Quella che si è già conquistata il nome di “stagione dei record”, sia dal punto di vista degli ascolti che dell’impatto mediatico in grado di generare – con gaudio della HBO, costretta ad affrontare in questi giorni attacchi informatici e ricatti – si presenta ad una settimana dalla fine con un episodio spettacolare, culmine della forza produttiva di uno show che ha definitivamente abbattuto il divario che un tempo intercorreva tra grande e piccolo schermo.
Game Of Thrones è, infatti, l’epopea fantasy di questo decennio e l’erede culturale de Il Signore degli Anelli, al quale lo stesso Martin è molto affezionato. Nonostante le differenze strutturali e il diverso approccio narrativo che pongono le due opere su piani molto diversi, non è difficile trovare in A Song Of Ice And Fire analogie e rimandi al capostipite del genere attraverso situazioni, personaggi e risoluzioni dell’intreccio che viaggiano tra il citazionismo e la reinterpretazione. La differenza sostanziale tra i due adattamenti è, tuttavia, di natura extra-narrativa: se Peter Jackson poteva contare su un’opera completa, di cui tutti già erano a conoscenza, lo stesso non si può dire per Benioff e Weiss che, come tutti sappiamo, ad un certo punto si sono dovuti liberare dai vincoli rappresentati dai romanzi per proseguire su una strada più incerta ma che fino ad ora ha funzionato alla perfezione. La trasformazione dello show da adattamento semi-puro a prodotto televisivo in senso stretto si è fatta carico di alcune scelte narrative meno credibili e realistiche ma necessarie affinché la trama procedesse in modo spedito e che le attese dei fan potessero essere ripagate. Questa premessa è quanto mai necessaria per analizzare e giudicare “Beyond the Wall” che, nonostante gli enormi difetti e le voragini narrative che non possono passare inosservate, rappresenta una summa di quello che è oggi Game Of Thrones: il fantasy contemporaneo per eccellenza.
L’episodio sviluppa la sua trama su tre poli distinti e lontani ma tematicamente connessi: Winterfell, Dragonstone e le terre al di là della Barriera. Il personaggio che lega questi luoghi e che muove le scelte dei diversi attori del gioco del trono è Jon, con la sua missione finalizzata ad unire Westeros contro l’armata del Night King. Soprassedendo sull’illogicità della strategia elaborata e sulla sospensione di incredulità richiesta per credere alla casualità dell’incontro dei personaggi che si uniscono nella spedizione che attraversa la Barriera, gli autori scelgono saggiamente di far coincidere la temporalità degli eventi di “Beyond the Wall” con la durata della missione suddetta, optando per ignorare completamente i rapporti spazio-temporali relativi all’enorme continente in cui si svolgono le vicende. Questa decisione è frutto del mutamento strutturale che la serie ha subito di cui si parlava in precedenza, il quale antepone la creazione di momenti topici e visivamente impressionanti – l’arrivo di Daenerys e dei tre draghi al momento giusto in questo caso – al realismo e alla coerenza interna dello show, caratteristica invece fondamentale dei romanzi di Martin, nei quali le interazioni tra i personaggi chiave sono ridotte al minimo. È una necessità – che poi si traduce in questo caso in un vantaggio – imposta dalle caratteristiche del medium televisivo, che vive di momenti emozionanti e di colpi di scena improvvisi. Se da un lato questo meccanismo funziona e non disturba la visione, in alcuni momenti si ha l’impressione che l’episodio forzi un po’ troppo la mano e tenti di strafare: emblematico in tal senso l’arrivo miracoloso di Benjen al salvataggio di Jon, con il quale viene praticamente “concesso” un finale ad un personaggio di cui si erano perse le tracce.
In modo diverso ma con lo stesso effetto straniante è costruita tutta la prima parte basata sui dialoghi tra i guerrieri della spedizione, lenta e priva di azione ma con l’obiettivo di espandere o consolidare il background narrativo di molti di loro – in particolare dei personaggi che hanno avuto meno spazio come Gendry, Thoros e il Mastino. Se l’idea di per sè appare interessante viene tradita da una realizzazione scialba e priva di mordente, complici i dialoghi banali e poco credibili che poco aggiungono alla caratterizzazione dei personaggi.
Death is the enemy. The first enemy. And the last. But we all die.
Il filo conduttore e il vero protagonista dell’episodio è però la morte, intesa non solo come il momento in cui un’esistenza si interrompe ma in particolare come l’assenza di vita. Ciò è evidente innanzitutto dalle scenografie: tutte le scene ambientate al di là della Barriera, infatti, mostrano ampi paesaggi innevati, privi di alberi e piante, caratterizzati dalla costante sensazione di vuoto. Gli stessi membri della spedizione di Jon hanno un rapporto privilegiato con la morte: il Re del Nord è già morto una volta, Beric Dondarrion addirittura sei volte e riportato sempre in vita da Thoros di Myr, il Mastino era stato dichiarato morto per mano di Brienne, Jorah Mormont pareva destinato a perire attraverso il morbo grigio, Gendry è stato sempre in pericolo di vita a causa del suo sangue Baratheon. Tra tutti loro solo il prete rosso verrà ucciso nel corso dell’episodio, scelta diretta probabilmente ad eliminare le sue capacità di resurrezione e a rendere personaggi come Jon e Beric ugualmente mortali. La dipartita più importante, che coincide con l’istante più emozionante e inaspettato della puntata, è però quella di Viserion, il drago di Daenerys che viene trafitto dalla lancia del Night King e poi riportato in vita dai White Walkers nei minuti finali. Oltre all’impeccabilità tecnica della scena, è proprio la scelta degli autori ad essere intelligente e coraggiosa, perché pone i draghi, sinora sempre considerati praticamente invincibili, in una condizione di inferiorità e vulnerabilità, aprendo tantissime possibilità per gli scontri a venire.
The world doesn’t just let girls decide what they are going to be. But I can now.
Risulta molto più discutibile la scelta di troncare l’adrenalina degli scontri del profondo nord con la discordia che Littlefinger insinua tra le due sorelle Stark a Grande Inverno. Già nello scorso episodio si avevano le avvisaglie di un confronto tra le due che non sarebbe stato tra i più amorevoli; la vera e propria minaccia di morte da parte di Arya nei confronti della sorella potrebbe prendere in contropiede gli spettatori, ma a ben pensarci è perfettamente in linea con l’evoluzione che ha subito il personaggio nel corso delle stagioni. La giovane Stark è diventata tanto cinica quanto spietata e poco incline al perdono, incapace di accettare le debolezze degli altri, lei che la debolezza l’ha sempre dovuta sopprimere per poter sopravvivere in situazioni ben più pericolose di una corte di nobili arrabbiati.
Se queste vicende avranno un certo peso sulla trama – cosa che finora non è ancora chiara – allora il problema più grosso è la loro collocazione all’interno di un episodio che avrebbe sicuramente giovato della continuità delle scene ambientate oltre la Barriera e che, invece, così organizzato spezza troppe volte il ritmo della narrazione.
They’ll all come to see you for what you are.
Si deduce facilmente che “Beyond the Wall” lavori per giungere ad un’evoluzione del rapporto Jon-Daenerys, una relazione su cui ha lavorato per tutta la stagione. Sebbene anche qui risulti un po’ forzata e artificiosa la scelta di avvicinare sempre di più i personaggi, in prospettiva questa unione – per ora solo politica – potrà fornire un ottimo spunto per la direzione che prenderà la trama nel finale di stagione e, guardando un po’ più avanti, anche verso il finale della serie ormai sempre più vicino. In particolare è Jon ad uscire meglio dall’episodio: mettendo da parte l’orgoglio e anteponendovi la salvezza del continente, sceglie di giurare fedeltà alla regina dei draghi e di fidarsi completamente di lei, convinto che anche i suoi uomini la vedranno per come la vede lui. D’altro canto la caratterizzazione di Daenerys – e l’interpretazione non eccelsa di Emilia Clarke – non è stata allo stesso livello in questa settima stagione, rendendo un personaggio che fino all’anno scorso poteva vantare un percorso di tutto rispetto oggi confuso e autore di scelte se non incredibili perlomeno discutibili. In questo non ha certo aiutato Tyrion, anche lui “vittima” di una scrittura poco ispirata, meno brillante e poco lungimirante rispetto agli scorsi anni, compensata solo dalla sempre solida interpretazione di Peter Dinklage.
Se storicamente è assodato che il penultimo episodio della stagione di Game Of Thrones deve sempre essere il più sconvolgente, allora “Beyond the Wall” non fa eccezione: pur non distinguendosi assolutamente come uno dei migliori episodi della serie e abbondando di difetti perlopiù evitabili, riesce nel compito di generare un punto di non ritorno per lo show, sempre più sicuro dei propri mezzi e diretto verso un finale che si preannuncia esplosivo.
Voto: 7
Ottima recensione Davide, mi ritrovo nella totalità della tua analisi. Buona puntata se si soprassiede sui difetti tipici di questa stagione, ma siamo lontani dalle puntate di un paio di anni fa o anche solo da due puntate come quelle dell’anno scorso (6×09 e 6×10). Peccato, non ho tante speranze nemmeno per il gran finale di stagione. Il problema è alla radice: il piano più strano che si sia mai visto (portare un non morto a Cersei per fare la grande alleanza). C’è da dire che, nonostante tutto, la serie riesce comunque a regalare grande soddisfazioni per l’intrattenimento e per la spettacolarità visiva.
È stato un episodio deludente 🙁
Le forzature in questa stagione sono all’ordine del giorno e questo inficia il valore complessivo della stagione. Questa stagione di GoT è una specie di via di mezzo, che fa le cose che uno si aspetta, ma non le fa bene come in passato. In questo è passata da essere un’opera fantasy di rispetto a una che merita meno rispetto e Jon Snow rischia di essere accostato al protagonista di Falling Skies.
In altre parole, fa quello che uno si aspetta che un’opera fantasy media farebbe: azione, mostri, magia, il bene contro il male. Siccome, però, è GoT e in passato su è guadagnata un nome usando il fantasy come espediente ed essendo realistico e crudele con i suoi personaggi, ora che è sceso a livello medio delude perché abbassa il livelli qualitativo. Una puntata da 5.
Purtroppo stanno mandando in vacca quanto di buono fatto nelle scorse 6 stagioni….lo show sta diventando un action-movie all’americana ! Che tristezza !
“Soprassedendo sull’illogicità della strategia elaborata e sulla sospensione ……. optando per ignorare completamente i rapporti spazio-temporali relativi all’enorme continente in cui si svolgono le vicende”
Per quello che ho visto nelle precedenti 6 Stagioni non riesco a soprassedere a tutto ciò , mi sono reso conto che dalla 7×01 sto vedendo un’altra versione dello show…e francamente non mi piace.
Capisco tutte le varie motivazioni “televisive” ma di “forzature” ce ne sono fin troppe….
L’arrivo del Deus ex machina zio Ben per salvare Jon è veramente puerile. Senza logica alcuna. Deludente.
Onestamente, ho fatto una fatica bestiale a vedere questo episodio. Soprassedendo su draghi e corvi che viaggiano alla velocità della luce, su comparse nella squad che appaiono giusto il tempo di morire, su un amore tra Dani e Jon sbocciato dal nulla che pur atteso ha avuto su di me un effetto wtf, su Benjen scomparso dai radar che appare per dare un cavallo al nipote e poi resta lí, forse perchè fuori scena ha deciso che morire per mano di un’orda di zombie è una figata. Ma, anche a parte tutto questo, perchè una volta che hanno capito che facendo fuori lo zombie X li eliminano tutti, se ne scappano? Basta incenerirlo, quello nemmeno si nasconde, fa tutta la preparazione con la lancia, e loro scappano come degli idioti? Per me questa è una puntata da zero, e lo dico da amante di GoT e della svolta post-Martiniana. Voglio solo dimenticarla e spero ardentemente che non mandino in vacca un prodotto dietro al quale sono stato per sei anni (da persona cui nemmeno piacciono i fantasy) con tanta passione.
Il punto non è il drago zombie o la probabile Unione Jon- Daenerys già prevista da Martin, ma come si è arrivati a questo. Male.
David Benioff:”Marin hai finito o no?”
George Raymond Richard Martin:”mi manca pochino… tipo due anni…”
Daniel Brett Weiss:”cavolo George, e ora?”
DB:”vabbe …allora andiamo avanti noi”
DBW:”sicuro David? Guarda che io non ho idee, passo da un cocktail party su GOT all’altro…”
GRRM:”se volete vi do una mano ma dovrei rallentare la scrittura del libro e …”
DBW e DB”NOOOO! … non … non ti devi deconcentrare…”
DBW:”ma non possiamo fare come per la stagione 6? siamo andati a leggere nei forum le congetture dei lettori…”
DB:”no le abbiamo finite tutte…”
DBW:”vabbe allora rimettiamo alla meno peggio insieme tutti i personaggi in un posto ed usiamo come ispirazione il finale di Lost!”
DB:”Giusto! Ho appena visto come lavoravano loro https://www.youtube.com/watch?v=m_vdoU5L4Nk
Grande puntata, di grande impatto ma temo anche la peggiore a livello di scritturae coerenza di tutta la serie.
Il buco di sceneggiatura piu grosso nella storia della serialità di alto livello recente si è verificato in concomitanza dell’evento più importante della storia di GOT ovvero l’approdo di Danaerys oltre la barriera. Attenzione il problema non è la velocità della narrazione ma la velocità con cui in real time si susseguono gli eventi, le 2 cose sono ben distinte. Se io ieri ci mettevo 10 puntate a far vedere che jon andasse dal punto A al punto B e “affermavo” con la mia narrazione che nel mondo di westeros quello spostamento equivale a 15 giorni io oggi posso decidere di contrarre quei 15 giorni in 10 minuti ma se resto coerente con la temporalità degli eventi sono comunque rimasto nei ranghi della narrazione, non ho “accelerato” gli eventi ma ho solo deciso di raccontarli in una porzione ridotta della storia, il tempo non si è contratto ne si è dilatato ma è solo la velocità della narrazione ad essere cambiata ed io questo posso farlo. Ecco perchè non sono critico nei confronti dell’accelerata generale della storia, perchè fino alla puntata 5 la coerenza temporale era rimasta. Nella 6 tutto cambia purtroppo e la scelta degli autori si tramuta in una scellerata scrittura priva di senso.
Cosa succede.
Jon e gli altri sono nei guai e Jon manda Gendry a forte orientale per inviare un corvo. Gendry corre come un novello forrest gump e arriva mezzo morto a forte orientale. Da li una volta ripresosi scrive un messaggio da inviare tramite corvo a dragonstone. Il messaggio arriva, Danaerys riflette (si cambia addirittura d’abito) e vola con i draghi oltre la barriera. Per il tempo di westeros quanto occorerrebbe affinchè questo si verifichi? Credo giorni se non settimane per quanto ci è stato mostrato finora. Per il tempo reale mostratoci nella puntata a trascorrere sono poche ore.
Questa cosa è INAMMISSIBILE per qualsiasi serie, per GOT è imperdonabile, per quella scena di GOT è oltre ogni modo di cattivo gusto e di un assurdità che fa male al cuore.
Ogni spettatore scende a patti con glia autori e “perdona” i salti temporali e spaziali purchè essi all’interno della storia rimangano coerenti. Se questo non avviene allora lo spettatore è preso in giro. Le forzature possono essere grandi o piccole ma in ogni caso in una serie ben scritta non dovrebbero esserci.
Se la sceneggiatura fosse stata ben fatta avremmo avuto gendry che corre e jon e gli altri che muoiono prima dell’arrivo di gendry a forte orientale, punto.
Qui abbiamo assistito a qualcosa di ridicolo. Pur di creare il momento del salvataggio dei nostri eroi e dell’uccisione del drago si è deciso di violare il patto con gli spettatori, nel tentativo di fornire ai fan una mega puntata a tutti i costi.
La battaglia dei bastardi e i grandi momenti di GOT sono stati tali perchè non c’erano sbavature, non c erano errori e non perchè ci fosse stato l’evento con la E maiuscola. Qui abbiamo assistito ad un tradimento senza pari, condito da altre decine di errori che riporto di sotto:
Benjen deus ex machina vivente arriva sempre quando serve
Benjen non va con Jon perchè non c’è tempo anche se questa affermazione non è giustificata dal susseguirsi degli eventi (Benjen doveva morire per dare 3 secondi di brivido allo spettatore affezionato, morto purchè morisse non perchè la storia ha portato coerentemente alla sua morte)
Jon nudo sul letto nonostante stesse morendo assiderato, purchè Dany vedesse le sue ferite
Sansa e Arya diffidano tra sorelle ma non diffidano di Littlefinger, nonostante non abbiano perso occasione di additarlo come un viscido traditore
Il king’s night uccide il drago che vola e non quello fermo e facile da colpire
I nostri eroi si separano inspiegabilmente dopo essere arrivati a forte orientale come se nulla fosse successo e la loro missione fosse finita
Tyrion sempre pronto a soccorrere il prossimo che intima la regina dei draghi a non partire quando a quel punto Dany deve andare giustamente all in oltre la barriera per difendere i suo nuovi alleati e la sua strategia (insensata ma a quel punto deve difenderla) di portare l estraneo a Cersei
Estranei fermi ad aspettare cosa per ore?
Strategia in se di andare in 8 oltre la barriera per cosa? Rischiare gli uomini valorosi per convincere la persona piu cinica e assetata di potere della storia ad aiutarli?
Winter is here è vero ma sarebbe stato piu facile dedicare qualche settimana / mese a conquistare i 7 regni e poi unire tutte le forze contro gli estranei, a Cersei sconfitta
Sansa e Arya non si parlano, pur essendo le uniche Stark in vita la cui unione farebbe faville e invece si mettono una contro l altra
Delusione fortissima nonostante come sempre quello che riesce a realizzare game of thrones è sontuoso e fuori portata per qualunque serie tv ad oggi e probabilmente per gran parte dei blockbuster cinematografici.
Parto col dire che sono d’accordo con te fino ai pensieri su Benjen, dopo ci sono delle cose che non condivido granche. Ad esempio credo che sia Arya che Sansa non si fidino di di Ditocorto, ma la scoperta della lettera (e la conferma di autenticità di questa) devono essere essere stati per la piccola Stark un atto di tradimento bello e buono, credo però che Sansa invece si sia accorta che dietro ci sia Baelish, insomma la lettera non è apparsa da sola.
Viene ucciso Viserion perchè primo stava dando fuoco a non morti, poi perchè era quello che era più “vulnerabile”, Drogon era a terra ma non è detto che sarebbe morto (infatti a lui la lancia viene tirata proprio quando spicca il volo), e sono sicuro che il Re della notte fosse abbastanza certo d riuscire a colpire il drago.
Gli estranei poi potevano aspettare il congelamento del lago per evitare di finire sotto, oppure più probabilmente volevano aspettare i draghi, d’altronde le possibilità che il Night King abbia gli stessi poteri di Bran non sono basse.
Tyrion vuole aiutare le persone, ma riconosce anche lui quando una cosa comporta più rischi che altro, e non ha senso che la persona più importante di Westeros rischi così tanto solo per otto persone, che sono per l’appunto sacrificabili, nessuno di loro è un tassello fondamentale per la guerra dal suo punto di vista.
L’ultima cosa riguarda l’alleanza con Cersei; Dany sa di poter vincere la guerra, ma come le ha detto Jon hanno un disperato bisogno del più elevato numero di uomini disponibili, la Lannister dispone ancora di ingenti risorse (denaro, navi e soldati) inoltre siccome non vogliono prendere Approdo con i draghi e un assedio comporterebbe perdite elevate da entrambe le parti, ricordiamo che Dothraki sono forti in campo aperto ma per il resto sono carne da macello.
Dal loro punto di vista il meglio è tentare un accordo e l’unico modo per convincere la persona più cinica e assetata di potere dei Sette Regni è di portarle una prova tangibile della minaccia in arrivo, d’altronde dubito che si convincerebbe facilmente come Dany usando delle pitture sulla parete delle grotte
Anche il regista dell’episodio ha ammesso la vaccata sulla timeline…
http://www.badtv.it/2017/08/game-of-thrones-7-timeline/
“Gli estranei poi potevano aspettare il congelamento del lago per evitare di finire sotto, oppure più probabilmente volevano aspettare i draghi, d’altronde le possibilità che il Night King abbia gli stessi poteri di Bran non sono basse.”
Su questo punto possiamo quasi dire che sono certezze visto che solo Il corvo a 3 occhi e il re della notte sono riusciti a toccare Bran in una visione. Ne segue la stessa capacità
Concordo con Serial Filler. Aggiungo solo che tutta questa stagione ha spinto la soglia di incredulità molto avanti già da un pezzo. Mi riferisco a cose come la logistica e l’annientamento degli alleati di Danaerys, i draghi che sono come Vega+Sagat +Balrog di Street Fighter insieme, Jamie e Bronn che si salvano dal drago e da un esercito come se niente fosse, la storia di Winterfell con l’inutilità di qualsiasi cosa faccia Sansa, Bran mollato lì senza che nessuno capisca che ha (in fondo, per quanto nolente, è pur sempre il legittimo re del nord…).
Insomma, un vero e proprio casino!
Il fantasy atipico per eccellenza, fortemente influenzato politicamente dalla Guerra delle Rose, dove Westeros somiglia alla Gran Bretagna, dove cavalieri e dame, streghe e nani, draghi e orchi sembrano maledettamente veri per quanto ci somigliano, sterza bruscamente verso il fantasy più classico. Fantasy e fantascienza sono due generi che qui in Italia fanno sempre tanta fatica ad affermarsi: sembriamo incapaci se non addirittura riluttanti a varcare serenamente quel limite che separa il credibile dall’incredibile.
Sì, i problemi ci sono e sono i soliti difetti di questo show amplificati dall’inspiegabile (fino ad un certo punto…) scelta di “stringere”, condensare & asciugare, ma lo spettacolo che ci viene offerto è unico e sono certo che il prossimo season finale darà delle risposte sorprendenti ai piani apparentemente idioti e ci terrà con i peli dritti per tutta la sua durata.
1) il prossimo season final è The End, se non chiuderà quasi tutto sarà una schifezza; 2) è un fantasy atipico? è stato apprezzato soprattutto per quello? sarebbe stato lo stesso mettendoci dentro spade magiche, anelli, streghe, maghi, orchi, trollock o balrog? No, quasi non era un fantasy e così doveva restare; 3) non è un problema di fantasy o fantascienza ma di fedeltà alla serie: intrighi, svolte inaspettate, scene spinte, un certo tipo di morti, profondità di numerosi personaggi a tutto tondo. Puff, magia e non c’è più nulla.
Bello il rimando a il sigore degli anelli. Ma c’e’ una grande differenza tra GoT e il Lord of the ring (LOTR), e me l’ha fatta notare un amico nonche’ amante, nonche’ studioso di fantasy (e amante di LOTR e di GOT). La sua tesi e’ che di fatto GoT non e’ esattamente considerabile come fantasy classico, mentre LOTR si, rientra perfettamente nel genere. La differenza sta in un dettaglio che io non avrei notato, e cioe’ che in LOTR sappiamo esattamente chi e’ buono e chi e’ cattivo, e gli hobbit si muovono in questo ambiente con tutte le loro incertezze e dubbi tipici del lettore contemporaneo, ma anche loro fanno parte dei buoni. Questo non avviene in GoT, dove tutti possono essere buoni o cattivi o entrambi, di fatto non si sa, non sono categorizzabili cosi’ in assoluto, mentre in LOTR si, dal primo istante si sa chi sono i buoni e cattivi (ci sono dei purosangue buoni o dei purosangue cattivi in GoT, ma di fatto l’80% delle persone sono nel limbo del “dipende da come va la storia”, “bo, te che dici?”, …). Se devo dire questo non e’ piu’ valido poi dalla scorsa stagione e soprattutto in questa, dove ormai si e’ abbastanza delineato chi sono i buoni e chi i cattivi. Pero’ ci e’ voluto del tempo per farlo, tanto!
E forse e’ per questo che io personalmente preferisco GoT, forse piu’ “attuale”.
Detto questo, ottima recensione, credo tra le migliori che si trovano in giro. Ovviamente non volevo sminuire ma solo dare il mio punto di vista sul confronto.
Corretta la tesi, però appunto si smentisce tutto per creare questa stagione dove le caratteristiche di GoT si perdono, rimane solo la narrazione zoppicante degli eventi che portano allo “scontro finale”. Se tutto ciò è una sagace tattica per avere una stagione finale con i controc…i allora nessuno forse se ne ricorderà, ma se anche la prossima stagione fosse su questa linea sarà una delusione. Dal mio punto di vista la scorsa stagione è stata spettacolare, questa quasi non mi importava di vedere l’ultima puntata.
E non so quanti accettano la “spettacolarità” di alcune scene a discapito della coerenza alla serie.
Uno scambio. Sembra quasi sia scientifico. Loro costruiscono un intreccio più ad uso dei fan scontentando noi, vecchi e nuovi cultori delle serie tv, ma in cambio riceviamo ciò che nessun’ altra serie ha mai realizzato: non una ma tante puntate che fanno della magnificenza cinematografica un punto di non ritorno nel mondo della serialità televisiva. E debbo dire che anche io – critico come altri qui per le svolte narrative (metto al primo posto dell’implausibilità il salvataggio di Jon con l’apparizione salvifica dello zio) – ho molto goduto per la spettacolarità e l’intensità delle scene sui ghiacci: alzi la mano chi non ha provato una qualche emozione quando il re della notte, fino a quel momento in attesa, prende la lancia e la scaglia contro il drago ribaltando le sorti della battaglia?
Io accetto lo scambio ma l’equilibrio è fragile, vediamo se dura.
Allora diciamoci la verita’ : la puntata in alcuni punti sembrava una delle peggiori di the walking dead.
Le scene con i draghi pero’ sono qualcosa di mai visto in tv e da appassionato di fantasy ero in visibilio.
Ma nello stesso tempo da lettore e appassionato di Martin sono veramente seccato su come hanno deciso di concludere alla viva il parroco una saga cosi’ bella inficiando il lavoro piu’ che discreto delle scorse stagioni.
Penso pero’ che gli ascolti purtroppo gli daranno ragione.