Tales From The Loop – Stagione 1 2


Tales From The Loop - Stagione 1In un momento così particolare per noi e per l’umanità intera, Amazon Prime Video fa uscire sulla sua piattaforma Tales From The Loop, serie fantascientifica che di particolare ha tutto: l’ambientazione, il ritmo, la struttura e i temi, mescolandoli in otto episodi con trama e senso delicati e profondi.

Because of time

La serie è nata da un’idea di Nathaniel Halpern, rimasto affascinato dalle illustrazioni dell’artista svedese Simon Stålenhag, che ritraevano oggetti e situazioni futuristiche nelle vecchie e polverose campagne nordiche.
Halpern trasforma quelle campagne negli spazi aperti e infiniti dell’Ohio, in un periodo non ben specificato ma che sembrano essere i primi anni ’80: ovviamente non i “nostri” anni ’80, ma in un mondo dove alcune scoperte tecnologiche all’avanguardia sono addirittura già superate, abbandonate nei boschi o gettate nel mare come immondizia qualsiasi, qualcosa di già superato nel tempo perché uno scienziato visionario (Russ Willard, interpretato dal sempre ottimo Jonathan Pryce) ha messo in piedi, vent’anni prima, il famigerato Loop. Questa stazione scientifica, situata nel sottosuolo di una piccola cittadina di provincia, ha un solo obiettivo: rendere possibile ciò che è impossibile.
La serie è costruita in modo particolare: a una prima occhiata, sembra una serie antologica, con alcuni personaggi protagonisti di una sola puntata e con una storia ben precisa da raccontare; ma tutto è collegato, le azioni che vediamo compiersi in un episodio, apparentemente slegate dal resto, si ripercuotono poi nel futuro di altri personaggi e così via.
Proprio la scrittura dello show lo rende un prodotto fantascientifico atipico, che non centra il suo racconto sulla meraviglia tecnologica, o un futuro distopico, o sull’invasività dei robot nella nostra vita, ma bensì si concentra anima e corpo (è proprio il caso di dirlo, specie riferendosi al secondo episodio) sulle persone, sulle loro azioni, sui loro desideri, sui loro dubbi, sul loro essere umani. La stagione è infatti permeata dalla malinconia, dal ripensamento sui propri errori e le proprie scelte, con un andamento lento – aiutato anche da una bella fotografia dai toni spenti e con colori a basso contrasto – e che si concentra molto di più sui pensieri dell’uomo riguardo alla mortalità e all’inesorabile e inarrestabile passare del tempo.

Tales From The Loop - Stagione 1Proprio questo è un punto di forza di questa serie, che usa sì la tecnologia fantascientifica per far progredire il racconto, ma che insiste nel mettere al centro, per farne il fulcro del racconto, tutta l’umanità dei personaggi, sempre costretti a fare i conti con la perdita, la sconfitta e la morte.
Perfetto in questo senso forse l’episodio più bello – insieme al finale – dell’intera stagione, Echo Sphere, dove guarda caso giganteggia Pryce: il dualismo tra nonno e nipote è rappresentato in modo naturale e intelligente, dove l’impatto della tecnologia futuristica – qui in realtà che fa già parte del passato, come appunto la Sfera dell’Eco abbandonata in un campo – non è praticamente presente. Qui si parla solo della vita e di come, appena nati, siamo già a spasso con la morte: si parla dell’impatto che una cosa del genere può avere su un bambino di dieci anni così come lo ha su un genio scientifico che ha ben presente a cosa sta andando incontro.
Il senso della serie è ben rappresentato da uno dei più bei dialoghi della stagione, dove Russ spiega al nipote che, anche con le scoperte scientifiche più avanzate e anche con un luogo dove si possono far succedere cose impossibili, alcune cose non si possono aggiustare, come il passare incessante del tempo che finisce per ucciderci.

A blink of an eye

Tales From The Loop - Stagione 1Anche in tutti gli altri episodi c’è sempre un messaggio potente e che ci fa capire come, nonostante siamo circondati da alcune delle più incredibili scoperte scientifiche e tecnologiche, siamo anche irrimediabilmente soli. La cosa che però sorprende e che risolleva un po’ da questo sguardo abbastanza cinico sono i finali delle puntate, ultimi istanti che tentano di darci un minimo di speranza verso il “vero”futuro dei protagonisti. Può essere un nuovo incontro in una dimensione parallela, una visione nel luogo dove abbiamo incontrato la morte la prima volta nella nostra vita o una banale fotografia che, finalmente, riesce a fermare – anche solo per un momento – il tempo che passa.
“Niente è perfetto”, ripetono alcuni dei protagonisti nelle situazioni più disparate, non lo è per nessuno, eppure andiamo avanti, chiudiamo gli occhi sull’imperfezione del mondo e delle persone e cerchiamo di trarne il meglio, per noi e per gli altri (molto indicativo in questo senso Parallel, il sesto episodio). Nessuno dei protagonisti sembra vincere, tutti sono sopraffatti dalla natura dell’uomo che continua ad essere più potente di qualsiasi progresso tecnologico: amore, speranza, dubbi, tragedie, morte sono cose che trascendono il vero protagonista di questa serie, il tempo.
Lo sguardo più vicino a quello del pubblico è sicuramente quello del piccolo Cole, che incarna le nostre puerili reazioni a quello che sta succedendo con le domande che tutti noi ci siamo posti almeno una volta nella vita: cosa succede quando si muore? Perché le persone cambiano quando invecchiano? Perché tutto non può essere come prima?

Questa serie è stata sicuramente una bella sorpresa, soprattutto per gli amanti del genere che vedranno un po’ stravolti i loro punti fermi ma ne rimarranno sicuramente affascinati. Sono solo otto episodi ma di un’ora ciascuno, e di sicuro la calma con cui si racconta non aiuta, ma se si entra nel mood riflessivo non potreste trovare uno show che affronta  meglio questi temi in maniera così toccante e delicata.
Ma soprattutto Tales From The Loop ci mette di fronte a quel pensiero che facciamo ogni giorno, quando ci ricapita di pensare a tutto quello che ci è successo nella nostra vita e che magari è racchiuso per sempre in un momento fermo, in una fotografia: cavolo, ma quanto tempo è passato?
Meno di un batter d’occhio.

Voto Stagione 1: 7/8

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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2 commenti su “Tales From The Loop – Stagione 1

  • John

    Grazie per la recensione, era in lista ma ancora non l’avevo iniziata. Già mi ispirava, ma ora sono più motivato a vederla!

     
  • Boba Fett

    Il mondo che vorrei. Ste permettimi solo di aggiungere qualche nome così, tipo Philip Glass per la musica (chi meglio di lui a proposito di loop!), Andrew Stanton (Wall-E, Toy Story 2 e 4, Alla Ricerca di Nemo e di Dory) e Jodie Foster fra i registi. Purtroppo non è prevista una seconda stagione, almeno per adesso.