
King si cimenta di nuovo nella detective novel così come era stato con Mr. Mercedes, ma qui è chiaro fin dall’inizio come l’indagine non sia il fulcro della storia, ma solo una situazione “ordinaria” di partenza da cui lo scrittore inizia una discesa nell’horror soprannaturale. L’omicidio brutale di un bambino di 11 anni, Frank Peterson, porta all’arresto immediato dell’allenatore di baseball Terry Maitland (Jasom Baitman), inchiodato da prove schiaccianti e testimonianze oculari. Il detective Ralph Anderson, ancora in lutto per la morte del figlio malato di cancro, è già pronto a chiudere il caso, quando all’improvviso emergono altrettante prove schiaccianti e testimonianze oculari che collocano Terry in un altro luogo al momento dell’omicidio. Come può una persona esistere in due posti nello stesso momento? È solo l’inizio di un incubo che porterà il detective, già alle prese con la difficoltosa accettazione della morte del figlio, a confrontarsi con qualcosa di ancora più inspiegabile e malvagio.
Il modello di riferimento qui è senza ombra di dubbio True Detective (forse ispirazione per lo stesso King nella stesura del romanzo). Colonna sonora sinistra e martellante, regia asciutta e dai lentissimi movimenti, la miniseria è una progressiva discesa negli inferi (fin troppo didascalica nella sua ovvia conclusione nei sotterranei di una caverna) che usa il soprannaturale come personificazione del dolore. Il nuovo demone che King porta nelle sue pagine si ciba dell’innocenza dei bambini (altro grande topos della scrittura kinghiana) per continuare poi ad alimentarsi del dolore insopportabile delle famiglie delle vittime, che finiscono tutte per auto-distruggersi proprio di fronte ad un dolore troppo forte da poter razionalizzare e spiegare.

Si dice del resto che spesso la differenza tra un buono e un cattivo adattamento dell’opera letteraria di King sta nel capire, al di là dell’intreccio narrativo, le varie suggestioni e metafore dell’universo soprannaturale dello scrittore, e in questo la serie fa pieno centro, concentrandosi tra l’altro più sul microcosmo dei suoi personaggi e la relazione tra di essi che sull’effettivo sviluppo della storia. Merito sicuro della scrittura di Price, che specialmente negli ultimi episodi vanta sia la collaborazione di un esperto come Dennis Lehane (conosciuto nella writer’s room di The Wire, e poi diventato famoso per la scrittura di romanzi come Mystic River, Shutter Island e Gone Baby Gone), sia l’aiuto di un incredibile cast messo insieme per l’occasione.
Se c’è infatti qualcosa che i romanzi di King ci insegnano è che il male non si sconfigge mai da soli, ma sempre in gruppo, ancora meglio se composto di persone adulte chiamate a tornare un po’ bambini e credere di nuovo all’Uomo Nero come causa di tutto il male del mondo. L’alchimia tra i diversi attori è evidente, e HBO punta su un gruppo di grandi comprimari capitanati da due primi nomi come Ben Mendelsohn (già vincitore dell’Emmy per Bloodline e perfetto per interpretare lo spigoloso e burbero carattere di Ralph) e Cynthia Erivo (recentemente candidata all’Oscar per Harriet e futura Aretha Franklin per la serie Genius di National Geographic). La coppia di protagonisti divisi tra l’essere uno persona di scienza e l’altro persona di fede è ormai uno stratagemma in tv sdoganato almeno dai tempi di Mulder e Scully in X-Files, ma qui si arricchisce dell’umanità che i due attori riescono a dare ai propri personaggi.

The Outsider si configura dunque come una storia immediatamente riconoscibile per i lettori di King. Conserva tutte le sue caratteristiche e per molti potrebbe rappresentare un qualcosa di non particolarmente nuovo e originale nella produzione dello scrittore del Maine. HBO è riuscita a darle però una sua identità, grazie ad un cast eccezionale e una scrittura in grado di elevare i punti di forza della storia, portando il proprio marchio di qualità lì dove molte altre produzioni avrebbero probabilmente fallito.
Voto: 8

Magari non sarà il miglior romanzo di King, ma è sicuramente il miglior adattamento televisivo visto fin qui da una delle sue opere. Intendiamoci, anche al cinema moltissimi hanno fallito con uno degli autori contemporanei più bravi e prolifici (personalmente considero riusciti solo Shining, Stand By Me, Misery Non Deve Morire e Il Delitto della Terza Luna…), però in TV non si era mai visto niente di così buono.
Il Delitto della Terza Luna ovviamente è un refuso, intendevo L’Ultima Eclisse, Dolores Claiborne in originale.
…dimenticavo, per chi lo vedrà: non mollate i titoli di coda dell’ultimo episodio!