Watchmen – Stagione 1 2


Watchmen - Stagione 1Con “See How They Fly” si è conclusa la prima – e forse unica – stagione di Watchmen, l’attesissimo sequel televisivo del celebre omonimo fumetto del 1986, creato da Alan Moore e Dave Gibbons. In un epoca in cui la corsa alle proprietà intellettuali, sia in tv che al cinema, sembra aver raggiunto il suo apice, producendo una quantità impressionante di reboot, sequel e remake più o meno riusciti, la serie HBO di Damon Lindelof spicca per la maestria con cui aggiorna e ricontestualizza il materiale di partenza, senza per questo snaturarlo, ma anzi arricchendolo di nuove sfumature che lo attualizzano, dando così senso e valore all’intera operazione.

La serie, dallo stesso autore definita come un remix più che un vero e proprio sequel, si pone fin dall’inizio come una raffinata riflessione sulla figura dell’eroe/vigilante, in grado di approfondire e problematizzare il lavoro di Moore e Gibbons. In quest’ottica è fondamentale la decisione di sostituire la crisi nucleare della Guerra fredda che faceva da sfondo alle vicende del fumetto (ambientato appunto nella seconda metà degli anni 80) con l’analisi delle discriminazioni razziali che ancora oggi costituiscono uno dei lati più oscuri e al tempo stesso caratterizzanti della storia degli Stati Uniti. A questi temi si aggiunge poi un ulteriore livello interpretativo di carattere meta-narrativo, incentrato sul concetto di nostalgia tossica che connota gli ambiti più disparati della contemporaneità (dalla politica alla produzione culturale) e che viene efficacemente incarnata dai suprematisti bianchi con la maschera di Rorschach, oltre che dalle pillole Nostalgia prodotte da Lady Trieu. 

Emblematica in questo senso è la scelta di aprire la serie con la rappresentazione del cosiddetto massacro razziale di Tulsa del 1921, una delle pagine più tristi e incredibilmente dimenticate della storia americana. Lindelof e la sua writers’ room, con un colpo da maestri, pongono infatti questo evento storico come l’anno zero dell’intera mitologia di Watchmen, legandolo a doppio filo con l’origin story di Hooded Justice, primo vigilante mascherato e fondatore dei Minutemen.

Watchmen - Stagione 1“The Extraordinary Being”, il sesto e forse il migliore episodio della serie, mostra tramite Angela la storia di Will Reeves, rispondendo a molti dei quesiti lasciati in sospeso dalla premiere, ma soprattutto riuscendo a mettere in scena un lavoro di radicale risemantizzazione dell’opera originale: Hooded Justice, da eroe leggendario, si rivela frutto di un’esistenza segnata da discriminazioni e da una profonda sfiducia nelle forze dell’ordine, che lo portano a nascondere letteralmente le sue origini per dare sfogo non solo al suo desiderio di giustizia, ma anche, e soprattutto, alla rabbia scaturita da una condizione di costante oppressione.  In “An Almost Religious Awe” i flashback su Reeves si intrecciano a quelli di Angela, costruendo in maniera efficacissima un racconto circolare, che si ripete attraverso le generazioni e in cui le vicende personali di questi agenti e vigilanti si intrecciano saldamente con la Storia americana.

Il sesto episodio, con la rivelazione dell’identità di Reeves, imparentato con Angela, segna un momento di svolta, aprendo le porte al segmento conclusivo della stagione, che, pur mantenendo un ottimo livello, segna un passo indietro dal punto di vista dello spessore narrativo. Non è un caso che il cambio di direzione coincida con la presenza sempre più massiccia dei personaggi storici della graphic novel, i quali si rivelano essere tutti legati in qualche modo alle figure introdotte ex-novo.

Se Hooded Justice e Laurie Blake rappresentano due esempi virtuosi di approfondimento dei protagonisti creati da Moore e Gibbons (il primo per i motivi appena discussi, la seconda per il passaggio da vigilante e love interest del Dottor Manhattan a cinica agente dell’FBI a caccia di eroi mascherati), al contrario l’evoluzione di Ozymandias e Manhattan non risulta altrettanto coerente con le tematiche della serie, finendo con l’indebolire i percorsi di Lady Trieu e Angela. Infatti, se inizialmente la serie non si tira indietro nel problematizzare le azioni compiute dai due – la strage di New York di Ozymandias, l’intervento in Vietnam e il successivo abbandono dell’umanità da parte di Manhattan -, giunti al finale Ozymandias e Manhattan finiscono con l’assumere nuovamente connotati più tradizionalmente eroistici. Manhattan si sacrifica per salvare Angela e tenere fede all’accordo stipulato con Reeves, mentre spetta a Veidt il compito di fermare il piano di Lady Trieu, mostrando però di avere solo in parte compreso i pericoli della hybris che caratterizza entrambi – pensiamo allo stupore e allo sconcerto con cui accoglie la notizia del suo arresto.

Watchmen - Stagione 1In questo modo, da fulcro del racconto Angela diventa semplice spettatrice degli eventi che chiudono la stagione, salvo poi ereditare, almeno apparentemente, i poteri di Manhattan. Questa scelta, per quanto ricca di potenziale, sembra stridere sia con la cupa rappresentazione delle figure del supereroe e del vigilante restituite da Lindelof, che con la stessa mitologia della graphic novel, in cui emerge chiaramente che il possesso di questi enormi poteri va inevitabilmente a intaccare l’umanità e l’empatia di chi li possiede.

Nonostante un finale di stagione calante rispetto ai primi due terzi, è innegabile che Watchmen sia uno dei prodotti televisivi più riusciti dell’anno. Dalla scrittura alla messa in scena, fino alla splendida colonna sonora dei premi Oscar Trent Reznor e Atticus Ross, la serie ha cercato in ogni momento di innovare e ribaltare le aspettative, riuscendo in un’impresa che sembrava impossibile: quella di proseguire il racconto di quello che a tutti gli effetti è considerato un testo sacro, nonché uno dei più importanti prodotti letterari del secolo scorso. Lindelof dimostra nuovamente di essere uno dei più importanti autori televisivi contemporanei, che ha lasciato un’impronta indelebile sul decennio che sta volgendo al termine: prima con il finale di Lost, serie che ha per sempre cambiato il mondo della televisione, poi con The Leftovers e infine con Watchmen. Non sappiamo ancora se ci sarà una seconda stagione, ma è chiaro che nelle mani di Lindelof e della sua writers’ room vedrà la luce solo se e quando troveranno qualcosa di davvero importante da raccontare.

Voto: 8

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2 commenti su “Watchmen – Stagione 1

  • Boba Fett

    Bellissima e piena zeppa di aspetti che meriterebbero riflessioni extra. L’adattamento è perfetto anzi direi geniale nel suo riuscire a gettare una nuova luce sui caratteri principali. Se finirà tutto qui, personalmente spero di no, comunque avrà contribuito a cambiare il modo di raccontare un certo universo.

     
  • fabrizio

    Assolutamente geniale. Dopo un ottavo episodio che faceva temere il peggio con l’ingresso di Dr. Manhattan nella storia, il finale recupera alla grande. Il cerchio si chiude (quasi) perfettamente. Un po’ di cinismo in più non avrebbe stonato. Purtroppo gli ultimi minuti con la hollywoodianamente scontata ricomposizione della famigliola stemperano il climax, e dobbiamo solo sperare che il passaggio di poteri ad Angela sia solo uno scherzo metanarrativo (tanto per ricordarci di non prendere tutto troppo sul serio). E che una volta tanto nessuno pensi di fare un sequel.