Interview With the Vampire – 1×01 In Throes of Increasing Wonder


Interview With the Vampire – 1x01 In Throes of Increasing WonderIn queste settimane il fantasy medievale va certamente forte in televisione, anche e soprattutto grazie ai maggiori investimenti nel settore da parte di grandi case di produzione (si pensi ad Amazon). Di vampiri, invece, se n’è sempre parlato e visto, probabilmente perché le storie che li riguardano non richiedono necessariamente budget estremi per essere realizzate: il successo, poi, di Twilight portò tempo addietro un rinnovato interesse e un affollamento di serie tv e film su una forma di vampirismo altamente romantica e molto poco horror.

Arriva su AMC quello che è uno dei capisaldi assoluti del genere, ovvero Interview with the Vampire, trasposizione (abbastanza distante in superficie, molto più profonda nella sostanza, come vedremo) dell’omonimo romanzo di Anne Rice del 1976. Molti sono coloro i quali si sono appassionati alle avventure cartacee di Louis e Lestat, e molti altrettanto coloro i quali li hanno conosciuti nel film del 1994, in cui Brad Pitt e Tom Cruise vestivano i panni dei due vampiri. Quel film, nonostante i grandi nomi coinvolti, non fu granché e le peripezie dei vampiri creati da Anne Rice hanno visto solo un altra (terribile) trasposizione cinematografica e altri progetti mai portati a termine. Con questa versione seriale di Interview with the Vampire AMC ci prova sul serio, affidando la scrittura della serie a Rolin Jones (Friday Night Lights) e lasciandogli molta libertà narrativa e anche la possibilità di reinventare alcuni fondamentali passaggi dei romanzi.

Interview With the Vampire – 1x01 In Throes of Increasing WonderLa trama è presto detta: Louis de Pointe du Lac (Jacob Anderson, il Verme Grigio di Game of Thrones) è un ricco imprenditore di New Orleans, che nasconde la sua omosessualità dietro una facciata di durezza che non gli appartiene, ma di cui ha bisogno per gestire gli affari nella sua città. La sua vita cambierà a seguito dell’incontro con Lestat de Lioncourt (Sam Reid), un ricco uomo francese, al cui fascino Louis non potrà resistere, al punto da spingersi ad accettare una non-vita da vampiro. Le vicende della serie, però, sono raccontate a partire dal 2022, durante la pandemia di Covid-19 riconosciuta nella serie e fonte di riflessione per l’immortale Louis. Il vampiro ne parla con il giornalista Daniel Molloy (Eric Bogosian, Succession); si tratta, tuttavia, di un secondo tentativo, dopo che quello precedente avvenuto a San Francisco molti anni prima era miseramente fallito – questo incontro è in verità già presente all’inizio del film e del romanzo, in una buona intuizione circolare. Grazie a questo legame con la nostra contemporaneità, quindi, la storia  e il rapporto tra Louis e Daniel raccontati in questa trasposizione presentano da subito una complessità più ampia e umana, rendendo dunque anche la cornice narrativa molto funzionale.

La più grossa novità di questa nuova trasposizione è il cambio nella storia personale di Louis, che da bianco schiavista del diciottesimo secolo passa a ricco afroamericano che gestisce una serie di bordelli nel distretto a luci rosse di New Orleans nel 1910. Ai puristi del materiale originale questo cambiamento non è certo piaciuto (che novità), ma l’episodio ci mette poco a mostrare quanto riuscito sia stato questo spostamento nella descrizione del personaggio: grazie a questa piccola ma fondamentale intuizione, infatti, veniamo immediatamente trasportati in un mondo di grande vitalità, affascinante nel suo stile visivo e molto interessante in quello narrativo. Questo avviene non solo perché si guarda alle differenze economiche all’interno della popolazione afroamericana, di solito sempre descritte con toni paternalistici e pietisti – in questo fa seguito all’ottimo lavoro a riguardo di The Gilded Age – ma anche per l’attenzione ad esplorare quanto la scoperta della propria omosessualità in quei tempi renda il tutto ancor più difficile.
Quello che non cambia è l’essenza più pura della serie, ovvero il rapporto tossico – in tutti i sensi – che si sviluppa tra Louis e Lestat, un amore imbevuto di una violenta oscurità. Quello che nel romanzo del ’76 era intuibile e che invece fu eliminato quasi del tutto dal film del ’94 è l’amore tra i due personaggi: questa serie non si lascia intimidire e, molto più al passo coi tempi, rende il tutto esplicito e chiaro sin da subito. Questo fa solo del bene al racconto, dal momento che è l’umanità di questi due personaggi – che diverrà poi esaltazione della loro bestialità – a farla da padrona e ad aver bisogno di potersi esprimere liberamente. È in questa sensualità spinta che si ritrova l’essenza dei vampiri di Anne Rice e che li distingue da ciò che è venuto prima (il vampiro come villain) e ciò che è venuto dopo (il vampiro come incompreso).

Interview With the Vampire – 1x01 In Throes of Increasing WonderSe la chimica tra i due attori protagonisti pare fortissima già nelle loro primissime scene insieme, non si può sottolineare abbastanza quanto perfetto per il ruolo sembri Jacob Anderson, la cui recitazione nel pilot già da sola basterebbe per consigliare questo episodio. La sua presenza scenica, i suoi dubbi, le sue paure traspaiono tutte nelle scene che lo vedono protagonista e rende Louis un personaggio con cui sembra facile entrare in sintonia – o quantomeno capirne il dolore e le sfide. La complessità e le avversità a cui è sottoposto il giovane afroamericano lo rendono un personaggio in cui la nuova vita da vampiro creerà dei conflitti pronti ad esplodere nelle puntate successive (e la serie è stat addirittura a già rinnovata per una seconda stagione).

Questo pilot è strutturato come una preparazione a quello che sarà il cuore pulsante del resto della stagione, ma ha già in sé tutti gli ingredienti principali di Interview with the Vampire: c’è amore, violenza, sesso, sangue, passione e rabbia. L’episodio pilota di ogni serie è sempre una grandissima sfida, soprattutto in questo affollamento di serie degli ultimi anni. Ecco, Interview with the Vampire della AMC colpisce nel segno e lascia lo spettatore con il desiderio di volerne sapere di più, è questo il pregio maggiore dell’episodio.

Voto: 8

 

Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.

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