Mare of Easttown – 1×01 Miss Lady Hawk Herself


Mare of Easttown - 1x01 Miss Lady Hawk HerselfSono passati dieci anni da quando Kate Winslet vinse l’Emmy come miglior attrice protagonista per Mildred Pierce e ora è il turno di una nuova miniserie, sempre per HBO, sempre con una donna protagonista della serie e del titolo stesso: Mare of Easttown (non proprio il nome e cognome del personaggio in questo caso) è lo show che riporta Winslet alla serialità ed è certamente un prodotto destinato a far parlare molto di sé, a partire dalla trama, fino al cast e alle vicende produttive che ne hanno preceduto la messa in onda. 

Partiamo da queste ultime, che hanno visto inizialmente Gavin O’ Connor (già produttore esecutivo di Seven Seconds, nonché regista del pilot) a capo della produzione e della direzione di tutta la miniserie, composta da sette episodi, sceneggiati dall’ideatore Brian Ingelsby; tuttavia, a causa di altri impegni, O’ Connor ha lasciato la direzione di Mare of EasttownCraig Zobel (The Leftovers, Westworld, One Dollar), che dirigerà tutti e sette gli episodi, a partire da questo “Miss Lady Hawk Herself”.
Questo sguardo unico su una storia – che abbiamo già visto in molte altre occasioni, da Cary Fukunaga nella prima annata di True Detective a Sam Esmail per la prima stagione di Homecoming e quasi tutta Mr. Robot – può essere un deterrente quando si lavora su narrazioni lunghe, che forse dal confronto con lo sguardo di altri possono uscirne arricchite; tuttavia, quando si tratta di una storia che si svolge in pochi episodi (come nel caso appunto di Mare of Easttown), i pregi superano i potenziali difetti, soprattutto quando il focus è su un racconto corale, che da quella coerenza stilistica ha tutto da guadagnare. Sappiamo bene quanto sia difficile in poche puntate gestire bene un gruppo di personaggi molto ampio, ma quando si ha a che fare con un’intera cittadina il gioco si fa molto più complesso.

Mare of Easttown - 1x01 Miss Lady Hawk HerselfEd è proprio in una piccola città della Pennsylvania – la Easttown del titolo – ad ambientarsi la vicenda che vede Mare Sheehan protagonista: il personaggio interpretato da Winslet è una detective, punto di riferimento della comunità dai casi più gravi a quelli più piccoli, con alle spalle una famiglia dalla presenza decisamente “importante”. La realtà è che a Easttown tutti i nuclei familiari sembrano avere storie complicate o rapporti così stretti che nessuno riesce davvero a tenere nascosto qualcosa a qualcun altro, e non solo all’interno della stessa famiglia: come si apprende da questo pilot – in modo non molto immediato nella prima metà, ma certamente più chiaro nel suo complesso – la piccola cittadina della Pennsylvania è il classico posto in cui tutti conoscono tutti; in cui le famiglie sono collegate da rapporti se non di sangue almeno di amicizie trentennali; e questo, come chiunque abbia visto Broadchurch sa, è un bene e un male al tempo stesso.

È un bene perché quando si ha bisogno di aiuto non mancano le persone a cui rivolgersi: ecco perché l’anziana signora che apre l’episodio preferisce chiamare Mare invece della polizia locale, o perché se esce un articolo su un giornale che ricorda il 25esimo anniversario di un evento sportivo locale, tutti sanno di cosa si sta parlando. È però anche un male: perché se sei la detective a capo dell’investigazione sulla scomparsa della figlia di una tua amica, diventa complicato gestire i rapporti a distanza di un anno con nessun risultato da presentare; e perché se dopo 25 anni ancora vieni celebrata più per i tuoi successi a basket di un quarto di secolo prima che per il tuo lavoro attuale, allora crescere ed evolversi diventano processi difficilissimi, forse impossibili, ed è ancor più facile rimanere incastrati in un’odiosa routine mentre parte del resto del mondo sembra andare avanti.

Mare of Easttown - 1x01 Miss Lady Hawk HerselfÈ forse questa la parte che più colpisce del pilot, al di là dell’incredibile tasso di giovanissime mamme (e giovanissime nonne) che popolano Easttown: quel senso di immobilità che riesce sempre a trapelare da certe città che nascondono invece, sotto la superficie, un brulicante mondo di violenze, crimini, invidie e rancori – nonché di passati innominabili.
Mare, nonostante un carattere tutt’altro che docile, appare bloccata in ogni aspetto della sua vita: sul lavoro, che se non si svolge nella routine della bassa criminalità è legato a un caso irrisolto di un anno prima; in famiglia, in cui tutti, dalla madre – una splendida Jean Smart (Legion, Watchmen) – al cugino, dalla figlia al nipotino, sembrano aver accettato senza problemi che il suo ex marito si stia per risposare e abbia acquistato una casa proprio accanto alla sua; nel suo rapporto col paese, in cui lei rimane la Lady Hawk di quel tiro a basket che, come dice lei, nella maggior parte dei posti non sarebbe stato un granché, ma a Easttwon sì. Rimane soprattutto bloccata in un passato di cui non riusciamo bene a capire i confini da questo primo episodio, perché il suo essere nonna di un bambino di quattro anni rimanda a una storia in sospeso, che certamente avrà il suo peso all’interno di questa miniserie.
Ci sono però due fattori che sicuramente contribuiranno a tirarla fuori da questo immobilismo: un caso (anzi, il caso di questa miniserie) su cui non spoileriamo nulla ma che, esattamente come in Broadchurch o anche in The Killing, porta a sospettare di almeno mezzo paese nell’arco di pochi minuti; e un incontro con un uomo che di certo è destinato a cambiare la storia di Mare (non fosse altro che l’uomo in questione è interpretato da Guy Pearce, già al fianco di Kate Winslet in Mildred Pierce).

“Miss Lady Hawk Herself” si presenta come una puntata di apertura difficilissima sotto certi aspetti, proprio perché i suoi scopi sono quelli di presentare tutta la comunità con i suoi legami – facendo prevalere dove possibile lo “show, don’t tell” onde evitare interi alberi genealogici raccontati in uno spiegone di qualche abitante –, di dare un’idea ancora più approfondita della protagonista e di dare il via alla vicenda, senza che tutto questo risulti artificioso. Sotto questo profilo, il pilot di Mare of Easttown nel complesso raggiunge un ottimo risultato, anche se, come già accennato in precedenza, la prima parte dell’episodio non brilla per chiarezza espositiva tanto quanto la seconda.
Mare of Easttown - 1x01 Miss Lady Hawk HerselfKate Winslet è come sempre impeccabile, soprattutto perché con un personaggio del genere è molto facile cadere nello stereotipo. Siamo abituati ormai da un bel pezzo a vedere donne detective che si presentano con un aspetto ricorrente: segnate spesso da un trauma nel passato, hanno relazioni familiari e personali complicate, un aspetto a volte trasandato (non che sia un problema in generale esserlo, il problema è quando l’immagine della “detective turbata da qualcosa” deve passare per forza da un certo livello più o meno espresso di trascuratezza) e un alone da outsider che le rende isolate dagli altri e al contempo eccezionali e ammirate.
Ovviamente siamo solo al pilot e ci sono ancora sei episodi per tracciare un quadro più esaustivo di Mare Sheehan: per ora si può dire che l’interpretazione di Winslet dia profondità ad un personaggio che in altre mani si sarebbe appiattito su queste caratteristiche, non esattamente originali in termini di scrittura.

In conclusione, “Miss Lady Hawk Herself” ci riporta al genere crime-drama investigativo ambientato nelle piccole città, qualcosa che di recente non si era più visto nella serialità in una fattura che chiaramente punta all’alta qualità. La puntata lascia forse un po’ confusi in alcuni momenti, ma di certo entro la fine dell’episodio la quasi totalità dei legami tra gli abitanti risulta sufficientemente chiara, così come l’intento della serie. Il cast (di cui si è parlato e che nelle prossime puntate coinvolgerà anche Evan Peters) dà alla puntata quel quid in più che le permette di essere ancor più apprezzabile grazie alle notevoli interazioni dei personaggi (basti pensare agli scambi tra Mare e sua madre Helen – Winslet e Smart – o anche tra Mare e la sua migliore amica Lori – Julianne Nicholson). Le aspettative sono alte, com’è giusto che sia quando si va a toccare un genere che negli anni più recenti è stato usato (e abusato) in diverse occasioni: la speranza per la miniserie è che, oltre a mantenere alta la qualità che si è vista in questo pilot, sappia anche dare a questo filone qualcosa di più, in grado, se non di far evolvere il genere crime-thiller-drama, almeno di arricchirlo con qualcosa che non sia stato già visto altrove. Non sembra ad ora che ci siano ragioni per pensare il contrario.

Voto: 7/8

 

Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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