rimanendo sempre a metà fra l’azione e la fantascienza.
Nella nuova Golden Age della televisione americana il procedurale perfetto è quello che riesce a interessare e a intrattenere dosando con cura i passi in avanti della trama orizzontale. Dopo questi tre episodi, possiamo dormire sonni tranquilli: siamo ancora in ottime mani.
4×02 Nautilus
Un nautilus, una conchiglia. Un elemento naturale situato in superficie, alla portata di tutti, tanto ignorato quanto affascinante. Per renderlo protagonista basta dare ad esso un valore, un valore misterioso legato a un gioco letale e disperato, guidato attraverso la città da una macchina che tutto può e (quasi) tutto controlla; un gioco a cui l’irrelevant della settimana partecipa con successo.
Ancora una volta il numero della settimana è un impavido e fenomenale hacker così simile a Harold da farlo immedesimare e di conseguenza fargli prendere a cuore la faccenda. Trovata, questa, che inizialmente può sembrarci alquanto ripetitiva, per poi rivelarsi perfettamente sensata con il proseguire dell’episodio.
L’orfana Claire si affida totalmente a un significato che ancora non riesce a comprendere, e decide di giocare con rischi e misteri del suo presente. Giocare con il nuovo mondo, quello della velocità e dell’informazione, a caccia di codici e porte nascoste in una pericolosa corsa verso una soluzione incognita: tutto, pur di dare un significato alla propria esistenza. In fondo quasi la stessa cosa è successa per Reese, sin dal pilot: un relitto d’uomo aveva bisogno di uno scopo, e Harold gliene ha fornito uno quando non aveva più niente da perdere. Ancora una volta, la scelta umana ha determinato gli eventi del futuro: il libero arbitrio rimane norma suprema per Mr. Finch, trascinando anche Claire verso il suo destino.
Samaritan si sta creando un esercito reclutando persone in tutto il mondo. Quanti ne rimarranno al suo servizio dopo queste brutali selezioni? Saranno in grado di controbattere il Team Machine? Il caso della settimana diventa prepotentemente trama orizzontale, e sembra quasi scontato un futuro ritorno di Claire come avversario dei nostri. In Nautilus tutto fila alla perfezione, e l’illusione più grande è quella creata dagli autori per tutti gli spettatori: l’illusione che dietro alla freddezza delle due macchine si sia sviluppata realmente la vita. Le macchine non esistono nel senso più proprio del termine, ma elaborano, schematizzano, agiscono; semplicemente, sono state programmate in questo modo e, a quanto pare, in modo diverso fra di loro. È una questione di tempo prima che una delle due cresca a tal punto da riuscire ad annullare l’altra; nel frattempo, si può solo continuare a combattere, contro un’epoca che tenta di superare l’essere umano, rendendolo irrilevante.
Voto: 8+
4×03 Wingman
Nel terzo episodio le cose ritornano alla normalità, in un certo senso. La struttura si verticalizza leggermente rispetto alla puntata precedente: l’irrelevant questa volta è più tradizionale e Harold entra più direttamente in azione.
La parte più interessante dell’episodio è senz’altro quella dedicata a Harold e Root: Finch inizialmente cerca di mantenere le distanze dalla sua creatura, ma spinto dalla necessità decide comunque di dare una chance alla Macchina seguendo così il suo copione. Tutto sembra funzionare a meraviglia, e il nostro Harry fronteggia mafiosi, reietti e criminali sfoderando alcune facce da badass non indifferenti. La missione sembra fallire quando la moralità di Harold prende il sopravvento; ma con una rapida intuizione e un tempismo perfetto, proprio grazie alla rinuncia di Harold, Root si rende conto che era tutto compreso nell’equazione; per compensarla, è il caso di passare all’attacco.
Vediamo dunque, ancora una volta, una Macchina in grado di razionalizzare e matematizzare i comportamenti umani, riducendo al minimo il suo margine di errore. Il caso, la fortuna, sono forze sempre meno rilevanti: vengono indirizzate, svalutate, sostituite da una forza nuova, una forza creata dall’uomo. La macchina si è adattata, si è evoluta in base alle circostanze, sfruttando la dedizione di Root e la moralità di Harold; essa tuttavia non può essere al servizio di se stessa, funziona sempre in relazione a un piano, a un obiettivo.
Il numero della settimana, nonostante gli sia giustamente dedicato un minutaggio maggiore, passa decisamente inosservato. Fusco può far ridere, ma tutto l’affare della spalla di professione risulta abbastanza banale e riciclato. Comunque, esso non toglie niente ad un episodio nel complesso più che valido.
Menzione speciale al segmento iniziale – inseguimento con Reese e Fusco – che manifesta tutta l’ottusità del popolo americano, pronto ad applaudire un forte gesto di violenza se esso è compiuto dalle forze dell’ordine.
Voto: 7 ½
Nautilus e Wingman portano avanti il riassestamento del Team Machine e delle sue risorse, non cadendo mai di tono e offrendoci nuove sconcertanti prospettive sul personaggio (se così può essere definito) di Samaritan, nuovo antagonista silente delle avventure dei nostri. Come per ogni stagione, gli autori stanno disponendo fin dall’inizio le pedine che nel finale di stagione andranno a collidere. Il livello si mantiene altissimo, e per quest’annata non possiamo che aspettarci grandi cose.
Ottima recensione! Effettivamente questa stagione si sta prefigurando come una della piu’ interessanti della serie.
Sembra sempre piu’ che tutte le season precedenti (pur essendo di ottimo livello)
fossero meramente preparatorie alla guerra tra Samaritan e The Machine che si sta sviluppando in questi episodi.
Person of Interests continua ad essere l’unica serie in grado di mescolare trama orizzontale e verticale in maniera ottimale, props a Nolan per l’ecellente lavoro.
Piccola nota, questo sito normalmente produce recensioni professionali, accurate e interessanti, trovo quindi che commenti quali: “…manifesta tutta l’ottusità del popolo americano…” siano fuori luogo in quanto generalizzanti e poco pertinenti con l’argomento trattato (my .2).
Ciò che leggi nelle recensioni non va preso sempre letteralmente, a volte cerca di leggere fra le righe.
Comunque è un’affermazione che confermo, assolutamente. La gente sul bus stava facendo un tour della città e si ritrova a fare un tour anche della sua violenza.
Lo shock e la paura, appena viene mostrato il distintivo, si trasformano in approvazione. Ma Reese ha appena sparato a un uomo. In ogni caso, non dovrebbe essere un atto da applaudire.
Questa piccola parentesi manda chiaramente questo messaggio, che lo si voglia recepire o meno.