Dopo l’abbuffata di immagini oniriche e scandaglio psicologico servita in precedenza, l’episodio di metà stagione di Hannibal funziona esattamente come un digestivo: scorre liscio come l’olio e ci aiuta a smaltire tutto ciò che abbiamo visto (o mangiato, a voi la scelta).
A differenza degli episodi precedenti, infatti, Bryan Fuller decide di accantonare la raffinatezza estetica e formale in favore di una narrazione classica ma estremamente efficace nel dipanare la ragnatela di trame e legami in cui si sono mossi i personaggi fino a questo punto. Ed è proprio al centro della ragnatela (la fattoria Muskrat) che avviene il confronto/scontro definitivo tra Hannibal, Will e Mason, i tre protagonisti assoluti di questa prima metà di stagione le cui somiglianze e diversità vengono definitivamente messe in luce.
In questo sanguinoso triangolo, a legare Will e Mason, oltre al ruolo di vittime di Hannibal, è un inevitabile sentimento di attrazione e mimesi nei confronti del dottore; ma se nel caso di Will questa empatia si sviluppa in profondità a livello emotivo, per Mason le analogie si riscontrano soltanto a livello superficiale. Entrambi conducono uno stile di vita spiccatamente bohemièn, nutrono un’ossessione per la cucina raffinata e vedono le altre persone come maiali pronti al macello, ma le loro pulsioni violente differiscono totalmente: se Mason trae un piacere di natura infantile nell’infliggere dolore al prossimo, Hannibal uccide per soddisfare il suo senso di onnipotenza e superiorità nei confronti di ogni altro essere umano.
Attorno alla figura del maiale si poggia l’intera struttura narrativa e figurativa dell’episodio, in cui viene data concretezza a tutti gli elementi che finora erano rimasti relegati nella sfera dell’allusivo: Mason può finalmente sfogare su Hannibal le proprie perversioni legate agli animali su cui è fondata l’azienda di famiglia, cercando a tutti i costi di fargli vivere l’esperienza di un maiale in attesa di essere ucciso. Non è casuale, inoltre, il desiderio di Mason di divorare Hannibal indossando la faccia di Will: il punto cardine dell’intera serie è sempre stato l’ambigua complicità dei due protagonisti, destinati a farsi a pezzi a vicenda proprio perché vittime di questo deleterio sentimento di amore/odio; nel mettere in atto il proprio piano, Mason riuscirebbe a concretizzare l’inevitabile catarsi della loro relazione, compiere ciò che Will non è moralmente in grado di fare e che Hannibal era sul punto di portare a termine nel finale di “Dolce”.
A fare da contraltare al sadismo sfrenato di Mason troviamo un Will ormai rassegnato al suo destino, qualunque esso sia, e un Hannibal imperturbabile e, a tratti, divertito dallo scenario in cui si trova coinvolto – un’occasione come un’altra per continuare a “giocare” e manipolare a suo piacimento. La manipolazione è l’unica arma che i due prigionieri hanno a disposizione per salvarsi e nel metterla in atto Will dimostra, come già fatto in “Secondo“, quanto gli insegnamenti di Hannibal abbiano attecchito nella sua fragile psiche. Il confronto con Alana è breve ma cruciale da questo punto di vista: entrambi sono rappresentanti della legge che hanno deciso di agire al di fuori di questa, ma la donna non ha ancora compiuto quel passo necessario per sprofondare definitivamente nell’abisso e Will sfrutta questa debolezza per indurla ad uccidere Mason al suo posto.
Lo stesso lavoro di persuasione è compiuto da Hannibal nei confronti di Margot, il quale riprende esplicitamente dialoghi già messi in scena nell’episodio “Kō No Mono” e arriva ad addossarsi la colpa dell’omicidio di Mason: la prigione è l’unica destinazione futura possibile e Hannibal pare intenzionato ad abbracciarla appieno pur di vedere il suo diabolico piano andare a buon fine. L’input necessario per uccidere il fratello, tuttavia, arriva dallo stesso Mason in una delle scene più raccapriccianti dell’intera stagione: il figlio dei due fratelli impiantato nel ventre della scrofa è certamente una rappresentazione parossistica del disprezzo di Mason verso la sorella e della sua ossessione/identificazione con i maiali, ma in uno show come “Hannibal”, che ha fatto dello shock visivo la sua impronta stilistica principale, viene accettata dal pubblico come plausibile, oltre ad essere funzionale alla definitiva eliminazione del villain.
La parte conclusiva dell’episodio mette in scena, dunque, un (in)aspettato capovolgimento di fronte, con Hannibal che da carnefice diventa salvatore di Will anche grazie all’aiuto del suo angelo custode Chiyoh, unico personaggio entrato nell’orbita del dottor Lecter le cui intenzioni rimangono poco chiare: la sua missione è proteggere Hannibal dalle minacce esterne o ucciderlo personalmente per riottenere la libertà che lui le ha negato?
Le battute finali tra Will e Hannibal si riallacciano alle parole dell’introduzione di Jack Crawford, su quanto i due siano diversamente identici: Will ha cercato di seguire Hannibal e abbracciare la propria oscurità, ma le conseguenze sono state disastrose per entrambi; perciò l’unica scelta possibile è la separazione, lasciare che la tazza rimanga rotta per sempre. In questa scena, come in poche altre dell’intera serie, vediamo un Hannibal ferito e addolorato per la decisione di Will di estrometterlo dalla propria vita, e la reazione al rifiuto è proprio quella di un amante ferito: Hannibal si lascia catturare dall’FBI solo per rimanere presente nella vita di Will. L’arresto del protagonista, inevitabile e tanto atteso dagli spettatori, viene dunque messo in scena nella maniera più simbolica e meno spettacolare possibile: anche nella sconfitta Hannibal è vincitore e unico artefice del proprio destino.
In attesa del salto temporale di tre anni e dell’ingresso in scena di Francis Dolarhyde, “Digestivo” chiude il primo arco narrativo della stagione nel miglior modo possibile, lasciando gli spettatori appagati e stimolando il loro appetito per le sorti dei protagonisti: ora che il dottor Lecter è in carcere, dove l’immaginario collettivo è abituato a collocarlo, quali variazioni sul tema avrà in serbo Bryan Fuller per continuare a sconvolgerci?
Voto: 8½
Non dico puntata da 10 ma quasi…
speriamo che venga salvata…speriamo che venga salvata…possibile che non esiste un’emittente interessata a cotanto capolavoro?
Purtroppo, secondo quanto dichiarato al Comic Con (qui l’articolo –> https://www.seriangolo.it/2015/07/12/comic-con-2015-hannibal/ ) Netflix ha dovuto rinunciare per una questione di diritti di Amazon (che possiede quelli delle tre stagioni) e Amazon voleva fare le cose un po’ troppo di fretta. Quindi l’unica possibilità che sembra esserci è quella di un film.. peccato