“Sei invitato alla cena prenuziale di Benji e Amelia”: così apre la nuova miniserie The Perfect Couple, disponibile su Netflix a partire dal 5 settembre. Lo show, ideato da Jenna Lamia, è tratto dal romanzo omonimo di Elin Hilderbrand e vede Susanne Bier alla regia (The Undoing). Con i suoi sei episodi da 50 minuti circa ciascuno, promette una narrazione collocata tra il giallo e il drama, con protagonisti d’eccezione e una storia dalle note amare.
The Perfect Couple prende il via con un primo episodio funzionale a una presentazione corale della vicenda, sia dal punto di vista del contesto che dei personaggi. La cornice è quella di un ambiente perbenista, perfezionista e altolocato; il racconto inizia infatti a Summerland, lussuosa tenuta della famiglia di Benji Winbury, lo sposo. In questo contesto si colloca la sfarzosa festa di pre-matrimonio del giovane con la fidanzata Amelia, che scorre tra un brindisi e l’altro, passando tra foto e video ricordo della serata. Ben presto capiamo però che la felicità così forzatamente costruita altro non è che una facciata, scalfibile in modo più semplice di quanto si possa pensare. L’equilibrio infatti si rompe, e non per futili motivi, bensì per un evento di portata ben maggiore: un omicidio.
Questo è il punto di rottura che dà il via alla narrazione di The Perfect Couple e che ci porta così a conoscere i presenti alla festa, coinvolti nella spiacevole vicenda. Grazie al continuo alternarsi tra scene della serata, flashback e flash-forward, si crea un ritmo sostenuto e piacevole alla visione, che permette di entrare in contatto con i protagonisti in modo non banale. Il focus si sposta da un personaggio all’altro in modo fluido, in una carrellata di volti che si susseguono uno dopo l’altro mantenendo alto l’interesse. In particolare l’escamotage degli interrogatori – tenuti dalla polizia immediatamente dopo l’omicidio – dà modo di entrare nella sfera privata dei personaggi da una prospettiva esterna e insolita. Diversi interrogati infatti si lasciano andare in confidenze, giudizi e racconti non proprio neutrali su altri invitati: ma chi dice la verità e chi invece cerca solo di proteggere se stesso? A partire da questo dilemma vediamo le indagini intrecciarsi con qualcosa che assomiglia molto a un gossip di quartiere, più votato al mantenimento dell’integrità e delle apparenze che alla ricerca del vero colpevole.
La scelta di non mostrare subito chi è stato ucciso contribuisce a tenere alta l’attenzione, infatti per la rivelazione bisogna aspettare fino agli ultimi minuti dell’episodio. Questo consente di creare una buona dose di hype, soprattutto perché questo fattore si accompagna con l’alternarsi degli interrogatori, ed è proprio vedendo comparire i personaggi davanti alla polizia che si scartano diverse opzioni sull’identità della vittima. Ulteriori elementi in grado di mantenere alta curiosità sono la ricerca del possibile assassino e del conseguente movente, su cui si aprono svariati scenari. Tutti gli invitati sono potenziali colpevoli, e non solo per la numerosità dei presenti alla festa, ma soprattutto per gli intrecci relazionali – emersi o anche solo accennati – tra loro. Di certo ci si aspetta che si apriranno diverse piste e si scopriranno altrettanti altarini in grado di gettare carne al fuoco, lasciando fino alla fine dello show svariate possibilità su chi possa essere l’assassino.
Tra i personaggi presentati colpiscono in particolare i genitori dello sposo, criptici e controllati, che si distinguono per la patina di perfezione che portano con sé, l’atteggiamento giudicante e l’inequivocabile auto-collocarsi in posizione di superiorità rispetto a tutti gli altri. I figli cercano di emulare queste caratteristiche, ma al contrario si fanno notare per l’incapacità di self-control che li porta a somigliare a dei ragazzini viziati non in grado di rispettare le aspettative dei genitori, in particolare quelle della madre Greer, ermetica e glaciale. Accanto ai padroni di casa troviamo ospiti altrettanto altolocati, ma anche persone di estrazione ben differente; tra questi abbiamo la sposa, Amelia, una ragazza semplice e genuina, fin troppo fuori contesto rispetto ai patinati suoceri. Non è difficile notare come proprio lei, con la sua famiglia e i suoi amici al seguito, rappresenti un elemento distonico nell’atmosfera perfetta tanto ricercata dalla famiglia Winbury.
Oltre ai personaggi, questa prima puntata ci presenta anche una serie di temi che plausibilmente accompagneranno lo svolgimento della miniserie. Su tutti vediamo rappresentate le dinamiche tipiche di una famiglia disfunzionale, che si snoda tra genitori nel bel mezzo di una crisi coperta dalla facciata di “coppia perfetta”, e i fratelli alle prese con vicendevoli complessi di inferiorità, anch’essi malcelati. In parallelo al tema familiare, che fa da cornice alla vicenda, si sviluppano altri due pilastri portanti dello show: divario generazionale e sociale, che vanno a caratterizzare le dinamiche relazionali di The Perfect Couple. Già in questo primo episodio sono diversi i passaggi in cui vengono emessi apertamente dei giudizi legati questi aspetti.
La caratterizzazione dei primari è ben supportata dal cast, variegato e composto da alcune personalità d’eccellenza, in primis Nicole Kidman, che risulta calzante nei panni della protagonista intimidatoria e impenetrabile. È questo un ruolo in cui l’abbiamo vista spesso cimentarsi: ricordiamo tra gli esempi più recenti The Undoing e Nine Perfect Strangers. Accanto a lei Liev Schreiber e Dakota Fanning, rispettivamente marito e nuora, che restituiscono altri due volti di un mondo fatto di apparenza e perbenismo.
Nel complesso il pilot di The Perfect Couple riesce bene; il buon ritmo dell’episodio rende piacevole la visione, che è supportata dalla presenza di flashback funzionali sia alla storia che alla conoscenza dei personaggi. Ben riuscito anche l’accostamento di protagonisti ed estetica: l’aspetto visivo è estremamente curato e va a rispecchiare la caratterizzazione altoborghese della famiglia e del suo entourage, sia dal punto di vista dei costumi che dell’ambientazione, lussuosi e ricercati. La miniserie propone così una storia di omicidio costellata di intrighi familiari e un colpevole difficile da individuare: se basteranno a differenziare questo prodotto o se lo porteranno a cadere in una banale riproposizione di una storia già vista lo sapremo soltanto a visione ultimata.
Voto: 7 ½