Sulla scia del finale di Outlander, Starz piazza in programmazione il pilot di Counterpart, serie fantascientifica che spera di far esplodere nei primi mesi del 2018. Impresa non banale, considerato l’affollato calendario delle emittenti concorrenti, delle grandi case di distribuzione streaming e dell’altissimo livello qualitativo delle produzioni televisive a cui l’anno appena concluso ci ha ben abituato.
“The Crossing” è il primo tassello di uno show in dieci parti creato da Justin Marks (The Jungle Book) che può vantare per i primi due episodi la regia di Morten Tyldum (The Imitation Game); a questa prima stagione ne seguirà una seconda della stessa lunghezza, già ordinata. Counterpart vuole raccogliere idealmente l’eredità televisiva di Fringe basando la sua trama sull’esistenza di un mondo parallelo al nostro, nel quale gli eventi sono andati in modo diverso a partire da un esperimento fallito nell’epoca della guerra fredda. Howard Silk (J.K. Simmons) lavora per un’agenzia governativa i cui scopi o impieghi sono tutt’altro che chiari; la sua vita si complica quando entra in contatto, suo malgrado, con il sé stesso appartenente all’altro universo, giunto nel nostro per una missione da questione di vita o di morte.
Someone’s walked in from the other side.
È chiaro fin da subito che il tema su cui la serie vuole puntare è quello del doppio. Howard si trova ben presto di fronte ad una versione uguale ma diversa da sé, un doppelganger fisicamente identico ma differente nel carattere e nella personalità. Solo nel 2017 abbiamo avuto prova di numerosi autori e produzioni che si sono affacciate a questa tematica nei modi più disparati – uno fra tutti David Lynch, che con il tema del doppio ha sempre avuto un rapporto strettissimo; in questo caso specifico Marks lo declina da un punto di vista piuttosto pratico, utile per generare la base narrativa dello show e creare, per ogni personaggio, una sua versione alternativa. Due universi, la cui compenetrabilità rappresenterà la principale fonte di idee per generare l’intreccio della stagione ma che è altresì un rischio per gli autori, costretti a tenere bene a bada il loro dispositivo narrativo e a non perdersi in errori di continuità o di coerenza interna.
La dimensione sci-fi dello show è, quindi, caratterizzata da percorsi già battuti in precedenza ma di cui Counterpart sembra volersi appropriare sin da subito, proponendo suggestive piccole variazioni che potrebbero generare interessanti svolte in futuro. La riuscita dello show, che già con questo episodio costruisce delle solide fondamenta, passerà anche attraverso le scelte degli autori e il modo con il quale tenteranno di rivitalizzare e innovare un genere sì vastissimo e ricco di possibilità, ma anche altamente rischioso e ancora non così affermato sul medium televisivo. I misteri che sottendono la narrazione di certo aiutano e garantiscono linfa a questo pilot: lo spettatore si identifica totalmente nell’ignaro Howard che scopre pian piano di trovarsi in mezzo ad un segreto di portata internazionale, lentamente alza il velo e si ritrova davanti ad una verità che cambia la sua visione del mondo.
Do you think… life is just a sum of our choices?
Ma “The Crossing” non è solo una questione di cervello: se per quanto riguarda il world-building fa un buon lavoro, lo stesso si può dire per quanto concerne i personaggi e la loro interiorità, con il focus quasi esclusivo sui due Howard. L’aspetto umano che riguarda le loro esperienze e il loro vissuto è tanto toccante quanto imprevedibile e J.K.Simmons è molto bravo nel riuscire a dipingere due uomini tanto uguali quanto diversi, ponendosi sulla scia di altri attori che recentemente hanno fatto lo stesso in tv (James Franco in The Deuce, Ewan McGregor in Fargo, Kyle MacLachlan in Twin Peaks). Si entra così nel delicato discorso che riguarda l’identità: come possono due uomini con lo stesso passato aver intrapreso due strade così diverse, al punto di diventare due entità molto lontane tra loro? Domande su quali siano le componenti che ci definiscono come individui sorgono dunque spontanee nel bellissimo confronto tra i due protagonisti proprio nel cuore di questo pilot. Se lo show sarà capace di espandere in maniera intelligente anche questo aspetto – magari allargando il parco personaggi, come si intuisce in alcune scene dell’episodio – allora ci troveremo di fronte ad un prodotto di altissimo livello che ci proietterà in un 2018 ricco, si spera, quanto l’anno passato.
L’unica conclusione a cui si può giungere dopo la visione di “The Crossing”, quindi, è quella di trovarsi di fronte ad un buon pilot, che parte da basi non originalissime ma che riesce ad intrigare e ad incuriosire con una sceneggiatura solida, al punto da volerne vedere ancora.
Voto: 7 ½
una serie che ha una trama finalmente nuova, unica pecca è il tempo di attesa dal primo episodio che rompe ogni filo di ricordi 😉
Ciao You!
Si, hai ragione, c’è da aspettare. Però conta che ufficialmente il primo episodio esce a fine gennaio, la scelta di metterlo in programmazione dopo Outlander “in anticipo” è stata una tecnica commerciale per sfruttare la popolarità di una delle serie di punta del canale e far avvicinare più persone possibile e generare hype.