Philip K. Dick’s Electric Dreams – 1×01 The Hood Maker


Philip K. Dick’s Electric Dreams – 1x01 The Hood MakerA pochi giorni dall’approdo nelle sale cinematografiche di Blade Runner 2049, sequel del film più famoso tratto da un’opera dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick, sul piccolo schermo si presenta Electric Dreams, ambizioso progetto nato dalle menti di Ronald D. Moore (Battlestar Galactica, Outlander) e Michael Dinner (Justified) – senza dimenticare il coinvolgimento produttivo di Bryan Cranston – che si compone di dieci episodi, ognuno dei quali basato su uno dei tanti racconti scritti il secolo scorso dall’autore americano.

Electric Dreams si pone sulla scia del recente successo di serie come Black Mirror dello stesso Channel 4 – con cui qualcuno potrebbe trovare più di un collegamento tematico oltre che strutturale – e Inside No.9, senza dimenticare il nuovissimo Room 104 di HBO. I dieci episodi autoconclusivi che compongono questa prima stagione sono, come detto, basati sui racconti di Dick, uno degli scrittori fantascientifici di maggior rilevanza culturale del ventesimo secolo: attraverso le sue opere l’autore narra di mondi alternativi, avventure spaziali e dimensioni altre, senza però dimenticare la componente umana e le sue sfaccettature. Questa dicotomia tra l’apertura verso la vastità del cosmo e il ripiegamento nella profondità dell’animo umano è certamente uno dei capisaldi della fantascientifica Dickiana più difficili da trasporre in un’opera televisiva – come dimostrato dalle difficoltà di The Man In The High Castle, fino ad oggi unico tentativo sul piccolo schermo e comunque più ancorato alla Storia piuttosto che alla fantascienza pura. Proprio per questo motivo lo show di Channel 4 dimostra fin da subito grande coraggio nell’immergersi in un progetto tanto affascinante quanto rischioso e sceglie come apripista per la serie un racconto del 1955 intitolato “The Hood Maker”.

Ross, the Free Union is banning street protests. They’re scared of starting a war out there.

Philip K. Dick’s Electric Dreams – 1x01 The Hood MakerLa storia dell’episodio è ambientata in un futuro non definito nel quale un catastrofico evento naturale ha completamente eliminato la tecnologia dalla Terra; alcuni individui hanno, tuttavia, sviluppato delle abilità telepatiche – difatti vengono denominati teeps, diminutivo di telepaths – e vengono sfruttati dalle istituzioni governative per spiare e controllare la popolazione invadendo la privacy dei loro pensieri. L’agente Ross (Richard Madden) deve collaborare con Honor (Holliday Grainger), una teeps, per indagare su una possibile cospirazione anti-telepati alimentata dalla fabbricazione di particolari cappucci/maschere in grado di bloccare i poteri dei mutanti.

C’è da fare una piccola precisazione prima di entrare più a fondo nei temi trattati dall’episodio: la narrazione di “The Hood Maker” prende solamente il via da quanto raccontato da Dick, costruendo poi gran parte della trama in modo autonomo ed indipendente. È chiaro che sia così dato che queste short stories sono davvero molto brevi – si parla di una ventina di pagine in media per ognuna – e sarebbe altrimenti impossibile, oltre che sbagliato, volerne creare un adattamento fedele attraverso una serie di questo tipo, con episodi che viaggiano sull’ora scarsa di durata.

I’d like to get away someday.

Philip K. Dick’s Electric Dreams – 1x01 The Hood MakerTornando alla breve sinossi dell’episodio, si capisce fin da subito che uno dei temi principali del racconto e del suo adattamento è la discriminazione sociale, riferendosi ovviamente alla minoranza rappresentata dai telepati. Questo gruppo viene spietatamente utilizzato dal governo per attuare un controllo sociale capillare sulla popolazione e invaderne la privacy, meccanismo che scatena l’odio razziale nei loro confronti e le violente rivolte anti-teeps. Dal canto loro, i telepati sono rappresentati come un gruppo totalmente sottomesso e privo di qualunque lbertà; sono costretti a lavorare o addirittura a dare piacere a uomini di potere senza possibilità alcuna di opporsi. Da tutto questo emerge quello che è il miglior pregio dell’episodio, al quale tuttavia è collegata una delle sue mancanze più grandi: il processo di world building, non così facile considerato il poco tempo a disposizione, è da lodare per come lo spettatore viene lentamente ma efficacemente immerso nella realtà distopica del racconto senza didascalismi o spiegazioni annoianti. Tuttavia, senza fare spoiler, gli autori scelgono ad un certo punto della storia di spostare in modo brusco e repentino il focus dal possibile approfondimento del tema principale al rapporto tra i protagonisti, lasciando un po’ di amaro in bocca per come si sarebbe potuta gestire meglio l’economia del racconto. Il punto centrale dell’opera scritta, ovvero l’ingerenza sempre più profonda e disturbante del governo nelle menti dei cittadini nel tentativo di controllarli, viene quindi in parte sacrificato per privilegiare i personaggi, sulla cui relazione si basa praticamente tutta la seconda parte di questo pilot.

Anyone was welcome to read my dad ’cause he had nothing to hide.

Philip K. Dick’s Electric Dreams – 1x01 The Hood MakerNonostante l’atmosfera suggestiva e il fascino dell’ambientazione costruita dalla scrittura di Matthew Graham (Doctor Who, Life On Mars) e sorretta dalla regia ispirata di Julian Jarrold (The Crown), l’episodio trova il suo punto più debole proprio nella difficoltà di saper integrare e amalgamare tutte le sue componenti. I personaggi, per esempio, pur ben costruiti – anche se Honor risulta più riuscito di Ross – faticano ad emergere e incontrano difficoltà più che nei momenti topici – ad esempio il confronto finale – in quelli meno concitati e più riflessivi, mostrando il fianco ad alcune banalizzazioni o leggerezze nella loro caratterizzazione. Come si è in parte già evidenziato, pesa anche il mancato equilibrio tra i vari sottotemi e sottogeneri che costituiscono il plot: il romance, la politica, la critica alle istituzioni, l’azione.

Se da un lato non vediamo l’ora di vedere come gli altri nove episodi adatteranno i racconti di Dick scelti per questa prima stagione, dall’altro “The Hood Maker” non convince del tutto soprattutto per via di alcune scelte narrative discutibili e di una scrittura troppo superficiale. Il pregio più grande è sicuramente quello di essere riusciti a creare un’atmosfera che punti direttamente all’essenza della narrativa dell’autore, le cui opere costituiscono delle vere e proprie pietre miliari della fantascienza moderna.

Voto: 6½

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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