American Horror Story – 4×06 Bullseye


American Horror Story – 4×06 BullseyeArrivato alla sesta puntata, Freak Show, non avendo più scuse legate al tempo, fa salire a galla tutti i difetti di forma e contenuto che hanno reso la prima parte della stagione una delusione (annunciata). Di premesse non si campa ed è un peccato non vedere sostanza in uno show che ci aveva abituato a ben altro tipo di racconto. 

La maledizione che ha colpito Coven si abbatte di nuovo sullo show e non lascia superstiti – neanche tra il pubblico, dimezzato dalla prima puntata della quarta stagione. La profondità quasi inesistente delle situazioni raccontate e dei personaggi messi in scena si fa sentire ogni settimana di più e, se prima la scusavamo perché era all’inizio, ora la serie non è più difendibile. Dopo due settimane halloweeniane, sembra di vedere una puntata a tema San Valentino, peccato non essere a febbraio. La virata verso il romance, con ben tre storie d’amore che prendono il sopravvento, è assolutamente inaspettata, ma tuttavia in tema con il fil rouge horror di Freak Show, visto che sono state trattate in modo davvero orripilante. Pink Cupcakes ci aveva raccontato tutt’altro e stava portando avanti una trama, sebbene debole, comunque coerente. In Bullseye non troviamo nulla di quanto promesso ed anzi, le cose cambiano senza una vera e propria motivazione.

American Horror Story – 4×06 BullseyePartiamo da Dandy e le gemelle, vendute (?) da Elsa durante un impeto di gelosia. Nel primo incontro tra il ragazzo e le freak sembrava che il suo interesse fosse più di natura perversa che romantica, e la storia d’amore descritta in questa puntata ci fa cadere dalle nuvole. Anche se dipinta come qualcosa di più nobile, la presenza di Beth e Dot a casa Mott non fa parte che dell’ennesimo gioco per Dandy, che dopo aver sgozzato ed amputato le sue scorse vittime, ora ammorba le povere ragazze con i suoi discorsi banali e noiosi. L’escalation sembra scritta a casaccio ed anzi funzionerebbe molto di più se usata per spiegare l’inclinazione omicida delle scorse puntate, magari come flashback, piuttosto che come conseguenza di tutti quegli atti efferati.

Anche il piano che sta debolmente mettendo in atto Dot ci fa rimanere perplessi: vuole usare il denaro di Dandy per l’operazione che potrebbe dividerla dalla sorella, ma gli unici soldi che riceve sono pochi spiccioli dati di tanto in tanto. Come crede di poter affrontare una spesa così alta in questo modo? E come vorrebbe convincere la sorella a sottoporsi al trattamento, sapendo l’attaccamento e l’amore che prova per lei? Tutti questi aspetti sono sottovalutati o del tutto ignorati, puntando l’attenzione sull’effimero rapporto romantico appena creato, di gran lunga meno interessante e profondo. Questa scelta sembra più improntata a far parlare di sé – dopo la puntata, con le numerose condivisioni di immagini e citazioni sui canali social più diffusi – che a far parlare i personaggi, subordinando la qualità degli episodi a quella del feedback. È per questo motivo che sembra non accadere mai niente e che tutto sia cotto e mangiato, influente per quella scena e basta. Le battute vivono giusto il tempo di essere recitate senza avere conseguenze sul futuro prossimo e tantomeno in vista di una trama orizzontale più ampia.

American Horror Story – 4×06 BullseyePer questo motivo anche la seconda relazione amorosa che ci racconta Bullseye la capiamo poco, non perché sia difficile intuire cosa facciano sotto le lenzuola Elsa e Paul, ma per l’autoreferenzialità del loro rapporto, che al massimo porterà alla morte del seal man, personaggio quasi del tutto inutile. Il racconto della loro relazione non aiuta neanche a conoscere di più Elsa, dipinta secondo uno dei più vecchi cliché di sempre: la donna tradita che si vendica e uccide l’amato. In questo caso, visto che non si può neanche parlare di grande amore, la coltellata (volontariamente) inflitta nel finale sembra eccessiva.

American Horror Story – 4×06 BullseyeL’unico pregio della puntata è quello di confermare il messaggio di fondo che gli autori di American Horror Story vogliono trasmetterci: in una società divisa tra gente comune e freaks, i normali (Dandy) o quelli che lo sembrano (Elsa) sono più anormali degli anormali, con l’unica eccezione (che conferma la regola) rappresentata da Maggie, assassina redenta ancora prima di uccidere. Lei è l’unica che ritorna sui suoi passi perché non ha nulla da perdere se non la sua rettitudine morale – al contrario di Elsa, per esempio, che non potrebbe fare a meno della luce dei riflettori. In quest’ottica il bacio finale con Jimmy non vuole essere una dichiarazione d’amore, ma un biglietto per la libertà, un modo per sottrarsi al diabolico Stanley ed al suo piano di morte.

L’amarezza è tanta e la noia è anche maggiore nell’assistere al nulla presentato ogni settimana. Anche la parte di puro intrattenimento è sempre più sottile e fragile e non riesce a valorizzare neanche il cast eccezionale che Murphy ha avuto la bravura (e la fortuna) di mettere insieme. Cosa ci riserveranno le prossime puntate è impossibile dirlo, ma con queste premesse non ci aspettiamo nulla di buono.

Voto: 5

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)

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