Mrs. Wilson – Stagione 1


Mrs. Wilson - Stagione 1Cosa accadrebbe se dopo venti anni passati accanto al vostro partner, una volta rimasti soli, doveste scoprire che non aveva solo voi come compagni? Se il piedistallo su cui avere poggiato l’amore della vostra vita crollasse sotto il peso di bugie quotidiane, assenze mai del tutto giustificate, intere giornate passate ad attendere un suo ritorno? Cosa fareste se, alzando il tappeto della vostra relazione, ci fossero venti anni di menzogne e vi trovaste soli a doverli pulire via?

Mrs. Wilson è una miniserie in tre puntate prodotta da BBC One e fortemente voluta da Ruth Wilson (The Affair, Luther), che interpreta la sua stessa nonna Alison e fa rivivere la storia vera di quanto successe dopo la scomparsa di Alexander «Alec» Wilson (Iain Glen, il Jorah Mormont di Game of Thrones): scrittore, agente dei servizi segreti britannici nonché ovviamente vero nonno di Ruth.
Una storia che inizia proprio con l’improvvisa morte di Alec e che non sarebbe probabilmente mai uscita fuori senza questo evento ma che, anche in questo caso, ci ha messo anni per essere portata alla luce; una storia fatta di spionaggio, guerre, segreti e silenzi. L’unica, grande differenza tra la serie e quanto successo davvero è il fatto che la vera Alison sapesse solo di una seconda moglie, Gladys: ne venne a conoscenza sistemando le carte del marito, si incontrarono e decisero che non si sarebbero mai più viste dopo il funerale, dove la prima (e legalmente unica) moglie e il figlio si fecero realmente passare per lontani parenti. Scrisse un vero e proprio dossier in due parti («This is the true story of our life») e le diede ai figli, facendosi promettere che la seconda sarebbe stata letta solo dopo la sua morte. La Mrs. Wilson della serie invece non si ferma e tutto quanto viene ricostruito grazie alle carte, poche, che si sono salvate, mentre si aspettano ancora quelle, secretate, rinchiuse in qualche archivio dei servizi britannici.

Si tratta di un lavoro di ricostruzione enorme che è partito da una Londra in procinto di essere devastata dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale, ed è giunto fino a quella in piena rivoluzione economica: di questa però non c’è segno, perché Mrs. Wilson rimane una serie intima, personale, nonostante le potenzialità da spy story che bruciano sotto la superficie. Un racconto silenzioso come la rabbia di Alison, che da giovane innamorata si è ritrovata vedova tradita così tante volte da non sapere più chi fosse realmente il marito.
L’interpretazione di Ruth Wilson, impeccabile nell’essere poco più che una ragazzina, innamorata del collega più anziano, così come una donna determinata a scoprire ogni cosa, accompagna lo spettatore attraverso una personalissima lotta per la verità: chi non farebbe di tutto per capire chi abbiamo avuto accanto negli ultimi venti anni? Per quanto i colpi che riceve nello scoprire altre due Mrs. Wilson le tolgano il fiato, Alison non può accettare il fatto di non essersi mai accorta delle molteplici vite del marito. E lì sta il vero cuore della serie.

Mrs. Wilson - Stagione 1Se è naturale che la domanda generale sia chi? (chi erano le mogli, chi era lui veramente), tutto il resto viene tenuto insieme dai come: come ha fatto lui a non farsi mai scoprire? Come ha fatto lei a non accorgersi mai di nulla? Come è possibile che tutto questo sia potuto accadere realmente?
Alison passa dal concentrarsi sul tradimento inteso come classico adulterio a quello più subdolo e quotidiano fatto di sguardi pieni di amore che nascondevano chissà quale bugia: una lotta contro se stessa, contro le ormai instabili convinzioni di moglie fedele e devota cristiana – un aspetto molto importante nella serie. Alison infatti dimostra fin dall’inizio la sua grande religiosità, quando trovando il marito morto a terra chiama il prete prima del medico, e prosegue in questo suo percorso sentendosi forse tradita anche da qualcuno lassù, che ripaga una vita di preghiere con mancanze, dubbi e nessuna risposta. Davanti a tutto questo Mrs. Wilson si trova completamente spogliata di ogni sua certezza, mentre ripassa nella testa venti anni di piccoli gesti e grandi menzogne.

Ma Mrs. Wilson non è solo Alison, sono anche Gladys e Dorothy – soprattutto quest’ultima, attrice che all’inizio è solo una copertura per le missioni di Alec in Egitto ma che diventa qualcosa di più, finendo anche lei con l’avere una storia, e un figlio, da lui. Nella serie ha un ruolo importante perché per l’unica volta Alison si confronta con chi come lei è passata attraverso un diverso, e allo stesso tempo simile, strazio. Si tratta di un momento significativo perché si capisce quanto Mrs. Wilson sia una serie che parte da un uomo per raccontare la figura femminile in molte delle sue sfumature. Troviamo come protagonista una donna forte e determinata a scoprire la verità, ma che deve combattere contro il fatto che spesso raggiungere lo scopo non significa poi stare meglio; poi c’è Coleman, il capo di Alec, che rappresenta una figura di certo ambigua, ma che senza dubbio tenta di proteggere Alison da una storia inaccettabile, arrivando infine a darle l’unica spiegazione possibile per quegli anni trascorsi in miseria; infine c’è la madre stessa di Alison, che fin troppo severamente prova a tenere lontana la figlia da quella povertà ma che le apre la porta al primo bisogno. È un intrecciarsi di donne che si aiutano tra di loro, anche respingendosi per difendersi, come appunto nell’incontro tra Dorothy e Alison.
Il confronto a due delle signore Wilson è per la protagonista un punto di rottura, la parte più difficile da accettare, soprattutto perché è ancora ferma all’idea, comunque inaccettabile, che il marito la stesse semplicemente tradendo. Ma è proprio da qui che Alison prima cade nel dolore e poi sia rialza per cercare tutte le risposte alle sue domande, una ricerca sempre basata sulla speranza di trovare un fondo di verità, anche cruda e difficile da assimilare, pur di non rimanere sola con un pugno di menzogne.

Mrs. Wilson - Stagione 1Sono menzogne che in un paio di occasioni la stessa protagonista asseconda, falsificando documenti e riscrivendo lettere, ma sempre e solo per difendere i due figli avuti con Alexander, Gordon e Nigel (quest’ultimo padre, nella realtà, di Ruth Wilson): due ragazzi che come la madre adoravano quell’uomo dal viso gentile e i modi delicati, e di cui seppero tutto grazie al dossier da lei scritto. Mantenuta la promessa di leggere la seconda parte solo dopo la morte di Alison, avvenuta nel 2005, ormai padri a loro volta, i due iniziarono una ricerca della verità che ha poi negli anni coinvolto tutti gli eredi di Alexander, che vediamo alla fine dell’ultima puntata. E l’immagine di quelle quattro, cinque generazioni messe una accanto all’altra fa sorridere se si pensa che un’esistenza sfocata, poco chiara e così bugiarda possa aver generato così tanta vita.

La miniserie è tecnicamente ben confezionata grazie a costumi e ambientazioni mai eccessive, portati in scena con sobrietà e cura. Il fatto di passare dagli anni ’40 a metà degli anni ’60 è sempre sussurrato, senza mai far rendere conto a chi guarda di essere di fronte a una serie in costume. Questo avviene anche con l’aiuto di una fotografia mai eccessiva e un montaggio che porta lo spettatore accanto ad Alison durante le sue ricerche: veloce e netto nei momenti più concitati, non è invece mai statico nelle parti molto dialogate. Il via vai dei suoi ricordi non è mai costruito in maniera banale, e le transizioni sono accompagnate da un tappeto sonoro molto curato (bellissimo il passaggio, nella prima puntata, dalla scena del bombardamento a Mrs. Wilson a bordo vasca, che avviene con un violino che diventa una sirena antiaerea).

Mrs. Wilson è una storia vera, una di quelle che forse il mondo non lo cambiano ma che aiutano a raccontarne un pezzo. A serie terminata, dopo l’ultimo grande dolore nello scoprire una terza signora Wilson e l’arrendersi di Alison a quello che è stato e che mai scoprirà, si capisce di aver assistito a uno spaccato davvero intimo e personale, e a una grandissima prova artistica di Ruth Wilson che dimostra la vera anima di chi ha nel sangue la voglia di scoprire la verità.
Un prodotto ben fatto, ben dosato grazie a tre puntate praticamente perfette per scrittura e durata, una sorta di piccolo documentario che prende la Storia come pretesto per raccontarne una più piccola, ma non per questo meno importante.

Voto: 9

 

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