Sono poche le personalità sportive ad aver avuto un impatto così grande e su più fronti come Earvin “Magic” Johnson, la stella dell’NBA che ha segnato il decennio degli anni Ottanta con i suoi Los Angeles Lakers. Non è un dunque un caso che si sia deciso di ripercorrere la sua vita con They Call Me Magic, un documentario in quattro puntate targato AppleTV+ e diretto da Rick Famuyiwa, regista tra le altre cose dello splendido spot che celebra proprio il settantacinquesimo anniversario dell’NBA (e in cui appare, ovviamente, Magic stesso), oltre che di alcune puntate di The Mandalorian. They Call Me Magic arriva il 22 aprile sul servizio di streaming di Apple, e qui vi parliamo senza spoiler di questa importante docuserie, che abbiamo avuto modo di vedere in anteprima.
Quando si pensa al basket e ai documentari, la mente va inevitabilmente al recente capolavoro Netflix/ESPN The Last Dance, un progetto arrivato come un toccasana per tutti quelli in astinenza da sport dal vivo durante il primo lockdown del 2020, che ha ricordato – per chi ne avesse bisogno – la grandezza di Michael Jordan e di quei Bulls che hanno dominato praticamente senza rivali negli anni Novanta, cambiando per sempre la lega più famosa al mondo. La rivoluzione nell’NBA, però, è arrivata un po’ prima, grazie proprio a quel “Magic” Johnson attorno a cui ruota They Call Me Magic.
Chi si aspetta però quattro episodi di profonda immersione nella vita e nei retroscena dei Lakers guidati da Magic, Kareem Abdul-Jabbar e Pat Riley, e della storica rivalità con i Boston Celtics, potrebbe restare deluso (per quello c’è già l’ottimo Celtics/Lakers: Best of Enemies realizzato ovviamente da ESPN). Benché non manchino larghi spazi dedicati a quello che succedeva sul rettangolo di gioco e nei dintorni – e sarebbe strano il contrario –, They Call Me Magic si focalizza principalmente sull’Earvin “Magic” Johnson come uomo e su come tutto quello che ha vissuto negli ultimi 40 anni abbia cambiato lui e tutti quelli che lo circondano, ed è questo che separa la serie da tante altre.
L’esempio più lampante di questo lavoro è l’episodio in cui viene analizzata la pagina più triste è difficile della vita/carriera di Magic, quando, poco prima dell’inizio della stagione NBA 1991-1992, ha scoperto di avere l’HIV, in un periodo in cui si sapeva ancora poco sul virus e che per molti fu vista come una sentenza di morte per Earvin. È una parte in cui emerge l’enorme determinazione di Johnson che, come sempre prima di allora, aveva affrontato ogni ostacolo come una sfida, e che qui dimostra la capacità di sapersi reinventare aprendo le porte a un nuovo capitolo nella sua vita in cui, nonostante alcune piccole parentesi come l’All Star Game del 1992 e lo storico Dream Team delle olimpiadi dello stesso anno, il basket non è l’aspetto più importante.
They Call Me Magic è però anche un grande racconto sulla famiglia di Johnson, su tutte quelle figure come i genitori, i fratelli e la moglie, che hanno ruotato attorno a lui nel corso degli anni e che hanno vissuto nell’ombra di una figura che gli americani definirebbero “larger than life”. Ci sono tutto l’amore e la stima di queste persone, ma un altro aspetto interessante della serie è che, nonostante il punto di vista sia ovviamente quello di Magic, non si tira mai indietro dal mostrare luci e ombre del campione: Earvin stesso è spesso in prima linea nel raccontare i momenti più cupi della sua vita, tra rimpianti e ferite ancora aperte – cosa che trasforma il tutto in una sorta di terapia per affrontare un passato dal quale è difficile sfuggire.
Come detto in precedenza, lo spazio al basket giocato è limitato rispetto a quelle che potrebbero essere le aspettative, ma non mancano fortunatamente delle sequenze dedicate alla palla a spicchi che renderanno felici gli appassionati. Magic è, e lo sarà per sempre, uno dei più grandi campioni dello sport: per il pubblico più giovane, che con The Last Dance aveva avuto la possibilità di vedere MJ all’opera, They Call Me Magic mostra quelli che sono i momenti salienti della carriera di Magic con i Lakers e il basket spettacolare che offrivano sul parquet del Forum di Los Angeles, con tanto di interviste ai compagni di squadra e ai rivali di Johnson, tra cui Michael Jordan, l’erede a tutti gli effetti di Earvin.
Forse l’unica vera critica che si può fare al progetto, e che dimostra quanto coinvolgente e appassionante sia il racconto, è che quattro puntate sono davvero troppo poche per raccontare una carriera e, soprattutto, una vita così piene e intense. Un altro paio di episodi avrebbero sicuramente dato lo spazio necessario ad analizzare e mostrare in maniera più approfondita le gesta di Earvin “Magic” Johnson dentro e fuori dal campo, evitando quella sensazione di narrazione eccessivamente rapida e sbrigativa che si percepisce in alcuni momenti.
They Call Me Magic è quindi un’ottima docuserie che narra in maniera avvincente e spesso toccante la vita del grande campione NBA Magic Johnson, una storia lunga sessant’anni che, nonostante abbia al centro una delle figure sportive più conosciute e più raccontate del mondo della palla a spicchi, ci mostra un Earvin a tratti poco conosciuto e ancora più emotivo e umano di quello che si poteva pensare.
Voto: 7½