Undone – Stagione 1


Undone - Stagione 1Undone è la serie di questo settembre 2019 televisivo, come ci si aspettava dalle premesse. C’erano innanzitutto i nomi degli showrunner, Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy, entrambi conosciuti per il lavoro con BoJack Horseman; c’era una tecnica d’animazione mai usata prima in televisione; e c’era una storia – o meglio, una premessa – che, fin dal teaser uscito a giugno, sembrava coniugare perfettamente il potenziale dei due punti appena citati.

Nata dal desiderio di approfondire il potenziale quasi psichedelico di “Downer Ending”, episodio della prima stagione di BoJack Horseman che esplorava il concetto di realtà alternative, la nuova scommessa lanciata da Amazon ha in realtà connotati profondamente diversi da quelli di BoJack. Lasciata da parte la vivacissima comicità e l’assurdità del mondo della serie Netflix, Undone si strappa immediatamente l’etichetta da potenziale spinoff o idea scartata e costruisce un tipo di scrittura suo, adatto alla storia che si sta cercando di raccontare e al tipo di immagini che si usa per raccontarla. L’impianto della serie è più drammatico, punteggiato da un umorismo poco sviluppato e del tutto concentrato sul risolvere un enigma legato a doppio filo con l’introspezione della protagonista; ed è qui che entra in gioco il rotoscope, tecnica d’animazione vista qualche volta al cinema (in A Scanner Darkly di Richard Linklater, ad esempio) e che approda in televisione per la prima volta, trasformando la complessità del racconto in un’esperienza visiva travolgente. Mentre i bravissimi Bob Odenkirk e Rosa Salazar (più il resto del cast) si muovono su uno sfondo neutro, il regista ed animatore Hisko Hulsing “pittura” – spesso anche letteralmente – le immagini, mantenendo un contatto col realismo degli interpreti mentre si creano possibilità pressoché infinite dal punto visto narrativo. L’animazione diventa il punto di contatto con la mente della protagonista, il mezzo per comunicare ed esprimere una serie di concetti, stati d’animo o percezioni complessi e quasi inimmaginabili da rappresentare in puro live action. È per questo che i passaggi visivamente incredibili che popolano lo schermo non sanno mai di superfluo. Sono necessari, motivati da una storia che per natura ha bisogno della flessibilità dell’animazione per realizzare il suo potenziale.

Undone - Stagione 1Un grande pregio degli autori è stato quello di saper sfruttare e soprattutto espandere gli spunti creati dal filone narrativo principale. La complessa storia della schizofrenia o dei poteri di Alma ha un fascino intrinseco – complice la qualità della scrittura, ovviamente – che le permette di reggersi su se stessa: la riuscita del personaggio della protagonista, imperfetta e naturalissima, è innegabile, e il dramma familiare da cui nasce il mistero sulla morte del padre viene risolto in maniera coerente con gli indizi disseminati qua e là nel corso della stagione (la passione di Alma e del padre per le culture indigene, la schizofrenia della madre di Jacob).
Il grande salto di qualità della serie, però, sta nella capacità di rimanere ancorata all’intimismo della sua piccola storia parlando anche di tanto altro. La concezione non-lineare del tempo di Alma e dei suoi antenati permette di parlare di fantascienza e di fisica, aiutandosi col rotoscope nel rendere i passaggi tra tempi diversi più fluidi, ma anche di metanarrazione: dopotutto, ogni mezzo per raccontare una storia ha il “potere” di riordinare il tempo a suo piacimento. La protagonista acquista questo potere e comincia a muoversi tra esperienze in periodi diversi, assumendo i connotati di un narratore vero e proprio che sceglie quali situazioni esplorare con l’obiettivo di scoprire meglio se stessa (o meglio, cosa sembra non andare con se stessa) e poter chiarire le circostanze della scomparsa del padre. In questo modo, gli intenti del personaggio e quelli del meccanismo narrativo coincidono. Per gran parte della serie, è il racconto che segue Alma in base a quello che lei sceglie di ri-vivere e a che punto nel tempo decide di esplorare: è un processo di identificazione che funziona benissimo, che aiuta a comprendere una protagonista contraddistinta da un’anormalità mentale piuttosto che a giudicarla od osservarla con distacco.

Undone - Stagione 1In linea con questo discorso, Undone offre l’opportunità di affrontare il tema della malattia mentale sotto una luce diversa da quella a cui siamo stati abituati. Mantenendo una perfetta ambiguità nella scelta di non rispondere alla domanda sulla sanità mentale di Alma, la serie evita di affrontare il facile espediente del “ma ha veramente dei poteri o è solo pazza?” ed affronta ognuna delle due possibili risposte senza pregiudizi di nessun tipo. Gli autori ammettono la possibilità che la protagonista soffra di schizofrenia come quella che i suoi poteri stiano effettivamente funzionando: l’assenza di conferma su quale delle due si sia realizzata è essenziale, perché aggira il rischio di semplificare la malattia mentale (rispondendo “è solo pazza”) e si premura di non sminuirla, come sarebbe successo se le promesse del padre si fossero realizzate. La chiave di lettura dei poteri di Alma, condivisi dagli sciamani delle comunità indigene in varie parti nel mondo, evidenzia come alcuni preconcetti siano fondati su un modo eccessivamente rigido di concepire le cose: solo perché questa persona pensa in maniera diversa rispetto alla maggioranza (ad esempio, vedendo il tempo in maniera non lineare), si può dire che la sua condizione mentale è un problema da correggere?
Dall’altro lato, il rifiuto di Alma di prendere le pillole che le vengono prescritte ha degli effetti tangibili e pericolosi. La protagonista si distacca dal partner e dalla famiglia, respingendo l’aiuto della madre e creando tensioni con la sorella: il percorso di questi otto episodi la porta a riconoscere che, evitando il distacco forzato, gestire il proprio trauma diventa molto più facile.

Per contrasto, le situazioni più controllate (in un certo senso quotidiane) sono quelle che mostrano i punti deboli della serie. Privati della complessità e della ricchezza della parte sul passato e sulla condizione della protagonista, gli intrecci secondari si sviluppano in maniera troppo canonica, perdendosi in qualche momento un po’ cliché – come la parte sulla sorella di Alma e il tradimento del marito e quella su Sam che si reinserisce nella relazione dopo l’incidente. In generale, gli sviluppi delle tensioni e delle relazioni tra personaggi soffrono di una scrittura un po’ meccanica, che sente la mancanza di quell’ironia onnipresente capace di rendere situazioni simili in BoJack Horseman più fluide e creative.
Ma si tratta sempre di difetti minori. Il lavoro fatto da Undone in questa prima stagione è nuovo ed eccezionale, capace di raccontare una storia difficilissima con un intimismo che la rende trascinante. Un prodotto ambizioso che ha saputo tener testa alle alte aspettative che lo accompagnavano.

Voto: 8

 

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