The Reagans – 1×01 Part 1 – The Hollywood Myth Machine


The Reagans – 1×01 Part 1 - The Hollywood Myth MachineIl 2020 non è stato un anno generoso per la serialità televisiva e ancora meno lo è stato per un genere più di nicchia, apprezzato da un pubblico poco considerato e molto attento alla qualità del prodotto che consuma: parliamo del genere documentaristico. Pochi titoli sono riusciti a far parlare di sé nel panorama mainstream e ancora meno prodotti rientreranno nelle classifiche delle migliori serie dell’anno, ma uno show sta cercando di prendere la palla al balzo e provare in un’impresa difficile, attrarre la curiosità del pubblico raccontando in modo diverso la storia di una delle icone più importanti degli Stati Uniti d’America: Ronald Reagan.

Questa è la mission di The Reagans, nuovo documentary drama in quattro puntate di Showtime, che racconta l’ascesa di Ronald Reagan da movie star liberale a politico conservatore a capo della più grande potenza mondiale del suo tempo; lo show ci racconta la vita di Reagan percorrendo le tappe più importanti della sua vita, partendo dai suoi ricordi da bambino, passando per la sua carriera cinematografica, fino al suo secondo matrimonio, con Nancy Davis, e l’ascesa al potere politico. Questa premiere ci mostra filmati d’archivio, anche inediti, di Reagan sia da adolescente, che da adulto, lungo tutte le fasi della sua vita: vengono rispolverati video della sua prima campagna elettorale per la Presidenza americana, interviste sia a lui che alla moglie Davis, filmati che mostrano numerosi backstage che lo vedono protagonista, sequenze che lo ritraggono in momenti privati con la moglie. Dal punto di vista estetico, questo primo episodio sembra molto curato e propone immagini che un pubblico giovane difficilmente avrà già visto; i salti temporali nelle diverse fasi della vita di Reagan sono ben collegati e il racconto segue un filo del discorso coerente come lo sono le immagini sopra le quali parla la voce narrante. Pur essendo soddisfacente, non è questo aspetto, però, che alimenta la curiosità e la voglia di andare avanti nella visione dello show; ciò che ci colpisce è il punto di vista con il quale il regista dello show Matt Tyrnauer decide di raccontarci la vita di Ronald Reagan.

The Reagans – 1×01 Part 1 - The Hollywood Myth MachinePer parlare di questo tema – in modo assoluto il più importante – bisogna partire da uno slogan politico che ha portato un candidato alla Presidenza americana alla vittoria: chi ha pronunciato le parole “Let’s Make America Great Again“? È stato proprio Ronald Reagan durante la campagna elettorale del 1980, anno in cui divenne il 40esimo Presidente degli Stati Uniti. È su questo palese parallelismo con il MAGA del 2016/2020 che Matt Tyrnauer pone le basi del suo racconto documentaristico su Ronald Reagan, dipingendo questa importante figura politica come colui che ha preparato il terreno ad altri personaggi più controversi come Donald Trump. “La ragione per la quale ho voluto creare questo show è mostrare come Reagan abbia in tanti modi introdotto certi temi e certi modi di fare politica, che hanno poi aperto la strada a Trump e al Partito Repubblicano che ora è nelle sue mani“, ha dichiarato Tyrnauer aggiungendo “penso sia molto importante mostrare che il Partito Repubblicano, di sicuro dopo gli anni ’50 e fino ai giorni nostri, sia sempre stato dalla parte sbagliata della Storia. E Reagan fu proprio al centro di tutto ciò“.

The Reagans – 1×01 Part 1 - The Hollywood Myth MachineIl racconto di Tyrnauer non ha l’ambizione di essere super partes e la critica più facile che gli si può muovere è che questo documentario sia solo un atto di propaganda, ma è innegabile – qualunque sia il proprio colore politico – che The Reagans sia interessante perché vuole aprire un nuovo dibattito sulla figura dell’ex Presidente, facendo qualcosa che a questo show difficilmente sarà perdonato, cioè mettere in crisi un’icona americana. Per fare ciò Matt Tyrnauer cerca di leggere la figura di Reagan più in profondità, sottolineando quanto sia stato alla mercé del suo partito e di sua moglie, che hanno sfruttato le sue doti persuasive per farlo diventare il loro mezzo verso il potere; “quello che cerco sono le cose rimaste oscure, gli angoli che non avete mai visto” ha dichiarato Tyrnauer, che nello show mostra diversi comizi che Regan ha tenuto nel corso degli anni, e che hanno segnato un momento che il regista ritiene centrale per la politica del tempo e di questi anni: una delle più grandi accuse mosse a Reagan è che facesse uso della tecnica chiamata dog whistle, che in politica definisce l’uso di un linguaggio in codice o particolarmente evocativo per mandare messaggi ad un certo gruppo di elettori senza provocare le opposizioni – tecnica utilizzata largamente anche nelle recenti elezioni presidenziali 2020 per conquistare l’elettorato suprematista bianco. Il pilota di The Reagans è costellato di riflessioni di questo tipo, che cercano di puntare una nuova luce su un personaggio considerato quasi intoccabile.

Nei 54 minuti della premiere è difficile dire se lo show arriverà al quarto e ultimo episodio smuovendo le coscienze di chi lo guarderà, ma di sicuro alzerà non poche polemiche; parlare di una figura così importante nel modo in cui lo fa Matt Tyrnauer è sicuramente stimolante, ma la paura è che il suo essere sfacciatamente schierato possa intaccare la forza delle sue argomentazioni è reale; per questo motivo possiamo dirci soddisfatti di questa prima parte di The Reagans, che con il suo stile documentaristico – che strizza però l’occhio al true crime televisivo – ci fa fare un piacevole salto nel tempo di più di quarant’anni, facendoci vedere che forse la politica non è cambiata così tanto.

Voto: 7/8

 

Informazioni su Davide

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)

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