Hannibal – 3×03 Secondo 6


Hannibal - 3x03 SecondoAbbandonata ogni pretesa di convenzionalità e spogliatasi degli ultimi legami col procedurale, questa terza stagione di Hannibal si sta confermando sempre più unica, caratterizzata da un’attenzione all’estetica e all’introspezione ancora maggiore.

.

La trama orizzontale – l’unica presente, a dire il vero – si sviluppa in maniera piuttosto lineare e misurata, ma è la qualità della messa in scena e delle interpretazioni a farla da padrona in questa prima parte, analizzando ancora di più la figura di Hannibal Lecter e, più di tutto, la sua influenza sugli individui con cui ha interagito.

It’s not healing to see your childhood home, but it helps you measure whether you are broken… how and why, assuming you want to know.

Hannibal - 3x03 SecondoIl viaggio di Will nel passato di Hannibal viene presto ribaltato in un’analisi di se stesso, in una scoperta di quanto il suo rapporto con l’amico lo abbia, nonostante tutto, profondamente influenzato. Chiyoh si pone fin da subito come un personaggio speculare a Will, vittima dei raggiri del dottor Lecter ma soprattutto della sua curiosità, capace di spingerlo verso la completa disgregazione di un altro essere umano: il come e il perché la donna sia rimasta in quel luogo per tutto questo tempo non sono chiari, ma è il suo rapporto con Hannibal che conta, quell’influenza così potente da portarla ad avere un solo scopo nella propria vita. Slegato dalla sua funzione di metro di paragone per Will, tuttavia, il personaggio si impone forse con troppa poca decisione nel contesto presentato, risultando uno strumento narrativo e simbolico più che un individuo dotato di una caratterizzazione e un’introspezione degne di nota; in ogni caso, il suo legame con il protagonista lascia ben sperare per il futuro della serie, viste le grandi potenzialità offerte da un personaggio del genere.

Hannibal - 3x03 SecondoDetto ciò, si può dire che l’interesse della parte in Lituania risieda tutto nell’evoluzione di Will, a cui ben si accostano la decadenza e l’inquietudine del luogo presentato, evidenziate come al solito dall’eccellente fotografia; il protagonista non sembra aver abbandonato quella che, alla fine della scorsa stagione, si configurava come una vera e propria trasformazione dovuta all’influenza di Hannibal. La sua scelta di liberare il prigioniero, che si rifà all’attacco da lui stesso subito in “Shiizakana“, costringe Chiyoh ad avvicinarsi all’omicidio nella sua forma più semplice da abbracciare, ovvero l’autodifesa; l’ambiguità del personaggio viene così amplificata da un percorso da lui stesso non ancora compreso, il cui punto finale non potrà che essere l’incontro con Hannibal stesso. Le sequenze conclusive della puntata, in un richiamo a Il Silenzio degli Innocenti, mettono in scena il processo di “liberazione” di Will, prima considerato dal dottore solo un bozzolo ed ora pronto a comprendere fino in fondo il suo nemico, in un processo necessario alla ricerca di Hannibal ma allo stesso tempo sempre più rischioso per l’integrità psicologica e morale del protagonista.

Nothing happened to me. I happened.

Hannibal - 3x03 SecondoCoerentemente con la linea narrativa di Will, anche Hannibal non può che rivolgersi al passato, caricando di significato l’atto che ha portato alla morte della sorella Mischa. Così come l’aver divorato la ragazza ha portato ad un maggior livello di malsana comprensione il loro rapporto, l’amicizia con il protagonista ha bisogno dello stesso ultimo e necessario passo: Hannibal si è esposto a tal punto da poter essere capito da Will, e il viaggio a Palermo non fa che confermare tale relazione (“He knew where to look for me“), portandola su un’intimità che in pochi hanno saputo provare. L’introduzione del passato, in questo senso, risulta più che mai azzeccata in questo momento perché evidenzia ancor di più quello che è il rapporto cardine dell’intera serie, fondato su un’ambiguità che accomuna amore e necessità di distruggersi a vicenda; se prima c’era Mischa ora rimane Will, e l’unico modo per completare la loro relazione è attraverso la cannibalizzazione, il processo che per Hannibal risulta più naturale e, soprattutto, più intimo e personale. Solo così, insomma, può avvenire il vero perdono, chiudendo con successo la loro relazione.

Hannibal - 3x03 SecondoAllo stesso tempo, tuttavia, c’è un altro personaggio il cui rapporto con Hannibal sta subendo un’evoluzione sempre più consistente: in questo episodio, in particolare, l’omicidio del professor Sogliato costituisce il punto di non ritorno per Bedelia, forzata da Hannibal – come per Will, anche se con metodi differenti – a intraprendere il suo stesso percorso. La donna non è ancora arrivata a condividere attivamente la pratica dell’uomo, ma i passi che sta compiendo si stanno avvicinando in modo sempre più veloce a tale risultato: prima si trattava di osservare, ora di partecipare (anche se solo “tecnicamente”). Non è chiaro se tale percorso porterà al definitivo schieramento col dottor Lecter o al risultato opposto – in certi casi la crisi di Bedelia sembra molto vicina, in altri quasi irraggiungibile –, ma per ora l’ambiguità del rapporto tra i due è stata costruita in maniera eccellente, mantenendosi su una raffinatezza invidiabile. Di certo il punto di rottura dei rapporti con l’intera città di Firenze (sempre più vicino, a parere di Hannibal, a causa di quell’entropia destinata a cadere gradualmente nel disordine) coinciderà con una svolta tra i due, la cui natura risulta, tuttavia, ancora incerta.
Nonostante l’alta qualità a cui si è abituati, comunque, alcune scene tra Hannibal e Bedelia peccano di un eccessivo didascalismo: la scrittura in certi passaggi dice un po’ troppo, risultando forse più d’impatto (come nella sequenza finale, in cui il “I have to eat him” non fa che confermare quanto appena suggerito dalla donna) ma meno sottile di quanto ci si aspettasse dopo un episodio come “Antipasto”.

I borrowed his imagination and I broke it.

Hannibal - 3x03 SecondoPiù di contorno ma non per questo meno interessante è l’arrivo di Jack Crawford a Palermo, che vede l’inizio di una (si spera) lunga collaborazione con Rinaldo Pazzi, anche in questa puntata aiutato dalla straordinaria performance di Fortunato Cerlino. Lo splendido dialogo tra i due sottolinea quella che è la natura di Hannibal e il motivo per cui la sua caccia sarà così ardua, ma esplicita anche il vero scopo di Jack, che, per inevitabile senso di colpa, non può che mettersi alla ricerca di Will. È chiaro che il suo ritrovamento coinciderà con quello di Hannibal – o, comunque, porterà verso quella direzione –, ma l’obiettivo è quello di fermare il protagonista prima che la sua comprensione sfoci in qualcosa di ben più tragico. Il fatto che i due detective si incontrino in chiesa (come sottolineato dallo stesso Pazzi) implica il desiderio di entrambi di arrivare a qualcosa di più, la necessità di essere aiutati nel ritrovamento di due individui così diversi (benché tra loro simili) e ardui da decifrare.

“Secondo” è un episodio che non ha l’eleganza di “Antipasto” né la potenza emotiva di “Primavera“, ma porta avanti con successo il tono sempre più decadente e slegato dallo svolgimento effettivo della trama di questa terza stagione, fino ad ora la più atipica (e, per questo, riuscita) della serie. Si tratta di una puntata in cui emergono alcuni difetti nella scrittura e nella caratterizzazione dei personaggi di contorno, ma la qualità della messa in scena e la densità dei temi proposti continuano a rendere Hannibal qualcosa di indiscutibilmente unico.

Voto: 7/8

UPDATE: La NBC ha appena annunciato la cancellazione della serie: questa stagione sarà quindi (e purtroppo) l’ultima.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

6 commenti su “Hannibal – 3×03 Secondo

  • winston smith

    Questo episodio non è riuscito a coinvolgermi come di solito riesce a fare questa serie e il problema è tutto nel personaggio di Chiyoh, abbastanza inconsistente se paragonato a tutti gli altri. La sua introduzione nel racconto manca del carisma e della peculiarità riservate a Pazzi nell’episodio precedente e quando si rapporta con Will, di cui ormai conosciamo vita, morte e miracoli del suo inconscio, questa debolezza emerge in tutta la sua potenza.
    Venendo alle sempre appassionanti peripezie di Hannibal, ho notato una possibile falla nella logica del suo M.O.: quando Gideon lo accusa di cannibalismo, Hannibal respinge l’accusa dicendo: “It’s only cannibalism if we’re equals.”; tuttavia, ora viene fuori che ha mangiato la sorella e che ha intenzione di mangiare Will, che certamente non considera esseri di natura inferiore alla propria. Quindi, che Hannibal sia parzialmente cannibale a sua insaputa?

    Note sparse:
    – hanno perfino un attore italiano sul set e riescono a dire “Il Monstro” anziché “Il Mostro”: quella degli americani verso le lingue straniere non è incuria, è vera e propria e manifesta mancanza di rispetto. Uno scivolone per una serie così studiata e attenta ai dettagli (che, tra l’altro, fa il paio con il carabiniere – o era un poliziotto semplice? – che pronunciava “prohìbito” la settimana scorsa al posto di “proibìto”);
    – ampiamente prevedibile la cancellazione, ma sorprendente la tempistica: non hanno nemmeno aspettato la seconda parte di stagione; speriamo che questo dia il tempo a Fuller di trovare nuovi lidi dove continuare lo show, sebbene sarà difficile ora che ha anche una nuova serie di cui occuparsi (Netflix sarebbe il massimo sotto il profilo del budget e della risonanza mediatica, cosa che potrebbe aiutare molto nell’acquisizione dei diritti per The Silence of the Lambs);
    – Hannibal che dice “I may have been impulsive” dopo aver lobotomizzato il professore invidioso del suo successo in campo accademico merita un loop di dieci ore tipo quelli che alcuni caricano su youtube: Mads Mikkelsen è a livelli stratosferici e ormai si è ampiamente messo alle spalle l’interpretazione del ruolo data da un mostro sacro quale è Anthony Hopkins. Merita un riconoscimento ufficiale.

     
  • Mira Elsa

    Quindi Hannibal è al secondo invito a cena di suoi “colleghi” universitari, cene che puntualmente si concludono con assassinio dell’invitato, e la polizia, l’FBI etc. non riescono a trovarlo?

    Questi invitati non dicono a nessuno dove avrebbero passato la serata? E nessuno si preoccupa della loro scomparsa?

    Non mi sembra un’indagine difficile ca condurre: vai a casa dello scomparso e chiedi alla moglie: dove andava l’ultima volta che l’avete visto?
    “A casa di Hannibal”
    “Ah ok, andiamo lì”
    Indagine conclusa. Visto che difficile?

    Poi, a sta Chiyoh, quanti anni le date? Da quanti anni fa la “custode” nel palazzo di Hannibal? Quando ha iniziato quanti anni aveva, 5? E’ possibile che in quel paese nessuno si faccia mai domande?

    Sono io l’unico che cerca di dare un senso a tutto questo delirio?

     
    • Pietro Franchi L'autore dell'articolo

      Diciamo che la forza di Hannibal non è la sua capacità di costruire una trama inattaccabile, ma l’abilità di mettere in scena un dramma con una cura per l’estetica e i rapporti tra i personaggi molto, molto alta.
      Il problema della credibilità non è certo la prima volta che si pone (in Mizumono, per esempio, quanto ci mette la polizia ad arrivare a casa di Hannibal? E jack non aveva avvisato nessuno, nonostante la sua esclusione dal caso?), e bisogna purtroppo farci l’abitudine a mio parere, concentrandosi su altri punti di forza della serie; è chiaro che poi il problema non può essere completamente ignorato, e questo (insieme ad alcune falle di altra natura nella costruzione della narrazione) è uno dei motivi per cui non sono mai riuscito a considerare Hannibal un capolavoro, nonostante i suoi indiscutibili pregi e la sua interessantissima unicità. Poi son gusti, ci mancherebbe 🙂

       
  • Davide Canti

    Sottoscrivo ogni parola che hai scritto riguardo a Chiyoh, personaggio che anch’io ho trovato non all’altezza degli altri. Forse il problema è che hanno voluto darle subito una grande importanza (sia per l’episodio che per il futuro della serie), quando gli altri protagonisti sono stati costruiti nell’arco di tre anni (essendo oggi molto più solidi). Oltre a ringraziare Fuller per questo capolavoro, lo ringrazio per averci dato la possibilità di leggere recensioni come questa!

    p.s. Bedelia che mangia ostriche da tre puntate fa quasi tenerezza. Diventerà una cannibale solo per sfinimento.

     
    • Pietro Franchi L'autore dell'articolo

      Grazie mille davide, e siamo d’accordo su Bedelia! Poraccia, va bene che le ostriche le piacciono ma così sta un po’ esgerando, dai 😀