La Casa de Papel – Parte 4 5


La Casa de Papel - Parte 4Diventata ormai un fenomeno culturale di massa, la serie ideata da Àlex Pina e andata in onda inizialmente su un canale spagnolo – e poi acquisita da Netflix – è giunta alla quarta stagione (o meglio, alla seconda parte della seconda stagione) e, complice anche la straordinaria situazione storica nella quale ci troviamo, ha riscosso un successo ancora maggiore rispetto agli scorsi anni, diventando in un attimo lo show più visto al mondo in questo periodo. Forse però non si merita tutta l’attenzione che sta ricevendo.

Le vicende riprendono esattamente da dove le avevamo lasciate, e se all’inizio si fa fatica a ricordare a che punto della rapina alla Banca nazionale di Spagna eravamo, di certo è impossibile aver dimenticato il ritmo frenetico e l’atmosfera tesa che si percepisce durante ogni episodio. La formula vincente che ha reso così popolare La Casa di Carta combina infatti dei personaggi dai caratteri fisici immediatamente riconoscibili e con cui è facile empatizzare a una trama ricca di colpi di scena. Proprio la necessità di stupire continuamente lo spettatore ha portato però in questa stagione gli sceneggiatori a prendere delle decisioni quantomeno discutibili e che hanno fatto storcere il naso anche ai fan più accaniti della serie. Il segno più evidente e perciò più controverso della poca cura messa nella scrittura della storia è sicuramente il trattamento riservato a un personaggio fondamentale come Nairobi (interpretata da Alba Flores), che sul finale della precedente parte era stata lasciata in fin di vita e qui viene in qualche modo curata dai suoi compagni, solo per essere brutalmente fatta fuori da Gandìa pochi episodi dopo. Proprio il capo della sicurezza della banca rappresenta la più importante novità a livello narrativo, che però non riesce a dare una ventata di freschezza a una struttura che, dopo quattro stagioni, pecca di ripetitività su più fronti. Il fatto che la minaccia principale per la banda di rapinatori non provenga né dalle squadre di polizia all’esterno, né da una rivolta degli ostaggi, ma da un singolo agente addestrato e altamente pericoloso, poteva infatti essere un’idea vincente per aumentare ancor più il livello di tensione degli episodi; invece, a causa di una scrittura superficiale, otteniamo una trovata banale e che aggiunge qualcosa di interessante solo nella prima metà, quando Gandìa gioca al gatto e al topo con la banda del Professore, cercando di eliminare i componenti uno a uno, come in un film horror.

La Casa de Papel - Parte 4Oltre a una sceneggiatura traballante la serie non può nemmeno contare su delle sequenze d’azione di qualità, a cui invece ci aveva abituato negli scorsi anni. In particolare, molte delle scene in cui sono coinvolte armi da fuoco risultano assolutamente ridicole e insensate, mettendo in luce dei plot armor ingiustificati e che riportano subito alla mente i brutti ricordi dell’ultima stagione de Il Trono di Spade. Un esempio palese si ha quando nella sparatoria dell’ascensore volano centinaia di proiettili senza mai colpire nessuno dei personaggi coinvolti; la regia, inoltre, confusionaria e imprecisa, tenta di dare a questa sequenza un tono da film d’azione hollywoodiano, ma finisce col portare sullo schermo una scena che sembra tratta da un B-movie di scarsa qualità. Ovviamente nessuno si aspetta di veder rappresentate delle scene sempre realistiche, ma c’è un limite alla sospensione dell’incredulità che una serie può permettersi di pretendere agli spettatori, e qui La Casa di Carta è andata decisamente oltre; nonostante il consistente aumento di budget, la serie che all’inizio poteva ancora in qualche modo sembrare vicina alla realtà, è diventata ora trash a tutti gli effetti, anche agli occhi dello spettatore meno esigente.

Se gli sviluppi della trama sono quindi piuttosto deludenti, con poche trovate intelligenti e alcuni colpi di scena ben orchestrati, sarebbe da auspicare che l’altro pilastro portante dello show, i personaggi, riceva maggiore attenzione da parte degli autori. Anche su questo fronte, però, è difficile trovare delle considerazioni positive da ascrivere alla serie. Oltre alla già citata Nairobi, tolta di mezzo solo per dare al resto della squadra un ulteriore motivo per affrontare Gandìa e che è stata a tratti il personaggio più approfondito, gli altri rapinatori vengono sceneggiati in modo troppo approssimativo per risultare interessanti. Persino i vari slogan e le scenette caratteristiche che hanno reso così iconici i protagonisti non sono praticamente presenti in questa stagione, ma lasciano spazio a dialoghi spesso insignificanti, se non addirittura irritanti. Alla luce di questa pochezza di sostanza e di contenuti nelle interazioni tra i personaggi, appaiono del tutto inappropriati alcuni discorsi e monologhi riguardanti temi delicati e importanti come la violenza sulle donne o l’identità transgender, che finiscono quindi col diventare degli spunti mai approfonditi a sufficienza e fuori luogo, inseriti solo per cercare l’approvazione del maggior numero di spettatori, anziché con l’intento di esporre dei problemi reali e provare ad affrontarli o quantomeno a smuovere le coscienze di chi guarda.

La Casa de Papel - Parte 4Tutto sembra costruito per colpire nel modo più diretto possibile lo spettatore, senza mai dare una giustificazione a ciò che viene mostrato, con l’obiettivo di creare un effetto shock e di rendere il proprio prodotto più “adulto”, che però in questo caso non è sinonimo di “maturo”: in questo modo si ha l’ipersessualizzazione dei personaggi (in particolar modo di Tokyo), che spesso rappresenta il loro unico fattore di caratterizzazione; o l’esagerazione di alcuni tratti, che porta ad esempio il già ampiamente detestato Arturo a stuprare una donna. Ci si chiede, perché aggiungere questo fatto, privo di vere ripercussioni sulla trama? La risposta è appunto la volontà di portare all’estremo le emozioni degli spettatori con il minimo sforzo, di impressionare a tutti i costi e con ogni mezzo.

Otto episodi che proseguono ma non concludono ancora la seconda rapina ideata dal Professore (insieme a Berlino, che appare comunque in diversi flashback e rappresenta forse ancora il personaggio meglio caratterizzato – e ciò la dice lunga sulla profondità degli altri protagonisti); puntate piene di insensatezze, che risultano persino peggio delle già non esaltanti stagioni precedenti. La speranza è che, coscienti dell’enorme portata mediatica della serie, gli autori si impegnino in futuro quantomeno a correggere alcune banalità che limitano la godibilità di uno show che potrebbe, sulla carta (scusate il gioco di parole), tranquillamente raggiungere la sufficienza.

Voto stagione: 3

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5 commenti su “La Casa de Papel – Parte 4

  • domenicomastrillo

    La cosa più interessante della serie sarebbe analizzare con voi le ragioni del suo successo. Esso dipende da questo nuovo contesto in cui vanno di moda le serie TV? Una moda che poi è strettamente legata a come si “vive” insieme una serie sui social (fenomeno di certo acuito dal covid)? . Ci sono serie di dieci anni fa molto più originali, che non riscuotevano tale approvazione. Credo che la questione della moda sia ciò che ha portato larga fetta della popolazione a rincorrere il trono di spade, nelle ultime stagioni, scatenando recuperoni dell’ultimo anno per non essere fuori dall’argomento. Di certo dipende anche dal nuovo modo di fare serie, ritmo e cliffhanger da subito. Ma può davvero, una sola prima bella stagione creare tutto questo fenomeno intramontabile anche dinanzi a tale spazzatura? Essendo, le serie TV, passate dalla sfera “nerd” a quella “trendy”, portano forse molti spettatori con occhi “meno addestrati” a non riconoscere la spazzatura? Oppure, peggio ancora, basta solo toccare l’argomento sessualità, credendo di essere la friends negli anni 90, e fare qualche graceanatomata, per raccogliere pubblico? Essendo la serie poco interessante mi piacerebbe più che altro affrontare queste argomentazioni, analizzando di conseguenza il cambiamento delle serie TV nel corso del tempo. Recensione perfetta, 3 generoso:-D

     
    • Giodeoro

      Pienamente d’accordo con te domenicomastrillo, e con la redazione per la recensione (anche per me il 3 risulta un voto sin troppo generoso). Abituati da sempre a un certo tipo di serialità e a prodotti di ben altra qualità, si fa davvero fatica a concepire la direzione, anzi, la non direzione, che ha preso questa serie e, purtroppo, il cieco successo che continua ad avere nonostante ciò.

       
      • Ricki Fornera L'autore dell'articolo

        Ciao, grazie a entrambi per i commenti. Effettivamente è un fenomeno sicuramente interessante da provare ad analizzare. Mi metto al lavoro e nei prossimi giorni scrivo qualcosa a riguardo! Sperando di ritrovarvi nella sezione commenti del prossimo articolo

         
        • domenicomastrillo

          Sicuramente. Grazie per aver accolto questa desiderio di confronto:-D