The Outsider – Stagione 1 3


The Outsider - Stagione 1Nella grande mischia degli adattamenti cinematografici e telesivi tratti dall’immenso bacino letterario di Stephen King, scende finalmente in campo anche HBO, che nell’estate del 2018 ha acquistato i diritti del libro The Outsider subito dopo la sua pubblicazione, affidando il progetto di una miniserie alle mani di Richard Price (al suo primo lavoro da showrunner dopo le sue partecipazioni a serie come The Deuce, The Night of e The Wire tra gli altri).

King si cimenta di nuovo nella detective novel così come era stato con Mr. Mercedes, ma qui è chiaro fin dall’inizio come l’indagine non sia il fulcro della storia, ma solo una situazione  “ordinaria” di partenza da cui lo scrittore inizia una discesa nell’horror soprannaturale. L’omicidio brutale di un bambino di 11 anni, Frank Peterson, porta all’arresto immediato dell’allenatore di baseball Terry Maitland (Jasom Baitman), inchiodato da prove schiaccianti e testimonianze oculari. Il detective Ralph Anderson, ancora in lutto per la morte del figlio  malato di cancro, è già pronto a chiudere il caso, quando all’improvviso emergono altrettante prove schiaccianti e testimonianze oculari che collocano Terry in un altro luogo al momento dell’omicidio. Come può una persona esistere in due posti nello stesso momento? È solo l’inizio di un incubo  che porterà il detective, già alle prese con la difficoltosa accettazione della morte del figlio, a confrontarsi con qualcosa di ancora più inspiegabile e malvagio.

Il modello di riferimento qui è senza ombra di dubbio True Detective (forse ispirazione per lo stesso King nella stesura del romanzo). Colonna sonora sinistra e martellante, regia asciutta e dai lentissimi movimenti, la miniseria è una progressiva discesa negli inferi (fin troppo didascalica nella sua ovvia conclusione nei sotterranei di una caverna) che usa il soprannaturale come personificazione del dolore. Il nuovo demone che King porta nelle sue pagine si ciba dell’innocenza dei bambini (altro grande topos della scrittura kinghiana) per continuare poi ad alimentarsi del dolore insopportabile delle famiglie delle vittime, che finiscono tutte per auto-distruggersi proprio di fronte ad un dolore troppo forte da poter razionalizzare e spiegare.

The Outsider - Stagione 1Mentre in True Detective lo Yellow King era solo una suggestione esoterica in una storia che in realtà rientrava nell’ordinario di una “realistica” detective story, qui King dà voce e corpo all’entità malvagia, spaventosa perché inafferrabile, forse immortale, annientabile forse solo mediante un proceso di negazione, sepoltura, rimozione (così sono probabilmente da inquadrare le sequenze finali in cui i personaggi sopravvissuti cambiano la narrativa del caso, negando di fatto l’esistenza del demone e facendo in meno che nessuno possa mai risalire ad esso). In questo senso, il finale della storia (spesso tallone d’Achille dei romanzi di King) è gestito da HBO in modo quasi perfetto, lasciando forse intendere la sopravvivenza del demone, ma allo stesso tempo concludendo l’arco dei personaggi nella loro personale lotta contro il dolore.

Si dice del resto che spesso  la differenza tra un buono e un cattivo adattamento dell’opera letteraria di King sta nel capire, al di là dell’intreccio narrativo, le varie suggestioni e metafore dell’universo soprannaturale dello scrittore, e in questo la serie fa pieno centro, concentrandosi tra l’altro più sul microcosmo dei suoi personaggi e la relazione tra di essi che sull’effettivo sviluppo della storia. Merito sicuro della scrittura di Price, che specialmente negli ultimi episodi vanta sia la collaborazione di un esperto come Dennis Lehane (conosciuto nella writer’s room di The Wire, e poi diventato famoso per la scrittura di romanzi come Mystic River, Shutter Island e Gone Baby Gone), sia l’aiuto di un incredibile cast messo insieme per l’occasione.

Se c’è infatti qualcosa che i romanzi di King ci insegnano è che il male non si sconfigge mai da soli, ma sempre in gruppo, ancora meglio se composto di persone adulte chiamate a tornare un po’ bambini e credere di nuovo all’Uomo Nero come causa di tutto il male del mondo.  L’alchimia tra i diversi attori è evidente, e HBO punta su un gruppo di grandi comprimari capitanati da due primi nomi come Ben Mendelsohn (già vincitore dell’Emmy per Bloodline e perfetto per interpretare lo spigoloso e burbero carattere di Ralph) e Cynthia Erivo (recentemente candidata all’Oscar per Harriet e futura Aretha Franklin per la serie Genius di National Geographic). La coppia di protagonisti divisi tra l’essere uno persona di scienza e l’altro persona di fede è ormai uno stratagemma in tv sdoganato almeno dai tempi di Mulder e Scully in X-Files, ma qui si arricchisce dell’umanità che i due attori riescono a dare ai propri personaggi.

The Outsider - Stagione 1Se Ralph Anderson è indubbiamente il protagonista della storia nel suo percorso da uomo disilluso e razionale a persona aperta ad accettare l’inspiegabile nella sua vita, Holly Gibney (personaggio proveniente in realtà dalla trilogia di Mr. Mercedes) è il fulcro della narrazione, colei che porta tutti i personaggi insieme e li spinge a fare quel salto nel buio che per lei è stato più facile fare in virtù del suo essere “anormale”. In un twist riuscitissimo nel finale, scopriamo forse che l’outsider del titolo non è mai stato il demone in sé, ma forse proprio lei, ricordandoci che l’arrivo all’accettazione che potrebbe esserci un’altra realtà diversa da quella che conosciamo passa anche per l’accettazione che esista un’umanità diversa da quella che ordinariamente consideriamo normale. “An outsider knows an outsider” è il finale perfetto del rapporto tra i due, che regala alla storia una profondità maggiore (e forse più amara) di un semplice horror soprannaturale.

The Outsider si configura dunque come una storia immediatamente riconoscibile per i lettori di King. Conserva tutte le sue caratteristiche e per molti potrebbe rappresentare un qualcosa di non particolarmente nuovo e originale nella produzione dello scrittore del Maine. HBO è riuscita a darle però una sua identità, grazie ad un cast eccezionale e una scrittura in grado di elevare i punti di forza della storia, portando il proprio marchio di qualità lì dove molte altre produzioni avrebbero probabilmente fallito.

Voto: 8

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3 commenti su “The Outsider – Stagione 1

  • Boba Fett

    Magari non sarà il miglior romanzo di King, ma è sicuramente il miglior adattamento televisivo visto fin qui da una delle sue opere. Intendiamoci, anche al cinema moltissimi hanno fallito con uno degli autori contemporanei più bravi e prolifici (personalmente considero riusciti solo Shining, Stand By Me, Misery Non Deve Morire e Il Delitto della Terza Luna…), però in TV non si era mai visto niente di così buono.