
A Katharina Eyssen – showrunner di The Empress – affiancata da Bernd Lange e Jana Nandzi, è stato affidato il compito di mettere nuovamente in scena la storia dell’Imperatrice Elisabeth, un racconto più volte riproposto. Tra le diverse rappresentazioni di questa storica figura si ricordano la trilogia degli anni ’50 che rese celebre Romy Schneider e il cartone animato del ’97 – casi in cui Sissi venne resa in modo ben più poetico di quanto fosse in verità, romanzato e poco rispondente alla realtà -, ma anche numerosi documentari, film e serie TV, tra cui si ravvisano raffigurazioni più veritiere, come “Sissi, l’Imperatrice Ribelle” film francese del 2004 e “Sissi” miniserie co-prodotta da Italia, Austria e Germania nel 2009.
Ad oggi probabilmente The Empress è il prodotto che restituisce la rappresentazione più calzante di questo personaggio storico, offrendo un ritratto veritiero sia nella narrazione degli avvenimenti – vi è ampia corrispondenza tra fatti narrati e realtà – che nel riportare i tratti distintivi e caratterizzanti della protagonista. Lo show si prende infatti poche licenze: l’immagine poetica di Sissi lascia spazio a Elisabeth, una protagonista vera, tormentata e irrequieta. La focalizzazione di questa prima stagione è sulla giovinezza della protagonista, scandita dal matrimonio e dai primissimi tempi da Sovrana, facendo da subito emergere l’ampia e crescente insofferenza nei confronti della vita alla corte austriaca.

Uno degli ostacoli principali alla felicità del matrimonio e in particolare alla felicità dell’imperatrice è l’Arciduchessa Sofia. Infatti The Empress mostra Elisabeth e la suocera in costante e aperto contrasto, soprattutto a causa del carattere poco malleabile della prima e delle continue regole imposte dalla seconda nel rispetto dell’etichetta. Così, scena dopo scena, accresce la percezione della profonda sofferenza della protagonista: la soffocante vita a corte, la posizione sociale sopraelevata ma costrittiva, la scarsa considerazione per il suo ruolo in quanto donna, tutto contribuisce a trasmettere la sensazione di oppressione provata della giovane sovrana, resa perfettamente anche grazie all’interpretazione di Devrim Lingnau. L’attrice riesce a mostrare la tristezza, la solitudine, la rabbia e la voglia di ribellione di Elisabeth, facendo emergere pian piano il declino di una donna che venne strumentalizzata e utilizzata, privata di ogni legame – di fatto, l’unica persona accanto a Sissi è Franz, anch’egli sfuggente e distante – e annullata al servizio dell’impero.

Attraverso la sua figura viene portato avanti un altro tema dello show, quello politico, che si concentra sulla relazione nobiltà-popolo e sull’esclusione di Elisabeth dalla politica. Quest’ultima rispecchia la realtà dell’epoca in cui la donna – per quanto di estrazione nobiliare – aveva come unico ruolo politico quello di garantire la linea di successione. Un riassunto realistico dell’unico valore che contava per una donna; infatti il coinvolgimento di Elisabeth viene esteso a un mero scopo di facciata, che le sta stretto e in cui riesce a fallire, sconfinando le direttive imposte. In questo non trova che una parziale e distaccata comprensione da parte di Franz, più consapevole dei doveri reali e sempre meno accondiscendente verso di lei.
Nei riguardi del rapporto nobiltà-popolo si riportano invece tre approcci distinti. Sofia e la corte incarnano il canonico disinteresse nobiliare, Franz mostra la volontà di comprendere i bisogni popolari e cerca di alleviarli pur mantenendo distacco, mentre Elisabeth si dimostra compassionevole e comprensiva nei confronti del popolo: ciò è rappresentato attraverso scene costruite, come le decisioni di donare delle scarpe a una bambina e rivelare la sua gravidanza al popolo prima che alla corte. Sebbene si tratti di licenze narrative, queste scene racchiudono la loro importanza nel messaggio che veicolano e nell’intento di far trasparire l’impegno sociale della vera Elisabeth.

Nel complesso, The Empress si rivela un buon prodotto: con un racconto lineare e complessivamente cronologico (ad eccezione di alcuni necessari flashback) attraversa una buona varietà di temi e rappresenta il personaggio di Elisabeth in modo completo e da una nuova prospettiva. Anche alla figura di Franz viene dedicato abbastanza spazio, e così ai personaggi secondari, che sono ben inseriti nella narrazione pur mantenendo ben chiaro il ruolo primario dell’imperatrice. A livello globale è anche da citare la fotografia, interessante e ben realizzata, come l’eccellente cura di scenografia e costumi, elementi che spesso accomunano le serie TV a carattere storico.
Per quanto riguarda l’eventuale prosecuzione è necessario precisare che Netflix aveva inizialmente prospettato una miniserie ma, alla luce del finale troppo aperto e della narrazione esclusivamente focalizzata al primissimo periodo da imperatrice di Elisabeth, si ipotizza uno sviluppo dello show in più stagioni, seppur al momento non vi siano conferme.
Voto: 8
