Roots – 1×01 Pilot 1


Roots - 1x01 PilotIn una televisione, non solo americana, che dà ampio spazio a personaggi bianchi e racconta storie che li vede protagonisti, mettere al centro della narrazione un ragazzo di colore legato alle proprie origini non è una decisione a cui siamo abituati; anche solo per questo andrebbe seguito il drama Roots, che può vantare anche altri pregi.

Questa nuova miniserie di History Channel nasce per raccontare una storia già familiare a molti: si tratta infatti del remake dell’omonimo show targato ABC del 1977, nominato trentasette volte agli Emmy Awards dello stesso anno e vincitore in nove categorie, tra cui miglior miniserie. Tratto dal romanzo Roots: The Saga of an American Family, lo show del 2016 è una vera e propria serie evento, trasmessa lo scorso 30 maggio – e per le quattro serate consecutive – per celebrare il Memorial Day americano, giornata in cui si commemorano i soldati americani caduti di tutte le guerre. Per questo motivo lo show è stato trasmesso non solo da History Channel, ma anche dai canali A&E e Lifetime.

Roots - 1x01 PilotRoots – in italiano “radici” – è una saga familiare che ha inizio nell’Africa occidentale alla metà del ‘700: Kunta Kinte (Malachi Kirby, visto in Doctor Who) è un giovane guerriero del suo villaggio che viene rapito e venduto come schiavo da una famiglia rivale. Il nostro protagonista giovane e combattivo non smetterà mai di lottare, neanche dopo il suo travagliato arrivo in America, per riconquistare la libertà. È chiaro fin da subito che Roots non voglia puntare su una trama originale o particolarmente innovativa; il suo scopo non è neanche raccontare una storia triste e sensazionale – anche se lo è – o farci provare pena per il protagonista. Questo show ha un compito quasi documentaristico, raccontandoci dei fatti e mostrandoci delle verità storiche più che degli avvenimenti; in questo modo la serie riesce ad essere un ricordo profondo ed evocativo di eventi che hanno provocato in una comunità intera di persone una ferita profonda che ancora non si è rimarginata – e che forse non lo farà mai.

Roots - 1x01 PilotÈ per questo motivo che siamo più colpiti dal come ci vengono mostrati i fatti che da quello che ci viene narrato: la tratta degli schiavi di colore non è raccontata, ma mostrata direttamente. La lunghissima sequenza del viaggio in mare, in cui per gran parte del tempo siamo rinchiusi sottocoperta con gli uomini incatenati, ricrea con estremo realismo una situazione evocata numerose volte, ma mai con la stessa intensità. Gli uomini stesi uno addosso all’altro, il buio appena interrotto dai raggi del sole che penetrano dalle griglie sul soffitto, l’acqua del mare che gocciola sulle ferite aperte degli schiavi, uniti ai primi piani strettissimi sugli occhi o sui denti digrignati di Kunta Kinte, per esempio, fanno più effetto di tante parole, sostituite dai canti e dalle urla di coloro che non riescono più a sopportare mesi di viaggio in mare. La forza di Roots sta proprio in questa messa in scena dura e realistica, senza mai forzare la mano su particolari già di per sé così crudi da non aver bisogno di altri escamotage per colpire lo spettatore.

Roots - 1x01 PilotIl pilot di questa nuova serie, che si può considerare un mini-film data la sua durata, non ha solo il compito di introdurci nella vita del protagonista e di coloro che incontra nel suo lungo cammino, ma entra già a gamba tesa su diversi argomenti centrali di questo show, che si avvicina molto ad una ricostruzione storica. Le condizioni di vita degli schiavi, anche dopo la loro vendita, vengono mostrate appena ce n’è occasione, senza rimandare alle puntate successive dei temi che possono essere affrontati subito; la serie non è permeata di buonismo e ciò che viene mostrato non passa sotto il filtro del politicamente corretto, che avrebbe reso vano un lavoro di denuncia e ricordo molto efficace. È importante sottolineare il fatto che non si parla della schiavitù in senso stretto, ma anche di tutto ciò che ne deriva, come l’allontanamento e il rinnegamento forzato delle proprie origini e una conseguenze crisi d’identità. Il percorso di Kunta Kinte per tornare a casa passa attraverso una profonda crisi personale, in cui viene messo in discussione ogni singolo aspetto della sua vita, unico modo di piegarlo al volere dei suoi nuovi padroni.

Già dall’episodio pilota, Roots sembra un progetto solido e con un fine ben preciso, che va oltre l’intrattenimento, sviluppando una transmedialità più unica che rara: il sito internet ufficiale, oltre a presentare le classiche pagine sul cast e sulla trama, offre una sezione History di natura quasi didattica, proponendo documenti di stampo storico, come un’interessante infografica sulle navi che trasportavano gli schiavi o un video interattivo che mostra le rotte più utilizzate per i viaggi in mare.
Anche per questo motivo, Roots è uno show che ha tanto da dire e lo fa in modo sorprendentemente efficace e moderno, permettendo anche ad un pubblico nuovo e giovane di essere ispirato e tremendamente colpito da questa storia.

Voto: 8

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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