A cinque anni dalla messa in onda del primo episodio della serie, Louis C.K. non si è ancora stancato di sperimentare e affrontare nuove modalità di narrazione, confermandosi in grado di rinnovare ogni anno il suo show e così di riuscire a renderlo aderente alle sue necessità artistiche.
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What do we say when we know ourselves?
Louis C.K. ha dimostrato, nel corso degli anni, di saper utilizzare e gestire diverse forme espressive e situazioni narrative, rinnovando le strutture della comedy televisiva e rimodellandole a suo piacimento. Lo stand up comedian è stato in grado di stravolgere con sistematicità l’architettura delle puntate della sua stessa serie, rinunciando anche a quegli elementi caratterizzanti che hanno reso famoso e riconoscibile il suo show. In questo inizio di stagione sembra voler recuperare la struttura mono-episodica delle prime tre annate reintroducendo i bit comici on stage ad inizio e fine puntata; l’episodio inoltre non segue la continuità temporale dettata dall’ultimo segmento della stagione precedente, ma ha un valore del tutto indipendente rispetto a quello che è stato raccontato precedentemente. Louis continua a sorprendere per la capacità di adattarsi a forme diverse di racconto: mentre nella stagione precedente aveva deciso di dare continuità alle storyline nell’arco di più di un episodio, cercando di dare orizzontalità alla stagione, in questa sembra voler tornare ad una struttura auto conclusiva delle puntate.
Some things don’t work out the way you planned them, okay?
Louie è in una fase della vita in cui cerca ancora di conoscere se stesso e allo stesso tempo subisce la pressione costante del tempo che passa, tanto che è incapace di cogliere gli aspetti positivi insiti nell’imprevedibilità delle opportunità future. La decisione di cercare di partecipare al pot luck con i genitori delle compagne di classe di sua figlia è dettata dalla necessità di rompere quel regime di incomunicabilità che regna i suoi rapporti interpersonali. Il creatore della serie non si è mai fatto problemi nel dare una rappresentazione spietata del protagonista mettendolo continuamente in situazioni spiacevoli: in questo episodio Louie è completamente in balia degli eventi, incapace di decodificare le coordinate delle situazioni a cui è obbligato a partecipare e costretto a subire passivamente tutti gli episodi sfortunati che gli capitano.
I’m a boring asshole now.
Una delle problematiche che turba la serenità di Louie, fin dalla prima stagione, riguarda il suo controverso rapporto con le donne: la sua inadeguatezza nel confrontarsi con il sesso femminile lo porta a farsi coinvolgere in situazioni spiacevoli dove viene ingiustamente insultato e denigrato. Durante l’episodio viene sistematicamente escluso e ignorato in ogni situazione in cui cerca di impegnarsi. L’unico momento in cui si sente sicuro di se stesso, finendo per risultare sgarbato e presuntuoso agli occhi dei suoi interlocutori, è quando parla della figlia: il suo ruolo di genitore continua ad essere l’ancora di salvataggio che gli permette di reagire a quei sintomi depressivi che descrive allo psicologo ad inizio puntata.
You’re having a baby and it’s gonna be their baby?
Anche durante questo episodio introduttivo Louis C.K. tenta di abbattere il limite di ciò che è lecito raccontare e far vedere durante una puntata di una serie tv; ancora una volta il sesso è il veicolo comico più semplice ed efficace per portare Louie a vivere la situazione di maggior disagio e imbarazzo della puntata. Non preoccupandosi di risultare politicamente corretto, non si limita a ridicolizzare se stesso ma anche le persone con cui interagisce, che sono protagoniste di sequenze che sfociano di continuo nel grottesco; le varie micro-narrazioni che mette in scena sembrano deformate dalla sua stessa soggettività e i dialoghi che lo vedono protagonista mantengono sempre un registro surreale e straniante. Le vicende che coinvolgono il protagonista non arrivano mai ad un momento di risoluzione ma creano sempre nuove problematiche, a cui seguono situazioni imbarazzanti e umilianti che minano ulteriormente la sua autostima.
L’ottima riuscita di “Pot Luck” è un’ulteriore conferma della vivacità artistica e comica di un autore che continua a raccontare con coraggio una parte di se stesso e del suo mondo, senza utilizzare alcun tipo di filtro. Questa quinta stagione focalizza da subito l’attenzione dello spettatore sulle ossessioni e sul pessimismo crescente del protagonista; Louis C.K. utilizza una narrazione assolutamente inimitabile per imprevedibilità e intelligenza espositiva, ulteriormente arricchita da due geniali stand up comici.
Voto: 8