The Walking Dead – 5×14 Spend 11


The Walking Dead - 5x14 SpendTenendo conto dei giudizi espressi fin qui sull’annata di The Walking Dead, iniziando la recensione di questo 14° episodio è necessario dichiarare che ‒ dal punto di vista dell’action da horror movie ‒ questo è stato il momento più soddisfacente della stagione.

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Fortunatamente, anche per quanto riguarda plot e trama tutto torna a funzionare, nonostante sia servita un’intera stagione di stasi e forzature per costruire il season finale. Questa costruzione lenta e faticosa è ormai divenuta un tratto tipico di TWD, che fin dai suoi esordi ha fatto della narrazione tradizionale uno dei suoi punti di forza attraverso un utilizzo continuo (ma sapiente) di escamotage narrativi che possono piacere o infastidire, ma che portano comunque il pubblico a rinnovare il proprio interesse di anno in anno.

E i numeri lo dimostrano: siamo di fronte a uno show ancora nel pieno del suo successo e in grado di suscitare un altissimo hype per episodi e stagioni successivi. Molto gore, molti zombie, colpi di scena e momenti drammatici sono la ricetta che fa marciare questo “Spend” alla perfezione, come un meccanismo ben oliato che non stupisce, ma che emoziona e ci introduce a un crescendo di tensione che certamente arriverà al collasso nelle prossime settimane.

I’m outta here ’cause we’re cowards.

The Walking Dead - 5x14 SpendA fare da collante agli eventi, tutti cruciali per la creazione di questo clima da disastro imminente, è il tema del coraggio: coraggio necessario, coraggio che manca o che si trova nei momenti più impensati, coraggio di fare la cosa giusta e anche di seguire nuovi valori, per quanto diversi da quelli che si davano per scontati in passato.
Il coraggio è una dote che in questo “brave new world” è indispensabile per sopravvivere alla realtà selvaggia ‒ con buona pace dell’intelligenza, della bontà o dell’onestà che, seppur utili, passano in secondo piano nelle questioni di vita o di morte ‒, e il gruppo di Rick lo possiede in abbondanza; il motivo per cui non sono propriamente i “buoni” della situazione, o almeno non più, è proprio il coraggio che mostrano anche nel fare cose che nel loro passato avrebbero forse considerato non solo sbagliate, ma indicibili.

It was us. The others before. They didn’t panic. We did.

The Walking Dead - 5x14 SpendSopravvivere e fare quello che serve per andare avanti: sembra un concetto semplice ma, di fronte all’inatteso, al dolore, alla compassione e alla paura, sono gli istinti primari a venire alla luce, quelli che ci urlano nei neuroni di pensare a salvarci, lasciando indietro chiunque al di fuori di noi stessi.
Quella che Aiden, immediatamente prima di una brutale e dolorosissima morte, riesce ad ammettere è una sfaccettatura poco poetica ma molto reale della natura umana; e per quanto amiamo personaggi come Daryl e Rick, anche noi spettatori siamo perfettamente consapevoli di somigliare più a Aiden, o a Eugene: non tutti siamo in grado di tener testa alle situazioni estreme, e quello di The Walking Dead è un mondo in cui le conseguenze che si pagano per ogni errore sono devastanti.

The Walking Dead - 5x14 SpendUn mondo letteralmente crudele, in cui anche il più generoso coraggio non sempre è ricompensato. A ripristinare la “naturale” condizione di ingiustizia ci pensa la seconda morte dell’episodio (prevedibile ma non per questo meno capace di spezzarci il cuore), quella di Noah; a fare da netto contrappunto all’egoismo simboleggiato dalla confessione di Aiden è il suo sacrificio ‒ spontaneo e necessario ‒in nome del gruppo e degli amici. Non è un caso che il testimone di questa doppia tragedia sia proprio Glenn, il cui coraggio non è mai stato in discussione e che sembrava impossibile da scalfire: vedere, letteralmente, in faccia la morte di un amico (per giunta assistendo impotente agli zombie che lo divorano) è la prova impietosa e crudele che neppure lui è immune dal panico irrazionale e animale.

They don’t deserve paradise.

The Walking Dead - 5x14 SpendCoraggio e codardia vanno a braccetto in questo episodio anche per Eugene e Padre Gabriel, due personaggi dal parallelismo ancora più evidente rispetto a Aiden e Noah.
Sembrano così simili, con la loro paura dichiarata nelle parole e nei fatti, ma si rivelano poi coerentemente e nettamente agli antipodi quando le estreme circostanze lo richiedono: Eugene ha modo di dimostrare il proprio valore e la capacità di integrarsi, mentre Padre Gabriel non si smentisce e si manifesta in tutta la propria pochezza di essere umano, non solo privo di solidarietà e sincerità, ma anche colpevole di tradire chi lo ha salvato dalla morte (e da una vita di isolamento).
L’incapacità di rischiare ma anche di comprendere il vero coraggio è sempre stato il tratto dominante di questo prete ‒ dipinto come meschino nella più generosa delle ipotesi ‒ e lo show in questo episodio chiarisce, una volta per tutte, che Gabriel non è meglio di ciò che sembrava: è sempre rimasto col gruppo per pura sopravvivenza senza mai comprenderne le profonde e complesse dinamiche.

You’re gonna have to kill him.

The Walking Dead - 5x14 SpendLe parole di Padre Gabriel, la morte di Aiden ma soprattutto la determinazione di Carol segnano il punto di svolta nella situazione ad Alexandria.
L’arrivo del gruppo di Rick ha contribuito a far emergere le mancanze e i piccoli segreti della città, debole nella sua coesione così come sono deboli le persone che la compongono: ad Alexandria viene replicata una società ereditata dal passato la cui convivenza pacifica è sorretta da ipocrisie e segreti, ma che a contatto con un mondo completamente cambiato non potrà che implodere.
Se basta il gesto di coraggio di Abraham per metterlo alla testa del gruppo del cantiere, il resto non è così semplice perché le lotte di potere non si fermano e le ingiustizie sono lì ad attendere i personaggi ad ogni angolo; la sete di giustizia e l’inflessibilità di Rick e compagni (guidati dal proprio coraggio e determinazione) sono quindi destinate a scontrarsi con la politica e i compromessi di una vita comunitaria guidata dal desiderio di tranquillità.
Probabilmente, quell’inizio che vediamo scritto sul diario di Noah è destinato a trasformarsi nell’inizio della fine per Alexandria così come la conosciamo.

In dirittura d’arrivo verso un finale che si preannuncia esplosivo, The Walking Dead ci regala un episodio prevedibile, ma nel senso migliore del termine: godibile, funzionale, emotivo e capace di costruire una tensione che ci fa attendere con curiosità gli sviluppi futuri.

Voto: 8

Note

Qui potete trovare i punteggi del nostro The Walking Game relativi a questo episodio.

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Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.


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11 commenti su “The Walking Dead – 5×14 Spend

  • Lukamin

    Voto 8 ?
    C’è qualche errore vero ?
    Vabbè che siamo abituati malissimo con TWD ma se basta un pò di tensione per veder fioccare un 8 …. eh no dai !

     
    • Eugenia Fattori L'autore dell'articolo

      Ahahah un po’ sono d’accordo con te. Va bene se aggiungo la postilla che il mio è un otto “tenendo conto che è TWD”?

       
  • Joy Black

    Per la prima volta dopo non so quanto tempo ho voglia di vedere il prossimo episodio. Devo dire che questo nuovo filone sta giovando parecchio alla serie, in questo episodio hanno messo delle buone basi e creato le tensioni necessarie che poi esploderanno nel finale di stagione.

    Per me è un 7,5.

     
  • jackson1966

    Perfettamente d’accordo con la recensione. Questo è il TWD di cui sono diventata fan accannita e che amo come nessun altro show.
    Carol for ever
    Morte lenta e dolorosa per Padre Gabriel (mamma mia come per gli autori di TWD la religione è orribile!)

     
  • Ambrosia

    Ragazzi, dite sul serio? Per me la serie ormai è “passata di là”, cioè ha fatto il salto nel trash più profondo. Ormai tutto mi pare ridicolo. I personaggi, le scelte, le situazioni e le soluzioni. Una su tutte la decisione di uccidere, a freddo, l’unico medico rimasto. Capisco non sia una gran persona ma nessuno si è soffermato su questo dettaglio? Ovunque vadano Rick&Co succede un disastro. Le comunità si sfaldano, arrivano gli zombie e muore qualcuno, se non tutti. Un clichè che si ripete di stagione in stagione. Capisco che non si possa pretendere molto in un mondo post-apocalittico, ma per me l’assurdo è il non avere la visione del futuro.
    Ovviamente, questa è la mia personale opinione.

     
  • Davide Tuccella

    Nonostante la recensione sia ottimamente scritta, purtroppo devo esprimere il mio dissenso sulla valutazione finale.

    Personalmente questa puntata non mi ha entusiasmato; prosegue il filone positivo di questa metà di stagione ma non mi esalta al punto di dire “voglio vedere cosa succede nel prossimo episodio”, anzi.
    La morte di Noah l’ho trovata noiosa, un po’ come il personaggio, mai veramente approfondito (ma non è che TWD ci abbia abituato a chissà che personaggi poi), quella di Aiden, tuttavia, arriva al momento giusto per scuotere gli animi tra gli abitanti di Alexandria e il gruppo. Poi Rick che deve uccidere il marito della bionda senza alcun motivo fondato l’ho trovato il cliffhanger più insensato di sempre.

    Visto che TWD si valuta sempre con un metro di giudizio che non vale quanto quello di altre serie molto più blasonate e qualitativamente superiori, io darei un 7 al massimo (che però per citare Eugenia è un “tenendo conto che è TWD”)

     
    • Eugenia Fattori L'autore dell'articolo

      Ecco, diciamo che bisogna capire il valore che si da al voto, che non può essere un semplice “quanto mi è piaciuto” se no darei 8 secco a tutti gli episodi di Revenge 😉 TWD è una serie spesso noiosa, dai limiti molto grossi, ma è una serie che fa di questi limiti anche una forza che è evidente negli ascolti. Sicuramente non è una serie coraggiosa né un capolavoro di scrittura, per questo il voto “tenendo conto di”. E a mio parere qui, al netto dei limiti sopracitati, TWD fa il suo sporco lavoro – in termini di tensione, emozione e sviluppo della storia – molto, molto meglio della media degli episodi.

       
      • Paolot

        Per carità capisco il voto “tenendo conto di” e quindi di fatto il discorso sulla valutazione è puramente autoreferenziale .
        Se faccio 200mt di corsa al giorno mi becco un 6 , domani ne faccio 300 e mi becco un 7 e magari un giorno che ne faccio 400 mi becco un 8 .
        Ok resta il fatto che 400mt sono un risultato pessimo e non posso essere valutati con un 8….quindi la mia valutazione dovrebbe essere relativa ai mt medi (effettuati da corridori professionisti e non oppure di categorie specifiche) in un determinato lasso di tempo e via dicendo.
        Vabbè ci siamo capiti 😉

        In sostanza il suggerimento è quello di provare ad utilizzare un sistema di valutazioni globale che faccia riferimento a determinati parametri e di conseguenza dia un vero valore al voto.

         
        • SickBoy

          Sebbene esistano, a parer mio, una serie di dati oggettivi di cui è possibile tener conto quando si valuta un prodotto artistico e/o di intrattenimento, credo che quella del “sistema di valutazioni globale” sia un’idea impossibile. Per riprendere il tuo esempio, è un po’ quello che succede a scuola: è possibile valutare oggettivamente se uno studente abbia studiato oppure no, ma dargli un voto che non tenga anche conto della persona che si ha davanti, dei suoi limiti e delle sue capacità, sarebbe limitante e, in effetti, molto poco indicativo.
          Certo, nel caso della valutazione di una serie televisiva si potrebbero dare un “voto tecnico” e uno “alla puntata” (che tenga conto del contesto), magari usando sistemi differenti (da 0 a 10 per l’aspetto tecnico e un giudizio verbale sintetico per l’episodio in sé?) ma il problema è che anche per l’aspetto tecnico esiste un elemento di relatività: una serie di nicchia, ad esempio, non dispone degli stessi mezzi di una da centinaia e centinaia di milioni di dollari.
          Penso quindi che, tutto sommato, il sistema di valutazione “tenendo conto che” sia la soluzione migliore, anche se rende necessario ogni volta sottolineare che – ad esempio – un 8 dato a TWD è diverso dallo stesso voto dato ad un’altra serie.

           
  • SickBoy

    Concordo con Joy Black: dopo gli ultimi quattro episodi è la prima volta, in anni, che mi ritrovo ad avere un qualche interesse a vedere cosa succederà in TWD.

    Per carità, i difetti ‘macroscopici’ continuano ad essere lì (e, in questo, credo che la recensione, per quanto la trovi largamente condivisibile, sia stata un filo generosa): un’eccessiva prevedibilità, personaggi che agiscono “perché sì”, storyline e tematiche che si ripetono a loop, momenti filler (o, nella migliore delle ipotesi, scene allungate), dialoghi scricchiolanti etc. In pratica, tutti i difetti tipici di un prodotto livellato su un calibro mediocre con la specifica ambizione di raggiungere il maggior numero di persone possibile anche quando questo significa sacrificare la qualità a favore dell’accessibilità. Fa comunque piacere notare che, almeno, nelle ultime puntate la regia, seppur rimanendo un po’ piatta, s’è data una svegliata nell’inquadrare la narrativa in ritmi più serrati.

    Ho sempre detto che TWD è una serie con molto potenziale che, però, lo sfrutta malissimo. Ecco, le ultime puntate – e questa in particolare – mostrano chiaramente quello che potrebbe (dovrebbe) essere il “livello medio” di uno show teoricamente in grado di raggiungere vette ben più alte, se non fosse costantemente preoccupato di piacere a tutti (finendo poi per scontentare chiunque cerchi un intrattenimento di livello un po’ più alto).
    Che dire? Speriamo che si mantengano su questi livelli e che TWD possa tornare ad essere qualcosa di più che un riempitivo per i momenti in cui non c’è molto altro da vedere 🙂