Questi ultimi due episodi di Halt and Catch Fire sono così collegati da poter essere analizzati come un unicum, in cui la narrazione segna un importante punto di svolta per la trama di questa stagione e diviene il centro nevralgico di scontri che convergono: Davide (Mutiny) contro Golia (Westgroup), modernità contro tradizione, famiglia contro lavoro, passato contro presente.
So this is Mutiny.
Le ambizioni che sopraffanno la vita, il primato del lavoro e della realizzazione personale sulla famiglia e sull’amore sono temi da sempre vivi e presenti nello show, non solo in termini etici ma anche più prosaicamente pratici.
Ma soprattutto in “10Broad36” e “Working for the Clampdown”, in modo magistrale la narrazione corale – attraverso punti di vista variegati, in un’evoluzione coerente per ciascun personaggio – mette in scena il conflitto tra visioni del mondo e tra obiettivi che non combaciano, situazioni in cui ciascuno è costretto a fare i conti con i propri limiti e con gli inevitabili, enormi sacrifici.
I feel like you want me to see these things.
Per Joe, il successo lavorativo è un palliativo, un rimedio casalingo alla sofferenza ma soprattutto un santo graal idealizzato: un veicolo per diventare qualcun altro, per trasformare la propria vita, per riconquistare la fidanzata. Impressionare il padre per raggiungere la figlia sarà anche un luogo comune tradizionale – e Joe non è un uomo tradizionale – ma cadere nei vecchi schemi è così facile e rassicurante, e riesce così bene, da essere una tentazione irresistibile.
Irresistibile soprattutto per qualcuno come lui, che non sa esattamente più chi è dopo essersi nascosto dietro maschere per tanti anni; anche dopo la crescita raggiunta, credere di poter essere migliore e più felice non è abbastanza per placare l’impulso dell’ambizione.
Joe è da sempre un uomo che si sente incompleto, e che per questo ha un bisogno irresistibile di un obiettivo chiaro e della certezza di muoversi verso una meta. Sapersi fermare e saper scegliere, specie nei momenti di crisi, non è nella sua natura ma è decisione e responsabilità di chi si trova al suo fianco.
Non che Joe non sia in grado di prendere decisioni autonome, ma la sua insoddisfazione lo rende fragile e influenzabile; solo di fronte alla manifestazione più palese del proprio errore e alla delusione delle donne della sua vita è capace di fermare la ruota impazzita della sua ricerca. Ed è proprio con Sara e Cameron, che hanno visto in lui qualcosa di più del successo e dell’ambizione, che la sua natura più autentica sa rivelarsi.
It’s your company, you should decide what happens to it.
Anche Cameron è guidata dall’ambizione e da un desiderio di autorealizzazione che tocca livelli da ossessione simili a quelli di Joe. Anche lei riesce a fermarsi solo di fronte alla chiara manifestazione delle conseguenze delle sue azioni su chi le sta vicino, come Donna, come il ricovero di Lev o la verità svelata sulla madre di Tom. La sua lotta è uguale e contraria a quella dell’ex fidanzato, mossa dallo stesso irresistibile impulso al movimento e poco incline al compromesso, perché Cameron è la giovinezza, è l’innovazione e la forza creativa senza regole, insicura e folle, in grado di lottare senza sosta per far rispettare la propria visione.
Il suo percorso di condivisione con Donna l’ha fatta maturare, come la vicinanza di Tom la allontana dalle proprie ossessioni, ma la sua visione resta intatta anche di fronte al ricatto di Joe o all’ammutinamento collettivo del suo team: Cameron difende l’autentica natura di Mutiny anche a dispetto del proprio interesse economico e della vita privata, ed è sintomatico come nel momento del dubbio, proprio quando sta per cedere, sia Joe a “salvarla” e a ricordarle il perché della sua lotta, indicandole la strada del comando.
Uno degli elementi più affascinanti di questa seconda stagione di Halt and Catch Fire è come i due percorsi di questi ex amanti (prima da lontano, ora da vicino) si rispecchino come due forze uguali e contrarie che stanno al tempo stesso divergendo e convergendo: l’una che impara a imporsi sugli altri e dunque l’arte del controllo; l’altro che impara a farsi da parte e quindi l’arte dell’arrendersi.
She’d drop everything to take care of me and I can’t do that to her.
Il sogno folle di Cameron, che non si pone limiti se non quelli che arrivano dall’esterno, fa da contrappunto perfetto al sogno quieto di Gordon, che in due giorni costruisce un nuovo business lavorando nel garage di casa.
Non è più uno scontro diretto, ma – come è stato fin dagli esordi della serie – Gordon e Cameron rimangono polarizzati, simboli delle due anime complementari ma conflittuali dell’informatica: il primo è l’hardware manuale, lento, che richiede tanti tentativi e pone problemi; la seconda è il software veloce, sfaccettato, creativo, che risolve i problemi e si adatta alla macchina.
Ma se Cameron prende il controllo della propria vita, adesso Gordon sembra cedere ai limiti della propria malattia e delle necessità familiari, ridimensionando le proprie ambizioni ancora una volta.
Il tentativo di ribellarsi al destino e alle circostanze passa per la visita al fratello (forse il momento più debole di “10Broad36” perché il più sviluppato secondo i cliché televisivi del viaggio purificatore), nella quale Gordon tradisce e si riconcilia con la famiglia d’elezione, e fa i conti con le sue origini e con il fallimento del fratello.
Come con la suocera, non c’è possibilità di chiusura con i conti in sospeso del passato, ma c’è quella di vivere meglio e pienamente il futuro, con quel che porterà.
E se il conflitto con la moglie è ancora aperto, Gordon sembra almeno sulla buona strada per risolvere quello con se stesso.
This is real to us!
Per Donna, il conflitto è tra le due parti di se stessa: quella che ha soffocato nel matrimonio – che oggi torna a farsi sentire con forza grazie alla realizzazione personale che Mutiny le ha regalato – e quella che ama la propria famiglia e il proprio marito, pur con i sacrifici che prendersene cura comporta.
Il conflitto di Donna è il conflitto femminile all’ennesima potenza, e non a caso lei è quella tra tutti che cambia idea più volte nel corso dei due episodi: se Cameron è la modernità, l’ambizione e la creatività senza sensi di colpa, Donna è il presente (non solo quello degli anni ’80 ma anche quello di oggi) delle mogli e delle madri che lottano per dare seguito ai propri talenti, ma che sono frenate soprattutto da se stesse e dal senso di colpa per il loro presunto egoismo, perché “trascurare” la famiglia e il marito implica una ribellione profonda ai ruoli imposti dalla società.
Lo scontro di Donna è il più difficile, l’unico che non si risolve perché è quello più reale, personale, quello che ha una soluzione diversa per ciascuno e che come unica soluzione ha il provare, sbagliare, riprovare.
L’aborto è il simbolo di questa difficoltà: è una scelta egoista oppure giusta? È un gesto di egoismo o un male necessario, o addirittura un coraggioso gesto di generosità? I doveri di Donna (verso Mutiny, verso Cameron, verso i figli, i genitori, il marito e ad ultimo verso se stessa) sono così importanti e sfaccettati che è difficile capire quale “padrone” sia il più giusto e meritevole da servire.
La seconda stagione di Halt And Catch Fire continua a regalarci conferme di una qualità sempre in crescita: la fotografia e la recitazione sfiorano spesso la perfezione, integrati in una sceneggiatura dai molteplici punti di vista che non è mai forzata ma sempre funzionale, con i personaggi che si allontanano e si avvicinano fluttuando attraverso le vicende.
Si può senz’altro dire ormai che questo show è entrato di diritto nell’Olimpo delle serie TV più interessanti degli ultimi anni e sicuramente nella Top5 di questa ricchissima stagione estiva, portandoci con qualità praticamente immutata e pochissimi cali di interesse verso un season finale che arriverà sempre troppo presto.
Voto 2×06: 7
Voto 2×07: 8
Mi spiace non avere tempo per commentare queste puntate e questa serie in generale.
Recensione ottima e voto che doveva essere piu alto.
Serie stupenda.
Spero che AMC decida di rinnovarla.
Finora la stagione mi aveva convinto ma esaltato un po’ meno rispetto alla precedente, pensiero smentito da questi due bellissimi episodi. Stilisticamente ineccepibile, con personaggi fantastici che mi sono già entrati nel cuore, questa serie è, come avete detto, oramai una conferma. Peccato che sia sempre così in bilico, che non si possa mai essere sicuri che queste puntate che stiamo vedendo non sono le ultime!
PS: È sbagliato il numero delle puntate… ;P
oops, una svista.. sarà il caldo! 😉 grazie!